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Autore: vimar    23/07/2008    3 recensioni
Introduzione modificata. E' vietato usare il tag b, se non in casi particolari.
Rinoa81, assistente amministratrice.

Una storia AU sull'angst dove Naruto, il protagonista, subisce ingiustizie, ma continua a sorridere alla vita fin quando...
Questa storia ha partecipato al concorso sull'angst di BlackRose ed Elwerien
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Neji Hyuuga, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Giallo di Grano…Rosso di Sangue

Il sole, facendosi prepotentemente largo fra le fessure della finestra, entrò nella stanza di un ragazzo che, stiracchiandosi, si alzò assonnato dal pavimento gelido su cui aveva passato la notte << Che sonno! >> si lamentò scuotendo i biondi capelli con l‘intento di sistemarli, ma riuscendo solo a renderli ancor più scompigliati. Si guardò allo specchio: aveva un occhio nero, la guancia gonfia e numerosi lividi, più o meno recenti, sul petto che si accavallavano l’uno sull’altro; nascondere i lividi era facile: una maglietta a maniche lunghe sarebbe bastata, ma la faccia? Preso da questi pensieri diede non curante una rapida occhiata all’orologio e si rese conto che era molto tardi, allora si vestì velocemente e, presi i libri, si diresse silenzioso verso la porta. Nel cammino vide che la porta di quell’uomo era aperta e s’intravedevano due figure dormienti “Come al solito il bastardo s’è portato qualche sgualdrina incontrata per strada. Ecco a cosa servivano i soldi che aveva voluto ieri” a quel pensiero i ricordi invasero la mente del ragazzo, mentre l’aria fredda di quel mattino di prima primavera gli pungeva la faccia.

<< Naruto! Naruto! >> chiamava un uomo entrando, era lercio e puzzava d’alcol come sempre. Naruto arricciò il naso e alzò il viso dal grosso libro di matematica analitica che stava studiando << Sono in camera mia, sto studiando >>
L’uomo lo raggiunse rapidamente << Non ruberò molto tempo al tuo prezioso studio, non ti preoccupare >> disse beffardo << Mi servono soldi: dammene qualcuno di quelli che hai guadagnato col tuo ultimo disco! >> ordinò tendendo avanti la mano.
<< No! >> disse con forza il biondo facendo così arrabbiare quello che si era sempre definito il suo “Salvatore” << Come hai detto?! >> disse retorico mollandogli un sonoro schiaffone << Tu hai osato dirmi di no?! >> continuò avvicinandosi al ragazzo che nel frattempo si era alzato e arretrava << Dammi quei stramaledettissimi soldi! >> ordinò << O forse ti sei dimenticato chi ti ha tolto dalla strada dopo che quello sprovveduto di tuo padre e quella puttana di tua madre sono morti? Dimentichi chi ti accolto e si è accollato le tue spese quando quello che i tuoi hanno scelto come tuo tutore se n’è scappano? >> stava urlando, le vene pulsavano sotto la pelle del suo grasso e tozzo collo.
<< Piuttosto che fare questa vita avrei preferito che mi avessi lasciato in mezzo ad una strada >> rispose usando tutto il suo coraggio, ma la reazione dell’aguzzino fu sproporzionata: gli tirò un altro ceffone poi un pugno nella pancia che lo costrinse a terra, una scarica di calci alla pancia e uno al viso lo fecero arrendere << Sono nel portafogli… dentro lo zaino >> disse fra i rantoli.
<< Bene, bravo: visto che quando vuoi sei un ragazzo modello! >> rise prendendo i soldi << Oh…ma questa cos’è? >> chiese ridendo mentre mostrava una foto che ritraeva quattro persone: uno dai capelli bianchi che teneva un bimbo di appena due anni biondo come l’uomo accanto a lui e vicino una donna dai capelli rossi e il viso orgoglioso.
<< Ridammela >> urlò Naruto cercando di rialzarsi con fatica
<< Calmati! >> lo esortò l’uomo beffeggiandolo << Ecco a te >> disse tirandogli il portafogli vuoto e la foto << Buono studio >> gli augurò ridendo mentre usciva.
<< Mamma, papà, Jiraya …perché ve ne siete andati? >> chiese al cielo con la voce rotta dalle lacrime il biondo prima di accoccolarsi su quel freddo pavimento e addormentarsi abbracciato a quei ricordi che lo avrebbero cullato nel sonno.

Al pensiero di quelle tre persone così importanti per lui, ma allo stesso tempo così assenti dalla sua vita segnata da continue lezioni di vita amare e troppe volte dolorose, una lacrima solitaria scese bollente lungo la gelida guancia che, in vista del portone della scuola, il biondo asciugò rapidamente “Oggi sarà un gran giorno: recupererò quel maledetto 2 + in matematica analitica e dopo scuola andrò al chiosco a mangiarmi una porzione mega-gigante di ramen”si ripeté cercando di sollevarsi un po’ l’umore con quel pensiero, poi corse fino all’aula dove il professore stava facendo l’appello << Naruto Uzumaki! >> chiamò

<< Presente >> rispose il ragazzo entrando

<< Meglio tardi che mai! Vatti a sedere >> concluse il docente dalla carnagione chiara e i capelli neri riprendendo subito l’appello.

<< Ben arrivato Naruto! >> lo rimproverò una ragazza dai capelli rosa mentre il giovane si sedeva vicino alla finestra nel banco a tre che per tutto l’anno aveva occupato insieme ai suoi unici amici; Sakura e Sasuke. << Ciao Sakura, ciao Sasuke >> disse salutando sia la giovane dai capelli rosa sia un ragazzo taciturno dai capelli neri che senza ricambiare il saluto lo guardò preoccupato come Sakura che immediatamente chiese << Cos’è successo all’occhio? E alla guancia? Ti sei fatto vedere da qualcuno? Gli hai messo qualcosa? >>

<< Ah…questo? >> chiese con un sorriso il biondo indicando l’occhio come se cascasse dalla nuvole << Non è niente…sono caduto >> mentì cercando di tranquillizzare gli amici.

<< Non dire balle >> rispose Sasuke << è stato quell’uomo! >> concluse non con una domanda, ma con una netta affermazione alla quale Naruto non poté che annuire.

<< Ma Naruto >> intervenne Sakura alla risposta dell’amico << Non puoi continuare così! Devi andare da qualche associazione…Non è possibile che quell’essere continui a imporsi così su di te… >> ma mentre la ragazza stava parlando il professore li richiamò << Volete fare silenzio voi tre….Anzi Uzumaki fai una cosa intelligente e vieni qua a cercare di recuperare quel due più >> lo esortò.

