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Autore: APPLETREE    23/07/2008    3 recensioni
"Ha accusato pure me che passavo per caso! Si è messo a sbraitare che fossi in combutta con te, ma scherziamo? E per finire sono finito in punizione anche io! Comunque non hai risposto alla domanda: perché diavolo lo hai fatto, Malfoy?” “Perché fa parte della mia lista delle cose da fare prima di andare via da Hogwarts, ecco perché!”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storiella Nata mentre pensavo alla trama di 'Quello che sento', mi è venuta fuori così praticamente già scritta :)E' un capitolo unico, quindi prendetela così :) e' ambiantata in un ipotetico 7° anno e non tiene conto degli eventi degli ultimi due libri.
Capitolo Unico-Il piano Diabolico.

Draco Malfoy aveva braccato Harry Potter per settimane, come un leone che fiuta l’aria mentre osserva famelico un branco di gazzelle prima dell’attacco.

Aveva notato che il giovane Grifondoro non era di buon umore da quando erano rientrati dalle vacanze estive e così aveva rimandato il suoi piani in attesa del momento più propizio.

Fu più o meno intorno alla metà di gennaio che riuscì finalmente ad avere un incontro privato con lui, e a mettere in chiaro le sue intenzioni.

 

 

       Unique chapter .               The Evil Plain.

 

“E’ tutta colpa tua se ci troviamo in questa situazione, stupido imbecille! Come diavolo ti è passato per la mente di lanciare una Mimbulus Mimbledonia nello sgabuzzino di Gazza? La puzza linfa mi sta uccidendo… ma che hai, cinque anni?”

Malfoy lo guardò con gli occhi stretti e la faccia tirata. Non era abituato a finire in punizione, né tanto meno a dover pulire e strofinare come se fosse un Elfo domestico.

“Non chiamarmi imbecille, Potter. Qui se c’è uno con il coefficiente intellettivo di un rospo, quello sei tu. E poi che ne sapevo io che Gazza lo avrebbe scoperto subito? No, dico sul serio, quello non è un essere umano normale, è un fantasma di Hogwarts! Non è umanamente possibile che sappia sempre tutto e che si trovi sempre nelle vicinanze di un misfatto in qualunque momento!

Harry lo guardò come se fosse matto.

“sì vabbè, in ogni caso ha accusato pure me che passavo di qua per caso. Si è messo a sbraitare che fossi in combutta con te, ma scherziamo? E per finire sono finito in punizione anche io! Comunque non hai risposto alla domanda, perché diavolo lo hai fatto?”

“Perché fa parte della mia lista delle cose da fare prima di andare via da Hogwarts, ecco perché!”

 Lo disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo e Harry fosse uno stupido contadino analfabeta che non capiva un’accidenti.

“Una lista…”

“Sì esatto. Hai presente una serie di cose che uno si prefigge di fare…”

“Lo so cos’è una lista, idiota!”

Malfoy gli tirò uno strofinaccio sporco dritto in faccia, che Harry schivò per un pelo. Poi si sedette sopra una cassetta di legno posta sul pavimento allungando le gambe.

“Allora se lo sai, perché lo chiedi?”

Harry prese il panno sporco e continuò a pulire da dove Malfoy si era interrotto.

“Era una domanda retorica… comunque, che altro c’è in questa lista? No sai, vorrei solo essere preparato in caso di pericolo e stare più alla larga possibile!”

 “Stai tranquillo, ti manderò un gufo in caso decida di far veramente saltare la torre dei Grifondoro, come ho scritto nel punto quindici.”

Harry spalancò la bocca per mandarlo a quel paese, ma fu vinto dalla curiosità di saperne di più.

“Quindi, tanto per sapere, quanti punti ci sono in questa lista?”

“Mmh, vediamo… dovrei essere arrivato a 506, più o meno.”

“Harry sgranò gli occhi sorpreso e inorridito allo stesso tempo. Poi decise di seguire l’esempio di Malfoy e di sedersi sul pavimento a riposare per cinque minuti. Erano chiusi nello sgabuzzino da circa un ora, e non si sentiva più le narici per via dell’odore nauseabondo causato dalla puzza-linfa.

“Beh, parlami di questa lista, visto che non hai voglia di ripulire questo casino.”

Malfoy sembrò oltremodo compiaciuto di quell’interesse, così si appoggiò al muro con le braccia dietro alla testa e si preparò a renderlo partecipe della sua grande opera.

