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Autore: Sybelle    24/07/2008    7 recensioni
"Il giorno della vostra separazione, il mio cuore si spezzò. La mia favola finì. Divisa tra America e Giappone, la mia adolescenza divenne solo una mal riuscita imitazione dell’infanzia." Eccomi con una song fic totalmente diversa dal solito...Io, Sybelle, per una sfida, per la prima volta ho scritto una fic senza Kei. A questo punto mi rimetto al Vostro giudizio! Kissone
Genere: Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Max Mizuhara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi qua con la song fic più importante della mia carriera di scrittrice! Una song fic…assolutamente, inevitabilmente, totalmente senza Kei!!! È il frutto di una sfida contro Iria (e Dio solo sa lei come risponderà alla sfida XD) e soprattutto contro di me. Con questa song fic intendo dimostrare di saper scrivere storie diverse da quelle concentrate sul caro nippo-russo…
Buona Lettura ^^
Kissone
Sybelle

 

Mamma e Papà

Da piccolo credevo che la mia vita fosse perfetta. Avevo tanti amici, uscivo spesso al parco, giocavo…Mi ricordo che spesso mi sporcavo tutto, e tornavo a casa con un sorrisino colpevole e qualche fiore che avevo raccolto per farmi perdonare. Voi mi rimproveravate, ma subito l’arrabbiatura svaniva, per essere sostituita da un dolce sorriso. Eravate la mia famiglia, la migliore famiglia del mondo. Sapevo che mi amavate, ed io amavo voi.
Da piccolo non potevo capire che il lavoro era per voi più importante dell’amore…
Il giorno della vostra separazione, il mio cuore si spezzò. La mia favola finì. Divisa tra America e Giappone, la mia adolescenza divenne solo una mal riuscita imitazione dell’infanzia.

Hey papà stammi a sentire
Ti ricordi quella volta che siamo andati a pedalare?
Con le biciclette stanche
Con le mani sporche e vuote
Sembravamo come fratelli
Uguali come due ruote 

Papà, ricordi le nostre gite in bicicletta? Le facevamo sempre nello stesso periodo, sempre nello stesso posto. Non potevamo rinunciarvi. Erano il nostro legame, un legame così fresco e puro. Mi ricordo che facevamo la nostra lunga scalata, pedalando forte, vincendo la fatica e il caldo; tu mi davi la carica necessaria, mi parlavi e ridevi, ed io ridevo con te. E quando arrivavamo in cima come ci sentivamo bene! Eravamo stanchissimi e tutti sporchi, e ci sorridevamo felici mangiando il nostro panino pieno di maionese. Il nostro sorriso, la faccia sporca di salsa: sembravamo fratelli…uguali identici.

Ti ricordi la domenica?
Mi portavi con te allo stadio
Quella volta che mi hai preso in braccio
Con la curva sotto assedio
La gente che scappava
Sembrava una guerriglia
Io sembravo un’ostrichetta e tu la mia grande conchiglia

Una domenica mi portasti allo stadio: ero molto piccolo, e mi hai portato a vedere la finale dei mondiali di beyblade di quel lontano anno…Rimasi affascinato: una potenza…una tale forza. E come si divertivano! Alla fine dello scontro, però, molti tifosi insorsero, ci fu un grande caos…Me lo ricordo sai? Tu mi prendesti in braccio, proteggendomi, e mi portasti fuori dallo stadio, correndo subito a casa. Sei stato il mio eroe, quel giorno.

Hey papà, la sera in televisione
Si vedeva di tutto e niente col tuo zapping da campione
E mamma che sbuffava
E noi litigavamo
Eravamo così uguali eppure non ci capivamo

Ricordo un episodio, in particolare…C’era un cartone animato che io volevo vedere a tutti i costi, sebbene l’avessi già visto tantissime volte. Ma tu no, niente da fare! Giravi per ogni canale, e non ti fermavi mai. MAI. Ed io allora urlavo come impazzito, mentre tu mi tenevi lontano dal telecomando, e la mamma ci guardava sconsolata. Ogni sera la passavamo così. Effettivamente, io non sono mai riuscito a vedere un programma dall’inizio alla fine, a causa tua. Ironia della sorte, lo zapping è anche il MIO peggior difetto adesso che sono cresciuto. 