Naruto annuì e si avvicinò sorridendo e si preparò all’interrogazione.
<< Bene >> disse Orochimaru << iniziamo con una domanda facile, facile: Spiega cosa si intende per area “ammissibile” e rappresentala tramite un grafico alla lavagna >>

Dopo un attimo il ragazzo rispose sicuro << Per area “ammissibile” s’intende quella porzione di piano che verifica tutti i vincoli del dominio >> a quel punto il professore lo interruppe << Cos’è un dominio? >> chiese, ma quando il giovane stava per rispondere il professore lo bloccò nuovamente << No, aspetta…invece vorrei parlare di un argomento che abbiamo trattato ieri: la ricerca operativa! Esponimi le sue diverse fasi >> nuovamente Naruto rispose correttamente come per tutta l’interrogazione.

<< Bene, Uzumaki, basta! Va bene così >> concluse Orochimaru dopo l’ennesima risposta esatta all’ennesima domanda di quell’ assurda interrogazione che sembrava più che altro una sfida fra due persone che aspettavano chi un esito positivo chi uno negativo con cui gratificarsi.

<< Si, professore >> annuì Naruto << Com’è andata? >> chiese

<< Beh… >> rispose il professore scorrendo fino al nome del ragazzo << In questa interrogazione sei stato…discreto >> concluse deludendo anche le più nefaste aspettative del ragazzo << Un sei pieno te lo posso concedere >> decise segnando il voto sul registro e alzando sorridendo gli occhi verso il ragazzo immobile davanti alla cattedra << Ora vai a posto e venga…….>> disse scorrendo con gli occhi la classe << Neji Hyuuga >>.

Il ragazzo allora meccanicamente si andò a sedere e chiuse il libro stanco di quella vita che lo ripagava solo con le ingiustizie.

<< Allora Neji…Dimmi cos’è un dominio >> disse il professore al ragazzo dai capelli castano scuro in piedi di fronte a lui che rispose << Beh…professore…per la verità io non sono preparato oggi >> annunciò riportando l’attenzione della classe su di se. Il professore lo guardò sorridente e poi disse << Neji… un ragazzo bravo e diligente come te! Eppure dovevi aspettartela un’interrogazione dopo il sei e il tre e mezzo! >>

<< Si, lo so…ma vede… >> provò a giustificarsi il ragazzo.

<< Su dai… >> lo rassicurò l’insegnante << Non fa niente può capitare a tutti…Vai a posto: facciamo finta che oggi non t’abbia chiamato! >> concluse facendolo sedere

A quella frase Naruto scatto in piedi << Ma, professore, non è giusto! >> tutti lo guardarono: in quel momento avrebbero voluto avere il suo coraggio per dire ciò che tutti stavano pensando, ma che solo lui aveva osato dire << Lei ha detto:“ Non fa niente può capitare a tutti”, ma se non fosse stato Neji non si sarebbe comportato così: se fossi stato io non avrebbe esitato a bollarmi con un due e a dirmi che non studio e non m’impegno al contrario quando invece studio, m’impegno e al contrario di qualche raccomandato sono interrogato e faccio una buona interrogazione lei mi premia con uno schifoso sei! >> Naruto disse con rabbia quel fiume di parole che uscivano dalla sua bocca senza che lui ci riflettesse sopra

<< Naruto capisco la tua frustrazione per il cattivo voto, ma non è il caso di accusare così! >> rispose con calma Orochimaru

<< Peccato che ciò che sto dicendo lo pensino tutti! >> ribatte

<< Davvero? >> rispose sorpreso il professore << Per favore, ragazzi, siate onesti! Alzino la mano coloro che la pensano come il nostro piccolo ribelle >>

In quel momento il silenzio calò. I ragazzi si ritrovarono a scegliere fra se stessi e un compagno: essere onesti significava aiutare qualcuno nella cui vita c'erano state ingiustizie, ma significava anche inimicarsi un professore potente. Erano già passati due minuti interminabili come due anni e nessuno aveva alzato la mano né il volto per paura di incontrare il viso del ragazzo.

<< Come vedi la tua è una voce solitaria nella folla. >> annunciò beffardo Orochimaru, ma mentre stava per aggiungere qualcos'altro la campana suonò << Bene ragazzi andate ci vediamo a pranzo più tardi >>

<< No, professore, oggi la professoressa di biologia è assente e perciò usciamo prima >> spiegò Neji alzandosi

<< Capisco >> concluse uscendo l'insegnante. Le rimanenti ore passarono velocemente e quando si sentì suonare l’ultima campana, una sensazione di felicità investì il cuore di quegli alunni finalmente liberi dalle catene che li costringevano al banco.

Mentre i suoi compagni posavano in silenzioso o rumorosamente gli oggetti nello zaino e si preparavano ad uscire Naruto rimase seduto fissando il vuoto e con la mente persa in pensieri che neanche lui ricordava << Naruto, ci vediamo al chiosco di ramen? >> chiese con voce amareggiata Sakura, lui annuì e poi concentrò tutte le sue forze per respingere il desiderio di distruggere quel pesante libro. Alla fine decise che sarebbe stato molto più divertente tirarlo in testa al professore dopo la cerimonia di consegna del diploma. Una volta finito di posare i libri si alzò e vide che la classe era quasi vuota.

Era appena fuori dalla classe quando si sentì bloccato da dietro: qualcuno teneva la sua cartella
<< Fretta Uzumaki? >> chiese la voce sprezzante di Neji Hyuuga che lo trascinò dentro

<< Che vuoi? >> chiese Naruto << Non ti basta aver evitato un due? Lasciami stare! >> disse con rabbia

<< Oh povero caro….Si sente trattato ingiustamente >> disse canzonatoria una figura seduta su un banco fingendo di asciugarsi una finta lacrima

<< Oh certo…avevo dimenticato del secondo raccomandato della classe, scusa Kiba >> rispose con lo stesso tono beffardo del ragazzo che si alzò e dirigendosi minacciosamente verso il biondo col pugno alto << Tu non ti puoi permettere di parlarmi così >> disse marcando le parole

<< Altrimenti che fai? Chiami la mammina? >> Naruto cercò di mostrarsi più sicuro di quello che era: si, quei ragazzi erano solo degli snob raccomandati, ma si potevano nascondere dietro papà e mamma per qualunque cosa facessero, anche picchiare un ragazzino dimenticato dal mondo. Quella frase non era stata gradita dal ragazzo che furioso non si risparmiò dal tirargli un pugno che gli fece sanguinare il naso.

