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Autore: flowayn    04/05/2014    2 recensioni
Charity ha 17 anni, i suoi genitori hanno divorziato e sua madre è scomparsa mentre suo padre ha sposato una perfetta imbecille dalla quale sta per avere una bambina.La sua migliore amica si è suicidata l'anno prima, tutti l'hanno lasciata sola e lei ha cercato di diventare invisibile.
Noah è il tipico duro: misterioso, affascinante ma non lascia avvicinare nessuno, è il genere da una botta e via, ma ha bisogno di Charity se vuole superare gli esami, prendere il diploma e avere l'affido dei suoi fratellini che sono stati rinchiusi in una casa-famiglia.
E se, per caso, lei fosse l'unica ragazza in grado di scivolare sotto la sua corazza?
E se lui riuscisse a ridarle il coraggio di rimettersi di nuovo in gioco?
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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CHARITY
 
Se tutto fosse stato come avrebbe dovuto essere forse non mi sarei mai trovata in questa situazione, ma ormai c’ero dentro fino al collo. La porta blu dell’ufficio si spalancò e vidi uscire un ragazzo, Joe Kimson, il tipico sfigatello, piangeva. Questo non era affatto invitante. Una vocetta stridula, così simile a quella di Kimberly, pronunciò il mio nome
- Charity Bridge- sembrava una domanda. Mi alzai dalla sedia e mi sistemai il vestitino bianco a fiori, lo odiavo ma nel mio armadio era rimasto solo lui. La stanza era quasi in penombra, le tende erano tirate davanti alla finestra impedendomi di vedere il panorama. Le pareti giallognole e i numerosi quadretti appesi tutti dietro la scrivania davano un’aria davvero squallida all’aula. Una piccola signora di circa cinquant’anni, coi capelli tinti di un rosso scuro orrendo,e una testolina davvero microscopica coperta per 34 da degli occhiali dalla montatura spessa, genere anni ’80, mi fissava entrare. Era vestita totalmente di rosa e mi ricordava la Umbridge di Harry Potter.
-Sei tu Charity?- chi altro ha un nome tanto idiota? Annuii semplicemente e mi accomodai sulla poltroncina
-Molte bene … hai un ottimo curriculum… uhm … ottima studentessa, già … piccole carenze in fisica, egregia in Arte e Letteratura … mmh … si, molto brava … - continuò così per non so quanto tempo, sfogliava e balbettava qualcosa, poi tornava rivedere se aveva letto bene e continuava a sospirare. Mi stava facendo venire il nervoso – Hai fatto la cheerleader … corso di danza … economia e calcolo … mmh … diritto … estimo …  - tutti corsi noiosi ai quali mio padre aveva insistito mi iscrivessi, voleva che diventassi qualcuno un giorno e tutte quelle dannate lezioni passate a studiare il codice civile e penale e le ore spese a fare dannatissimi calcoli e stime di proprietà e terreni, rilevazioni di tutti gli impianti di casa, e tutte quelle altre robe di cui mi fregava poco e niente secondo lui mi sarebbero servite. Avrei potuto dirgli di no, ma quando decide una cosa è ASSOLUTAMENTE irremovibile. Avevo rinunciato al corso di Arte per aggiungere quello di estimo e quello di teatro sostituito da diritto,almeno quello di letteratura me l’aveva lasciato tenere condividendo la mia stessa passione per i testi e la poesia, soprattutto inglese e italiana.
- Bene, bene … ok, mi sono fatta un quadro generale della tua persona in ambito scolastico, ora vorrei sapere qualcosa di te sul piano umano – non avrei voluto dirle niente, ma quella dannata pseudo-psicologa era riuscita a cavarmi le parole di bocca
- Ti piace l’arte eh? Hai vinto molti concorsi gli anni scorsi, come mai ora non frequenti più il corso?
- Dall’anno scorso mi sono iscritta a estimo, diritto e economia, non avevo più tempo per Arte.
- Già, l’ho notato… dimmi ti piacciono?
- Si – No. Li odio, ma non posso dirlo, lo direbbe a mio padre e lo deluderei e non voglio assolutamente che questo accada. L’ho già fatto troppe volte nell’ultimo periodo.
- Puoi essere sincera con me, non lo dirò a nessuno – rimasi sorpresa, era come se avesse capito quello a cui stavo pensando
