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Autore: Kobi    05/05/2014    4 recensioni
|HiroMido, penso| Fluff, Malinconico| Accennino alla BanGaze ❤| Dedicato ad Ila e al mio amore che ieri ha compiuto 14 anni ❤|
Estratto (?) dal testo:
~Hiroto posa di nuovo lo sguardo sulla lucida foto che raffigura il giorno del suo quinto compleanno, avvenuto circa dodici giorni prima: erano a casa, nella spaziosa ed elegante cucina; il padre a destra e la madre a sinistra, come due angeli custodi. Una torta al centro, con ancora la candela blu accesa. Un raggiante sorriso su i volti dei tre.
E un desiderio che ancora rimbombava nella mente del bambino al centro. Un desiderio semplice, puro.
Il mio desiderio è: vivere in pace e in armonia insieme a mamma e papà. Per sempre.
Un desiderio costretto a non poter essere realizzato.
Per ora.~
Vi prego, lasciate un commentino cwc -spero sia meglio di come sembra.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Claude Beacons/Nagumo Haruya, Jordan/Ryuuji, Nuovo personaggio, Xavier/Hiroto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hai gli occhi più belli che io abbia mai visto~


-Basta! Non ce la faccio più! Ce lo porti tu, idiota!!- 
Una donna sulla trentina, un po' bassa con capelli corti tendenti al nero, magra dalla carnagione cadaverica con poco seno, aveva appena sbattuto la porta di una casa dalle pareti bianco latte e dal tetto marrone scuro; a passo spedito si dirige verso un'auto beige, parcheggiata adiacente alla modesta casetta. 

Apre con rabbia la portiera rifugiandosi dentro e posizionandosi al posto guida schioccando la lingua. 

Prima di partire dà un ultimo sguardo sprezzante, con i suoi occhi grigio-azzurro, verso la porta in legno dell'abitazione da cui è scappata. 

Da lì ne esce un uomo: abbastanza alto e muscoloso, occhi smeraldo ormai senza più vita e carnagione quasi abbronzata; guarda l'auto della donna andare via mentre, con una mano, spinge la testolina del bambino che ha imbraccio e con l'altra lo stringe a sé, riparandolo dal leggero venticello autunnale e per rassicurarlo. 

Il piccolino, dalla carnagione candida come la madre e dai capelli rubino con occhi smeraldo come il padre, trema e ha delle amare lacrime agli occhi, segno che aveva smesso di piangere da poco; è spaesato e non sa cosa sia successo, l'unica cosa che sa e che pensa è: papà è triste, chissà dov'è andata la mamma ... Forse a fare la spesa ... Devo aiutare papà! 

Il bambino di circa cinque anni, si avvicina all'orecchio del padre e dolcemente gli sussurra poche e semplici parole, ma dettate dal cuore di quel piccolo e tenero bambino. 

-Papà, non ti pleocupale. Mamma, litolna e poi ci sono io a falti compagnia!- si allontana di poco e lo guarda negli occhi, sorridendo. 

L'uomo lo osserva sorpreso mentre scuote piano la testa, correggendo mentalmente una parte del "discorso" del suo interlocutore. 

Hiroto, la mamma non ritorna. 

Si morde il labbro inferiore e ritorna all'interno della casetta chiudendo lentamente la porta. 

L'arredamento è moderno, fatta eccezione per un armadio antico; le pareti sono color verde scuro e l'ambiente è abbastanza spazioso. 

A passo veloce sale a due a due le scale a chiocciola, stando ben attento a non cadere; attraversa il piccolo corridoio e entra in una stanza dove c'è una culla. 

Poggia il bambino interno, a quanto pare avevo compiuto da poco i cinque anni, non era ancora pronto per star in un letto. 

Hiroto si stropiccia gli occhi e nel frattempo quello che dovrebbe essere il padre ritorna nella sua camera da letto, indossa un semplice jeans blu e una maglia a maniche lunghe grigia scuro, come il suo umore. 

Prende delle chiavi da sopra il mobiletto levigato e le infila frettolosamente in tasca, prende un giacchettino nero, come le scarpe, e torna davanti alla culla. 

