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Autore: prayfortheheartless    03/05/2014    0 recensioni
"'Consegnami le anime di mille uomini malvagi, e in cambio farò tornare in vita la donna che ami', ascoltò. Sgranò gli occhi, chiedendosi chi mai avesse potuto proporre un patto del genere.
'Mille delle loro esistenze per riavere quella che tu desideri'.
Cosa importava chi fosse, se Dio o Satana? Quelle anime erano nere come il carbone, inutili e squallide, e la sua amata valeva più di milioni di loro. Sussurrò un debole ‘lo farò’ guardando quelle palpebre che una volta erano capaci di aprirsi, quelle labbra che così tante volte lo avevano baciato, quella pelle che iniziava a perdere colore."
Flashfic ispirata alla storyline dell'album "Three Cheers For Sweet Revenge"
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Lui la guardò come se fosse l’ultima volta, con gli occhi pieni di lacrime e le mani tremanti, stesa su quel letto d’ospedale con gli occhi chiusi e la pelle sempre più fredda, il petto perforato da un proiettile tra le macchie rosse e la stoffa chiara del suo vestito.
Le sfiorò il volto e lei non reagì, ormai vicina alla fine, a quell'oblio tanto inaspettato e improvviso che mai si sarebbe aspettata di varcare in quel momento tanto felice della sua vita.

Perchè proprio quella notte, la loro notte, quando seduta al tavolo di quel ristorante aveva giurato di amarlo, quando lui le aveva regalato quei bellissimi fiori pensando ai suoi occhi, così azzurri, così profondi? 
Perchè proprio quella sera, quando lei lo aveva guardato con quegli occhi sognanti, stingendogli la mano, così bella e giovane?
'Sotto il tavolo!' le aveva urlato, guardando gli uomini sfoderare le loro pistole e puntarsele contro a vicenda, proprio nel centro di quel costoso ristorante che lui aveva scelto con cura per loro due, rispettivamente alla destra e alla sinistra del loro tavolo. 
'Prendimi la mano, vieni qui!' le aveva urlato, allungando le braccia e spalancando i palmi nella sua direzione, sperando con tutto il cuore che li acchiappasse e si riparasse tra le sue braccia, al sicuro, ma lei giaceva già a terra in una pozza di sangue.

Era stato un attimo, e adesso su quel letto d’ospedale non c’era più niente da fare. L'uomo si sedette con le gambe al petto  e la testa tra le mani in un angolo della stanza e pregò versando tutte le anime che aveva trattenuto davanti ai parenti di lei, a cui niente importava del suo giovane cuore innocente, senza implorare un Dio in particolare, pregando e basta, chiedendo di poter dare anche la sua anima per permettere a lei di tornare in vita, lei che amava più della sua stessa esistenza. Ma nessuno rispose, nessuno corse in suo soccorso, finchè poche ore dopo sentì una voce.

"Consegnami le anime di mille uomini malvagi, e in cambio farò tornare in vita la donna che ami", ascoltò. Sgranò gli occhi ma la sua vista si appannò, non riuscendo a vedere nient'altro che rosso e nero per alcuni secondi, chiedendosi chi mai avesse potuto proporre un patto del genere. 
'Mille delle loro esistenze per riavere quella che tu desideri'.
Cosa importava chi fosse, se Dio o Satana? Quelle anime erano nere come il carbone, inutili e squallide, e la sua amata valeva più di milioni di loro. Sussurrò un debole "lo farò" guardando quelle palpebre che una volta erano capaci di aprirsi, quelle labbra che così tante volte lo avevano baciato, quella pelle che iniziava a perdere colore.
"Loro ci avevano detto 'uscite con le mani in alto', no? Beh, non mi avranno mai, come un proiettile in uno stormo di colombe. Condurrò questa guerra anche senza la loro fiducia, anche senza la tua fiducia, da solo, e potremo stare di nuovo insieme".

Tornò a casa e scrisse una lista di circa un centinaio di persone che avevano così tanto peccato da non meritare, secondo la sua opinione, quel dono della vita ch’era stato strappato alla donna che così tanto amava, e la scelta delle altre la lasciò al tempo: scrisse d’istinto tutti i nomi che gli vennero in mente, e non forzò quest’ultima nell’estrarne altri per quel momento.
Uccise gli uomini che avevano sparato quel fatale colpo di pistola, cinque o sei politici, entrò nelle prigioni e con lentezza tagliò le gole dei condannati più gravi, uccise la donna che tanto aveva fatto soffire suo fratello, i ragazzi che alle medie lo picchiavano, dieci rapinatori e venti uomini che almeno una volta avevano commesso un omicidio.