<< Su, su Kiba, calmati >> esortò Neji << In fondo l’Uzumaki ci serve intero >> sorrise mettendo una mano sulla spalla di Naruto mentre due suoi compagni lo tenevano fermo appoggiato al muro vicino alla porta chiusa << Naruto, come sai a breve affronteremo un compito in classe su quest’ultimi argomenti di matematica analitica…Ma sai…noi non siamo molto preparati, al contrario di te, quindi ricordati di sbrigarti a finire il compito mercoledì, perché poi lo dovrai passare a noi! >> concluse girandosi e facendo per andarsene con i suoi amici, quando << No >> rispose Naruto deciso

<< Come scusa?! >> si girò Neji avvicinandosi con un volto truce

<< Ho detto di no! Non passerò il compito né a te né tanto meno ai tuoi cagnolini da compagnia >> ribadì il ragazzo stringendo i pugni mentre una gomitata lo colpì alla pancia

<< E cosa pensi di fare per impedirlo? >> chiese Neji << Gridare aiuto ai tuoi amici immaginari? >> infierì

<< I miei amici non sono immaginari! >> rispose Naruto << Ameno che tu sia talmente ceco da non vedere Sakura e Sasuke >>

Neji scoppiò a ridere << E quelli sarebbero i tuoi amici? >> chiese

<< Si, certo >> rispose con un tono non più tanto sicuro

<< Hai ragione…del resto oggi quando il prof ti ha umiliato loro si sono prontamente alzati per difenderti >> fece notare

<< Ma…loro…io…il professore…loro non potevano... >> tutte le scuse che si era detto un momento prima per giustificare il comportamento degli amici gli sembravano ora vuote e insulse. Tentennava e il castano ne approfittò << Loro cosa? Non sai come giustificarli vero? Ma ti assicuro che se tu ci passassi… >> ma non finì la frase che Naruto declinò nuovamente l’offerta con un “no” ancor più deciso del precedente.

<< Sei troppo testardo >> disse Neji mentre Kiba tirò alla pancia del biondo un pugno che lo fece cadere a terra ansimante << Stronz… >> inveì mentre il sangue gli colava dalla bocca lungo il mento unendosi a quello che già da tempo scendeva dal naso , ma non concluse l’offesa dato che il braccio destro di Neji non contento del pugno, lo aveva afferrato per i capelli costringendolo ad alzarsi, quando si sentì una voce dal corridoio << Naruto! Naruto! Testa quadra, dove sei? >> i suoi amici lo stavano cercando

<< Allora a qualcosa importa dei tuoi “compagni” di te…per caso dovevi offrirgli il pranzo? >> chiese scherzoso Neji uscendo mentre il giovane rimaneva appoggiato al muro cercando di rimettersi in piedi << NARUTO! >> urlò Sakura entrando e aiutandolo ad alzarsi << Come stai? Che ti hanno fatto? Chi è stato? >> chiese facendolo sedere su una sedia

<< Neji e i suoi! >> ipotizzò con sicurezza Sasuke

Naruto annuì senza parlare, non faceva che pensare a ciò che aveva detto il ragazzo “E se fosse tutto vero? E se a Sasuke e Sakura non importasse niente di me?” pensava

<< Naruto cosa ti hanno detto? >> chiese il moro

<< Mi hanno chiesto di passargli il compito di mercoledì! >>

<< Ah…>> fu la risposta dei due << Ce lo dovevamo aspettare da Neji…ma arrivare a questo punto! >> continuò Sakura asciugando con un fazzoletto il sangue che colava dal naso e dalla bocca dell’amico. Lui le fermò il polso << Perché? >> chiese << Perché non mi avete aiutato quando il prof mi ha umiliato di fronte a tutti? >>

Il silenzio calò sulla stanza quasi vuota: Sakura aveva abbassato il capo per non incorrere nello sguardo serio del ragazzo e Sasuke si sentiva in colpa e non faceva che ripetersi che se non l’avessero lasciato solo ora Naruto non avrebbe avuto la faccia sporca del suo stesso sangue.

<< Ok, ho capito >> concluse il ragazzo alzandosi, poi prese lo zaino e, prima che qualcuno tentasse di fermarlo, uscì di corsa dall’aula lasciando che l’aria che si scagliava contro il suo viso spazzasse via le lacrime che sgorgavano dai suoi occhi stanchi di piangere.

Non seppe per quanto corse, ma quando vide gli alberi del parco aprire uno squarcio in quella città grigia dove non c’era posto per lui, sentì di dover rallentare. Entrò nel parco e nello stesso istante in cui sentì l’odore della linfa di quelli che, forse, erano gli unici esseri viventi che lo accoglievano “a braccia aperte” il suo cellulare squillò << Pronto? >> rispose

<< Ciao Naruto! >> disse una voce allegra dall’altro capo del telefono

<< Ciao Shizune! Come mai mi chiami? Ci sono problemi con l’incisione di domani? >> chiese preoccupato

<< Si e no… >> disse Shizune affrettandosi a spiegare << La dobbiamo solo spostare, ti va bene alle cinque invece che alle quattro? >> chiese

<< Si, si… Mi avevi fatto fermare il cuore! >> disse Naruto dandosi un colpetto scherzoso al petto << Ok, ora è ripartito >>

Dall’altro capo la ragazza rise e poi chiese << Hai preparato l’ultimo pezzo da incidere? >>

<< Si >> rispose il ragazzo, ma il suo cuore si fermò nuovamente “Il nuovo pezzo” pensò

<< Ok, allora ciao…un bacio >> chiuse la chiamata la ragazza senza accorgersi che salutava a vuoto.

Il biondo si sedette “L’ultimo pezzo era quello a cui tenevo di più: Friends…Lo avevo dedicato a loro…pensando ai momenti passati assieme…Ma ora che senso ha?” si chiese mentre gli occhi si rifacevano lucidi “Perché? Perché non posso mai essere felice nella mia vita? Perché tutto deve andare a rotoli?” si chiese tormentandosi le mani che lentamente diventavano biancastre. Queste domande lo stavano assillando quando ricevette un colpetto affettuoso alla testa, si girò e vide Sasuke che lo guardava con una smorfia simile ad un sorriso << La prossima volta che ti vuoi nascondere da tutto e da tutti non andare nel tuo posto preferito, dobe >> lo rimproverò << Sasuke…>> fu la risposta di Naruto

<< Allora ti ricordi come mi chiamo…bene…allora non ci sono danni al cervello…non più del solito s’intende >> lo prese in giro

<< Sasuke >> lo rimproverò Sakura sedendosi sulla panchina e gettandosi in lacrime fra le braccia dell’amico << Oh Naruto, scusa…ti prego…siamo stati due sciocchi…ci dovevamo alzare…sono stata una scema…solo che ho pensato che se mi mettevo contro al professore avrei avuto problemi all’esame e non sarei potuta andare in giurisprudenza….scusa… >>

<< Sakura, calmati >> disse Naruto asciugandole le lacrime << Non ti preoccupare è stato quello stronzo di Neji a infilarmi questo stupidissimo tarlo in testa…è solo colpa mia >> si scusò << Ma che dici! >> ribatté la rosa

