In the middle of night, when the angels scream

Aleida maledice chiunque nel consiglio docenti abbia deciso di fare la gita di quinto a Berlino; sì, insomma, Berlino dannazione! Lei non dice che avrebbe preferito la Russia, ma magari una nazione con meno legami politici, così da non scontentare nessuno. Giacomo, dal canto suo, avrebbe fatto festa una settimana, e da due giorni, quelli che per Aleida sono stati lunghissimi, gira a petto alto, gonfio come una rana. La ragazza mora sta vagando da quasi un’ora nella notte ghiacciata di marzo, la felpa nera di Giacomo addosso e la voglia di tornare nel letto caldo, ma il ragazzo l’ha chiamata, in una disperata ricerca d’aiuto. Quando Aleida lo trova è riverso a terra, con le labbra spaccate ed un rivolo di sangue all’angolo della bocca, rannicchiato in un vicolo, con lo sguardo pieno d’odio. Quando la vede sembra illuminarsi, ma poi chiude gli occhi, come a voler trattenere le lacrime ed Aleida si avvicina piano, fino a chinarsi su di lui e fargli alzare il mento, lo guarda per mezzo secondo in quegli occhi di ghiaccio e poi lo bacia piano sulle labbra spaccate, senza dire una parola. E magari l’odio nel nero della notte può essere alleviato dall’amore di una donna.