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Autore: SkyDream    04/05/2014    6 recensioni
Come hanno fatto Heiji e Kazuha a risollevarsi dal burrone (episodio 243)? E cosa è successo realmente nelle due notti successive prima di prendere il traghetto?
Dal testo:
“Piccola? Smettila di fare brutti sogni e vedi di dormire. Stai svegliando tutti con le tue parole.” Ma tu non sembri ascoltare, anzi, non sembri sentire.
“Mi dispiace, non volevo ferirti, è stata colpa mia. Solo mia, Heiji, hai rischiato la vita.” I tuoi occhi sono lucidi per la febbre e arrossati per la mancanza di riposo.
“Se non dormi ti stordisco per bene.” Ti dico lasciandoti la mano che comincia a tremare subito dopo.
“Non andartene, ti prego.” La tua vocina mi convince e ti riprendo la mano stringendola ancora.
“Buonanotte, Kazuzu.” Detto questo chiudiamo gli occhi nello stesso istante e poggio la testa sul tavolino.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama, Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Raccolta storie su Heiji e Kazuha'
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L'isola delle sirene -Il burrone del terrore. -


_One-shot_ Ispirata dall'espisodio numero 243

“Heiji, lasciami. Cadremo entrambi se il ramo si spezza.” Penso che tu abbia detto qualcosa di simile.
La mano mi sanguina, mi brucia…sei stata tu a ferirla con la freccia di Dugongo.
Non riesco ad aprire gli occhi, Kazuha.
L’unica cosa che vedo da lontano è il tuo giubbotto giallo volteggiare per aria.
Stiamo per cadere, la rottura del ramo è vicina.
“Heiji, salvati ti prego. Per me non c’è speranza ma per te sì!” La tua voce mi dà fastidio, mi dà fastidio quando dice cose che non sono vere.
Perché tu, Kazuha, salirai da questo precipizio e tornerai a vivere la tua vita vicino a me.
“Piccola, ascoltami bene. Metti la mano sinistra sul mio braccio e con la destra risali per il ramo, intesi?” Riesco a dirti a malapena. Sono stanchissimo.
“Non posso, Heiji. Cadrai giù se il ramo si spezza…lasciami andare, ti prego, salvati almeno tu.” Sento che le lacrime ti stanno rigando il viso, apro gli occhi e mi ritrovo le tue iridi così lontane da me, sospese nel vuoto di un burrone.
Come posso? Come posso minimamente pensare di abbandonarti qui e lasciarti cadere giù? Con che coraggio?
“Kazuzu, non voglio, non voglio lasciarti andare. Ti prego, risali. Salvati, Kazuha!” Ti dico stringendo i denti e respirando affannato, il ramo scricchiola ancora.
Finalmente sento la tua mano aggrapparsi al mio braccio con uno strattone, comincio a sentire meno peso addosso. Ti sei arrampicata?
Apro gli occhi e noto che sei quasi arrivata in cima e mi tendi una mano che arrivo a prendere giusto in tempo. Il ramo si spezza e precipita giù.
“Visto piccola? Ci siamo riusciti. Ma hai tutta la mano e il giubbotto pieno di sangue…” Ti faccio notare mentre siamo sdraiati per terra a prendere aria, è un miracolo se ne siamo usciti vivi.
“E’ colpa mia…se non mi fossi aggrappata a te tu non avresti corso nessun pericolo.” Mi sussurri piangendo e tremando ancora spaventata.
“Non dirlo neanche per scherzo, siamo entrambi vivi ed è questo che conta.” Sento le forze abbandonarmi del tutto, ma è quando rileggo il terrore nei tuoi occhi che le sento tornare.
“Kazuha! Rispondimi Kazuha!” Comincio a strattonarti e a smuoverti, ma nulla. Hai perso i sensi a causa della troppa paura.
“Kazuzu? Piccola? Mi senti?” Ti sfioro la guancia e prendendoti in braccio mi rendo conto che il tuo tono muscolare è nettamente diminuito. Sei svenuta del tutto ma sei stata molto coraggiosa, piccola detective.
Ti faccio poggiare la testa sulla mia spalla e mi tengo agli alberi per farmi forza.
Mi ripercorre in testa l’immagine di te che cadi nel burrone, che afferri la mia mano e poi precipiti giù.
Che eravamo a tanto così dalla morte.
Il tuo viso è sempre più pallido, ma le tue gote sono cremisi. Infiammate.