<< La smette per favore siete ridicoli >> intervenì acido Sasuke

Naruto gli fece la linguaccia e poi si girò verso Sakura << Allora hai deciso di darla vinta a tuo padre! >> notò << Hai abbandonato il tuo sogno di diventare pittrice, di studiare all’accademia delle belle arti… >>

Lei annuì flebilmente, avevano toccato quel doloroso argomento molte, troppe volte, << E tu? >> chiese << Tu cosa farai dopo il diploma? >>

Il ragazzo tentennò << Beh…io…per la verità c’è una cosa che vi devo dire…presto avrò i soldi per andarmene da qua >> i suoi amici lo fissarono con sguardi interrogativi e lui s’affrettò a spiegare << Domani alle cinque inciderò l’ultimo pezzo del mio nuovo disco >>

<< Bravo, Naruto… >> si complimentò Sakura con poco entusiasmo: l’amico aveva già inciso un disco che aveva avuto un pregevole successo, ma si aspettava una novità più corposa

<< Con l’ RCA >> concluse il biondo aspettando la reazione degli amici che non tardò ad arrivare: Sasuke sgranò gli occhi e guardò incredulo il compagno, a differenza Sakura, dopo un primo momento di stupore, urlò felice abbracciandolo.

<< Ma…ma…come hai fatto? Perché non ce l’hai detto prima? >> chiese l’amica in preda alla gioia più totale

<< Volevo farvi una sorpresa…Del resto domani si trattava di aspettare fino alla prossima settimana, quando uscirà il disco >> spiegò il ragazzo

<< Ecco perché hai preso quel due, eri troppo impegnato a “strimpellare con la chitarra” >> lo rimproverò scherzosamente il moro che fu subito trucidato dallo sguardo di Sakura.

Naruto rise e poi << Per la verità il pezzo che mi ha dato più problemi è stato quest’ultimo >> disse porgendo agli amici un foglio spiegazzato

I due lessero velocemente il testo e dopo aver finito Sakura alzò lo sguardo << Ma…Naruto… grazie >> concluse con le lacrime agli occhi << Questa canzone parla di noi! >>

Il biondo sorrise, ma quell’espressione svanì notando lo sguardo arrabbiato dell’amico << Sasuke, che hai? >> chiese

Il moro alzò lo sguardo furente e scandendo le parole disse << Io non sono un Emo che vuole distruggere le autorità dall’interno entrando in polizia! >>

Il silenzio calò in un attimo, ma subito fu spezzato dalle risatine soffocate di Sakura e Naruto che in breve scoppiarono a ridere

<< Io dico sul serio! Sono arrabbiato! >> li rimproverò riuscendo solo ad aumentare le risate degli amici

<< Ok, va bene: non lo sei >> concluse Sakura cercando di trattenere le risate << Però dobbiamo festeggiare…Questa sera andiamo in discoteca! >> concluse sorridendo << Ci vediamo alle otto in punto e andiamo al “Wake up”. Tanto domani è domenica e non abbiamo scuola. Ok? >> chiese, poi, quando gli amici annuirono, si alzò << Andiamo! Le buone notizie mi fanno venire fame >> disse iniziando a correre sotto lo sguardo incredulo degli amici che iniziarono a inseguirla mentre i petali degli alberi trasportati dal vento gli accarezzavano la pelle.

***

Quel pomeriggio passò velocemente e, senza neanche incontrare il suo aguzzino, Naruto uscì con le mani in tasca e un’espressione, per la prima volta in quegli ultimi anni, di pura felicità. Indossava un paio di jeans e una camicia nera che metteva in risalto i suoi capelli biondi, camminava tenendo il viso basso e canticchiando la sua nuova canzone.

In pochi minuti fu davanti casa di Sakura dove una madre premurosa lo accolse << Naruto, tesoro, come stai? Ma che hai fatto all’occhio? Vuoi un po’ di pomata? Un po’ di ghiaccio? >> chiese preoccupata come poche ore prima lo era stato la figlia

<< No, grazie, va tutto bene! >> rispose Naruto

<< No, non va tutto bene! Ora tu ti siedi mentre io ti passo la pomata! >> ribatté la donna facendolo accomodare e uscendo dalla stanza alla ricerca della famosa pomata “Non si può sbagliare che Sakura è figlia di sua madre” pensò il ragazzo vedendola uscire.

Pochi minuti e la donna ritornò con una crema in mano che iniziò a spalmare sull’occhio nero del ragazzo.

<< Mamma, hai visto la mia cintura dorata? >> chiese la rosa entrando << Ciao, Naruto >> lo salutò notando il ragazzo << Mamma non lo torturare >> la rimproverò: indossava una minigonna nera e una maglia anch’essa nera, ma con decorazioni dorate.

<< Non lo sto torturando e comunque la cintura è sulla sedia del soggiorno >> rispose la madre continuando ad applicare la crema, quando si sentì suonare il campanello << Vado ad aprire, tu non ti muovere >> ordinò alzandosi

“Chissà se mia madre assomigliava a me o se era mio padre ad assomigliarmi. Chissà che tipi erano? Se avessi avuto una madre sarebbe stata lei a spalmarmi la crema quando mi ferivo! Sarebbe venuta lei e papà alla riunione genitori-insegnati! Sarebbe stata lei ad aiutarmi nello studio: mamma prendeva sempre ottimi voti!” subito si ritrovò a pensare a quell’incidente che aveva sconvolto e cambiato la sua vita “Tre anni! Li avrei compiuti da lì a poco! E invece di compierli con mamma, papà e “zio” Jiraya li ho festeggiati fra gli uffici del tribunale dei minori” i ricordi gli investirono la mente, mentre il cuore era stretto in una morsa di dolore “Uno stupido incidente in macchina! Papà non guidava veloce, ma quel pazzo di un cantante rock ubriaco si…Kyuuby…odio quell’uomo che era sopravvissuto togliendo la vita ai suoi genitori , ma non perché Dio gli ha risparmiato la vita, senza riservare la stessa sorte ai miei genitori …Ma perché lui ha sprecato quel dono uccidendosi con la droga…con l’alcol…” era confuso, i pensieri si accavallavano l’uno sull’altro, come sempre quando pensava a quella sera, si strinse la testa fra le mani e lasciò i suoi occhi liberi di piangere in preda ai ricordi.
Sarebbe bastata una settimana e quell’incidente sarebbe diventato storia, scorrendo via dai ricordi come quella terra scendeva sulle pale delle pompe funebri che seppellivano i corpi di due genitori che non avrebbero mai visto il figlio crescere. Tre giorni dopo il suo tutore sarebbe sparito lasciando solo un bambino troppo piccolo per quell’enorme mondo, che aspettava solo una sua mossa falsa per inghiottirlo. Un bambino che, tenendo la mano raggrinzita d’un vecchio avvocato, invocava il nome dell’unica persona a lui cara che era rimasta in vita, un bambino che distendendosi a letto chiedeva perché mamma e papà non erano lì a rimboccargli le coperte e a raccontargli la favoletta della buona notte, un bambino che chiedeva solo qualcuno che gli tenesse la mano e gli dicesse: << Ti voglio bene >>, un bambino i cui occhi azzurri avevano versato più lacrime di quante un bambino di quell’età ne dovesse versare, un bambino forte e debole allo stesso tempo, un bambino che crescendo avrebbe ricevuto solo ingiustizie, ma che avrebbe affrontato la vita sempre con un sorriso, un bambino che, a distanza di quindi anni, nessuno avrebbe riconosciuto come quel piccolo che il giorno del processo contro il famoso cantante rock non aveva pianto, quel piccolo che alla fine del processo si era avvicinato all’uomo dal viso pentito e aveva detto << Ti perdono >>.

