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Autore: Blacksie    04/05/2014    0 recensioni
Walpurgisnacht. La notte di Valpurga. Come molti sanno, è una festività celebrata nel passaggio dal 30 Aprile al 1° Maggio in Germania. Anche chiamata la notte delle streghe. Un paesaggio suggestivo ad incorniciare questa cupa notte, un castello nel cuore della Schwarzwald, la Foresta Nera, un gruppo di ragazzi ignari del pericolo che li osserva dall'alto degli alberi, che li scruta senza timore...
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era il 30 di Aprile, Walpurgisnacht, anche chiamata “La notte delle streghe”, il vento scuoteva i capelli del giovane gruppo di ragazzi, capeggiato da Lyra, una ragazza dai lunghi capelli biondi, legati in una fluente treccia, e dagli occhi color ebano, così profondi da annegarci dentro ad ogni sguardo. Alla sua destra c’era Aster, un ragazzo non troppo alto, i capelli scuri che legava in un codino che gli solleticava fastidiosamente il collo, mentre alla sua sinistra c’era Leo, un altro ragazzo sempre molto allegro e solare, dai capelli color miele in una folta “criniera”, come per rispecchiare il nome che portava. Erano dentro la Schwarzwald, la foresta nera, diretti verso l’Eltz Castle, e ognuno dei tre aveva una reazione ben diversa. Lyra, che era la più giovane dei tre, non sembrava aver per niente paura, anzi, era spavalda, camminava davanti ai due ragazzi con noncuranza, marciando come se conoscesse quel posto come le sue tasche, nonostante si fossero palesemente persi. Aster era il più grande del gruppo ma, al contrario di Lyra, si guardava intorno timoroso, quasi spaventato da quel bosco così cupo e oscuro, pieno di rumori agghiaccianti ed alberi suggestivi, e lanciava occhiate a Leo, come per essere rassicurato. Leo invece sembrava tranquillo, ridacchiava e seguiva Lyra senza problemi, come se non gli importasse di perdersi, come se quello fosse proprio l’ultimo dei suoi problemi praticamente inesistenti.

Erano in marcia verso il castello di Eltz. Lyra, fanatica dell’occulto, era riuscita a trascinare gli amici nientemeno che in Germania, in uno dei castelli più infestati del mondo intero. Avevano dovuto passare quattro estenuanti ore di volo e, nonostante fossero più che sfiniti, la ragazza li aveva portati immediatamente in giro per Stoccarda, mostrando loro i luoghi più macabri e strani, fino a quando la notte era calata, e tutti i ragazzi, adulti e bambini si preparavano alla grande festa, piena di danze, scherzi e celebrazioni. Tutti erano vestiti da streghe o diavoli, ma a Lyra questo non bastava. Aveva bisogno di altro, e, seppure fossero esausti, i due ragazzi furono trascinati in un luogo che Lyra non avrebbe potuto non voler vedere, un luogo meraviglioso e con una storia macabra dietro.

La Foresta Nera, durante la notte, creava ai loro occhi un paesaggio davvero suggestivo. La nebbia leggera copriva appena la loro visuale, i rami incurvati degli alberi sembravano stringerli in una morsa, e solo uno scorcio di cielo era visibile, la luce lunare era la loro unica fonte di luce in quel puzzle intrinseco di alberi. Da quell’unico foro nella vegetazione, era possibile vedere una delle torri del castello di Eltz, il luogo verso il quale erano diretti. Leo alzò lo sguardo verso di esso, per poi sussultare lievemente, un sussulto che venne notato immediatamente da Aster, i cui sensi erano acutissimi per via della paura che provava.
«Che è successo?!» chiese, impaziente di sentire la sua risposta, tremando lievemente per non darlo a vedere, mentre Leo apriva più e più volte la bocca, come se stesse cercando le parole giuste, e Lyra si fermava per osservarli e per partecipare alla conversazione. Dopo pochi secondi, Leo si decise e disse semplicemente:
«Mi era parso di vedere qualcosa che attraversava quegli alberi, ma probabilmente mi sarò sbagliato!»
«Forse era una strega sulla sua scopa! O un pipistrello! Meglio ancora, un vampiro!» esclamò la ragazza, eccitata all’idea e avvicinandosi ai due ad una velocità mostruosa.
«O poteva semplicemente essere un gufo o un qualche altro uccello notturno.» disse infine Aster, la voce balbettante, rompendo ogni briciolo di entusiasmo in Lyra.
«Sai essere davvero noioso a volte, sai?» e in men che non si dicesse tornò a camminare davanti ai due, intravedendo finalmente le porte del castello.
In altri venti minuti di camminata, il gruppo riuscì finalmente ad arrivare davanti alla strada in pietra che precedeva le enormi porte in legno massiccio. Lyra guardò i due, gli occhi che brillavano di nuovo entusiasmo mentre ascoltava lo scalpiccio dei piedi sopra la fredda e dura pietra che stava sotto di loro, l’eco dei loro passi che riecheggiava in quella bassa collinetta sulla quale giaceva il grande maniero.
«Non lo trovate eccitante?» ridacchiò Lyra, la voce squillante e piena di gioia mentre enfatizzava l’ultima parola e volgeva il proprio infantile sguardo verso i suoi accompagnatori.
«Più che eccitante, io lo trovo inquietante! E credo che Aster sia d’accordo con me» rispose Leo tranquillamente, avvicinandosi alla ragazza e arruffandole la treccia composta, facendola quindi crucciare.
«Certo che ho scelto proprio una bella compagnia per venire in un posto del genere!» sbuffò lei, assumendo un cipiglio minaccioso, come se volesse lasciarli lì e semplicemente andare avanti senza di loro, ma proprio quando lo fece, un flebile suono catturò la loro attenzione. Sembrava un cigolio insistente, come di una porta che fa fatica ad aprirsi, ma più forte e rumoroso, così tanto da coprire anche il suono dei loro passi.
«Cos’è questo rumore?» chiese Aster, guardando Lyra e subito dopo il castello, impallidendo. Adesso anche i due più impavidi provavano un po’ di timore, mentre all’unisono voltarono le proprie teste verso quell’enorme edificio, notando che le porte di esso si stavano aprendo molto molto lentamente. Il frastuono era creato proprio da esse, che aprendosi sembravano invitarli ad entrare dentro il maniero infestato, chiamando i loro nomi tra i cigolii e spingendoli ad avvicinarsi ancora di più.

Non sapevano di certo che dentro qualcosa di molto pericoloso e terrificante li stava aspettando, impaziente di “giocare” con loro.
   
 
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