“La vita ha un inizio e una fine, è per questo che vale la pena dare il massimo.” Mi volto e ti guardo: seduta per terra e ancora svenuta, il viso pieno di terra e fuliggine e le labbra schiuse.
“Hattori! Finalmente ma…cosa vi è successo?” Guardo negli occhi il piccolo Conan e chiudo i miei per seguirti nei sogni.
 
“M-mh, dove sono?” Mi volto dal lato opposto e vedo Conan sorridere.
“Pensavo ti svegliassi domattina” Mi sussurra per non infastidirmi.
“Dov’è Kazuha?” Gli chiedo, ma lui non muta espressione e mi invita a tornare a dormire.
“Sei molto stanco e la ferita sulla mano e abbastanza profonda, hai perso molto sangue, domani penseremo a Kazuha. Riposati ora.” Lo sento dire. Senza occhiali mi ricorda Shinichi grande.
“Dove. E’. Kazuha.” Gli ordino alzandomi dal lettino per terra e stringendo la testa che gira.
“Nella stanza di Ran, ma non avrai una bella sorpresa.”
Chiudo la porta scorrevole e mi avvio per la camera di Mouri, scontro una donna del villaggio che porta un bacile d’acqua fredda.
“Tu devi essere Hattori. Vieni, aspettavamo proprio te.” Mi dice invitandomi ad entrare.
Il clima in quella stanza non è molto vivace: Ran tiene una mano a Kazuha che vaneggia nel sonno, l’altra donna ti friziona il viso con dei panni bagnati.
“Penso sia stato il troppo spavento a stordirla così, è da più di due ore che non accenna a calmarsi e la febbre non fa che salire.” Dice mentre ti carezza i ciuffi.
“Ti ha nominato parecchie volte nel sonno, dice che per colpa sua sei morto o che sei gravemente ferito. Ha detto delle cose orribili, cerca di calmarla.” Mi dice Ran mentre mi lascia il posto e va a sdraiarsi nel suo lettino.
“Io devo andare da mio marito, mi auguro che non ve la prendiate se la lascio alle vostre cure.” Detto ciò la donna misteriosa si congeda.
Ti tengo la mano,Kazuha, la stringo forte e sorrido quando ti vedo calmarti e aprire gli occhi.
“Piccola? Smettila di fare brutti sogni e vedi di dormire. Stai svegliando tutti con le tue parole.” Ma tu non sembri ascoltare, anzi, non sembri sentire.
“Mi dispiace, non volevo ferirti, è stata colpa mia. Solo mia, Heiji, hai rischiato la vita.” I tuoi occhi sono lucidi per la febbre e arrossati per la mancanza di riposo.
“Se non dormi ti stordisco per bene.” Ti dico lasciandoti la mano che comincia a tremare subito dopo.
“Non andartene, ti prego.” La tua vocina mi convince e ti riprendo la mano stringendola ancora.
“Buonanotte, Kazuzu.” Detto questo chiudiamo gli occhi nello stesso istante e poggio la testa sul tavolino.