Mentre gli occhi pieni di lacrime si liberavano bagnando le guance entrò, seguita da Sasuke, la madre di Sakura e che, vedendo la scena, abbracciò il biondo consolandolo << Su, non pensare a quella brutta storia >> disse come se avesse letto la sua mente << Pensa al disco che devi incidere, pensa a quanto vi divertirete questa sera >> Naruto si lasciò cullare dalla dolcezza di quello abbraccio e si asciugò le lacrime.

<< Naruto >> lo chiamò Sasuke << Sei proprio un piagnone >> disse scompigliandogli i capelli, ma la donna lo fulminò con lo sguardo e poi si alzò per preparare un the.

<< Certo che madre e figlia sono uguali >> commentò sotto voce il moro

<< Ti ho sentito! >> lo rimproverò Sakura entrano e sedendosi vicino i due << E tu sei uguale a tuo fratello >> ribatté acida.

<< Non è vero >> rispose offeso

<< Si, invece: siete entrambi due egocentrici >> concluse facendogli la linguaccia

L’Uchiha stava per ribattere quando la madre di Sakura posò le tazze sul tavolo e li rimproverò << Invece di litigare bevete il the >> poi mentre i tre obbedivano iniziò la solita sfilza di raccomandazioni che accompagnarono i ragazzi fino alla porta di casa

Appena usciti Sasuke tirò un sospiro di sollievo << Fortuna che è finita! Non né potevo più! >> commentò suscitando le risate degli amici << Hai ragione >> rispose Sakura << Mia madre è una piaga >> strizzò l’occhio << Ma la mamma è sempre la mamma. Comunque stasera voglio ballare fino a svenire per la fatica >> s’affrettò a cambiare discorso

<< Allora basteranno due minuti! >> disse acido Sasuke

La ragazza arrossì per la battutaccia dell’amico, mentre nella sua mente, la sua ira risultò incontenibile, soddisfatta solo in piccola parte dal rimprovero di Naruto verso Sasuke.

Così fra un discorso e l’altro, i tre amici arrivarono alla discoteca dove un paio di parole di Sasuke bastarono a farli entrare facendogli scavalcare l’enorme fila di persone che aspettava << Sei un mito, Sasuke >> lo ringraziò Sakura

<< Grazie, lo so…Ma tu rimani sempre noiosa >> rispose lui

<< Sasuke! >> lo rimproverò Naruto nel tentativo di difendere la ragazza.

Ballare era una passione per tutti e tre i ragazzi che in breve furono al centro dell’attenzione. Attenzione non completamente positiva, infatti da un angolo della sala un giovane dagli occhi chiari commentava << Si muove come se fosse il principino della sala! Non si deve permettere! >>

<< E poi, Neji, ti faccio notare che ci sta provando con tua cugina! >> rispose una voce accanto a lui

<< Cosa?! >> chiese Neji girandosi di scatto e vedendo il biondo parlare con sua cugina.

Nel frattempo al centro della pista Naruto si stava scusando per aver urtato la ragazza che << Non…non…non ti preoccupare… la colpa è mia…ti…ti…ti sono passa troppo vicina… >> rispose imbarazzata

Naruto rise << No, Hinata, scusami tu, è colpa mia! Spero che tu non ti sia offesa >>

<< No…no… >> rispose lei rossa come un peperone

<< Bene, ma per sdebitarmi… >> ribatté << Vorrebbe concedermi questo ballo? >> chiese con un sorriso porgendole la mano

<< Beh… s...s…si… >> prendendogli la mano. Ma qualcuno s’intromise << Lasciala stare, Uzumaki >> ordinò.

<< Non stavo facendo niente di male! >> ribatté Naruto

<< Non mi interessa… la devi lasciare stare >> rispose Neji

<< Volevo solo ballare con lei >> spiegò con tono fermo, ma calmo il biondo

<< Forse non hai capito! >> disse Neji << Devi. Lasciarla. Stare! >> concluse sollevando Naruto per il colletto

<< Neji…Neji…Fermati…non stavamo facendo niente >> cercò di calmarlo Hinata

<< Naruto!Naruto! Neji fermati! >> gridavano Sasuke e Satura

Pochi minuti e i buttafuori accompagnarono un Neji furente fuori << Naruto Uzumaki, questa me la paghi! >> disse il ragazzo avviandosi insieme agli amici.

Nel frattempo all’interno della sala tre ragazzi ridevano e commentavano la scena di poco prima davanti un drink al bar << Avete visto la sua faccia?! E quando l’hanno buttato fuori?! Hinata si sarà vergognata di avere un cugino del genere! >> rise Naruto prima di bere tutto d’un sorso il Bacardi che gli avevano servito.

<< Naruto! >> lo rimproverò con tono fermo e dolce Sakura << Non è giusto prenderlo in giro così >>

<< Invece è giusto che loro mi picchino e mi minaccino?! >> ribatté il biondo

<< No...però… >> provò a rispondere Sakura che però fu interrotta da Sasuke << Siamo qua per spettegolare o per ballare? >>

<< Andiamo >> concluse Naruto alzandosi e andando verso il centro della sala

***

Era mezzanotte e Naruto era uscito per chiamare un taxi con cui tornare a casa mentre Sasuke e Sakura recuperavano i cappotti, quando sentì un rumore alle sue spalle, si girò, ma la strada era deserta “Avrò immaginato” si disse quando una mano lo afferrò per il collo trascinandolo in un vicolo << Lasciatemi! Aiuto! Lasciatemi stare! >> urlava divincolandosi, ma le mani diventarono due, poi quattro, otto non riusciva più a muoversi, la luce della luna non gli permetteva neanche di vedere gli aggressori fino a quando uno di loro parlò << Ti sei divertito a fare il gigolo con mia cugina, Uzumaki? Ora ci divertiamo noi! >> la voce fredda e spietata di Neji risuonò nella stradina

<< Hyuuga >> mormorò a denti stretti il biondo << Lo dovevo immaginare >> disse quando un pungo lo colpì violentemente al naso << Devi stare zitto! >> ordinò.

