Giochi di Ruolo > Vampiri: la masquerade
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Autore: Jake Blake The Heartquake    05/05/2014    0 recensioni
Amadeus, conscio che a breve la sua dipartita avrà luogo in quanto la situazione per lui è oramai troppo compromessa, decide di condurre la sua amata Alevien in quella che sarà per lei la più bella serata di tutta la sua esistenza
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ennesimo capitoletto tratto dalle "fantagiocate" della cronaca Veronese di Vampiri
Quella sera Amadeus aveva sentito Alevien per telefono, e i due avevano concordato per il vedersi sotto la casa di lei. Il Vampiro aveva deciso di prepararle una sorpresa fantastica per quella che si preannunciava la loro ultima sera assieme. Si era vestito in maniera elegante per l'occasione, con un completo nero molto fine. Non appena sotto casa di lei, scese dall'auto, attendendola, pensieroso. Era felice, cosa che non provava da almeno una cinquantina d'anni, ma al tempo stesso la malinconia e la tristezza facevano a pugni e calci nella sua mente, ben consapevole che il vacuo vessillo di felicità che stava per vivere. Ma poco importava, del resto, finchè sarebbe stato con lei si sarebbe divertito. La sua mente cessò di funzionare quando Alevien entrò nel suo arco visivo. Vestita con un fantastico abito nero a maniche lunghe, la Ventrue si muoveva leggiadra come una foglia. Lui le si avvicinò, prendendole delicatamente la mano, sfiorandola con le labbra in un leggero inchino "Lunga Notte, mia adorata. Se hai il piacere di seguirmi, vorrei condurti in un luogo a me molto caro" lei, senza rispondere, si accomodò in macchina. Amadeus, rapidamente, chiuse la portiera di lei, per poi salire rapido in macchina. Mentre la strada si muoveva rapida attorno a loro, lui la guardava, ogni tanto, sorridendo. Lei, con il suo solito fare distaccato, rimaneva ad osservare fuori dal finestrino il buio della notte che via via prendeva possesso del mondo. Amadeus continuava a guidare, concentrato, sorridente. Ogni tanto canticchiava pezzi che passava la radio, felice. Alevien, invece, pareva sempre più perplessa e preoccupata. Dopo circa un'oretta e mezza di strada, Alevien pareva scocciata "A breve saremo arrivati, cara" disse, sorridente come mai prima d'ora. Passarono pochi minuti e, dopo aver preso una stradina laterale, i due giunsero a destinazione, all'interno di un piccolo parcheggino nei pressi del mare. Amadeus scese rapido, sfilandosi la cravatta, con il sorriso stampato in viso. Fece scendere delicatamente Alevien e chiuse la portiera, per poi dirle "Per questa sorpresa dovrò bendarti, spero non ti dispiaccia!" non attese risposta, le si mise alle spalle e, con la cravatta, andò a bendarla. Dopo averla preso sotto braccio, i due si avviarono per un vialetto che si avvicinava alla riva, dietro quello che pareva essere un piccolo tratto di boscaglia. Nel cielo risplendeva la luna piena, la quale illuminava una Venezia splendidamente congelata nella sua immagine imperitura. Dopo qualche minuto di camminata, Amadeus tolse la benda ad Alevien, mettendola di fronte ad uno spettacolo mozzafiato. Una barca ristorante era ormeggiata lì, che aspettava loro due. Una serie di persone si stava muovendo rapida per finire le ultime cose. Amadeus, guardando il capitano, sorrise, facendo accomodare Alevien sul battello. Dopo pochi attimi, un suono fece capire all'equipaggio che si stava per salpare nel mare attorno a Venezia. Mentre i due girovagavano sulla barca, Alevien continuava imperterrita a mentenere le sue barriere alte. Amadeus, conscio della cosa, la fece accomodare a poppa, posizionandosi al suo fianco "Non trovi che ci sia un cielo fantastico, questa notte?" la giovane Ventrue sorrise, facendo un cenno di approvazione. Quel sorriso, così bello, così splendido, così letale, andò a spaccare brutalmente quella che era la facciata terribilmente glaciale che si portava appresso. L'aura mistica di freddezza e spietatezza scomparve in un secondo, facendo sciogliere Amadeus, il quale si perse in quel sorriso.Quando Alevien si accorse che Amadeus era ancora imbambolato nel suo sorriso, schioccò le dita, riportandolo alla realtà, con una risata sincera, tranquilla, divertita. Si stava finalmente tranquillizzando. L'assamita, cogliendo il momento, prese una bottiglia con delle scritte in arabo, versandone il contenuto in due calici differenti "Uomo d'affari del medio oriente, annata del 978. Aveva venticinque anni, rubata dalla riserva del Gran Visir del clan. Se lo scoprono, mi uccidono, ma per te, questo e altro mia cara" i due scoppiarono in una sonora risata, gustandosi il prelibato nettare, mentre il battello continuava a viaggiare, lentamente, intorno alla città. Dopo qualche attimo in cui i due vampiri stavano chiacchierando amorevolmente di quanto fosse bella la Luna che risplendeva riflessa nel mare, un giovanotto fece un cenno ad Amadeus, il quale, rapidamente, si alzò in piedi, allungando la mano ad Alevien "Seguimi, devo mostrarti una cosa" le disse, mentre lei, alzandosi, finiva il sangue. Dopo essere saliti nella parte superiore del battello, Amadeus battè rapidamente le mani, facendo illuminare una piccola orchestra che, nello stesso istante in cui le luci vennero accese, iniziarono a suonare l'overture 1812 di Tchaikovsky. Prendendo sottobraccio