Apro lentamente gli occhi, la prima cosa che vedo è il tuo viso pallido e le tue guance rosse.
Cerco di muovere la mano destra–quella fasciata- e mi accorgo che è circondata dalle tue mani; la tua mano destra è intrecciata alla mia, quella sinistra e posata di sopra come per proteggerla, il tuo viso è vicinissimo alla mia mano, quasi poggiato accanto e ciò mi provoca un brivido strano.
Il tuo respiro è così vicino alla mia pelle, alla mia ferita. Quale ferita? Sembra essere totalmente passata se cerco di dare ascolto solo al tocco delle tue mani.
Sento che cominci a muoverti, non voglio svegliarti, così ritorno a poggiare la testa sul comodino…non è il massimo del comfort ma…
“Ma tu guarda, Mister ‘Io non provo nulla è solo la mia migliore amica lo giuro ‘ si sta godendo il momento?” Apro nuovamente gli occhi e vedo Shinichi sorridere e avvicinarsi a Ran che, ancora tra le braccia di Morfeo, sembra regalargli un piccolo sorriso, forse sussurra il suo nome.
“La senti? Quando dorme riesce sempre a distinguere il mio tocco, è per questo che le accarezzo spesso il viso mentre dorme. Mi sembra l’unico momento per essere me stesso.” Lo guardo confuso e noto che quelle dita sottili e infantili stanno toccando ogni centimetro delle guance e delle mani di Ran.
Lo vedo allontanarsi dopo aver visto il mio amico spostarle i capelli dalla fronte e rimboccarle le coperte.
Volto il mio sguardo su Kazuha, chissà se lei riconosce il mio tocco.
Provo a muovere la mano bendata –con la speranza che non la molli rompendo quella fantastica atmosfera- e con mia grande sorpresa la vedo incupirsi sempre più come in preda a qualche incubo.
“Lasciami, lasciami. Cadremo entrambi, precipiteremo giù e io non voglio, Heiji. Lasciami la mano, lasciala…ti prego.” Le guance s’arrossano sempre di più, le metto la mano sinistra in fronte e la sento calda.
Smettila, smettila di angosciarti così per colpa mia.
Ti prego. Smettila, Kazuzu.
“Non ti lascio la mano, non ti lascio sola. Non cadremo. Piccola, Piccola svegliati.” Le dico sforzandomi di restare dolce.
I suoi occhi tremano e si schiudono, le iridi sono ancora lucide e arrossate e questo mi fa stare peggio.
“Ti fa tanto male?” Mi chiede piano mentre carezza la benda bianca.
Chissà come sono le sue carezze in viso, sulla mia pelle…sulle mie labbra…
Ma lei è la mia migliore amica, perché faccio questi pensieri? Perché fisso i suoi occhi verdi che guardano la mia benda preoccupati? Perché più li guardo più mi sento in colpa di averti fatto passare quell’incubo?
“Kazuha, devi farmi una promessa.” Ti dico avvicinandomi.
“Dimmi, Heiji.” Mi rispondi sempre più piano.
“Ora andiamo a farci medicare e a mangiare qualcosa, poi torniamo a dormire e questa volta dormi serena.” Le dico smuovendo la mia mano dalle sue e pentendomi subito dopo.
Nella vita ci vorrebbe il tasto di stoppa mento, giusto per godersi infinitamente alcuni momenti che non si ripresenteranno mai più.
Inclini la testa di lato e solo allora mi rendo conto che hai un graffio sul viso, avvicino le dita e rimango fermo con la mia mano sulla tua guancia, è così morbida.
La tolgo immediatamente e ti vedo mentre tenti di scendere dal letto, ma sei ancora instabile – non riesci nemmeno a stare seduta senza tremare- e probabilmente hai ancora un po’ di febbre.
“Sali, ti porto sulle spalle.” Metto la schiena vicino a te e sento le tue braccia attorno al collo.
“Sono pesante?” Mi chiedi mentre poggi la testa sulla mia spalla, sento io stesso che non hai riposato bene.
“Sì, sì, sei pesantissima, credimi.” Ti rispondo ironico mentre ti sento ridacchiare.
“Sei buffo quando dormi, sai?” Mi fermo di botto e poi ricomincio a camminare sempre più veloce, ma dov’è finita la cucina?
“Perché, sei rimasta tutta la notte a fissarmi?” Ti chiedo continuando a camminare in tondo…magari la porta è quella bianca.
“Quasi, ma…ma…mi ha fatto piacere vedere che sorridevi quando passavo la mano sulla ferita…pensavo ti facesse male.” Ok, lei non deve vedermi in faccia ora. No, non deve farlo.
“Ragazzo! Sono dieci minuti che fai lo stesso corridoio con la tua amica sulla schiena, hai intenzione di fare il sollevamento pesi ancora per molto?” Mi volto e noto la signora della notte prima indicarmi la cucina.
Mi scusa lusingato e congedo Kazuha per terra, noto che riprende colorito naturale e sorride ora più spontanea.
“Heiji, domani tornerete a Osaka. Oggi è l’ultima volta che ci vedremo per un bel po’…” Conan non parla, sembra voglia dire ‘ o magari per sempre’ ma io lo fermo guardandolo male.
“Kudo, piantala con i sentimentalismi.” Volto lo sguardo verso la mia valigia e noto che non ho più la forza nemmeno per alzare gli abiti.
“Hattori, ti conviene riposarti. Domani prenderemo il traghetto e in queste condizioni non potrai assistere Kazuha". Mi volto di scatto e lo vedo sdraiarsi sul lettino per terra e mandare un messaggio sorridente.
Il pranzo è stato buonissimo, ma solo ora rifletto che Kazuha non ha mangiato nulla.
“Dove vai?” Mi chiede Kudo quando vede che sto uscendo dalla nostra camera.
“In bagno.”
“Hattori…”
“Sì…?”
“Il bagno è nell’altra porta.”
“Preferisco quello del giardino.” Rispondo chiudendo la porta scorrevole e sapendo che sta ridendo.
Dormi serena avvolta dalle coperte, la coda sciolta ti fa sembrare totalmente un’altra persona.
Mi avvicino, non ho mai guardato i tuoi lineamenti in questo modo, sarà perché ho rischiato di perderti? Effettivamente c’è mancato pochissimo, eppure quel tassello non mi torna.
Sei la mia migliore amica, una rompiscatole patentata che mi segui ovunque fin da quando avevamo il ciuccio, la mia assistente di casi…ma perché ho sofferto così tanto su quel burrone? Perché il dolore fisico non sembra nulla in confronto alla paura di vederti cadere giù?
Perché quando mi hai afferrato la mano per tirarmi su e poi ti ho vista cadere mi è scattata una molla improvvisa?
Avrei dato la mia vita per farti risalire, sì avrei preferito morire pur di saperti viva.
Ma la cosa fantastica è che ora siamo vivi entrambi.
Vederti così serena mi fa star bene, il tuo colorito è tornato normale, e sono certo che domani stesso tornerai ad essere la Kazuha di sempre.
 