-Papà ... D-dove ... - 

Il piccolo Hiroto, con voce tremolante, cerca di domandare qualcosa all'uomo, che lo prende ancora in braccio stringendolo contro il suo petto. 

Si precipita fuori, spalancando la porta d'ingresso. 

Per colpa del forte sole, il bambino dai capelli rossi strizza d'impulso gli occhietti, riparandosi sotto il collo del padre facendogli un po' di solletico. 

-Andiamo ...?- 

Finalmente finisce la domanda e con una manina si aggrappa ad un ciuffetto dei capelli del padre. 

Sospirando, il padre cammina verso un'auto, simile a quella della donna, e prima di mettersi a posto guida fa sedere il piccolo Hiroto dietro, stando non molto attento a stringere per bene la grande cintura. 

-Papà deve andare ad aiutare la mamma, adesso papà ti porta in una ludoteca per un po' di tempo.- 

Il suo interlocutore lo guarda perplesso mentre fa scivolare il suo sguardo fuori dal finestrino e, teneramente, poggia un dito sopra le soffici e rosee labbra e cerca di identificare il significato della nuova parolina: ludoteca. 

Dopo un po' a ragionare in silenzio, il piccolo rosso decide di chiederlo direttamente al padre, piegando la testolina di lato. 

L'uomo, guardandolo con la coda dell'occhio, gli risponde sospirando e volgendo subito dopo lo sguardo sulla strada, mentre il suo cuore si frantuma in pezzi sempre più piccoli. 

Se mai ne avesse uno. 

-È un posto dove ci sono tanti bambini come te con cui potrai giocare, Hiroto.- 

-Davelo? Che bello! Non vedo l'ora! 

Il bambino dalla pelle color delle nuvole batte infantilmente le mani paffutelle, chiudendo gli occhi e sorridendo. 

-Tolnate plesto tu e la mamma?- 

Si affretta a continuare, giocherellando con le mani cambiando all'improvviso umore. 

Che lunatico. Proprio come ... Lei. 

Ennesimo sospiro da parte del padre. 

-Non preoccuparti, il prima possibile saremo sa te. Ok?- 

Il piccolo rosso annuisce, stringe le manine alla grigia cintura e guarda fuori il finestrino. 

-Ah, dimenticavo. Appena papà se ne va, devi andare vicino il cancello e non devi muoverti finché non viene qualcuno ad aprirti. Capito?- 

-Mh mh.- 

Ci sono molte persone in strada: chi per far compere, chi corre per non arrivare tardi a lavoro, chi va a scuola, chi perde l'autobus e invece c'è chi passeggia tranquillamente, mani dietro la schiena e sguardo sognante. 

Dopo vari minuti arrivano davanti ad un cancello, arrugginito dal tempo e dalle intemperie. 

-Siamo arrivati.- 

Afferma con tono malinconico il padre mentre si ferma davanti all'entrata; esce dalla macchina e si affretta a far fare altrettanto al piccolo, cercando di non guardare i magnetici occhi di quest'ultimo. 

Che codardo. 

-Hiroto ...- 

Il piccolo, in piedi accanto a lui, sentendosi essere chiamato si gira, in segno di star ascoltando. 

L'uomo mette una mano nella tasca dei jeans, aggiustandosi con l'altra mano gli occhiali dalla montatura sottile e rettangolare. 

-Cosa ...?- 

Il suo interlocutore lo guarda sempre più stranito mettendo, come a suo solito, la testolina di lato. 

-Ecco, conservala.- 

Il padre gli porge una foto, abbassando la mano fino ad arrivare al visino del bimbo, che tremolante la prende tra le sue bianche mani. 

-Ma ... Questi siamo noi!- 

Esclama alzando il capo. 

-Già. Guarda anche dietro.- 

Hiroto posa di nuovo lo sguardo sulla lucida foto che raffigura il giorno del suo quinto compleanno, avvenuto circa dodici giorni prima: erano a casa, nella spaziosa ed elegante cucina; il padre a destra e la madre a sinistra, come due angeli custodi. Una torta al centro, con ancora la candela blu accesa. Un raggiante sorriso su i volti dei tre. 

