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Autore: BlueWhatsername    02/05/2014    7 recensioni
' [...] Non sempre quel che accade ha una spiegazione precisa e noi ci troviamo come in cima ad una montagna russa e possiamo solo chiudere gli occhi e prendere ciò che viene, mh? " concluse, alzando le spalle, nel tentativo di farla ridere.
Rimase invece inchiodato dal modo in cui lei lo stava fissando di rimando, le piccole labbra strette tra loro e le manine bianche ormai arpionate alla parte bassa della sua gola. Liam la strinse un po’ in vita – avrebbe potuto abbracciarla altra cento volte e quasi soffocarla contro il suo petto massiccio, avrebbe tanto voluto prenderla di peso e infilarsela nello sterno, lì vicino al cuore, tanto per essere certo che nessuno potesse toccarla o farle male.
**
SLASH; pairing ZIAM [non esplicita].
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2888 parole di follia – escluso questo spazio autrice.
L’ho scritta in un solo giorno, partendo da un’idea che mi è venuta stamani parlando con una certa persona – che spero apprezzerà, pure se io non sono ferrata in ‘ste cose e blablabla e anche perché c’è qualcosa di slash e blablabla.
Ma bisogna mettersi alla prova, no? Quindi lol ecco qua.
Niente, vado via prima di cominciare a dire cavolate – perché finora che ho fatto?!
Love u gurlzzzz (:
E PER LA CRONACA QUESTA SAREBBE LA SECONDA SLASH CHE PUBBLICO, MA OK.
Cià.


 
 
 
 
 
Liam teneva stretta la mano della sua bambina, la sentiva piccola e sudata contro la sua. Sorrise, abbassando lo sguardo e studiandola mentre leccava avidamente il suo cono alla vaniglia, sporcandosi oltretutto tutte le guance. La crema le era arrivata fino al naso, ma lei pareva troppo impegnata a mangiare per accorgersene – o quanto meno pulirsi.
Il ragazzo sorrise, accovacciandosi in ginocchio e afferrando la bambina per un gomito.
Quando i loro occhi si incontrarono il suo sorriso si allargò ancora di più mentre quello sporco di gelato alla vaniglia della bambina si andava tramutando in un’espressione interrogativa.
<< Che c’è, daddy?! >> berciò infatti, mentre Liam scoppiava a ridere nel vederla così sporca di gelato fin sotto gli occhi, quasi. La vaniglia le aveva coperto le guance rosee ed i suoi enormi occhioni castani non sembravano intenzionati a lasciarlo nemmeno per un secondo, tanto erano attenti e avidi di non perdersi nemmeno una sua parola.
<< Sei sporca di gelato, Frances. Non te ne sei accorta? >> la richiamò Liam estraendo un fazzolettino dalla tasca e cominciando a passarglielo sulle guance e sul naso.
Sentì il nasino della bambina arricciarsi mentre lui la puliva, e notò benissimo come tentasse di morderlo quando arrivò a pulirle la bocca. Ritrasse la mano velocemente, ridacchiando sommessamente alla sua espressione soddisfatta di piccola peste.
<< Ehy, chi te li ha insegnati questo giochetti, mh?! >>
La piccola gli schioccò un bacio che si infranse dolcemente nell’aria, mentre riprendeva a leccare il suo gelato totalmente indisturbata. Liam sospirò, cambiando il ginocchio su cui poggiarsi e sentendo il peso del corpo alleggerirsi mentre allungava le mani per sistemare i capelli della bambina.
<< Lo so io chi te li ha insegnati… >> mormorò sorridendo, mentre riannodava i nastrini che tenevano i capelli castani della bambina in due code soffici ai lati della testa.
Questa arricciò il nasino, mentre l’ennesima sbavatura di gelato alla crema le macchiava una guancia. Liam scosse il capo, dandole un buffetto sul mento e lisciandole la frangia di capelli castani che le copriva la fronte.
<< Daddy?! >> si sentì richiamare mentre si rimetteva in piedi e tentava di ripulirsi le ginocchia lievemente bianche per il contatto a terra.