Noi confusi
Dalla vita e dal lavoro
Da una vita che non si è scelta ma che ci sembrava d’oro
Bianco e nero
Come un film degli anni trenta
Anche se me ne hai fatte tante la mia fiamma non si è spenta
E sto qui a cantare
Col tuo sangue nelle vene
Me ne hai fatte tante ma ti voglio bene

Vivevamo così, alternando momenti di divertimento ed unione familiare a momenti di totale allontanamento…Per il lavoro, sempre e solo il lavoro…Tu papà avevi il tuo negozietto ed eri felice così, la mamma invece era l’erede di una grossa cooperativa scientifica…Al tempo lei non vi lavorava, aveva scelto di stare con noi…Non avevamo scelto noi quella vita così incasinata, ma ci andava bene, eravamo felici lo stesso. Ora come ora il mio passato con voi mi passa davanti agli occhi in tanti fotogrammi, come in un film di quelli vecchi e noiosi che ogni tanto guardavate da soli, la sera, pensando che io stessi dormendo, quando in verità ero lì, dietro di voi, e curioso spiavo i dolci baci che vi davate…Ovviamente non capivo cosa l’amore fosse, per cui quello spettacolo per me era nauseante. Papà…ti sei mai chiesto cos’ho provato io quando hai deciso di lasciare andare la mamma in America? Mi hai fatto soffrire…tanto. Te lo sei mai chiesto se era la scelta giusta anche per me? Ero solo un bambino…avevo bisogno della mia mamma e tu hai permesso che scomparisse dalla mia vita. Eppure, nonostante ciò, ti voglio bene, e continuo a lanciare il mio bey, a pedalare, a ridere, a vivere…Sono sangue del tuo sangue, e ne vado fiero.

 

Hey mamma guardami adesso
Sempre lo stesso figlio anche se non parliamo spesso
Come quando da bambino
Che sembravi mia sorella
Ti vedevo in mezzo agli altri ed eri sempre la più bella

Hey mamma, ti sei stupita di vedermi ai mondiali? Ero così vicino a te, ed ero sempre io, il tuo Max, ma non mi hai rivolto la parola e non mi hai abbracciato come quando ero piccolo…Ne ho sofferto sai? Ti vedevo lì, con la tua squadra, bella e irraggiungibile come sempre…La mia goccia d’acqua, stessi occhi, stessi capelli, stesso passato…Possibile che tu mi avessi dimenticato? Sono tuo figlio! 

Mi ricordo che stavamo praticamente sempre insieme
Tua unica missione era farmi stare bene
Ed anche quando invece
Non era tutto apposto
Mi guardavi sorridendo e soffrivi di nascosto

Ricordo che passavo più tempo con te che con papà. Lui aveva il suo negozio, tu lavoravi solo via cellulare o computer, potevi stare molto più tempo con me. E quando tornavo a casa tutto sporco e pieno di graffi e sbucciature non facevi domande, mi guardavi con un broncio divertito e mi curavi, mi coccolavi…Ricordo che mi abbracciavi spesso, soprattutto quando eri tu ad avere dei problemi…Come quando morì il nonno, e ti dissero che saresti dovuta andare in America per sostituirlo alla PBB…Ricordo che in quel periodo mi sorridevi e abbracciavi di continuo, come a scusarti in anticipo. Ed intanto entrambi soffrivamo…

E quando arrivava l’estate
Andavamo sempre al mare
Con la macchina senza radio pensavamo noi a cantare
Le canzoni di Bennato, Battisti e De Gregori
Eravamo sull’asfalto ma sembrava in mezzo ai fiori

Un estate la passammo in California…Ogni giorno andavamo al mare con una decapottabile rossa di cui avevo rotto la radio…papà era esasperato, ma tu trovasti la soluzione: “Cantiamo noi! Tante canzoni inglesi…così Maxie impara a parlare bene una delle sue lingue madri!” Dicesti…Ed io ero contentissimo, e cantavo con tutto il fiato che avevo in gola canzoni che tu stessa proponevi…Era un mondo così bello e colorato che si apriva davanti ai miei occhi…A quel tempo tu non eri ancora una donna d’affari, a quel tempo sapevi ancora cosa significava la parola “famiglia”

