Serie TV > I Cesaroni
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Autore: saramichy    03/05/2014    2 recensioni
Non sono stata soddisfatta della fine di questa quinta stagione, perciò ho deciso di scrivere un'ipotetica sesta stagione per questo telefilm.
Dal prologo:
Non poteva sopportare di vivere in quella mansarda un minuto di più, avrebbe cancellato il ricordo di Marco dal suo cuore, senza per questo togliere a Marta il padre. Con un piano già preciso in testa, scese in cucina per parlare con sua madre.
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Non sopportava di piangere come un bambino di due anni, si rialzò dal letto e prese una decisione: sarebbe andato a studiare al DAMS di Roma, ma avrebbe abbandonato casa Cesaroni. C'erano troppi ricordi tristi e lui aveva bisogno di ricominciare daccapo.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cudicini, Eva Cudicini, Marco Cesaroni, Quasi tutti, Rodolfo Cesaroni
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una cena col botto

Il giorno dopo:


Marco si era alzato presto l'indomani mattina e ritrovandosi vicino Eva che dormiva beatamente, pensò di prepare la colazione per entrambi. Non poteva sapere che dopo qualche minuto avrebbe ricevuto una telefonata imprevista. Si diresse in cucina, non era mai stato così felice in vita sua, adesso sapeva che Eva lo amava ancora e la scorsa notte ne era la prova lampante. Quando Sofia gli aveva detto che doveva scrivere un nuovo album e che lei non credeva nella sua relazione con la  principessa, Marco aveva storto il naso, ma il tempo aveva dato ragione alla donna e lui era solamente grato di poter vivere finalmente la sua relazione con Eva.

In quel momento non pensava alla principessa, soprattutto perché non vedeva l'ora di poterla lasciare e tornare a far parte della sua famiglia. Aspettava di poter parlare con Eva e chiarire la situazione per dare una nuova possibilità al loro rapporto perché non aveva mai smesso di amarla; per un periodo aveva creduto che fosse così ma l'orgoglio e la paura di non essere ricambiato o di essere ferito di nuovo lo aveva frenato, ma adesso tutto si sarebbe risolto o così lui pensava.

Quando mise piede in cucina, però, la situazione mutò di colpo: il suo cellulare squillò, era Maya. Marco dapprima non voleva rispondere, ma poi si disse che prima parlava e chiariva con lei e meglio era, perciò accettò la chiamata.

«Marco, tesoro, spero di non averti svegliato. Non stavo più nelle pelle e dovevo assolutamente telefonarti, ho fatto una bellissima scoperta: sono incinta!»

Udite le parole di Maya, Marco crollò seduto su una sedia e tutto il suo mondo andò in pezzi. Non avrebbe più potuto vivere con Eva e Marta, come diavolo aveva fatto ad essere così stupido? Mentre la ragazza al telefono continuava a parlare, Marco non sentiva niente, solo uno strano ronzio nel cervello che gli diceva che tutto era perduto e niente sarebbe più potuto tornare come prima. Maya, in un primo momento, troppo presa a raccontare la gravidanza a Marco, non si accorse che lui era assente, ma dopo qualche minuto chiese spiegazioni.

«Marco, ma mi hai sentito? Stai per diventare padre per la seconda volta, non sei contento, amore?»

Meccanicamente, come accadeva ormai da qualche tempo, Marco rispose fingendo di essere contento.

«Ma si che sono contento, è solamente molto improvviso, tutto qui.»

Maya non dubitava nemmeno una parola di quello che usciva dalla bocca di Marco e perciò ci credette.

«Senti Marco, papà mi ha chiesto se puoi tornare subito qui, vorrebbe annunciare il lieto evento e il nostro matrimonio il più presto possibile. Non sta più nelle pelle e spera tanto che sia un maschietto.»

Marco era completament imbambolato, ma rispose lo stesso.

«D'accordo, parto oggi pomeriggio.»