“Bene, te ne parlerò. Ma tu devi giurarmi, che qualunque cosa dirò, non farai nulla per intrometterti e non rivelerai niente a nessuno! Se non giuri, non ti racconterò proprio un bel nulla, ti avverto.”

Harry tentennò per un po’, poi vinto dalla curiosità decise di accettare e giurò di mantenere il segreto, a patto che le cose dette non riguardassero l’eliminazione fisica di qualcuno.

 

“Non c’è molto da dire. Diciamo che in sette anni di scuola, mi sono venute in mente migliaia di idee divertenti, ma non realizzabili senza rischiare l’espulsione a vita. Così, sin dal secondo anno, ho preso l’abitudine di segnarmi le migliori in una lista, e di rimandare il divertimento all’ultimo anno.”

“Sì ma 506 sono tantissime. Come credi di riuscirci in pochi mesi?”

Draco storse le labbra irritato dalla sua poca perspicacia.

“E’ ovvio che non ho intenzione di fare tutte le 506 cose che ho scritto, non sono mica pazzo! E poi la maggior parte le ho scritte quando ero piccolo e ormai risulterebbero troppo infantili!”

“Ah beh certo, in fondo buttare una pianta di puzza-linfa nello sgabuzzino del custode è una cosa assolutamente matura, giusto?”

Draco gli diede una gomitata nel fianco per sottolineare la sua indignazione.

“Cosa ne vuoi capire tu che hai passato gli ultimi sette anni a fare cose idiote, me lo spieghi? Comunque, non credere che io abbia finito con Gazza, questo è solo l’antipasto!”

Harry non riuscì a trattenere un sorriso davanti alla sua aria da principino imbronciato, poi lo cammuffò ricordandosi improvvisamente che lui lo odiava quando faceva il principino.

“Quindi, a quali punti hai deciso di dare la precedenza? Perché sai, se decidessi veramente di far saltare la torre Grifondoro, non credo che ti consentirebbero di prendere i Mago.”

“Non ti preoccupare Potter, quella al massimo sarebbe l’ultima grande impresa. Tanto per cominciare ci sarebbe il punto Uno, ma quello non te lo posso rivelare perché ti riguarda direttamente. Non chiedermi nulla nemmeno dei punti cinque, sei, sette e otto per la stessa ragione e perché fidati, non vorresti saperlo!”

Harry si mosse agitato, guardandolo male.

“Allora di quali puoi parlare?” Gli chiese seccato.

“Vediamo… ah sì, ci sarebbe il punto 101, molto ingegnoso da parte mia. Devo andare nell’ufficio del preside e rubare tutti i quadri dei vecchi presidi. Poi portarli da ‘borchie e Frustini’, il locale Gay più conosciuto di Londra e lasciarli appesi lì per una notte!”

Malfoy ghignò tutto contento per la sua inventiva, Harry si spostò di qualche centimetro spaventato più da questa idea che dalle possibili ripercussioni dei punti sei, sette e otto.

“Sei un pazzo maniaco, te lo hanno mai detto?”

“Non ultimamente, no. Comunque questo è niente, se paragonato al punto 75.”

Harry tossicchiò appena perché si era strozzato con la saliva.

“Di che diavolo tratta il punto 75?” Domandò allarmato.

“Devo entrare nel dormitorio delle ragazze Grifondoro, dirigermi nella stanza della caposcuola, prendere tutta la sua biancheria intima e farla lievitare magicamente per tutta la scuola, con un incantesimo vocale aggiuntivo che gridi: ‘Ehi, nessuno vuole provare ad indossarmi? Sono così sexy!”

Harry si alzò di scatto e gridò oltraggiato, puntandogli un dito contro.

“Non ci provare Malfoy! – Tuonò.- Hermione ti farà secco per questo,  Ron ti spellerà vivo e io lo aiuterò!”

Malfoy sventolò una mano come per sminuire la cosa.

“La Granger ne sarà più che soddisfatta, vedrai. Almeno potrà dire di aver fatto vedere le mutande a qualcuno! Che vita triste dev’essere quella di una caposcuola Grifondoro…”

Harry rimase imbronciato anche quando si rimise seduto. Malfoy gli diede una pacca amichevole sulla spalla.

“Non te la prendere, Potter. Ancora non hai sentito cosa ho intenzione di fare con il punto 230. Quello sì, che è da infarto!” Sghignazzò tutto contento.

Harry percepì un brivido lungo dalla schiena, non più tanto sicuro di volerne sapere ancora.

 “Di cosa si tratta?” soffiò alla fine, vinto ancora una volta dalla voglia di sapere.

