L’erba del prato della tana si muove al ritmo della leggera brezza estiva che sembra portare con se anche una musica fatta di speranza,sogni e purtroppo, di realtà.
Dico purtroppo perché tu non sei qui con me, non so dove sei, ti chiamo e non rispondi, ti cerco e non ti trovo, o forse sono solo io che non ti voglio trovare.
Seduta su una sedia in giardino, sotto l’ombra fresca del salice penso a noi tre. Già, tre mio caro.
Tu ancora non lo sai ma saremo in tre: io, te e la creatura che si è creata con il nostro amore. Non so come la prenderai, già avermi sposato è stato un grande passo, e non credo che dopo cosi poco tempo tu sia già pronto per diventare padre.
Ti conosco bene, e forse non lo sei.
“Tonks!Per fortuna sei qui, sono 10 minuti che ti chiamo, che ci fai qui?”
Ecco a voi Molly, una seconda mamma per me, è stata lei che si è accorta, prima di me, che ero incinta. Non chiedetemi come ha fatto ma se ne accorta subito, dal mio modo di fare ha detto.
“Niente, mi rilasso un po’ all’ombra, sai ultimamente sono sempre più stanca..” Mi sorride.
“ So che vuol dire piccina mia.,ci sono passata sei volte, e la cosa migliore è riposare, soprattutto le gambe!” … quanto è comprensiva, a volte solo lei mi capisce. “ Ora vado dentro, devo finire il pranzo, ma tu non andare troppo in giro, soprattutto da sola” “Chiarissimo capo” le sorrido e mi da un bacio sulla fronte, dopo poco la vedo sparire dietro il porticato della tana.
“Hey bella addormentata, il pranzo è pronto, su c’è anche Remus…” Dovevo essermi addormentata, si stava troppo bene li all’ombra, cosa?Remus? “ Va pure avanti Fred, adesso arrivo..” glielo dico adesso, o aspetto?Spero solo che la prenda bene, almeno me lo auguro.
Cammino lenta, ho paura. Paura di un suo no, o di qualsiasi cosa negativa. Conosco le sue paure al riguardo, l’unica che sa tutto è molly, diamine nemmeno mia madre lo sa!
Ma.. anche se lo dicessi a qualcuno mi sento sola lo stesso,in questo mondo non posso dare sicurezze al mio piccino: lo vedrò crescere? Potrò vederlo camminare? Potrò essere al suo fianco nei momenti difficili dell’adolescenza?
Non lo so, se questa stupida guerra tra bene e male andrà avanti ho paura di no, spero solo che abbia la possibilità di vivere in un mondo in cui la paura di uscire di casa, la paura di vedere il tuo migliore amico, morto per mano altrui, non ci sia.
Forse chiedo troppo visto i tempi che corrono, ma sto per diventare mamma, e la sua vita conta più della mia. A te mio dolce angelo voglio lasciare un mondo più pulito possibile.
“Tonks entri o devo portarti in braccio a forza?Qua si raffredda tutto e sai che Molly poi sclera”
Eccolo qua, il padre del mio bambino, ha una mano posata sulla mia spalla, il suo tocco è dolce come sempre. “Arrivo Remus, aspettami mi alzo..” nemmeno in tempo a finire la frase che sto per scivolare, ma lui mi ha già raccolta tra le sue braccia.
“ Sei sicura che vada tutto bene?Sembri molto stanca…” “Nono tranquillo, va…tutto…bene”Il mio sguardo è cupo e rivolto verso l’erba verde del prato. “Non va tutto bene vero?Ti prego parlamene..” Mi guarda , il suo sguardo sembra passare oltre i miei occhi e leggermi nel pensiero, non ce la faccio più… “Si, qualcosa c’è.. non so come la prenderai..” Il sorriso di Remus ormai era sparito del tutto. “...penso... di aver capito.. scusami..”si voltò e molto velocemente camminò verso il cancello posteriore della tana.
Ero ancora ferma li, ma le lacrime cadevano senza che io le sentissi sul mio viso. Entrai velocemente in casa, anche se le proteste di Molly tentavano di fermarmi chiusi la porta della mia camera.
Stesa sul letto piansi, piansi per tutta la notte, finché mi addormentai. Che ora era?Mah, le due o le tre di notte probabilmente. Mi aveva svegliato un rumore che proveniva dalla porta della mia camera.
Una luce dalla serratura…la porta si aprì pian piano, io che ascoltavo ma ad occhi chiusi, facevo finta di dormire, ma sotto le coperte con me avevo la bacchetta, ero pronta a tutto ormai. L’ombra si siede vicino a me, si sdraia, mi abbraccia per dietro.. di sicuro non era un mangiamorte. Mi siedo sul letto e accendo la luce. E’ Remus. “Che diavolo vuoi?”ero arrabbiata,anche troppo “scusami, ma in queste ore ho capito, capito tante cose, ma la cosa importante è che voglio questo bambino, voglio te e anche se avrà la coda una volta al mese, lo aiuterò il più possibile.. assieme a te..”mi bacia, dovrei iniziare a litigare con lui, ma ero troppo felice a quelle parole.
Ero felice per noi tre.
Quella fu la più romantica di tutte le mie notti…mi svegliai ancora abbracciata a lui , e quella notte sia io che Remus capimmo che la cosa più importante al mondo è l’amore, amore della propria famiglia.