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Autore: bluemary    23/07/2008    8 recensioni
"Quel fagottino apparentemente inerme era un’arma di distruzione di massa, un essere capace di schiantare da solo Kyubi, una sorta di castigo divino piovuto per sfiga sulla sua testa, certo non un bambino."
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seconda Flash-fic per la buona causa della Pannolini!Challenge!. Ringrazio di cuore Solarial per averla letta e per le sue correzioni LUV




The Beginning

Il bambino scrutò alternativamente il genitore, con il volto contratto da un connubio di paura e ribrezzo, e il neonato che gli stava tendendo con la stessa cautela con cui avrebbe trattato un serpente velenoso pronto a mordere in qualunque momento.
- Dai, figliolo, in fondo è tuo fratello. – disse l’uomo, con una chiara nota di supplica.
Il piccolo ninja fece un passo indietro.
No, quella cosa non era suo fratello.
Quel fagottino apparentemente inerme era un’arma di distruzione di massa, un essere capace di schiantare da solo Kyubi, una sorta di castigo divino piovuto per sfiga sulla sua testa, certo non un bambino. Un essere umano non sarebbe mai riuscito a piangere, vomitare e fare pupù nello stesso momento, sempre con quell’espressione d’intenso biasimo e sopportazione nei confronti del mondo intero.
Si fece forza e lentamente scosse la testa, il volto atteggiato ad un irremovibile rifiuto.
Passi per l’assidua determinazione con cui il neonato cercava di fargli lo scalpo ogni volta che gli veniva infilato a tradimento tra le braccia; passi per i concerti notturni con cui pareva voler annunciare la sua triste situazione a ogni abitante del villaggio, che gli avevano lasciato stampate sul volto delle occhiaie da settantenne, da cui forse non si sarebbe mai più liberato. Passi perfino per l’entusiasmo con cui gli rigurgitava sulla schiena dopo il ruttino, avvenimento tanto frequente da fargli credere che il neonato aspettasse apposta di trovarsi nelle sue vicinanze per svuotarsi lo stomaco.
Ma c’era un limite al sacrificio che un bambino poteva compiere in nome del dovere e dell’amore fraterno.
Fece un altro passo indietro, sperando invano di mettersi fuori portata dall’olezzo sempre più intenso e soffocante che cominciava a insinuarsi nell’ambiente simile a una nebbia malsana e quasi palpabile.
Fratello o non fratello, il pannolino non l’avrebbe mai cambiato.
Con che coraggio suo padre gli chiedeva di assumersi un simile compito all’età di nemmeno sei anni?
Non aveva fatto nulla di male, aveva ottenuto i massimi voti a scuola e, nonostante la forte tentazione, non si era ancora azzardato a tappare la bocca dell’insopportabile infante con una bomba carta. Lo guardò con gli occhi ridotti a fessure sospettose.
- Prima di partire la mamma l’ha affidato a te, perché devo cambiarlo io?
L’uomo impallidì vistosamente, anche se la causa primaria di quella subitanea perdita di colore poteva imputarsi al fatto che il suo secondogenito, con l’aria di chi sta sopportando una grave ingiustizia, aveva cominciato a emettere dei borbottii poco rassicuranti a livello dalla pancia.
- Perché ormai sei grande ed è giunto il momento che tu impari a prenderti certe responsabilità. – commentò, prima di attivare lo sharingan.
Un istante più tardi, il primogenito si ritrovò con il fratellino tra le braccia e una nube maleodorante che lo avvolgeva sempre più letale, offuscando ogni altro senso.
Del genitore neanche l’ombra.
Fu quel giorno, mentre cercava invano di battere il record d’apnea del villaggio e contemporaneamente cambiare il fratellino urlatore, che per la prima volta Itachi Uchiha cominciò a pianificare lo sterminio del suo clan.



   
 
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