La fronte lattea, imperlata di sudore.
Le ginocchia affusolate, sottili,
Come il peso della sua figura,
Esile, dolce, ma cosi deliziosa.
Nel suo sciogliersi, in quei sguardi,
Aggrottando le ciglia, e l’esatto uso della mani,
I suoi palmi, si ruotavano,
Davano alla testa, creavano in me tormento.
Proprio come i suoi occhi, gli volgeva al cielo,
Posto dov’è forse nata;
O nella tediosa nostra esistenza,
Là dove dovevamo essere.