Malfoy gongolò alla prospettiva di ciò che stava per dire.

“Bene, ti rivelerò il mitico punto 230, quello che nel nostro dormitorio è diventato una leggenda molto tempo fa.”

Harry sbattè le palpebre, stupefatto.

“Vuoi dire che i tuoi compagni sono a conoscenza di questa pazzia, e non ti hanno ancora fatto internare?”

Malfoy gli pizzicò il braccio facendogli male e girandogli la faccia come un bambino.

“Come ti permetti? Sappi che i miei compagni hanno sempre apprezzato il mio lato geniale. Tu ovviamente non puoi capire, essendo abituato alle vostre ‘Grifondoraggini’, ma da noi i piani astuti e perfezionati, sono cosa di grande rispetto!”

“Malfoy, siete un gruppo di svitati, ma non insisterò su questo. Ora, mi vuoi dire di cosa tratta questo ‘mitico’ punto 230?”

 Malfoy mise da parte l’indignazione e si avvicinò con fare cospiratorio all’orecchio di Harry. Harry sentì il suo respiro solleticargli la coppa dell’orecchio e la cosa gli fece un effetto strano, piacevole.

“Te lo dirò, ma questa è talmente grossa, che devi ri-giurare di non farne parola, e di farti gli affari tuoi, capito?”

Harry si girò per guardarlo negli occhi, ma essendo molto vicini, sbattè la stecca degli occhiali contro il suo naso. Le sue labbra erano così vicino che avrebbe potuto leccarle.  Harry si diede una scrollata mentale per svegliarsi da quei pensieri assurdi.

 Malfoy gli sistemò gli occhiali d’istinto e si allontanò di qualche centimetro.

Harry si schiarì la voce, si sentiva confuso e diede la colpa all’aria chiusa dello sgabuzzino.

“Và bene, lo ri-giuro, anche se ho dannatamente paura di pentirmene!”

Draco annuì soddisfatto e apparentemente per nulla scosso dalla vicinanza di poco prima.

“Ecco, il mitico punto consiste in questo: devo far bere un filtro d’amore al professor Vitius, farlo entrare nella camera della McGranitt, farlo spogliare e infilare nel letto e poi attendere che lei vada a dormire!”

“Tu Sei Totalmente Fuori Di Testa! Punto primo: i filtri d’amore sono illegali. Punto secondo: il professore si accorgerà subito che qualcosa non và e correrà da Piton che gli darà un antidoto. Punto terzo e non meno importante, se anche dovessi riuscire a farlo entrare attraverso le custodie della McGranitt, mi spieghi come hai intenzione di farlo spogliare e tutto il resto? Questa è talmente assurda che…”

“Frena Potter, corri più veloce di un Ippogrifo incazzato! Punto primo non tutti i filtri d’amore sono illegali, dipende da cosa ci metti dentro e dalla potenza dell’infuso. Questo piano è stato organizzato nei minimi dettagli, con l’ausilio e la partecipazione di altre menti geniali, che al contrario di voi Grifondoro non si limitano a buttarsi a capofitto nelle cose, ma le soppesano, le valutano e se serve, le collaudano! Punto secondo, il professor Vitius sarà colto talmente alla sprovvista, che non gli darò di certo il tempo di analizzare la situazione. Per finire, ho ideato anche un sistema per aggirare le custodie delle stanze private della professoressa, senza possibilità di insuccesso.”

Harry lo guardò avvilito. Ora sapeva una cosa terribile dalle potenzialità catastrofiche, e non aveva modo di impedirlo! Con suo sommo stupore, realizzò anche qualcos’altro su ciò che gli aveva appena detto.

“Scommetto che una delle ‘menti geniali’ che ti hanno aiutato in questo piano disgustoso, è Piton, non è così?”

Malfoy ghignò scuotendo il capo ma non disse nulla.

“Sì fai pure finta di niente, ma è ovvio che per poter eliminare delle imposizioni magiche forti come quelle della professoressa, avevi bisogno di qualcuno che sapesse come agire.”

“Diciamo solamente che un mese fa la professoressa ha dovuto chiedere consiglio per alcuni incantesimi di guardia, e che Qualcuno le ha dato delle dritte niente male!”

“Già, immagino…”

Malfoy si appoggiò con le mani sulle sue gambe in modo amichevole, Harry sentì un forte calore espandersi dal punto di contatto delle sue dita direttamente alla sua pelle coperta dai pantaloni.

“Tranquillo Potter, se vuoi puoi prendere il tuo caro mantello dell’invisibilità e venire a vedere lo spettacolo!”