E un desiderio che ancora rimbombava nella mente del bambino al centro. Un desiderio semplice, puro. 

Il mio desiderio è: vivere in pace e in armonia insieme a mamma e papà. Per sempre. 

Un desiderio costretto a non poter essere realizzato. 

Per ora. 

Il piccolo girando la foto assottiglia i vispi occhi, accorgendosi di una frase dal carattere delicato in basso a destra. 

-Papà ma c- 

Alza lo sguardo e quello che vede è il vuoto. 

Gira la testa a destra, poi a sinistra. Si guarda ripetutamente attorno. 

Niente. Di papà non ce n'è l'ombra. 

Avrà avuto fretta ... 

Pensa ingenuamente Hiroto che nel frattempo cerca di leggere il messaggio dietro la foto. 

Ma proprio non ci riesce. È ancora troppo piccolo. 

Improvvisamente come un eco gli risuonano in mente le parole del padre. 

Appena papà se ne va, devi andare vicino il cancello e non devi muoverti finché non viene qualcuno ad aprirti. 

-Uff. E va bene.- 

Borbotta toccandosi un ciuffo do capelli rossi. 

Dopo una ventina di secondi ecco che compare davanti a lui una ragazza dalla carnagione chiara, capelli neri e lisci, lunghi fino a metà schiena, occhi blu scuro -quasi nero-; indossa una divisa scolastica composta da: gonnellina nera e maglietta a maniche lunghe color ocra con un fiocco al centro di un giallo quasi arancio, calza ballerine nere con un piccolo tacchetto. 

-Ciao! Io sono Hitomiko Kira, ma chiamami Hitomico o Hitomico-neesan, o più semplice nee-san.- 

Si presenta la ragazza facendolo entrare. 

-Ciao ... Io mi chiamo Hiroto ...- 

-Benvenuto Hiroto! Posso chiamarti Hiro-chan?- 

Annuisce in segno di assenso. 

La ragazza gli sorride prendendolo per mano, lo porta verso la struttura: imponente e ben restaurata, anche se i muri sono un po' ingialliti.; il tetto è di un colore tra il marrone scuro e il rosso mattone. 

-Ecco qui, questa è la tua nuova casa!- 

Hiroto, stringendo la fotografia nella mano sinistra, la guarda sgranando gli occhi. 

-Cos'hai?- 

Gli posa una mano sul capo, scompigliandogli dolcemente i capelli. 

-Oh, ho capito. Piccolo, questo un orfanotrofio ... Sai che significa?- 

Hiroto nega scuotendo la testa, non staccando gli occhi dalla ragazza. 

-Significa che da oggi vivrai qui. L'orfanotrofio è un posto dove i bambini che non hanno più una mamma e un papà posso stare insieme e crearsi una nuova famiglia! Anche chi ha la mamma e il papà può venire qui, invece che aspettare il ritorno da solo soletto si sta in compagnia!- 

Sul viso del bambino spunta di nuovo un sorriso, varcando la soglia dell'orfanotrofio. 

-Bambini!- 

Richiama a gran voce Hitomiko abbracciando piano il piccolo rosso. 

Una marea di bambini si raggruppano davanti ad un Hiroto incredulo davanti a tante persone in una sola volta. 

-Questi saranno i tuoi fratelli durante la tua permanenza qui!- 

Gli altri bambini guardano curiosi il nuovo arrivato, nel frattempo si era creato un leggero chiacchiericcio di sotto fondo. 

Finalmente, dopo vari minuti di sguardi, un bambino dalla strana capigliatura vermiglio e dagli occhi oro si avvicina a lui. 

-Ciao! Io sono Nagumo!- 

Gli sorride, salutandolo e presentatosi. 

-O meglio, Tulipano.- 

Una voce fredda, molto diversa della precedente, corregge il bambino di fronte a lui. 

Tra la folla si fa avanti una figura slanciata, dai capelli bianchi sparati a destra -una vera e proprio massa improbabile- e dagli occhi azzurro ghiaccio. 