Alevien, Amadeus la porta subito a prua, sul piccolo spiazzo che di solito veniva usato dal comandante per fare gli annunci importanti. Con uno schiocco di dita, alcune figure si mossero, nell'ombra oltre il parapetto, facendo avviare un turbinio di palloncini colorati e colombe che, assieme alla magia della musica, presero il volo nel cielo notturno. Alevien, incapace di parlare ed estasiata dalla scena, si fece trascinare da Amadeus in un ballo. Per lui, quel momento era magico. Nella sua mente balenò il ricordo di quando, assieme alla sua Sire, danzavano nei saloni da ballo viennesi prima di darsi alle più efferate carneficine. Chiuse gli occhi, ricordando Dar'ja, così bella, così letale, la quale muovendosi per la sala da ballo riusciva ad avvelenare i propri avversari senza che essi potessero rendersene conto. Quando li riaprì, di fronte non c'era lei, ma Alevien. E Amadeus si sorprese, scoprendo che il sentimento che provava per entrambe era uguale, della stessa potenza. Scosso profondamente dalla cosa, strinse a sè la vampira, baciandola passionalmente. Alevien, senza fiato, si scostò da lui, divincolandosi leggermente. Odiava essere presa alla sprovvista, e anche in quel momento si sentiva come... in pericolo. Amadeus fece un cenno rapido alzando la mano che teneva dietro la schiena di lei, per poi farla voltare con un'abile piroetta. Una serie di fuochi artificali vennero sparati da un battello nelle vicinanze, andando a creare uno spettacolo pirotecnico degno di essere ricordato nei decenni a venire. Alevien rimase di stucco, completamente basita dal tutto. Amadeus, dopo averle dato un bacio sul collo, la fece roteare nuovamente in maniera magistrale, concludendo quella danza con un caschè degno di nota. Dopo aver fatto accomodare Alevien in modo che potesse concludere di godersi la musica e i fuochi, scese sotto coperta. Passò una mezzoretta, prima che il battello attraccasse di nuovo. Alevien si sentiva come una bimba che va per la prima volta al Luna Park, completamente spaesata, estasiata, preoccupata, felice. Una mistura esplosiva di emozioni, Un membro dell'equipaggio le si avvicinò, facendole cenno di seguirlo. Quando Alevien scese, rimase colpita. Amadeus sfoggiava un lustrissimo vestito bianco, pieno di medaglie e medagliette, con i galloni da Ammiraglio "Me li sono guadagnati nella guerra del Golfo questi sai?" disse, sorridendo. Salutò l'equipaggio rapidamente, ringraziando tutti e complimentandosi per l'impeccabile lavoro, mentre Alevien era sbigottita "La finirai mai di sorprendermi, Amadeus?" chiese, con fare enigmatico. L'assamita la guardò, divertito "Nemmeno dopo la morte ultima, mia cara, nemmeno dopo la morte ultima" i due salirono in auto, contenti, e si avviarono verso Verona, consci del fatto che la notte era oramai giunta al termine, per loro. Amadeus, contento, ricacciò in gola tutta la malinconia di quello che sapeva sarebbe successo di lì a breve. Alevien, invece, guardava spensierata fuori dal finestrino, canticchiando allegramente. Una volta arrivati al parcheggio sotto casa della Ventrue, l'assamita la guardò, con uno sguardo malinconico. Poggiò la sua mano sul viso di lei, carezzandola dolcemente "Mai prima della mia sire avevo amato qualcuno così tanto da dedicare la mia intera esistenza a quella persona. E ora ci sei tu, per la quale sto muovendo mari e monti, per la quale morirò. Ma di questo abbiamo già parlato, e non vi è preoccupazione alcuna nel mio animo. Sono certo che capirai, con il tempo, questo mio sacrificio" scese dall'auto, andando ad aprirle la portiera di lei. Alevien lo guardò, per un lunghissimo istante. Perplessa, scese dall'auto, abbracciando subito Amadeus, "Amadeus io..." l'assamita le poggiò un dito sulle labbra "Ssssht, non parlare, Principessa. Non parlare" abbassò il dito, lungo il mento, per poi andare delicatamente a posizionare la mano dietro la nuca di lei. La guardò, sorrise, mentre estraeva i canini. Con un movimento rapido e quasi impercettibile, Amadeus azzannò delicatamente il collo di lei. Un lieve gemito fuoriuscì dalla bocca di Alevien, esterrefatta ed estasiata dal piacere immenso che stava provando in quel momento. Il sangue scorreva a fiotti, e Amadeus combatteva contro la sua Bestia pur di non arrecar danno irreparabile alla sua amata. Dopo qualche secondo si staccò, passando delicatamente la lingua sulla ferita, facendola sparire, continuando a baciarle il collo fino ad arrivare alle labbra, in modo da scambiare con lei un ultimo, grandioso e passionale bacio. Le loro anime, per un singolo istante, si intrecciarono, per poi lasciarsi andare, consce del fatto che l'una aveva con sè un pezzo dell'altra. Amadeus, a malincuore, si staccò da lei, porgendole un saluto militare impeccabile "Addio, mia amata, un giorno ci vedremo di nuovo, e quel giorno saremo felici. Felici e al sicuro, è una promessa" Alevien, sorridente, si voltò per tornare verso casa. Amadeus, una volta in macchina, fissò lo specchietto retrovisore "Ed è così che il grande Amadeus si prepara a morire per la propria amata... per la seconda volta. Peccato, questa sarà l'ultima" e, dopo aver acceso la radio e aver messo in moto, con una sgommata violenta Amadeus si involò verso il rifugio di Dalla Torre, conscio che probabilmente non sarebbe stato più capace di uscirne
  
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