“Hattori.”
“Mhmm.”
“Hai finalmente capito cosa ti lega con Toyama?”
Mi volto verso il mio amico, a volte mi viene voglia di strangolarlo. Cosa devo capire? Non c’è nulla da capire.
“Che lei è la mia migliore amica, che la devo proteggere perché è una gran combina guai”.Rispondo sicuro di me stesso, Shinichi non risponde e approfitto di quel silenzio per addormentarmi.
 
“Allora, me la fai vedere, Heiji?” Ran mi guarda con un sorriso smagliante sulle labbra, non capisco a cosa si riferisce. Finalmente è finito tutto e ci ritroviamo sul traghetto di ritorno.
“Ma cosa?” Le chiedo mettendo meglio la mano destra nella tasca.
“Come cosa?! La cicatrice che ti ha lasciato Kazuha! E’ il segno del vostro amore!” Ti vedo arrossire e cercare di distrarre l’altra.
“Ah, la cicatrice, questa mattina quando mi sono alzato non c’era più. Deve essere guarita in fretta.” Le dico mostrandole la sinistra completamente intatta.
“Come? A saperlo te ne lasciavo una più profonda!” Rispondi quasi delusa.
“Ma…sei impazzita?” Ti chiedo ritirando la mano immediatamente.
“Però è meglio, così non puoi andare in giro a raccontare che ti ho quasi ammazzato.” Mi sorridi e ti allontani con Mouri per parlare di qualcosa.*
<<  Sì. Mi hai quasi fatto morire di paura. >> Aggiungo mentalmente mentre vedo il mio collega guardarmi storto e indicare la mano destra completamente fasciata e nascosta alla vista di tutti.
La mia mente è bloccata tra tanti pensieri.
Dimenticherai questo incidente perché ti ha fatta troppo soffrire? O lo ricorderai proprio perché abbiamo rischiato la vita?
Continuerai a trattarmi come sempre, o dopo il mio comportamento ambiguo di ieri mi lascerai perdere?
“E’ innamorata di me, e la risposta è sì, o sono così tonno da non rendermi conto dei miei sentimenti?” Mi scimmiotta Shinichi captando i miei pensieri.
Lo guardo truce e con un gesto eloquente della mano gli faccio capire che se non la smette lo butto a mare.
“E’ inutile, chi nasce Tonno…muore Tonno.” Sospira lui per poi voltarsi verso Ran.
E’ come se lui fosse morto per lei e, guardando Mouri, ora so come mi sarei sentito se ti avessi persa per sempre.

  *Fin qui l’ultima scena descritta è realmente narrata nell’episodio 243(ita) “L’isola della sirena” 

Angolo autrice.
Eccomi tornata con un'altra "cosa" (Kazuha95 non uccidermi).
Anche questa volta Heiji e Kazuha sono protagonisti, stavolta ispirati all'episodio 243 dove i due si ritrovano a penzolare in un burrone.
Bhe, spero che vi piacerà :3 A prestoo ♥
 

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