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Autore: gabrielelombardo    03/05/2014    1 recensioni
‘Sarai mia, piccola.’
Le risposi orgoglioso.
‘Sei solo un coglione!’
Rispose anche lei, orgogliosa.
‘Questo coglione però, ti piace.’
Vidi la ragazza al mio fianco irrigidirsi e sbiancare totalmente.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Scolastico
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Capitolo due.

 
Ero davanti casa sua, pulito e profumato.

L’aspettavo appoggiato alla macchina, con le mani in tasca, e aspettavo che uscisse.

Ci eravamo scambiati messaggi tutto il giorno, ma ovviamente io non ero un ragazzo dolce, anzi, le avevo confessato di voler fare cose erotiche insieme a lei!

Sono un pervertito, lo so.

Guardavo fisso la porta, aspettando che si aprisse. E in pochi secondi, quello fu il gesto.

Uscì lei con un abito blu, davvero troppo carino.

Aveva le ballerine, si vedeva che non era tipa da tacchi.

Mi vide e ci scambiammo un sorriso. Poi mi raggiunse e fece un giro su se stessa.

‘Come sto?’

Notai che aveva la schiena scoperta, rimasi senza fiato per pochi secondi.

Ebbi un erezione spontanea. Me la sarei fatta li in pubblico, se non fosse stata vergine.

Deglutì e dissi semplicemente: ‘Scopabile.’

Scoppiammo in una fragorosa risata e la invitai ad entrare in macchina.

Dovevo correre a casa a cambiarmi, ero venuto nei boxer.

‘Ho dimenticato il telefono a casa.’

‘Ma il telefono è lì sopra.’

Indicò lei, l’IPhone sul cruscotto.

‘Uhm, ho detto telefono? Volevo dire portafoglio!’

Scoppiò a ridere scuotendo la testa.

Misi in moto e partì velocemente verso casa mia.

Ero molto concentrato sul pensiero della sua schiena scoperta, che non mi accorsi che stavo sbavando.

‘Perdi bava.’

Rise la ragazza, al mio fianco.

Mi pulì velocemente, e parcheggia nel vialetto di casa mia, le rivolsi un sorriso e poi scesi dall’auto, dicendole di aspettarmi qui.

Corsi in casa, e salì velocemente le scale per cambiarmi.

Risi al pensiero della mia erezione per una sua sola scollatura.

Mi misi boxer e jeans puliti, e già che c’ero cambiai anche camicia.

Data un’ultima occhiata allo specchio, uscì di casa sorridente.

Raggiunsi la macchine e ci entrai, rimettendo in moto.

Ci scambiammo un sorriso.

‘Allora, dove mi porti?’

‘Vedrai.’

‘Spero sia tranquillo, sennò ti pianto in asso.’

‘Non preoccuparti, saremo soli.’

Ridacchiai.

‘Perfetto.’

Sorride, ma per il resto del viaggio, non spiccammo parola.

Dopo un buon quarto d’ora d’auto raggiungemmo il ristorante.

Parcheggiai e scesi dall’auto, andandole ad aprire la portiera.

Facevo il gentil’uomo solo per portarmela a letto.

Una volta scesa, le presi la mano, e la condussi al mio fianco verso l’entrata.

Ci avvicinammo al cameriere dell’entrata.

‘Ho preso un’ordinazione oggi pomeriggio, tavolo per due, Lombardo.’

Il cameriere guardo sulla tabella, e poi ci condusse al nostro tavolo.

Avevo fatto le cose in grande.

Avevo prenotato un tavolo isolato dagli altri, vicino la vetrata, che dava la vista sul lago.

Ringraziai il cameriere e feci sedere Zamira sulla sedia, e poi mi sedetti io, di fronte a lei.

Ci si avvicinò il cameriere, e lo fulminai con lo sguardo.

Mi ingelosì quando vidi che guardava Zamira come se volesse stuprarla.

Solo io potevo guardarla così.

‘Prova a guardarla di nuovo, e ti ritrovi senza palle.’

Sorrisi al cameriere.

La ragazza scoppiò in una fragorosa risata, che mi conteggiò.

Prendemmo le nostre ordinazioni e poi iniziammo a parlare del più e del meno.

Si mordeva le labbra per l’agitazione.

‘Zamira, smettila o ti fotto qui davanti a tutti.’

Risi malizioso e lei mi sorrise.

‘Scusami spermatozoo.’

Arrivarono le nostre ordinazioni e mangiammo tranquillamente, conoscendoci molto meglio.

Aveva ancora il succhiotto che le avevo fatto sul collo, sorrisi guardando il segno ormai violaceo.

Finito di cenare, pagai ed uscimmo dal ristorante.

‘Andiamo al fiume?’

Le chiesi speranzoso.

Lei in risposta mi sorrise.

La condussi velocemente verso il piccolo parco vicino al fiume.

Dovevo calmare la mia erezione, e l’unico modo era tuffarmi nell’acqua gelida.

Guardai Zamira, e poi mi sbottonai la camicia, mi tolsi i jeans, le scarpe e i calzini.

La vidi guardarmi con gli occhi a cuoricino e sbavava.

‘Perdi bava.’

Ripeté la sua battutina in macchina.

Poi corsi velocemente verso l’acqua e mi ci tuffai senza problemi, era fredda e questo era bene per il mio Junior.

Salì a galla e la invitai ad entrare.

‘Dai, l’acqua è bellissima, vieni!’

‘Ma è fredda, non ci vengo.’

‘Credimi, il caldo non è nulla in confronto a quest’acqua.’

La vidi sospirare.

‘Okay, ma voltati, non guardare.’

Annuì semplicemente, e mi voltai.

‘Posso adesso?’

‘No.’

‘E adesso?’

‘No.’

‘Ora?’

Era già entrata in acqua.

Sbuffai sorridendo, e la vidi riemergere che tremava.

‘Stupido, mi avevi detto che era calda!’

‘Piccolo scherzetto.’

L’abbracciai spontaneamente.

Lei si accoccolo al mio petto, senza nessuna esitazione, aveva freddo e aveva bisogno di calore.

La guardai per alcuni secondi, e lei fece lo stesso.

Senza accorgercene, ci avvicinammo, ed entrambi posammo le labbra l’una sulle altre.

 
#AngoloAutore.
Vi lascio così, spero che questo capitolo vi piaccia e che siate soddisfatti di me!
Spero mi seguiate in tanti, davvero, ci tengo!
A breve inizierò una fan fiction sulla mia migliore amica, spero che anche quella vi piaccia,
A presto, Gabriele.

 
  
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