Uccise una sposa e suo padre, quattro anziani, e tante altre persone che aveva conosciuto o di cui aveva sentito parlare, colpevoli di crimini e colpe sempre meno deprorevoli. Non dormì mai una notte tranquilla da quando iniziò, e lentamente diventò una droga, un qualcosa che gli permetteva di sentirsi vivo, cadde in un oblio peggiore della morte, peggiore di qualunque malattia fatale, ma lo faceva per sè stesso e per la donna che tanto aveva amato, per riaverla accanto a sè. 
"Mi manchi ancora più di ieri", mormorava ammirando le sue foto, sempre più rovinate, "se tu fossi qui, io non avrei più nessuna paura".
Lentamente iniziò a non preoccuparsi più della famiglia di coloro che venivano uccisi, delle loro mogli e dei loro mariti, dei loro genitori, fratelli e sorelle, figli e nipoti. Erano semplici ostacoli, niente di più, niente di importante, solo delle pedine piazzate lì per essere gettate via, per permettere a lei di tornare. "Mi manchi, mi manchi così tanto".

Quasi quindici anni impiegò per terminare la lista e il giorno in cui uccise la novecentonovantanovesima persona, un uomo che aveva picchiato sua moglie per anni e anni senza che nessuno lo scoprisse e senza che lei denunciasse i maltrattamenti, tornando a casa si accorse che un solo omicidio lo separava dalla sua amata.

Salì lentamente le scale e una volta sotto la doccia iniziò a pulirsi il sangue dal volto, dalle mani e dalle braccia, pensando a chi potesse essere il più adatto ad occupare l’ultimo posto della lunga lista, a chi potesse permettere alla donna di tornare da lui.
Quella mattina un negoziante, un poco innervosito dal comportamento di altri clienti, aveva risposto ad una sua domanda con meno cortesia di quanto egli si aspettasse: decise che l’ultimo sarebbe stato proprio lui.

Indossò i suoi soliti abiti e afferrò il coltello da cucina che lo aveva accompagnato in quei quindici anni, cercando di ricordare dove l’uomo abitasse, dandosi un’ultima occhiata allo specchio.
E se con lui ci fosse stata sua moglie? E se avesse avuto dei figli? Avrebbe ucciso anche loro, e la cosa gli sembrò ovvia. Si fermò a guardarsi, a guardare il volto che la sua amata avrebbe rivisto, le braccia che l’avrebbero abbracciata, le stesse che avevano posto fine alla vita di quasi mille persone. Guardò le mani che avevano tolto il respiro a molti. le labbra che avevano sorriso raccogliendo le ultime parole di tutte le vittime, le orecchie che avevano ascoltato impassibili le loro urla e che non sarebbero più state pure a tal punto da accogliere la risata cristallina della donna che lui aveva tanto amato.

Guardò fisso i suoi occhi attraverso lo specchio, non vedendo più un uomo ma un mostro, un assassino. Si ricordò delle urla di quella bambina a cui aveva strappato la madre, tornò con la mente a tutte le persone che avevano pianto ai suoi piedi, a tutti coloro che amavano gli uccisi proprio come lui amava lei. Ma la amava davvero? In quegli anni, mentre migliaia di cuori si erano fermati sotto il suo sguardo, aveva pensato al bene di lei o semplicemente a sè stesso? Al poterla riavere lì con lui certo, ma a quale costo? 
A quale prezzo? Sarebbe ancora riuscito a guardare i suoi magnifici occhi che per lui erano valsi mille vite, altri mille paia di occhi, di polmoni, altri mille cuori? 

Sfoderò lentamente il coltello e lo posò sul proprio braccio con sicurezza, premendo sulle vene mentre, guardandosi negli occhi attraverso lo specchio sul quale aveva attaccato una foto di lei, vide scendere sul suo volto una lacrima. Accarezzò i lineamenti della donna con un dito, con le ultime forze rimaste. 
"Ameremo ancora", sussurrò tutto d'un fiato, "rideremo ancora, piangeremo ancora e balleremo ancora, ed è meglio che così sia, è davvero meglio che le cose vadano così, perchè non posso pulire il sangue dalle mie lenzuola", sentì una lacrima scendere sul proprio volto, "e neanche dalla mia anima".

'Consegnami le anime di mille uomini malvagi, e in cambio farò tornare in vita la donna che ami'.

L’ultima anima era la sua.
"Ci ho provato", mormorò cadendo all'indietro, respirando per l'ultima volta.

  
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