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Autore: QueenVLondon    05/05/2014    1 recensioni
Dopo essere stato privato dall'Ultra dei propri poteri ed essersi allontanato da Cara, John si sente solo e confuso.
Ma se una persona riuscisse a restituirgli un briciolo di speranza in se stesso e lo facesse sentire di nuovo speciale?
Dal testo:
"Si sentiva come se tutto ciò che avesse avuto gli fosse strappato via una seconda volta e aver lasciato andare Cara era stata la cosa più difficile che avesse mai fatto, però non aveva avuto altra scelta.
(...)
Fu in quel momento che un volto che non avrebbe mai creduto di possedere nella sua mente si fece largo fra i suoi pensieri, donandogli un attimo di pace.
Afferrò il cellulare, un mezzo che fino a poco prima aveva considerato alquanto insignificante, e la chiamò".
(Le vicende si inseriscono all'interno della puntata 1x21!)
Accenni Jastrid e a Jedikiah.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Astrid Finch, Cara Coburn, Jedikiah Price, John Young
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Era abituato a non potersi fidare di nessuno, a svegliarsi sapendo di dover lottare per sopravvivere. Era stato così fin da quando ne avesse memoria.

Non c’era mai stato nessuno a prendersi cura di lui, né tanto meno a proteggerlo. Le famiglie adottive nelle quali avevano vissuto erano state soltanto la base della piramide del suo tormento.

Si era già convinto che ci fosse qualcosa di sbagliato in lui, un dettaglio che dovesse averlo reso assolutamente indesiderabile, inamabile e ne aveva preso piena coscienza la prima volta che aveva letto i pensieri del suo padre adottivo.

C’era disgusto, disinteresse, rabbia, ma quelle sensazioni non erano niente se paragonate a ciò che lui era in grado di fare.

Quale essere umano poteva possedere quella capacità senza essere ritenuto un mostro?

Sapeva per certo di non essere stato morso da un ragno radioattivo, com’era accaduto a Peter Parker prima di diventare Spiderman; inoltre sicuramente non era e non sarebbe mai stato un eroe.

C’era solo una parola con la quale si sarebbe definito. Assassino.

Aveva costruito la sua posizione fra i Tomorrow People basandosi su una bugia, aveva ricoperto un ruolo che non gli spettava e adesso il destino gli aveva fatto scontare ogni sua singola decisione sbagliata, ogni vita che aveva preso.

Tuttavia, se all’epoca qualcuno gli avesse predetto che l’unica persona di cui si era mai fidato non solo l’avrebbe usato, ma l’avrebbe reso un mostro, non avrebbe esitato a dargli del pazzo.

Eppure tutto ciò che aveva creduto reale si era rivelato una tremenda e gigantesca macchinazione.

Aveva appena scoperto le proprie capacità paranormali quando Jedikiah l’aveva trovato. L’aveva salvato da se stesso, da quel dolore a cui non era mai riuscito a dare un senso. L’aveva portato all’interno dell’Ultra e gli aveva dato qualcosa in cui credere, un obiettivo.

Quell’uomo aveva creduto in lui fin dal principio. Non c’era stata nessuna ragione che l’avesse costretto a prendere il suo caso tanto a cuore, ma l’aveva fatto.

E ben presto John aveva cominciato ad affezionarsi a lui, ad amarlo come se fosse il padre che non aveva mai avuto e che, al contrario, non aveva mai smesso di sperare di avere vicino.

Tuttavia, il suo era stato solamente un gioco ben strutturato.

Jedikiah non l’aveva mai considerato un figlio, perché un vero padre non avrebbe mai reso la carne della sua carne una macchina per uccidere. Non l’avrebbe mai reso così sbagliato.

Non si era mai accorto di quanto fosse disposto a sacrificare finché non gli aveva detto di uccidere il suo stesso fratello, Roger.

La cosa peggiore era che anche in quel momento, finché non aveva visto l’uomo che un tempo era stato uno dei suoi insegnanti accasciarsi di fronte ai suoi occhi, non aveva mai messo in discussione l’ordine ricevuto.

Ma in quel preciso istante, mentre guardava la vita lasciare per sempre il corpo di Roger, comprese a pieno il motivo per cui quelli della sua razza non fossero capaci di uccidere.

Non era mai stato un difetto come pensava Jedikiah, ma un dono.

Anche se l’iniziativa non era partita da lui, era stata la sua mano a premiere il grilletto. A togliere un padre ai suoi figli, un marito a una moglie.

Non si era mai perdonato per aver commesso quell’omicidio a sangue freddo e poco importava che il padre di Stephen fosse ancora vivo: non c’era nessuno che fosse in grado di alleviare il dolore che provava e che sembrava volergli dilaniare il petto.

Non ricordava di essersi mai sentito così perso e solo prima di allora. Si sentiva come se tutto ciò che avesse avuto gli fosse strappato via una seconda volta e aver lasciato andare Cara era stata la cosa più difficile che avesse mai fatto, però non aveva avuto altra scelta.

