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Autore: mylittlehope    03/05/2014    1 recensioni
Le sue braccia si diressero verso di me, mi conoscevano da una vita, mi avevano sfiorato così tante volte, ma questa volta era diverso, c'era da prendere una decisione importante. Stavamo crescendo, non avevamo più i nostri dodici anni. Quelli in cui potevamo giocare a Romeo e Giulietta cambiando il finale della vicenda, quando potevamo giocare a trovare le gemme dell'amore da donare al nostro compagno o compagna di vita una volta arrivati all'età adulta. Avevamo appena vent'anni, non eravamo più bambini e questi giochi forse non valevano più.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tristan Evans
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Spesso mi avevano raccontato di notti umide, quasi come se il cielo stesse trattenendo le lacrime per timore di mostrare le sue vulnerabilità. 
Quella notte era scura e le nuvole erano un manto nero, che nascondeva la luna. I camini delle case espiravano fumo che non faceva altro che alimentare il nero che cirdondava ogni cosa. Ero distesa nel mio letto, stretta tra le mie coperte. Dividevo la camera con le mie sorelle, Ester e Clodette.
Dormivano serene, senza alcun turbamento.
La mia testa invece era un vorticare di pensieri. All'improvviso sentii avvicinarsi uno scalpiccio di zoccoli, questo significava una cosa sola : i cavalieri stavano tornando nei dormitori dopo una lunga giornata di preparazione e esercitazione. Di colpo mi alzai dal letto e mi accorsi che le lettere che conservavo premurosamente sotto il cuscino era ancora lì. Ne aprii una e la sua calligrafia mi dette pace per un istante, poi l'ansia tornò ad impadronirsi di me. Con cautela scesi dal letto senza far rumore, indossai la vestaglia, presi la mia mantellina e mi sporsi un po' verso la finestra. Eccolo lì.
Indossava la classica uniforme blu, i capelli lunghi erano tirati all'indietro e come al solito sfoggiava quell'immancabile sorriso che allieta anche la giornata più difficile e piena di peripezie.
I cavalieri con i loro arrivo al dormitorio lasciarono una scia luminosa; portavano una lanterna alla mano sinistra per illuminare il cammino e con la mano destra mantenevano le redini del cavallo. 
Diedi un'occhiata alle mie sorelle per assicurarmi che stessero ancora dormendo e poi mi avviai verso le scale. Feci attenzione a non fare il minimo rumore, se la governante si fosse svegliata sarei dovuta tornare al letto e il giorno seguente avrei ricevuto di sicuro una ramanzina sul galateo e su quanto le buone maniere facciano divenire rispettabile una donna. Riportandolo in poche parole, questa mio sgattaiolare di certo non avrebbe aumentato le mie virtù in fatto di buone maniere, visto che era tutto tranne che "signorile" un comportamento del genere, se ragioniamo come le nostre nobildonne.
Aprii lentamente la porta e stetti per qualche secondo sulla soglia di casa, insicura su da farsi, poi con decisione richiusi la porta dietro di me e con la mantellina in spalla mi avviai verso il dormitorio. Alcuni dei cavalieri erano ancora fuori, parlavano del più e del meno mentre all'improvviso scorsi Tristan spazzolare la criniera della sua cavalla.
Si chiamava Ladybug, nome forse un po' strano per una cavalla ma lui é sempre stato una persona particolare, con idee impareggiabili.
Mi nascosi dietro il piccolo cerchio di alberi che si trovava sulla sinistra e sottovoce lo chiamai, ma lui non riusciva a udire il suono delle mie parole.
<< Tristan, Tristan! >>
Ma nulla. Il suo viso non dava segni di intesa, così pensai bene di tirargli qualche bacca per fa sì che portasse lo sguardo verso la mia direzione. Fu molto perspicace da parte mia, devo ammetterlo. La sua chioma bionda infatti, dopo qualche instante ruotò verso di me.
Mi scorse tra gli alberi, notando la mia solita mantellina blu e non appena congedò dei giovani cavalieri con cui tratteneva una conversazione, si diresse verso di me.
<< Perspicace, molto perspicace Mademoiselle. >> disse, rompendo il silenzio che mi aleggiava attorno.
<< Sì, devo ammetterlo. Ho pensato proprio questo mentre le bacche riuscivano a raggiungerla. >>
<< Sta continuando a darmi del lei? >>
<< Forse non dovrei? >>
<< Bando alle ciance, come stai Geneviève? E' da tanto che non ricevo le tue lettere. >>
<< Il clima qui è un po' ostile, la nuova governante è una tipa abbastanza autoritaria e mandarti lettere non è più così facile. >>
<< Ah no? >>
<< Pensa che sono riuscita a spedirti l'ultima lettera grazie a Clodette. >>
<< Ma non mi dire! >> esclamò Tristan sbalordito
<< Il fratello di una sua amica, che le fa la corte, si occupa del far ricevere lettere e lavora come corriere. Quindi le ho chiesto se poteva fartela ricapitare nel minor tempo possibile. >>
<< Tu hai ricevuto la mia? >>
<< Sì, proprio la settimana scorsa. >>
<< Beh, allora cos'altro mi racconti? >> gli scappò una risata << oltre alle restrizioni della governante intendo. >>
<< Mah, a dire il vero non molto. >> 
Aprii il piccolo telo viola e lo posizionai sul terriccio umido. << Questo dovrebbe evitarci di stare scomodi o bagnarci gli abiti. >> Dissi sedendomi sulla stoffa liscia e invitandolo a sedersi affianco a me. << Ah sì, forse qualcosa c'è. >> sorrisi tra me e me << Ho appena terminato una raccolta di poesie che avevo iniziato un paio di annetti fa. >>