<< Sì, amore? >>
La bambina storse la bocca rossa, mentre intrecciava i piedi in una posa innaturale e alquanto scomoda – e se la conosceva bene stava solo valutando come dirgli ciò che le era appena venuto in mente. Le piccole mani tenevano stretto il cono – mezzo sciolto, mezzo mangiucchiato, mezzo distrutto dal suo modo di mordicchiarne i bordi prima di aver esaurito del tutto il gelato – quasi volessero spezzarlo di netto, mentre le guance le stavano diventando di un delicato color rosa acceso, andando a coprire anche le sottili lentiggini che velavano il naso.
<< Quando arriva? >> chiese, tutto d’un fiato, abbassando gli occhi di colpo e fissando intensamente i lacci delle sue Converse bianche.
Così piccole rispetto alle scarpe di lui, erano come il gigante e la bambina.
<< Non lo so, Frances, ma… >> le disse, mordendosi un labbro, tentando di far risuonare la sua voce del solito tono convincente e serio che utilizzava sempre per parlarle di tutto.
Se c’era una cosa che voleva, era che sua figlia crescesse sicura ed indipendente, e non aveva mai ritenuto i suoi otto anni un ostacolo per parlarle o colmarle ogni dubbio le venisse. La voleva determinata e certa delle sue scelte, voleva che avesse sempre la libertà di scegliere, proprio come era successo a lui, voleva che fosse in grado di valutare in ogni situazione, che si sentisse libera di fare domande senza temerne la risposta.
E non era il solo a volerlo.
Tanto valeva smetterla con quel tono che lo stava facendo sentire sempre più colpevole ad ogni secondo che passava, no?
<< Non farà in tempo, vero? >> domandò ancora la bambina, lasciando crollare quel che restava del suo gelato a terra e alterando di poco il tono di voce.
Liam deglutì, preso in contropiede da quel repentino cambio di prospettiva della situazione – farla arrabbiare non era proprio nei suoi piani, ci sarebbe mancato altro. Aprì bocca per ribattere ma lei lo anticipò, sconsolata.
<< Non importa poi tanto… >> sospirò, facendo spallucce e fissandolo con due occhi immensi e lievemente velati. Se di lacrime imminenti o altro era difficile dirlo, a Liam veniva difficile pensare se lei lo guardava in quel modo.
<< Sì che importa, Frances. Importa moltissimo, invece. >>
Si abbassò nuovamente alla sua altezza, prendendola per le piccole spalle e guardandola intensamente. Il loro colore di occhi era molto simile, così come l’intensità che essi sprigionavano.
Liam se la ricordava ancora da neonata, quando gli avevano detto che quella era sua figlia, e che poteva portarsela a casa, ricordava benissimo come avesse da subito notato con quanta forza quella bambina pretendesse di stare con gli occhi aperti per scrutare tutti, capire il mondo, come immediatamente avesse adocchiato lui. Ed era stato così da imbecilli pensarlo – perché un neonato ancora non distingue le forme che lo circondano, non sa percepire lo spazio come un adulto, si sa – ma Liam aveva avuto la sensazione fortissima che quella bambina avesse impugnato il suo sguardo e che non l’avrebbe mai lasciato.
Quello era successo, in effetti, perché lei gli aveva rubato lo sguardo senza più restituirglielo; i suoi occhi erano sempre su di lei e per lei e questo non poteva cambiare nemmeno in un milione di anni.
<< Ascoltami, amore, io… >>
<< Daddy, lo so che non… >>
Liam si guardò nervosamente intorno, sentendo la tensione crescere inesorabile.
La gente gli passava vicino ad una velocità pazzesca, c’era chi parlava e chi urlava direttamente, chi schiamazzava e si lamentava; la musica era a livelli altissimi, così come il profumo di dolci e caramelle, zucchero filato e alcool. Certo, optare per un parco giochi gli era sembrata una buona cosa, alla fin fine, e non sembrava che Frances ne fosse rimasta così turbata, anzi… Aveva ammirato ogni giostra con gli occhi colmi di curiosità, aveva voluto provarle tutte con lo stesso coraggio ingenuo che hanno i bambini di buttarsi nelle cose, Liam l’aveva sentita ridere ed aggrapparsi a lui, urlargli nell’orecchio ed anche emettere versi spaventati – specie quando avevano fatto il giro col trenino nella vecchia casa stregata piena di fantasmi e creature pronte a sbucare da ogni angolo.