“Non ci penso neanche!  Ugh che schifo…”

“Ok come desideri, ma poi non venire a dirmi che non te l’ho chiesto.”

Dopo qualche istante Malfoy si riappoggiò nuovamente alla parete, interrompendo quel contatto. Harry si sentì dispiaciuto per la cosa e si vergognò di nuovo per i suoi pensieri. L’aria doveva essere davvero pesante, dopotutto.

“Quindi, tanto per curiosità, quanti punti ci sono che mi riguardano direttamente?”

Malfoy sorrise allegramente come se si fosse ricordato una cosa estremamente divertente e profondamente malvagia. Ad Harry vennero di nuovo i brividi.

“Beh, diciamo che la maggior parte dei punti che ho scritto nei primi quattro anni, avevano sempre risvolti simpatici a te indirizzati. Ma siccome, molti di quei punti gli ho già messi in pratica, puoi stare tranquillo. Su per giù ne rimangono a mala pena 396!”

“Ah, bene, ora mi sento sollevato. Scommetto che sono tutti terribilmente geniali... in ogni caso ricorda che potrei vendicarmi!”

“Beh, tecnicamente non potresti farlo, visto che hai giurato di non intervenire in alcun modo su ciò che ti ho raccontato, ma diciamo che se avrai delle idee abbastanza buone, potrai sottopormele per una supervisione.”

Harry sollevò un sopraciglio e decise di non ribattere, perché in fondo stava parlando con un pazzo, quindi non avrebbe cavato un ragno da un buco. Si limitò a sospirare pesantemente e a scrocchiare il collo indolenzito per via della posizione scomoda.

Decise di sollevarsi in piedi per sgranchirsi un po’, ma lo fece troppo rapidamente, e colto da un capogiro si ritrovò a cadere addosso a Malfoy.

“Ehi Potter, mi hai preso per un materasso? Ahi! Accidenti, toglimi quel gomito dal fianco, imbranato!”

Harry si puntellò sui gomiti e lo guardò in viso. Erano belli i suoi occhi e gli piaceva il modo in cui aggrottava le sopraciglia perplesso. I Grifondoro non pensavano? Si buttavano a capo fitto nei casini? Bene, ora avrebbe dato a quel Serpeverde una lezione di ‘Grifondoraggine’!

Sorrise, poco prima di baciarlo sulla bocca e si godette ad occhi aperti l’espressione di totale meraviglia che passò sul suo volto, prima di chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dal momento.

Draco restò perplesso per pochi secondi, prima di decidere di non pensare più a nulla e vivere l’attimo. Ogni cosa sembrò perfetta così com’era. Forse, dopotutto, non aveva fatto male a fidarsi di qualcun altro per una volta…

 

 

 

Quando Gazza andò a ripescarli, si inbestialì maledettamente, perché lo stanzino era ancora sporco, nonostante fossero passate delle ore dal momento in cui erano entrati.

Harry e Draco non persero tempo ad ascoltarlo e corsero via verso i propri dormitori, ridendo apertamente.

 

 

“Ehi Draco allora com’è andata?”

Theodore Nott era appoggiato al camino della sala comune, con le braccia incrociate e un sorriso sfrontato. Ammiccò sfacciatamente verso di lui, vedendolo rientrare piuttosto tardi e piuttosto spettinato.

“E’ andata alla grande, ecco come! Ti devo un ringraziamento speciale Theo, senza il tuo consiglio su come incastrare Potter, non ce l’avrei fatta!”

“Bene, ne ero sicuro. Sapevo che Potter ogni giovedì passava davanti allo sgabuzzino di Gazza per andare a lezione di Aritmanzia, ed ero sicuro che il vecchio pazzo lo avrebbe accusato per il tuo scherzetto. Tutto sommato, è stata un intuizione scontata!”

“Draco gli diede una grossa pacca sulla schiena e sorrise.

“Già, è andato tutto come avevi previsto. Sei stato di grande aiuto. Ora penso che andrò a farmi una doccia, ho paura che l’odore della puzza linfa non abbandonerà mai più i miei capelli!”

“Senti Draco, ma sei riuscito a realizzare il punto numero uno? In fondo era quello lo scopo di tutto questo.”

Draco si voltò verso di lui, mentre si dirigeva verso le scale, con un ghigno enigmatico.

“Diciamo soltanto che ci stò lavorando!”

E voltandosi, andò verso la sua stanza, nascondendo un sorriso.

 

 

  
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