- Ok, sincera. Non mi piacciono molto, ma non sono nemmeno tanto male – mezza verità o mezza bugia?
- I tuoi genitori hanno divorziato …
- Due anni fa, si- non è stato piacevole, per niente. Mia madre se n’è andata con un altro tizio di cui so solo il nome, Raul, e da quel momento non mi ha più scritto nemmeno una cartolina e non mi rispondeva nemmeno al cellulare.
- Come hai reagito alla notizia? – secondo lei?
- Ero delusa e arrabbiata
- Lo sei ancora?
- No – bugia. C’e l’avevo a morte con i miei genitori, con mia madre perché era sparita, senza nemmeno salutarmi, senza spiegazioni e con mio padre perché aveva trovato una compagna perfettamente idiota, l’aveva sposata, messa incinta e aveva riversato tutta la sua frustrazione su di me. Ma potevo anche capirlo, era deluso almeno quanto me del comportamento di mamma, arrabbiato quanto me. Aveva sempre creduto nei valori della famiglia, aveva cercato di darci tutto ciò di cui avevamo bisogno, ci aveva amate e lei l’ha abbandonato. Si è sentito un completo fallimento, ha cercato di rifarsi una vita con quell’oca di Kimberly e sembra esserci riuscito. Solo che non ha tenuto conto di quello che pensavo o provavo. Ha semplicemente fatto come se niente fosse, e ora mi sembrava deluso da me, io che mi sono sempre sforzata di essere la figlia perfetta e che avevo sempre cercato di compiacerlo in tutto sentivo quello sguardo insoddisfatto posarsi su di me ogni volta che rimanevamo soli o facevo qualche osservazione. E poi, come se non bastasse, Lily, la mia migliore amica aveva deciso di suicidarsi, ma di questo la pseudo-psicologa non sembrava volerne parlare e nemmeno io.
- Siucra?
- A volte sono arrabbiata con la mamma
- La vedi ancora? – conosceva già la risposta
- No
- La senti ogni tanto – anche questa
- No
- Ti senti delusa da lei – delusa. La parola giusta. Non risposi
- Ti ho convocata qui perché fai parte degli studenti migliori della nostra scuola e so che hai avuto non pochi problemi in famiglia negli ultimi anni – annuii – fai parte di un nuovo progetto che la scuola ha organizzato per aiutare te e altri ragazzi a superare i vostri problemi. Ovviamente è gratuito – non ho problemi economici e comunque non mi interessa questo progetto, non voglio superare niente, la mia vita è un casino e voglio che nessuno si immischi e cerchi di sistemare le cose – quindi avrai due sedute mensili con me, parleremo e ti aiuterò a uscire dai tuoi problemi
- non voglio. Devo parlarne con mio padre
- E’ d’accordo
- Lo sa? – ero scioccata
- E’ stato lui ha chiedermi di inserirti in questo progetto, vuole rivedere la Charity di prima – di nuovo, mi aveva organizzato la vita senza chiedermi quello che pensavo, forse avrei dovuto aspettarmelo.
- Ah – abbassai lo sguardo sulla targhetta davanti a me: JASMINE SULLIVAN- PSICOLOGA. Che nome orrendo Jasmine, quasi peggio del mio.
- Comunque vorrei chiederti se ti andrebbe di dare una mano a qualche tuo compagno di progetto che ha bisogno di qualche aiuto sulle materie scolastiche- non potevo rifiutare, ormai mio padre aveva emesso la sua sentenza. non ne avevo alcuna voglia, non mi andava per niente di uscire dal mio guscio di solitudine, volevo continuare ad essere invisibile.
- Certo
- Noah Hawkins avrebbe bisogno di qualche ripetizione in Letteratura, storia e diritto, tutte materie in cui eccelli – aveva un tono lusinghiero ma Noah! Il tipico duro, ragazzo misterioso,drogato, a cui tutte le ragazze andavano dietro sebbene fosse più il tipo da una botta e via. Lo vedevo in corridoio ogni tanto, con la sua solita giacca nera  e il ciuffo scuro davanti agli occhi. Un menefreghista, i tipi come lui mi mandavano in bestia ma non avevo scampo. Addio alla mia quasi invisibilità.
- Va bene – quelle due parole avevano appena firmato la mia condanna.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ angoletto autrice E' la primissima storia che scrivo, so che è un po' banale e mi dispiace ma ho appena cominciato a scrivere. Lasciate recensioni con ogni consiglio possibile Un bacione Flo

 

  
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