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Autore: madewithasmile    03/05/2014    1 recensioni
Si presentò in anticipo e quando lo vide arrivare, gli corse incontro e lo abbraccio fortissimo. Lui ricambiò sorpreso, non pensando che lei potesse esporsi così tanto.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Come ogni giorno, Elena, appena tornata dall'università, portava il suo amato Toby a passeggio, ormai però più che un cane era un amico.

Lei si confidava con lui. Ovvio, non rispondeva e Elena sapeva benissimo che era un cane, non era pazza. 

Aveva solamente trovato un amico, che l'ascoltava e che si limitava, quando la vedeva molto triste, a darle affetto.

Si sa il cane è il migliore amico dell'uomo.

 

Così messo il guinzaglio al cane, uscì da casa.

Facevano sempre la solita strada, ormai era un rituale.

Passavano davanti al panificio, annusando quel magnifico odore di pane e focaccia.

Poi prendevano le viuzze, dove c'erano delle panchine, ormai tutte distrutte.

 

Allora lì seduti, lei e Toby, parlavano, o per meglio dire lei parlava e lui ascoltava da bravo amico.

Era il loro momento di pace. 

Lei con la sigaretta in bocca e lui con la sua padroncina.

 

Iniziò a raccontargli la sua giornata, di quanto le persone potessero essere cattive, degli esami da preparare, dell'amore che fa male.

La sigaretta finì, ma continuò a parlare, fin quando non si udì una voce.

 

<< Tu sei tutta pazza, parli con un cane!>>. Disse un'ombra che si stava avvicinando.

Toby si lanciò e Elena pensò che fosse una sorta di difesa, invece stava mirando alla cagnolina che l'ombra misteriosa portava con se.

<< E allora? dov'è il problema? Lui mi ascolta, anche meglio delle persone.>>. Rispose sicura lei.

La sagoma si fece via via più nitida grazie ai lampioni. Si rivelò un uomo, forse della sua età, fisico da mozzare il fiato, capelli castano chiaro, bellissimo a vedersi, ma la cosa più bella che Elena notò furono i suoi occhi. Blu. Un blu intenso. Cielo e mare insieme, come quando si unisco nell'orizzonte e non si riesce più a distinguere la linea di separazione. Occhi piene di parole.

Le si sedette nella panchina di fronte. Ma lei era ancora ferma su quegli occhi. 

Toby la risvegliò strattonandola.

Si accese allora un' altra sigaretta.

<< Non dovresti fumare sai?>>. Disse l'uomo dallo sguardo magnetico.

<< E tu dovresti smetterla di dirmi quello che fare, visto che non ci conosciamo nemmeno.>>. Rispose lei innervosita, gustandosi la sigaretta.

<< Ci stiamo conoscendo ora.>>, e continuò dicendo: << Come mai dunque parlavi con il cane?>>.

<< Il cane ha un nome, Toby, e ti ho già spiegato il motivo, tu invece come mai devi rovinarmi la serata?>>. In quel momento Elena non aveva proprio voglia di fare conversazione, voleva solo rimanere a guardare le stelle e a coccolarsi il cane, che non vedeva da una giornata.

<< Perché mi incuriosisci. Voglio capire. E poi questo è suolo pubblico, quindi posso restare qui fin quando voglio!>>. 

<< Fai come ti pare, ma almeno dimmi come ti chiami!>>. Era curiosa di sapere che nome avesse quell'uomo misterioso e affascinante.

<< Curiosa? Mi sa che dovrai aspettare domani..Ciao ragazza pazza!>>. E se ne andò, così come era venuto nell'oscurità, mandandole un occhiolino.

Elena era ancora sconvolta dell'incontro, quando sua madre le telefonò per sapere che fine avesse fatto.

Di notte però continuò a ripensare all'accaduto e prese l'ultima frase detta da lui, quasi come un appuntamento.

 

L'indomani era di nuovo su quella panchina con Toby. 

La scena si svolse uguale, tranne per il fatto che l'uomo comparve un po' prima, 

<< Ciao ragazza pazza! Pensavo che avresti cambiato posto>>. Accompagnò il tutto con una risata sommessa.

<< Ciao sconosciuto che non si vuole presentare. E no, non cambierò posto, perché questo è il MIO posto! Stasera almeno mi diradi come si chiama la tua cagnolina?>>. Rispose lei indifferente.

<< Si chiama Luna e sembra che il tuo cane ci stia provando con il mio. Mi chiamo Theo. Contenta? E tu dolce ragazzina come ti chiami?>>. Rispose Theo.

<< Il mio cane è un gentiluomo, si sa comportare con le donzelle. Come avrai capito non mi chiamo ragazzina, quindi evita di ridarmi questi nomini, mi chiamo Elena.>>. Iniziava a spazientirsi.

<< Come la famosa Elena, che ha scatenato la guerra. Anche tu sei contesa da due uomini?>>. Chiese con sguardo curioso.

<< No nessun contendente, non ci tengo. Preferisco essere paragonata a Penelope, che aspetta che il suo amore torni o nel mio caso arrivi.>>. << E tu invece, prode sconosciuto, cosa fai nella vita?>>. 

Continuarono a parlare per molto tempo, di tutto e di niente.

 

Per molti mesi si incontrarono sempre al solito posto. 

Poi un giorno lui non si presentò. 

Elena si preoccupò molto, non era mai successo, non aveva il suo numero e le mancava. Si, le mancava sul serio. 

Non se ne capacitava. Si era confidata con lui e lui l'aveva ascoltata, dandole saggi consigli.

Si era fidata di uno sconosciuto, uno sconosciuto molto dolce e bello.

La notte la passo tormentata, sperando che la sera del giorno dopo arrivasse in fretta.

 

Si presentò in anticipo e quando lo vide arrivare, gli corse incontro e lo abbraccio fortissimo. Lui ricambiò sorpreso, non pensando che lei potesse esporsi così tanto. 

Poi Elena gli diede vari schiaffi e gli urlò : << Brutto cretino, ieri mi hai fatto preoccupare.>>.

<<  Davvero eri così preoccupata?>>. Rispose lui felice.

<< Si e non sapevo come contattarti e mi sei mancato.>>. Continuò a farfugliare varie cose sempre più agitata.

Allora lui l'abbracciò e le parole non servirono più.

Lei fece uno sbaglio grandissimo, lo guardò negli occhi e si perse in quella distesa azzurrina. E si innamorò, o forse si rese conto di essersi innamorata di lui, di quegli occhi, della sua voce, delle sue presenze, del suo modo di consolarla. Gli mancava tutto il giorno e non vedeva l'ora che arrivasse sera. Per poterlo solo vedere. 

E lo baciò, lo baciò con tutto il cuore e l'anima, non le importava se lui non ricambiava, perché voleva solo assaggiare quelle labbra che troppo spesso aveva cercato. Fu il bacio più bello della sua vita. Fu un bacio carico di speranze e di mancanze. E lui ricambiò, non aspettava altro.

Lei sentiva battere il suo cuore, Elena aveva capito che anche lui ricambiava, quella braccia che la stringevano forte, come se non la volessero fare più andare via. Sperava che quel bacio non finisse mai, sperava di non doverlo lasciare andare. E ricercò ancora quelle labbra, ricercò ancora quell'amore. 

 

E Elena si sentì a casa. Sentì che il suo Odisseo era tornato. Era tornato da lei. 

 

  
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