<< Sempre impeccabile sei >> disse prendendo posto vicino a me << Cosa ti ispira a scrivere di solito? Dimmi dai, sono curioso. >> Era sinceramente interessato e mi resi conto che forse mi era mancato più di quanto mi fossi resa conto.
<< Principalmente il personaggio delle mie poesie se tu. >> dissi senza alcuna vergogna, la governante mi avrebbe reputata una spudorata. Secondo lei non si manifesta un sentimento in questo modo così diretto ad un uomo. Ma il ragazzo che mi siedeva accanto non era un uomo qualsiasi, bramante di desiderio voluttuoso o quant'altro. Il ragazzo che mi sedeva accanto era il mio Tristan, quel ragazzo che mi scriveva quasi ogni due settimane nonostante il clima avverso, gli orari sfiaccanti e la stanchezza quotidiana.
<< Oh, davvero? >> si girò di scatto verso di me << Questo mi lusinga Madamoiselle, e non poco. >>
<< Sono lieta di questa cosa. >> gli sorrisi. 
Mi carezzò la guancia e io strinsi forte la sua mano. I nostri occhi si incrociarono, in una frazione di tempo non descrivibile, gli instanti sembravano allungarsi, sembrava esser gettati in una dimensione dove tutto rallenta, dove tutto diventa più nitido.
Mi asciugò una timida lacrima che si faceva strada sul mio viso. << Geneviève mi sei mancata così tanto, tu non puoi nemmeno immaginare. >>
<< Oh, invece posso. >>
Le sue braccia si diressero verso di me, mi conoscevano da una vita, mi avevano sfiorato così tante volte, ma questa volta era diverso, c'era da prendere una decisione importante. Stavamo crescendo, non avevamo più i nostri dodici anni. Quelli in cui potevamo giocare a Romeo e Giulietta cambiando il finale della vicenda, quando potevamo giocare a trovare le gemme dell'amore da donare al nostro compagno o compagna di vita una volta arrivati all'età adulta. 
Avevamo appena vent'anni, non eravamo più bambini e questi giochi forse non valevano più.
Mi cinse forte la vita e ci ritrovammo in un abbraccio un po' insolito, un po' diverso da quelli di sempre. Cercai di non spostare troppo lo sguardo sui suoi occhi, evitando le sue iridi, anche se era palesemente inevitabile.
Richiamò la mia attenzione nel modo più piacevole possibile. << " Rinuncia al tuo potere di attrarmi ed io rinuncero' alla mia volonta' di seguirti. " * >>
<< Com'è che citi Shakespeare adesso? >>
<< Perchè è come mi sento in questo momento, nessun altra frase potrebbe esprimere ciò che provo in questo momento di fronte a te, con le nostre braccia intrecciate e le mille domande sul futuro che stanno prendendo forma nella mia testa. >>
Lo strinsi un po' più forte, rendendomi conto che la situazione stava prendendo una piega diversa dal solito, ma era inevitabile. Entrambi sapevamo che momenti come questi sarebbero arrivati e avremmo dovuto affrontare l'evoluzione di questo groviglio di sentimenti.
<< Mi stai dicendo che sei attratto da me? >> sorrisi, guardandolo di sottecchi.
<< Non dirmi che eri ignara di tutto questo perchè mi mentiresti, lo sai. >>
<< Forse me ne ero accorta, un po' però. >>
<< Cosa significa? >>
<< Intendo dire che era difficile per me rendermene conto totalmente mentre eri tu ad attrarre verso di te ogni parte di me, anche quella più piccola, anche quella più al sicuro. >>
<< Quindi anche tu provi dei sentimenti per me? >>
<< Sembra di sì. >> distolsi lo sguardo, ma questo non mi evitò di percepire i suoi occhi osservarmi. Il suo sguardo pressante su di me.
Presi delle foglioline dal terreno, tra cui trovai anche una margherita. Era strano, di questi tempi non crescevano margherite. La luce era poca e sommessa, ma presente. Le nuvole lasciarono un po' di spazio anche per la luna. Era notte fonda e Tristan mi teneva stretta a sé come se fossi la cosa più bella del mondo. Avevo il capo poggiato sul suo petto e le sue braccia a cingermi la vita, mentre io cingevo la sua.
<< Geneviève, perchè hai smesso di guardarmi? >>
Alzai il busto e mi misi a sedere di fronte a lui, gli scostai delle ciocche bionde dal viso e constatai che era il ragazzo più bello che i miei occhi avessero mai potuto trovarsi di fronte.
<< Io in questo blu potrei affondare e non so se sia una buona idea. >>
<< Avvicinati a queste onde, non sono poi così agitate. >>
<< Potrei non risalire più in superficie. >>
Mi afferrò le mani. << E allora fallo ti prego, provaci. Esploralo questo oceano, nuota, nuota fin quando vuoi, scopri quel che vuoi, spingiti fin dove vuoi. Calati in queste profondità, ti prometto che non te ne pentirai. Calati in questo blu. >>
<< Tu tieni sempre le mie mani, però. >>
<< Sempre, non ti lascerei mai. >>
 
E lui non mi lasciò mai né durante gli inverni troppo gelidi, né durante le bufere, e neppure durante il caldo più asfissiante.

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 *William Shakespeare 
Salve a tutti/e :)
Ho scritto questa one shot ispirandomi ad un sogno fatto la scorsa notte,
come potete constatare appartiene ad un'epoca di un paio di secoli fa.
Ho sognato una scena simile e il personaggio maschile somigliava molto a Tristan, quindi
mi sono ispirata a lui per dare un continuo alla scena sognata.
Spero vi piaccia, un bacio. x

 
  
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