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Autore: BlackFriday    04/05/2014    2 recensioni
"Io non vivo. Io sopravvivo.
Riposi il vetro nel nascondiglio e mi promisi di non fare mai più una cosa del genere.
Io non voglio morire.
Mi sono lavato, eliminando ogni traccia di sangue dal mio corpo e dalla stanza, per poi sedermi e mettermi a scriverti."
Questa è una lettera per la mamma da parte di Dave. Spero vi piaccia.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ciao mamma, sono tuo figlio Dave. 
Ci sono tante cose che vorrei dirti, ma non mi hai mai dato la possibilità farlo. 
Vorrei raccontarti le mie gioie, i miei umori, i miei dissapori, ma non sei mai riuscita a guardare oltre il tuo naso.
Eri così presa a pensare al mio futuro, ma ti sei dimenticata del presente. Mi hai promesso il mondo, ma non sei riuscita a mantenerla, te ne sei andata di casa lascianomi solo.
Hai deciso di farmi intraprendere una scuola che non mi soddisfa, infatti mi sono assentato molto, e ho smesso di studiare, di conseguenza sono stato bocciato.
Mamma..Ho solo 16 anni.
Il mondo è così variopinto, non puoi pretendere che sappia già la strada giusta per me.
Sognavi una vita perfetta nello studio medico, pensando solo alle mie sorelle. Mi sono sempre sentito un peso per te, e da quando ti sei divorziata con papà.. Beh.. 
Sei cambiata..
Non sei riuscita a laurearti e per ovviare questa tua mancanza hai deciso di scaricare le tue ambizioni future su di me.
Ti sei mai chiesta se è quello che davvero voglio?
Hai sempre dominato le mie decisioni, io cerco di impegnarmi per farti capire che valgo anch'io.
Il vero problema, però si verifica ad ogni mio piccolo sbaglio. 
Non ti sei mai presa cura di me, ma pretendi la perfezione.
Non importano le mie suppliche, le mie lacrime, la tua mente è completamente offuscata a dare consigli a Debbie e minimo pensi anche a papà che non c'è più e mentre mi maltratti ti viene in mente lui. 
Sai, col tempo ho imparato a dominare il dolore e farlo diventare mio amico.
Perchè non riesci a metterti nei miei panni? 
Papà è sparito dalla circolazione e tu non rendevi le cose facili tra le mura casalinghe e a scuola non ci sono quasi mai e pur di avere una vita sociale frequento gente molto più grande di me: spaccio, mi drogo e mi sento solo e non ho nemmeno un vero amico al mio fianco.. 
Quando andavo a scuola vedevo che i miei compagni amavano la ricreazione, ma per me era il momento più odioso perchè nessuno voleva la mia compagnia.
I miei compagni di classe dicevano che ero un mistero dai capelli rossi ed era come se vivessi in un mondo grigio, come se fossi avvolto da un velo di depressione.
Loro non possono giudicare senza sapere, ma quando tornano a casa hanno l'amore della prorpia famiglia, ciò che a me manca.. 
Il mio "Io" si sta dissolvendo sempre di più, tanto da non capire più come comportarmi. 
Mi guardo allo specchio e non mi riconosco più, (Non sono più il Dave che hai conosciuto) forse per i tagli nascosti che continuo a procurarmi o per le bottiglie vuote che crescono sul tavolo.
Ebbene si, hai letto bene, mi sono imbattuto in qualcosa molto più grande di me.
Alcol, droga e autolesionismo.
Non auguro a nessuno, nemmeno alle persone che non sopporto di passare ciò che sto passando io. 
Combatto contro me stesso, contro i miei stessi demoni e le mie stesse paure create da te nel corso degli anni.
Per mesi cercavo  di autoconvincermi, dicendo che avrei smesso del tutto, che ne ero uscito, ma ho avuto una ricaduta.
Nella mia testa sento delle voci e cerco di zittirle. 
Sono le stesse che tempo fa mi dicevano: "Andrà tutto bene, vedrai!"
E' incredibile quanto il dolore sia diventato fonte del mio sollievo, ma è grazie a te che l'ho scoperto. 
Sembra come se il mio corpo avvesse trovato un equilibrio tutto suo, infondo come il mio mondo: dovevo solo fermirmi o ubriacarmi e tutte le ansie sarebbero scivolate via insieme ai miei problemi e inevitabilmente sarebbe tutto tornato come prima, e da lì è iniziato il nuovo ciclo "dolore-stare male-sollievo".
Quando ho smesso di riconoscermi, percepisco che in quelle cicatrici trovo conforto, e quando mi ubriaco? Dio..che goduria..
Anche se sinceramente non saprei di quale conforto ha realmente bisogno il mio corpo.
Forse si tratta di "liberazione"
Si perchè con te mi sento in trappola.
Alcuni dicono che l'autolesionismo sia una psicopatologia, anche se in ogni taglio, vedo sempre la fine della mia dolorosa vita.
Quando mi faccio del male, non so mai come anrà a finire. 
Sarebbe stato il mio ultimo taglio o una lunga serie di altri?
Questa mattina, quella stessa cicatrice mi ha spaventato.
Ricordo di aver rotto una bottiglia, di essermi alzato le maniche e di aver fatto un lungo e profondo taglio davanti allo specchio. 
Stupiamente, pensavo i miei dolori sparissero.
Infilai il pezzo di vetro ancor più in profondità, superando qualsiasi soglia del dolore, per poi essere pervaso da un' intensa sensazione di benessere, chiusi gli occhi e lasciai che quella sensazione prendesse il sopravvento, tanto da farmi perdere i sensi. 
Risvegliandomi ebbi orrore di me stesso.
Ero sporco di sangue eppure ero "vivo" e tu non eri accorsa a salvarmi. 
Ripensandoci, il termine "vivo" non è  adeguato. 
Io non vivo. Io sopravvivo. 
Riposi il vetro nel nascondiglio e mi promisi di non fare mai più una cosa del genere. 
Io non voglio morire.
Mi sono lavato, eliminando ogni traccia di sangue dal mio corpo e dalla stanza, per poi sedermi e mettermi a scriverti.
La situazione sta precipitando e forse avevo bisogno di toccare il fondo per risalire in superficie e prenere una boccata d'ossigeno.
Lo farò mamma.
Anche senza di te. 
Ascolta le mie parole, ascolta le mie grida.
Io non voglio sopravvivere. Io voglio vivere. 
Questi sono i pensieri che occupano la mia mente, e immagino che non leggerai mai questa lettera e ne ascolterai la mia voce.
Firmato:
David Scott Mustaine
  
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