Ed ora non sapeva proprio come districarsi da quella situazione complicata che all’apparenza era una sciocchezza ma che su di lei avrebbe avuto un impatto fortissimo.
Una delusione non si dimenticava così facilmente, lui questo lo sapeva, ed anche se ci fossero stati altri parco giochi nella sua vita Frances non avrebbe mai dimenticato quella sera particolare in cui lui si sarebbe arrischiato a rifilarle una stupida scusa solo per non vederla così triste e amareggiata.
<< Senti, Frances… >>
<< … Me l’aveva promesso, daddy… >>
Appunto.
Liam prese un bel respiro, cercando con tutto se stesso di ignorare le urla di chi passava e le varie luci colorate che lo colpivano. Qualcuno gli domandò perfino l’ora, ma lui lo ignorò bellamente, senza staccare il contatto visino con gli occhi della sua piccolina.
Frances si stava mordicchiando il labbro inferiore, dove un piccolo graffietto incideva la pelle – doveva ricordarsi di disinfettargli non appena arrivati a casa o il giorno dopo sarebbe diventato una piaga enorme e dolorosa. I suoi piccoli polsi andarono ad arpionare i suoi avambracci, mentre Liam tirava indietro le mani dalle sue piccole spalle e le sorrideva dolcemente.
<< Vuoi fare quella? >> le chiese di punto in bianco, alzando gli occhi sulla giostra che stava direttamente dietro di loro.
Delle montagne russe altissime e di un colore rosso acceso si snodavano a grandi altezza, intrecciandosi contro il cielo buio, a parte qualche rara stella, e brillando per le luci proiettate dalle altre giostre. Erano immense, parevano come un immenso serpentone senza fine che partiva da terra per snodarsi senza posa in cielo.
Frances stette ad osservarle un attimo, senza rispondere, mentre gli occhi di Liam la indagavano seriamente, senza lasciarla nemmeno per un attimo.
Quando li abbassò su quelli dell’uomo le venne naturale buttarsi tra le sue braccia, mentre le braccia forti di Liam la accoglievano contro di sé, il visino incastrato nell’incavo tra collo e clavicola e le piccole manine attorno al suo busto. Frances sospirò un paio di volte, stringendosi fortissimo contro di lui, respirando il suo usuale profumo forte ma delicato, quello che la salutava ogni mattina e non la lasciava mai, nemmeno quando era ora di andare a letto.
Liam la sentì rabbrividire, ragion per cui le passò una mano sulla nuca, giocherellando distrattamente con le due codine ai lati della testa. La bambina rise, annullando le distanze e lasciandogli un bacio sul naso, che si tramutò in una sottospecie di morso che li fece ridere entrambi.
<< Sei una birbante, mh? >> la prese in giro, lisciandole una guancia – quella ancora sporca di gelato – con il dorso della sua grande mano bollente.
Frances lo guardava ad occhi spalancati, fissi, erano così concentrati che le pupille parevano immobili e minuscole, tanto erano tese anch’esse nello sforzo di seguire ancora una volta i contorni del viso del suo daddy.
<< Sai, Frances, ci sono cose che succedono che noi non riusciamo a prevedere, mh? >> cominciò Liam, certo che lei si sarebbe bevuta ogni singola parola senza perdersi nemmeno un battito di ciglia; la vide trattenere il respiro, infatti, e si affrettò a proseguire << Nella vita – e temette di stare esagerando con quel discorso improvvisato, ma lei era così attenta che sorridere gli venne spontaneo quasi quanto lasciarlo un soffice bacio in fronte – a volte succedono cose che… Beh, che non ci aspetteremmo, ok? Non sempre quel che uno ci dice si realizza o… >>
<< Ma lui me lo aveva promesso, però… >>si affrettò a rimarcare la piccola mordicchiandosi un labbro e stringendo poi le labbra come per trattenere quello che all’apparenza pareva un singulto.