Non poteva permettere che rischiasse la propria vita per proteggerlo dall’Ultra, anche perché ormai dubitava di poter essere considerato una minaccia dall’organizzazione.

L’ultima frase che le aveva detto gli balenò nella mente.

“So che non mi lasceresti mai andare, quindi lo farò io per te”.

Pronunciare quelle parole gli era parso quasi impossibile, ma non avrebbe aggiunto la morte di Cara alle cose per cui non avrebbe mai potuto a chiedere perdono.

Non c’era alcun Rifugio, non c’era mai stato e, anche se fosse esistito, lui ormai non era altro che un semplice e innocuo umano. Non c’era alcuna ragione per cui Cara stesse ancora con lui, non c’era alcun motivo che lo spingesse a cercare di tornare sottoterra. Non c’era più nulla che potesse fare per loro.

 
Si sentiva come se insieme ai suoi poteri avesse perso anche la cognizione del tempo. Non sapeva quanto fosse passato, non aveva neanche idea di dove si trovasse, o di come avesse fatto a giungere fino a lì.

Tutto sembrava al di fuori del suo controllo e non c’era nessuno che potesse aiutarlo.

Fu in quel momento che un volto che non avrebbe mai creduto di possedere nella sua mente si fece largo fra i suoi pensieri, donandogli un attimo di pace.

Afferrò il cellulare, un mezzo che fino a poco prima aveva considerato alquanto insignificante, e le telefonò.


Quando l’aveva chiamata voleva soltanto avvisarla di quello che stava per accadere, darle la possibilità di stare con chi amava, tuttavia quando lei gli parlò non disse ciò che si sarebbe aspettato di udire.

“Sai, John, non sono i tuoi poteri a renderti utile. O importante, o divertente, o gentile, o forte, o speciale. O Idiota”.

E si era sentito veramente tale sentendo quelle parole, perché Astrid gli aveva ricordato che c’era ancora qualcosa che potesse fare per salvare le persone che amava, la sua famiglia. Non era più il ragazzino solo e sperduto che Jedikiah aveva conosciuto.

“Sei la persona più coraggiosa che abbia mai incontrato, John. E anche la più testarda. Perché nascondi tutto quel coraggio?”

Astrid lo guardava in un modo differente da quello a cui si era abituato stando insieme a Cara e quando la giovane posò le proprie labbra sulle sue non fece niente per respingerla. Perché in quel momento non stava pensando a Cara.

Tuttavia, doveva tornare. Aiutare.

“Astrid”, le disse, pronunciando il suo nome come se fosse un fiore forte e al tempo stesso delicato. “La prossima volta che ti bacerò non sarà perché il mondo sta finendo”.

 
Non riusciva a credere che proprio Cara l’avrebbe portata da lui al Rifugio. Abbracciò Astrid con impeto e quando incrociò lo sguardo di colei che probabilmente non avrebbe più potuto definire la sua ragazza comprese quello che entrambi già sapevano da tempo: per loro non ci sarebbe mai stato un lieto fine. Non insieme.

Non importava quante battaglie avessero vinto, quanti nemici avessero sconfitto, quante volte fossero sfuggiti dalla morsa dell’Ultra. I loro cuori non si appartenevano più.

Avevano finto che i sentimenti di Cara nei confronti di Stephen fossero qualcosa da poter ignorare, qualcosa che non esistesse, invece erano sempre stati presenti. La connessione che l’aveva sempre unita a lui non era qualcosa da cui potesse scegliere di scappare. Non si sarebbe mai frantumata, perché per qualche assurda ragione si appartenevano. Provavano quello che l’altro provava, senza eccezioni.

Se le cose fossero state diverse forse anche lui avrebbe potuto trovare quel tipo di legame. Forse gli occorreva soltanto più tempo. Purtroppo però quello era una delle cose che non poteva più avere.

Sentì la ragazza stringerlo con maggior forza e John non poté far altro che tenerla stretta fra le proprie braccia, in attesa che tutto terminasse.

Quella era davvero la fine.

Ma non sarebbe scappato, perché non c’era nessun altro posto in cui avrebbe voluto essere.


Ciao a tutti!
Nelle ultime settimane mi sono appassionata molto alle vicende narrate in The Tomorrow People e, in particolare, al personaggio di John Young.
Credo sia uno dei più controversi e, in attesa di scoprire cosa ci riserverà la Final Season, ho deciso di provare ad elaborare qualcosa su di lui.
Non sono ancora molto convinta che la coppia John/Astrid possa funzionare davvero, ma mi è piaciuto molto che abbia scelto di chiamare proprio lei in un momento così delicato.
Spero che questa storia vi sia piaciuta e se mi vorrete far sapere cosa ne pensate ve ne sarò grata. :)
Baci
QueenVLondon

 

  
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