«Ci vediamo presto, amore, non vedo l'ora.»

Maya riagganciò il telefono e Marco rimase qualche secondo a guardare la cucina di Eva, doveva dirglielo ma non ne aveva la forza. Ritornò in camera e guardò la donna che amava dormire beatamente e poi vide Marta nel suo lettino che sognava; si chiese come poteva rinunciare a tutto questo per qualcosa che non era reale e non lo avrebbe mai reso felice, ma l'unica cosa che riuscì a rispondersi era che il bambino non aveva colpa di quello che stava succedendo, la colpa era solo sua. In un minuto decise che cosa fare, prese un foglietto e scrisse una frase per Eva, sperava che lei non lo odiasse per quello che stava facendo, ma forse era meglio per lei pensare che lui la scorsa notte fosse ubriaco e non che fosse solamente un codardo che non riusciva a dirgli i suoi problemi e come sempre Marco Cesaroni scelse la via più facile, abbandonando Eva, Marta e la sua casa di nuovo.

*****

Quando Eva si era alzata ed aveva letto il biglietto si era data della stupida per aver ceduto, ma non rimpiangeva quello che aveva fatto: era stata una nottata splendida e lei ancora ricordava ogni bacio e ogni carezza. Era meglio avere un ricordo di lui che la amava piuttosto che non averne affatto. Si diresse in cucina, aspettando che Marta si svegliasse ed iniziò a preparare la colazione, poi ad un tratto ricordò che Alice la sera prima era nei guai e corse al telefono per chiamare Rudi.

Il telefonino squillava a vuoto e il panico si impossessò di nuovo di Eva, la quale attese che Marta si svegliasse e poi corse a casa Cesaroni per sapere che cosa diavolo stesse succedendo.

*****

Nel frattempo a casa Cesaroni, Rudi e Alice si svegliarono insieme nel letto della ragazza e si diedero il buongiorno con un bacio. Rudi, poi, vide i lividi sul viso di Alice e cercò di farla ragionare.

«Buongiorno, sardina.»

«Buongiorno anche a te.»

«Senti, Alice, io credo sia meglio andare alla polizia e denunciare Francesco, guarda che cosa ti ha fatto.»

Rudi lo disse sentendosi un po' in colpa per non essere arrivato in tempo a salvare Alice dalle botte dell'ex-fidanzato, ma lei non voleva sentire ragioni.

«Rudi, te l'ho già detto, non voglio denunciarlo. L'ha fatto preso dalla rabbia e sono sicura che adesso si è anche pentito, ma non voglio più parlare di questo.»

«I nostri genitori stamattina tornano a casa e che cosa hai intenzione di raccontargli?»

«Non lo so, ma non voglio denunciare Francesco.»

«Va bene, andiamo a fare colazione adesso che è meglio.»

I due scesero in cucina e si misero a fare colazione, nel frattempo, Giulio e Lucia rincasarono e li trovarono al tavolino. Quando Alice si voltò verso di loro per salutarli per poco a Lucia non venne un colpo.

«Alice? Ma che cosa hai fatto al viso?»

Rudi era nervoso, Giulio era scioccato come Lucia, ma alquanto alterato e pensava che il responsabile fosse Rudi, perciò si scagliò verbalmente verso il ragazzo.

«Ma ti sei impazzito? Va bene che non andate proprio d'accordo negli ultimi tempi, ma picchiare una ragazza mi sembra un po' troppo anche per te.»

Rudi era scandalizzato e rispose a tono al padre.

«Ma per chi mi hai preso, papà? Non sono stato io a ridurla in quello stato, ma Francesco. Io l'ho solo riportata a casa e le ho tenuto compagnia perché pensavo che lui potesse tornare.»

Lucia si mise una mano sulla bocca, non sapeva che dire, ma Giulio la prese molto male.

«Ma io lo ammazzo.»

Si diresse verso la porta e Rudi gli corse dietro per cercare di fermarlo, così come Alice e la povera Lucia.