-Ehy! Nessuno ti ha chiesto niente, Ghiacciolino!- 

Ghigna beffardo Nagumo, fronteggiando l'altro. 

-Tsz. Comunque, io sono Suzuno.- 

Regala al nuovo arrivato un sorriso anch'egli. 

-Tu stai sorridendo?!- 

Nagumo si avvicina sempre di più al viso del suo migliore amico*, incredulo. 

Insomma, il Ghiacciolino non sorrideva o rideva mai

Quest'ultimo arrossisce, spingendo con delicatezza l'altro lisciandosi kl ciuffo, come faceva di solito quando era nervoso e/o imbarazzato. 

Il Tulipano si imbroncia, mettendosi a braccia conserte volgendo lo sguardo altrove avvicinandosi di nuovo al bianco. 

-Ciao, io sono Hiroto!- 

Nel frattempo che i due avevano ripreso a litigare, un altro bambino si fa avanti, arrivando davanti a lui. 

-Benvenuto, io sono Ryuuji!- 

Un largo sorriso gli si fa spazio sul viso mentre mette una mano sul fianco sinistro e con l'altra si attorciglia una ciocca di capelli al dito. 

Il bambino che in questo momento gli parla è di corporatura media, come l'altezza, e possiede occhi color degli abissi e lunghi capelli verde pistacchio, quasi come il colore delle pareti della sua casa, raccolti in un'ordinata coda di cavallo.

Hiroto avvampa di botto appena incontra quegli occhi così profondi ed espressivi. Senza un valido motivo. 

-Nee-san, dormirà con me?- 

-Sì Ryuuji, è in stanza con te. Contento?- 

Il verde annuisce con vigore, prende la mano al rosso e lo fa passare tra tutti i bambini. 

-Li conoscerai dopo, adesso stai un po' con me ... !- 

Timidamente afferma il minore, salendo le scale a chiocciola assieme a lui. 

-Aspetta un attimo ...- 

-Sì?- 

-Sai che hai gli occhi più belli che io abbia mai visto?- 

Il bambino in questione arrossisce dalla testa ai piedi, fermandosi. 

-G- grazie, anche se ci credo ... Tu hai degli occhi magnifici! Sembrano delle pietre preziose!- 

Ryuuji si tappa la bocca, arrossendo, se possibile, ancora più di prima. 

-Grazie! Però i tuoi sono più belli!- 

Così, i due bambini, mano nella mano visitarono l'orfanotrofio, litigando e facendosi complimenti a vicenda per tutto il tempo. 

Nacque così la loro amicizia, e più avanti, il loro amore. 





*Non ho scritto anche "rivale" perché mi sembra che siano ancora troppo piccoli per ufficializzare che siano anche questo. Migliore amico per ora, poi più avanti diverranno anche rivali. Per me. 


--Angolino Di Quando Il Cielo è Blu, Cielo è Blu, Cielo è Blu!-- 
Saaalve popolo! 
Kori no tamashi è viva, ve lo aspettavate? :'3 
Ecco, scusatemi gli errori ma sono con il cellulare, non so che casino ho fatto e non ho la forza di correggere, domani appena tornata da scuola controllo! (anche perché vorrei dormire visto che sono le 4 e domani ho scuola fino alle 16:30 -.-") 
Aggiungerò anche colori ecc., ora davvero non ho forze TT^TT 
Spero vi piaccia, e credo di averlo resi abbastanza IC, anche se alcuni non hanno direttamente un vero e proprio carattere (?). Nel senso che sono piccolissimi, quindi Suzuno a quell'età poteva essere allegro e pimpante mentre Nagumo era freddo e timido u.u -ca***** time- 
Ah Ila sì, ti ho fo***** l'angolino xD (?) 
So che Hiroto prima non riesce a pronunciare le "R" e le doppie e dopo sì, ma ok. (?)
Spero vi piaccia, e vi scongiuro lasciate un commentino cwc 
Kiss ❤ 
Reby-chan xx
 
  
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