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Autore: Paradise_War_zone    04/05/2014    2 recensioni
"Mi ritrovo seduto su questo gelido pavimento a sfogliare con gli occhi pagine invisibili di un diario chiamato memoria che contiene tutti ricordi.E proprio come se fosse un diario di vecchi fogli di carta, vedo immagini, sento frasi, ritrovo emozioni." "Ricordi i miei occhi?
Io, i tuoi, li ricordo così bene angelo..." "E ripenso alla fioca luce che entrava dalla finestra dei vetri sporchi e le tende spostate, chiedendomi, dove sarà la finestra del tuo cuore?
Lascia che la trovi illuminando quel gelo, lasciami tentare, lasciami essere fuoco dentro un nido di assopite farfalle."
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Come fuoco e farfalle

Mi ritrovo seduto su questo gelido pavimento a sfogliare con gli occhi pagine invisibili di un diario chiamato memoria che contiene tutti  ricordi. E proprio come se fosse un diario di vecchi fogli di carta, vedo immagini, sento frasi, ritrovo emozioni. Emozioni. Questa parola vola davanti ai miei occhi diventando la copertina di quel diario invisibile. Emozioni. Vivo di emozioni, le emozioni sono il cibo del cuore, do e provo emozioni.
Respiro l'odore delle pagine ingiallite di quel diario. Sospiro e sorrido ma il mio sorriso ha un retrogusto amaro.
Ricordo... ricordi... Ricordi?
Ti ricordi quando, in quelle sere, stavamo seduti sul pavimento ore ed ore a... parlare o semplicemente... a guardarci negli occhi?
Ricordi?
Ricordi il silenzio che avvolgeva le nostre parole appena sussurrate, scandite elegantemente dalle nostre labbra?
Ricordi i miei occhi?
Io, i tuoi, li ricordo così bene angelo...Così lucidi e liquidi, così profondi da contenere tutto il mio mondo. Mi ci perdevo per attimi eterni mentre, bellissima, ti appoggiavi alla parete e mi parlavi, a bassa voce, senza veli né maschere. Avevo pieno accesso a tutte le sfaccettature della tua personalità, a tutti i ruoli che dovevi interpretare, a tutte le piccole particelle che andavano a comporre la tua vita,una più adorabile dell'altra.
Ricordo le tue mani, sempre così fredde che dolci stringevano le mie infondendomi sicurezza.
Quando poi iniziavi a tremare, a sentirti troppo scoperta, ti stringevo contro il mio corpo immergendomi nei tuoi morbidi capelli e nel dolce odore del tuo balsamo. Bastava poco, bastava un attimo perché tu smettessi di tremare. Ma in fondo non hai mai tremato fisicamente, vedevo quel tremore nella tua anima, attraverso gli occhi.
Ricordo come in tutto questo non c'era né vergogna né imbarazzo, era così dannatamente semplice...naturale.
E nella nostra stanza buia rischiarata solo dalle candele passavamo intere notti, abbracciati a respirare l'odore dell'altro e l'aroma d'incenso.
Non eravamo amanti, non lo siamo mai stati anche se credo fermamente questo: entrambi avremmo voluto che lo fossimo.
Forse mancanza di coraggio, forse troppo amore l'uno per l'altra. Forse amanti lo siamo anche stati, amanti non dichiarati che vivevano il loro amore in segreto dai loro cuori.
Ricordo ancora così bene quando quel bacio è sfuggito dalle nostre labbra. Ricordo il rossore sulle tue gote e il tremore del mio corpo a contatto col tuo.
Ma è quindi questo l'amore? Naturalezza, semplicità, lieve imbarazzo, condivisione.
L'amore non è forse passione, voglia e desiderio, mancanza?
Forse in quei nostri sguardi erano proprio passione e desiderio quei tremori che non riuscivo a decifrare. Forse era proprio la mancanza che nascondeva quel sorriso tirato che mi dedicavi al sorgere del sole, al tempo dei nostri saluti.
Ed ecco quindi che solo ora vengo a comprendere che noi, amanti non dichiarati all'altro perché non ce n'era bisogno e non dichiarati a se stessi perché in fondo avevamo imparato, o forse ce l'eravamo insegnati a vicenda, che non c'è per forza bisogna di etichette o termini per rinchiudere dentro una scatola, con per muri le lettere di una definizione, tutto ciò che eravamo e sentivamo, ci siamo sempre appartenuti più affondo di quanto chiunque abbia mai fatto.
E ripenso alla fioca luce che entrava dalla finestra dei vetri sporchi e le tende spostate, chiedendomi, dove sarà la finestra del tuo cuore?

Lascia che la trovi illuminando quel gelo, lasciami tentare, lasciami essere fuoco dentro un nido di assopite farfalle.

NDA:

E dopo tanto tempo eccomi qui. Questa storia l'ho scritta da un po' ma fino ad ora è rimasta nascosta ed è stata trattata come un piccolo tesoro. Ci tengo particolarmente e spero di essere riuscita a trasmettervi qualcosa.

   
 
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