Naruto provò a ribattere, ma una scarica di pugni alla pancia gli smorzò la parola sul nascere, con forza lo spinsero contro il muro, due persone lo tenevano fermo mentre Neji si avvicinava, in quel momento Naruto vide scintillare alla luce della luna una lama e rabbrividì cosa che non passò inosservata << Paura?! >> chiese retorico appoggiando la gelida lama sul braccio del ragazzo << Fai bene ad averne perché ti darò una lezione di vita…l’ultima lezione della tua vita >> concluse lasciando che la lama vagasse sul braccio leggermente abbronzato del biondo disegnando un lungo segno rosso.

Naruto provò a divincolarsi, ma era stanco per il troppo ballare e quei due erano troppo forti << è inutile che ci provi! Sei troppo debole! >> rise Neji mentre tracciava col coltellino segni rossi sul collo del ragazzo << Troppo debole anche per vivere. >>

Nel frattempo all’interno qualcuno si dava pena per l’amico << Ma Naruto dov’è? >> chiedeva Sakura << Sono preoccupata non si vede da molto ormai e nessuno l’ha visto! >>

<< Sakura ascoltami cerchiamo di radunare più gente possibile e usciamo a cercarlo! >> rispose Sasuke

<< Ma perché più gente possibile? Non crederai mica che sia success… >> ma la frasi si spense in gola alla ragazza vedendo l’espressione del moro << Andiamo >> concluse con tono deciso avviandosi verso un gruppo di compagni seduti ad un tavolo.

Intanto Naruto era accasciato al suolo debole per il sangue perso mentre i ragazzi lo riempivano di calci e pugni.

<< Forza Uzumaki! Cerca di opporre almeno un po’ di resistenza! >> lo derise Neji

<< Neji non credi basti! Avevamo deciso che dovevamo solo farlo spaventare >> disse la voce di un ragazzo che fino a quel momento era stato in disparte

<< Che hai, Kiba, ti sei rammollito per caso? >> chiese Neji furioso

Kiba tentennò, ma subito deciso disse << Se non voler uccidere qualcuno vuol dire rammollirsi allora si: mi sono rammollito! >> a quelle parole Neji scattò in avanti per colpire l’ex-amico con il coltellino, quando qualcuno che aveva sentito tutto con un’ultimo sprizzo d’energia s’era messo in mezzo << Grazie amico >> disse Naruto prima di accasciarsi al suolo con Kiba che tentava di sorreggerlo

<< Naruto! >> urlò Sakura lanciandosi verso di lui

<< Squagliamocela >> mormorò Neji iniziando a scappare insieme agli amici dopo aver visto la folla di persone che era venuta in soccorso del ragazzo.

Naruto, fra le braccia di un Kiba pentito, girò la testa verso Sakura e vide tanti visi conosciuti: la sua amica dai capelli rosa, il suo amico scontroso, ma anche visi di persone che lo avevano accompagnato tutti i giorni nella stessa aula, Shikamaru, Rock Lee, Hinata, Choji, Ino, Ten Ten, Gaara, Kankuro, Temari, Shino…ma i suoi occhi erano stanchi e, prima di riuscire ad identificare la moltitudine di persone che si erano dimostrate sue amiche, si chiusero in cerca di riposo. In quel momento una sirena squarciò il buio e il silenzio di quella tragica notte, due uomini vestiti di bianco trasportarono il ragazzo dentro l’ambulanza che partì veloce verso l’ospedale mentre una lunga fila di macchine la seguiva.

Quella notte il pronto soccorso fu invaso da ragazzi sudati non per il ballare, ma per la preoccupazione di veder spegnere l’amico senza avergli mai detto il bene che gli volevano. I minuti erano scanditi dal via vai di infermieri e dottori che cercavano di rassicurare i ragazzi e dalle lacrime di Sakura che appoggiata al petto di Sasuke manifestava tutto il proprio dolore. I visi dei ragazzi erano preoccupati e l’unico pensiero che li accompagnava era “Non l’abbiamo aiutato… Non gli abbiamo mai detto che eravamo suoi amici…Non l’abbiamo difeso in classe”, ma quello che si dava la colpa per ciò che era successo era un ragazzo dai capelli castani che nel silenzio rumoroso di quella sala disse a voce alta << Scusa…vi chiedo scusa è colpa mia se Naruto è finito così…non dovevo dar corda a Neji >>

<< No >> ribatté Sasuke << La colpa è mia…dovevo uscire insieme a lui >> disse mentre una lacrima solitaria scendeva anche dai suoi occhi

A quel punto un’infermiera entrò e tutti trattennero il respiro << Abbiamo fermato l’emorragia, ma le condizioni sono gravi…Passerà sicuramente questa notte, ma non siamo sicuri che passerà quella di domani. Mi dispiace.>> concluse << Se volete potete rimanere qua questa notte. Per avvertire i vostri genitori potete chiamare dalla segreteria o dal vostro cellulare >> aggiunse mentre gli occhi di tutti i ragazzi si riempirono di lacrime amare.

<< Si, grazie >> rispose con la voce rotta dall’emozione Sakura che dopo aver urlato il nome di Naruto nel vicolo non aveva più parlato per tutta la serata. Pochi secondi e un pianto liberatorio colpì tutti i presenti che, per un motivo o per un altro, si davano la colpa per quel che è successo.

Non era passata neanche mezz’ora quando la madre di Sakura, che si era assunta il compito di supportare i ragazzi durante quella serata, comparve sulla porta << Tesoro >> disse abbracciando la figlia dagli occhi gonfi per il pianto << Povero piccolo! >> era dispiaciuta e, nonostante non lo desse a vedere per sembrare forte davanti i ragazzi, anche i suoi occhi erano gonfi e rossi per il pianto.

Quella notte nessuno dormì, rimasero in attesa di notizie che arrivarono solo l’indomani mattina << Ragazzi >> disse un’infermiera entrando << Potete entrare a gruppi di massimo tre. Vi pregherei di far silenzio, il ragazzo non si ancora del tutto stabilizzato e quindi vi pregherei di uscire prontamente nel caso in cui si dovesse aggravare. Va bene? >> chiese e, quando tutti annuirono, aprì la porta davanti a loro e si allontanò lasciando i ragazzi soli.