«Papà, ragiona, lascia perdere. Alice sta bene e l'ha mollato, è tornata a casa e adesso nessuno le farà più del male. Se lo ammazzi, vai a finrie in galera e gliela dai vinta a lui.»

«C'hai ragione, c'hai... Sei cresciuto più de' me.»

«No, papà, ti assicuro che iera sera l'avrei ammazzato pure io, solo che Alice era spaventata e ho deciso di prendermi cura di lei e non di quel deficiente.»

Lucia era rimasta impressionata da Rudi, era proprio cresciuto e sapeva che doveva ringraziarlo per aver riportato a casa Alice ed averla aiutata.

«Sei proprio un eroe, Rudi, comunque Alice tu devi denunciarlo, non può mica farla franca così?»

Alice non diceva niente e Rudi rispose per lei.

«Lucia, Alice non vuole denunciarlo perché pensa che sia colpa sua. Lo ha fatto arrabbiare, dicendogli che non lo amava più e lui le ha dato uno schiaffo, poi Alice è sbattuta contro l'angolo del mobiletto e dice che lui non voleva farle del male. Stavo provando anche io a farla ragionare, ma non vuole ascoltarmi.»

Alice taceva, era sicura che Rudi e sua madre si sarebbero messi d'accordo per farla capitolare, ma sperava di riuscire a non mettere ulteriormente nei guai Francesco. Proprio mentre Lucia stava per rispondere al ragazzo, il campanello di casa squillò e Giulio andò ad aprire. Sulla porta arrivò Eva con in braccio la figlia e appena vide il viso di Alice si fermò.

«Alice, ma che diavolo ti è successo?»

«Niente di preoccupante, sto bene, grazie a Rudi.»

«Alice, ma sei impazzita? E' stato Francesco a ridurti così? Devi denunciarlo, non puoi lasciare che lo faccia a qualcun'altro.»

Rudi e Lucia si sentirono in dovere di spiegare ogni cosa ad Eva, la quale dopo il racconto di Rudi, decise di dire la sua.

«Alice, ascolta, non è stata colpa tua. Nessuna donna andrebbe picchiata, nemmeno se ti dice che ti vuole lasciare, capito? E' così che funziona, le donne la maggior parte delle volte si sentono in colpa, ma non è colpa loro se l'uomo di cui si sono innamorate è un violento. Se vuoi ti accompagno io alla polizia, ma devi denunciarlo perché potrebbe farti del male di nuovo e sai che potrebbe farlo. Io, mamma, Rudi e Giulio non possiamo sempre stare accanto a te e proteggerti, devi iniziare a proteggerti da sola, denunciandolo.»

Alice ascoltava, ma non sembrava davvero intenzionata a fare la denuncia ed Eva non poteva di certo spingerla a farla per forza. Dopo qualche altra chiacchiera, Alice rimase a casa assistita da Rudi, mentre Eva, Marta, Lucia e Giulio andavano ognuno al proprio lavoro.

*****

Arrivata al lavoro, Eva finì il suo articolo sul locale di Alex e poi lo portò sul tavolo del suo capo. La donna era molto contenta del lavoro svolto dalla giovane Cudicini e la elogiò davanti a tutto lo staff.

«Vedete, è così che si lavora, altro che voi altri, siete davvero delle lumache. Brava Cudicini!»

Tornate nello studio del capo, Eva le chiese se poteva scrivere un articolo sulla violenza sulle donne, doveva fare assolutamente qualcosa per aiutare sua sorella, anche se lei non voleva e fare un articolo di denuncia su questo fatto era la cosa giusta da fare. Il capo non ci mise molto a dirle di sì e perciò Eva si mise al lavoro.

Nessuno poteva sospettare che dopo solo un mese tutta la situazione si sarebbe di nuovo ribaltata e che qualcosa di imprevisto avrebbe sconvolto di nuovo la famiglia Cesaroni al gran completo.

  
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