Liam scosse il capo, stampandole un bacio soffice sul naso, molto simile a quello che gli aveva dato lei poco prima; e quando glielo mordicchiò, Frances emise un risolino felice, molto simile a quelli che le scappavano quando lui la rincorreva per casa con addosso qualche strano costume stupido.
<< Lo so, amore mio, lo so… >> rispose poi, approfittando del momentaneo momento di  felicità di lei << … A volte ci sono cose che non possono avverarsi, ci sono… Circostanze per cui alcune promesse non possano essere mantenute. E… >> la verità di quelle parole lo stava uccidendo inesorabilmente, doveva appuntarsi di dirgliene quattro quando l’avesse rivisto tanto per rimarcargli  quanto fosse un cretino senza speranze << … Beh, a volte si deve capire, no? Non sempre quel che accade ha una spiegazione precisa e noi ci troviamo come in cima ad una montagna russa e possiamo solo chiudere gli occhi e prendere ciò che viene, mh? >> concluse, alzando le spalle, nel tentativo di farla ridere.
Rimase invece inchiodato dal modo in cui lei lo stava fissando di rimando, le piccole labbra strette tra loro e le manine bianche ormai arpionate alla parte bassa della sua gola. Liam la strinse un po’ in vita – avrebbe potuto abbracciarla altra cento volte e quasi soffocarla contro il suo petto massiccio, avrebbe tanto voluto prenderla di peso e infilarsela nello sterno, lì vicino al cuore, tanto per essere certo che nessuno potesse toccarla o farle male.
Ed ora la consapevolezza di non poter sanare quella cocente delusione se non con qualche parola e qualche frase fatta gli bruciava immensamente.
Sperava che almeno il suo piccolo cuoricino non se fosse rimasto troppo turbato…
… Oh, l’avrebbe ammazzato, oh sì…
<< Liam! >>
Sobbalzarono entrambi quando quella voce infranse il frastuono della gente ed ogni altro rumore creasse quella baraonda infernale intorno a loro. Il ragazzo saltò in piedi, mentre teneva ancora Frances stretta tra le braccia e si guardava alle spalle come chi pensa di avere alle calcagna un killer con l’ascia.
<< LIAM PAYNE! >> si sentì chiamare di nuovo, e stavolta molto più vicino rispetto alla procedente.
<< Ma cos… >>
<< Daddy! >> strillò a quel punto Frances divincolandosi dalla sua presa e balzando a terra << È arrivato! È qui! È qui! >> e corse in avanti, in mezzo alle gambe delle centinaia di persone che passavano.
Liam ebbe un tuffo al cuore, pensando a cosa avrebbe potuto succederle, a chi avrebbe potuto prenderla e quanto sarebbe potuta essere disperata quando si fosse accorta che lui non c’era più. Mosse istintivamente un passo in avanti, mentre il cuore gli stava rimbombando in gola come un cocente tizzone ardente.
<< Fra… >>
Ma le parole gli morirono in gola non appena vide qualcuno farsi strada tra la gente, la piccola stretta tra le braccia ed un sorriso estremamente soddisfatto in faccia: Zayn Malik gli si stava avvicinando mentre Frances gli riempiva la guancia di baci e intanto lo fissava con un’aria vittoriosa che poco spazio lasciava all’immaginazione.
Liam sospirò, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi. Rise, poi, quando la sua bambina si volse a guardarlo con un sorriso da orecchio a orecchio.
<< C’è il mio papi dolce! C’è il mio papi! >> strillò immediatamente, riferendosi a Zayn – uno Zayn che la stava squadrando con una luce tutta particolare nello sguardo, un qualcosa di magnetico e potente che gli accendeva quegli occhi felini fino a farli brillare in un modo tutto loro.
<< Lo vedo… >> sbuffò Liam, infilandosi le mani in tasca e lanciando all’altro uno sguardo implicito che gli facesse intendere quanto casino aveva creato col suo ritardo.