Sakura e Sasuke entrarono rapidamente, ma la vista che gli si propose era orribile: un raggio di sole accarezzava il profilo del ragazzo pallido come non mai, il viso era contratto in una smorfia di dolore e i capelli biondi erano ancora intrisi di sangue, Sakura si avvicinò lentamente “E dire che avevo sempre pensato che il giallo e il rosso fosse un bel accostamento…ma vederlo su Naruto…nella vita reale…mi fa pensare che forse non è poi così bello” pensò mentre con tatto prendeva la mano del ragazzo e vi si sedeva accanto, Sasuke guardò la scena e poi si sedette dall’altra parte del letto tenendo anche lui la mano del ragazzo e guardando sinceramente preoccupato il suo migliore amico in quelle condizioni. Lentamente entrarono tutti e vedendo il lento, ma esistente movimento del petto del ragazzo si rassicurarono e piano, piano ritornarono tutti a casa tranne Sakura e Sasuke che sentivano che se avessero lasciato lì il loro amico non se lo sarebbero mai perdonati.

Dopo un po’ Sasuke si alzò e ritornò dopo qualche minuto con due the in mano e porgendone uno alla ragazza disse << Se non ti vuoi addormentare sul braccio di Naruto bevi >>

Lei sorrise e accettò il the caldo bevendolo lentamente << è vivo! >> disse con le lacrime agli occhi << Grazie a Dio è vivo >>

Il ragazzo annuì, non aveva la forza per parlare, aveva un brutto presentimento e le parole dell’infermiera non erano state per niente rassicuranti, ma non voleva distruggere quella flebile speranza che si apriva davanti a loro.

All’improvviso il cellulare di Naruto squillo e Sakura notò che lo avevano appoggiato vicino la finestra, lo prese e rispose << Pronto >>

<< Pronto, Naruto? >> disse la voce dall’altra parte del telefono

<< No…sono Sakura >> rispose la ragazza

<< Ah, Sakura, ciao…Sono Shizune, la segretaria dello studio di registrazione di Naruto, me lo puoi passare >> chiarì

<< Ah ciao… >> la voce di Sakura si spense << Naruto non può rispondere per ora >> disse

<< Perché? >> chiese

<< Beh…perché…perché… >> ma non riuscì a finire la frase a causa delle lacrime, accorgendosi del pianto della giovane Shizune si preoccupò << Che è successo? Che ha Naruto? >> Sasuke allora prese il telefono << Naruto è all’ospedale: è stato picchiato >> dall’altro capo del telefono la voce rimase attonita e così Sasuke continuò << Non credo che per il momento potrà incidere l’ultimo pezzo… >>

<< Si, certo…non ti preoccupare…digli di riprendersi e di non pensare a niente…perché si riprenderà, vero? Non sono gravi le sue condizioni? >> chiese supplichevole, questa volta fu il turno di Sasuke di tacere e la ragazza intuendo chiuse la chiamata velocemente senza riuscire a mascherare le lacrime.

I medici passarono per tutta la mattinata e armeggiando con i monitor ai quali Naruto era collegato dicevano parole di incoraggiamento ai due amici. In poco tempo arrivò l’ora di pranzo e l’infermiera gentile della sera prima entrò nella stanza con due vassoi e un paio di flebo << Questi sono per voi >> disse porgendogli i vassoi << Fortuna che quella moltitudine di ieri sera è andata via altrimenti non avrei potuto sfamarvi tutti, in cucina hanno fatto un sacco di storie per questi due pranzi >> scherzò cercando di sollevare il morale dei due ragazzi che presero il cibo ringraziandola mentre guardavano perforare il braccio del loro amico per iniettarli altri medicinali << Anche lui deve mangiare >> sorrise sistemando l’ultima sacca << Buon appetito >> concluse uscendo << Gentile >> commentò Sakura posando il vassoio sul tavolino, mentre Sasuke annuiva, quel cibo gli fece venire in mente quando appena ventiquattro ore prima avevano mangiato allegramente il ramen al chiosco. Gli venne un po’ di nausea e allontanò da lui quel vassoio.

Nel pomeriggio gli altri ragazzi vennero di nuovo a visitare l’amico e quel rumore creato dalle chiacchiere aiutò Sakura e Sasuke a distrarsi un po’. Kiba stava scherzando sul braccio perforato di Naruto quando si sentì una voce << Ma ora, quando bevo, l’acqua uscirà dai buchi? >> chiese in un sussurrò una voce, tutti si girarono e videro che Naruto li stava guardando << Naruto! >> fu il coro unisono che si sollevò

<< Questo è il mio nome! >> rispose languidamente il biondo

<< Quanto sei scemo! >> rispose Sakura trattenendosi a stento dal picchiarlo

<< Ma che ore sono? Che è successo? Ricordo solo Neji che mi picchiava, tu >> disse flebilmente indicando Kiba << che mi difendevi, e poi voi tutti e basta >>

<< Neji ti ha quasi ucciso, sei all’ospedale e sono le cinque meno un quarto >> disse Sasuke che venendo l’amico agitarsi aggiunse << Shizune ha telefonato e noi l’abbiamo avvertita che non potevi incidere l’ultimo pezzo…ha detto di guarire che lo avresti inciso quando stavi meglio >> Naruto sorrise e provò a rispondere, ma la voce non uscì, iniziò a tossire sangue che sporcò Sasuke che gli impediva di cadere dal letto per le convulsioni, mentre Sakura chiamava un medico e tutti uscivano dalla stanza per non creare impiccio.

<< Perché? Perché a lui? Non ha sofferto già abbastanza? >> chiese Sakura seduta fuori scrutando l’orologio, erano due ore che i medici visitavano Naruto, erano due ore che loro erano senza notizie. Sasuke aveva costretto tutti quelli che erano venuti a far visita a Naruto ad andarsene e ora era seduto fuori incapace di fare nulla mentre la vita del suo migliore amico scivolava lentamente via dal suo corpo. Un quarto d’ora dopo un medico uscì: aveva il camice sporco di sangue e il viso preoccupato, i due scattarono in piedi velocemente e lui parlò << Ha avuto un fortissimo attacco. Purtroppo le lesioni interne sono troppo gravi: un polmone è stato danneggiato irrimediabilmente e l’altro non è in condizioni meno gravi. L’apparato digerente ha subito violenti traumi e le ferite da taglio hanno fatto perdere molto sangue. Mi dispiace, ma le probabilità che non passi la notte sono alte >> a quelle parole Sakura si sedette pesantemente senza riuscire a distogliere da un punto indefinito lo sguardo che si annebbiava per le lacrime, Sasuke invece si avvicinò al muro e diede un pugno con tal violenza che le nocche si riempirono di sangue << Mi dispiace >> disse il medico << Non c’è proprio nulla da fare? >> chiese una voce alle loro spalle che aveva ascoltato tutto, i tre si girarono: un uomo dai capelli lunghi bianchi li guardava serio