E poi la sera
Non volevo mai dormire
E tu anche se eri stanca mi venivi a coccolare
Ancora adesso
Che non stiamo tanto insieme
Penso a quei momenti d’oro
Se ho bisogno di star bene
E passa il tempo e siamo grandi in un istante
Ma sei ancora la mia voce più importante

Ricordo che la sera non volevo mai dormire perché ero convinto che sennò sarebbero arrivati gli alieni e mi avrebbero rapito…Ed allora tu, il mio angelo custode personale, venivi da me, mi prendevi in braccio e mi cantavi una ninna nanna rassicurante, anche se tu per prima avevi bisogno di riposare e di essere rassicurata. Tu non puoi veramente immaginare come mi sia sentito quando te ne sei andata via per sempre…Mi sono sentito…abbandonato…E la sera, quando non c’eri, se cercavo di addormentarmi senza riuscirci, ripensavo a quella ninna nanna, alle tue braccia attorno a me, alla tua voce rassicurante. È stata dura per me, lo sai. Ed il tempo è passato di colpo, e mi ha ritrovato grande e senza di te…Eppure, anche se mi la prima volta che mi hai rivisto mi hai ignorato, non ho mai cessato di considerarti la persona più importante…

Quante volte vi ho pensato
Nei momenti più importanti
Quando solo sopra un palco affrontavo i miei giganti
Quando in macchina di notte
Con l’Europa da scoprire
A far finta di star bene per non farvi preoccupare
Quante volte ho detto basta
Ma chi me lo fa fare
Però poi pensando a voi non riuscivo mai a mollare
Questa vita di speranze
Ma piena di emozioni
Questa vita che racconto spesso nelle mie canzoni

Durante i primi incontri, al mio primo mondiale, per darmi forza io pensavo a voi, alla vostra grinta, alla vostra determinazione…Ero lì da solo, davanti al mio avversario, il lanciatore in mano, ma dentro di me c’eravate anche voi, mi davate la volontà necessaria a superare le difficoltà…E la mia difesa era allora invincibile, perché insieme ai meccanismi del mio bey e alla potenza di Draciel, vi erano anche le vostre forti braccia a stringermi e a proteggermi. E in Europa, quando non sapevamo più cosa fare, dove andare e di chi fidarci…allora mi facevo coraggio, superando la paura di girare da soli la notte, la paura che qualcosa di ben più reale degli alieni ci potesse ferire…Sareste stati fieri di me, ci scommetto! E quando ai mondiali avevo la peggio, e il dolore mi trafiggeva da parte a parte, e volevo arrendermi, allora pensavo a voi, e mi rialzavo, anche solo per perdere con dignità e onore…Ho sempre vissuto nella speranza che la nostra famiglia sarebbe tornata quella di un tempo…Questa speranza non mi ha mai abbandonato, né nei momenti di sconforto né in quelli più allegri…Ho vissuto felicemente, non mi avete fatto mancare nulla, ma quello che voglio io sono emozioni diverse da quelle che uno sport o gli amici mi possono dare…Io voglio poter rivedere me, mio padre e mia madre in una stessa stanza, ancora…Chiedo molto?

Qualcosa che va
Oltre la realtà
E che non finirà
MAI…

È incredibile…allora non era solo un’ utopia…Che bella sensazione…dopo tanto tempo, siamo tutti e tre insieme nella stessa stanza, dopo tanto tempo vedo i miei genitori baciarsi di nuovo, e non posso fare a meno di sorridere…Mi siedo a tavola, prendo in mano il tubetto della maionese, rido con mio padre, spiego a mia madre come ho passato la giornata…E mi sento ancora felice…La favola continua, la mia famiglia è ancora unita.

 

Fine

 

Non ho nulla da dire se non…commentate! In questa fic soprattutto per me è veramente fondamentale sapere cosa ne pensate…Vitale.

Ringrazio Iria per questa strana sfida.

Ringrazio Padme per i consigli spassionati.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e si rammaricheranno di non poter recensire, per motivi a me ignoti.

Ringrazio coloro che recensiranno positivamente.

Capisco e ringrazio anche coloro che recensiranno negativamente. E giustamente.

 

Sempre vostra.

Sybelle

   
 
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