Zayn inarcò un sopracciglio, accogliendo l’ennesimo bacio che la bambina gli stava dando sulla guancia. La strinse a sé, ridacchiando, mentre il suo sguardo si agganciava a quello di Liam in una morsa che li costrinse entrambi a trattenere il fiato per pochi secondi che parvero loro decenni.
<< Sapevo saresti venuto, papi! >> berciò ancora Frances euforica, afferrando il cappello che copriva i capelli neri di Zayn e togliendoglielo di getto solo per brandirlo a mo’ di bandiera da sventolare con fare vittorioso; il ragazzo rise, mentre con la coda dell’occhio vedeva Liam avvicinarsi di qualche passo, una mano fra i capelli ed un sorriso acceso che gli rischiarava il volto.
Si perse per qualche secondo a fissarlo prima che la bambina non gli stringesse il viso tra le mani e lo costringesse a guardarla negli occhi.
<< Hai fatto la brava, vero? >> le chiese, fingendosi severo.
Frances annuì, ridacchiando e lanciando uno sguardo complice a Liam, che prontamente ricambiò.
<< Non hai fatto arrabbiare papà? >> la punzecchiò ancora Zayn, facendole il solletico sui fianchi.
<< No! Daddy mi ha fatto provare le giostre >> strillò la bambina divertita ed euforica insieme, gli occhi le brillavano di lacrime di gioia << e mi ha comprato anche il gelato e… >>
<< Cosa?! >> esclamò Zayn scandalizzato, fulminando Liam con  quella che doveva apparire come un’occhiataccia ma che invece sembrò una finta smorfia divertita << E tutto questo senza di me, mh?! Che cattivi siete! >> sbuffò, prendendo Frances per la vita e facendola volteggiare giocosamente.
Liam fece per aprire bocca almeno per ammonirlo di fare piano – come gli accadeva spesso e volentieri, visto che tra i due quello più scatenato e confusionario era senza dubbio Zayn – ma quando sentì le urla divertite della bambina si trattenne, ridendo a sua volta.
<< Ma tu non arrivavi, papi! >> si difese lei, quando il ragazzo la rimise a terra, sistemandole le codine di capelli castani che avevano subito una buona scossa.
Zayn socchiuse la bocca, colpito da quel tono secco ma gentile, e non gli sfuggì certo l’occhiata divertita e soddisfatta di Liam, a qualche metro di distanza: sollevò un sopracciglio, ma senza fiatare, mentre la bambina spostava i suoi enormi occhi dall’uno all’altra, aspettando chissà cosa.
<< Ma ora sono qui, no? >>
Frances annuì, convinta, andando ad afferrare la mano grande di Liam e spostandolo di qualche passo verso Zayn. E quando i loro sguardi si incrociarono, per una frazione di secondo che comunque parve loro eterna, altre parole parvero inutili per spiegare quel che c’era di non detto in quella strana serata fatta di imprevisti ed improvvisate: probabilmente Liam leggeva nello sguardo dell’altro le scuse per aver quasi fatto saltare quella promessa di esserci, e contemporaneamente Zayn vedeva nel marrone di quegli occhi che lo fissavano un pizzico di genuino rimprovero assieme alla punta di amore che non mancava mai.
<< Daddy voleva portarmi là! >> schiamazzò Frances indicando la grande montagna russa dietro di loro e afferrando nel contempo anche la mano di Zayn.
Questi le rivolse un sorriso, prima di puntare i suoi occhi su un Liam imbarazzato e sorridente.
<< Sei fuori?! Io… >>
<< Tu non c’eri ed io ho solo proposto… >>
<< Ma è una bambina, Lee! >> sbottò Zayn, facendo un occhiolino ad una divertita Frances e lanciando uno sguardo di rimprovero all’altro << Non pensi che… >>
<< Prima impara che la vita è un enorme montagna russa, meglio è, no? >> lo interruppe Liam divertito, afferrando la piccola al volo e prendendo a camminare verso un’altra giostra poco distante.
E dopotutto non aveva nemmeno torto.
  
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