<< No, tutto quello che possiamo fare lo stiamo facendo >> disse << Ma lei chi è? >> chiese

<< Jiraya, il tutore legale del ragazzo >> si presentò

<< Capisco. Sappiate che dobbiamo parlare di alcune faccende burocratiche. Ora potete entrare >> concluse allontanandosi e facendo calare il silenzio

<< Lei…lei…lei è il tutore di Naruto! >> disse Sasuke

<< Si, tu sei il giovane Uchiha? Sei molto simile a tua madre >> concluse avvicinandosi alla porta

<< No! >> lo fermò Sakura ripresasi << Lei non entrerà >> mettendosi fra l’uomo e la porta << Lei ha abbandonato Naruto! Gli ha fatto passare le pene dell’inferno abbandonandolo al suo destino e ora pretende di riscattarsi venendo tutto preoccupato? >>

Jiraya abbasso leggermente il capo e Sasuke s’affiancò alla ragazza << Sakura ha ragione finché noi siamo qua non le permetteremo di entrare >>

<< Ragazzi io devo entrare…è importante…mi sono sentito morire quando Tsunade mi ha detto che Naruto era finito all’ospedale, era così felice di incidere il disco…e ora invece… >> li guardò tristemente, ma sebbene una parte di Sakura voleva lasciarlo passare Sasuke era più fermo che mai

<< No! >> rispose secco quando una flebile voce li chiamò << Sakura, Sasuke, fatelo entrare >>

<< Ma Naruto…>> provò a ribattere senza riuscirci il moro che entrò insieme a Sakura

<< Naruto >> lo chiamò Jiraya

<< Zio Jiraya >> lo chiamò con le lacrime agli occhi lui con l’appellativo affettuoso che gli aveva attribuito quando era piccolo << sei tornato! >>

<< Si…troppo tardi…ma sono tornato >> rispose l’uomo

<< Non è tardi…presto mi rimetterò e poi vivremo assieme… >> disse con quel suo solito tono che lasciava una speranza anche nelle situazioni più buie, a quelle parole Sakura scoppiò a piangere fra le braccia di Sasuke << Si, lo so che non sono messo bene >> la consolò Naruto << Ma la speranza è l’ultima a morire, giusto? >> chiese a vuoto

<< Naruto, scusa…scusa se me ne sono andato…scusa se sono sparito…scusa se non ti ho mai aiutato…se ti sono stato lontano…se hai passato una vita d’inferno per colpa mia…se sono stato assente…ma sono un codardo: non ho avuto il coraggio di occuparmi di te…mi ricordavi così tanto Minato….e Kushina…eri, sei, la loro copia vivente >> le lacrime scendevano sul viso di quell’uomo angosciato per la sua colpa, le parole erano confuse e stanche come quelle scuse preparate che quando arriva il momento di dirle si dimenticano e si inventano.

<< Shhh >> rispose Naruto << Va tutto bene…l’importante è che sei tornato…ma ora raccontami di cosa hai fatto in questi anni, per favore >> supplicò e così Jiraya iniziò a raccontare senza smettere mentre gli occhi di Naruto si facevano sempre più pesanti e sempre più chiusi, mentre la sua vita abbandonava il suo corpo come il sole che all’orizzonte abbandonava il cielo, ma che il giorno dopo sarebbe tornato al contrario del ragazzo che sarebbe andato via per sempre.

Ad un certo punto con le ultime forze Naruto alzò la mano e il silenzio più assoluto calò << Zio Jiraya: ti voglio bene…non cambiare mai e fa arrestare quel bastardo che mi ha maltrattato >> disse rivolto all’uomo che in lacrime si scostò permettendo ai due ragazzi di avvicinarsi << Sasuke, mi raccomando conto su di te per ripulire questa città e ricordati che non ci si può tagliare mentre si è in servizio >> sorrise e Sasuke lo abbracciò piangendo << Quanto sei sciocco >>

<< Sakura >> continuò << per favore continua a dipingere…io adoravo i tuoi quadri >> lei fra i singhiozzi lo abbracciò e gli promise che avrebbe frequentato l’accademia delle belle arti e non la facoltà di giurisprudenza << Infine ragazzi >> disse Naruto << Salutatemi tutti e ditegli che gli ho voluto bene…e ricordatevi sempre che io vi voglio bene…poi fate pubblicare il mio disco e mi raccomando tirate il libro in testa al prof da parte mia >> raccomandò, poi sorrise per un ultima volta e disse << Grazie, di tutto, vi voglio bene >> poi sorridendo chiuse gli occhi per un’ultima volta e coraggiosamente accolse l’abbraccio delle morte.

Sakura si lasciò andare in un pianto mentre qualcosa dentro di lei si era rotto per sempre, Jiraya la consolò accarezzandole i capelli mentre guardava affettuosamente il suo “nipotino”, Sasuke aprì la finestra e lasciò che il gelido della sera gli pungesse la faccia. In quel momento avrebbe giurato di vedere Naruto che gli sorrideva << Ti voglio bene >> sussurrò al vento che gli accarezzava la guancia.

***

Alcuni mesi dopo un preside stava tessendo le lodi della nuova promettente allieva dai capelli rosa che aveva avuto l’occasioni di esporre i suoi splendidi lavori in quella mostra, ma la ragazza non era sul palco a prendersi gli applausi, stava invece guardando un quadro che lei amava, il suo preferito, un quadro che aveva ricevuto il privilegio di una parete singola, tutta per se, al centro della sala, stava riflettendo quando una voce ruppe il filo dei suoi pensieri << L’ho sempre detto che questo è il più bel quadro, bello quasi quanto l’originale >> lei si girò e vide un moro in divisa << Sasuke >> lo salutò con un bacio sulla guancia

<< Mi hanno mandato a cercare l’artista dai capelli rosa e io ero sicuro di trovarla qua >> spiegò

<< Capisco >> rispose lei e poi dopo un attimo di silenzio domandò malinconicamente << Come ha potuto andarsene? La vita è così vuota da quel giorno! >> senza distogliere gli occhi da quel quadro molto particolare: un ragazzo disteso su un letto d’ospedale illuminato da un raggio di sole che metteva in risalto la pelle troppo pallida, ma soprattutto quei capelli gialli come il grano intrisi da quel sangue rosso.

<< Andiamo? >> chiese Sasuke con l’intento di allontanarla da qual quadro troppo doloroso. Lei annuì e si allontanò insieme all’amico non senza aver prima scoccato un’ultima occhiata al quadro e al suo titolo: “Giallo di Grano….Rosso di Sangue”.

  
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