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Autore: hikaru83    05/05/2014    3 recensioni
Hanamichi e l'incredibile rapporto della Gundai, dall'inizio a oggi, quanto è stato importante, e quanto ancora lo è?
Genere: Comico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro personaggio, Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa, Yohei Mito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E chi ci ammazza
 
 
Quattro mocciosi per la strada era la nostra compagnia
e facevamo sega a scuola e il prato era una prateria
sfidarsi a un’andatura brada sui sassi della ferrovia
mattine eterne a far la spola tra sala giochi e pizzeria


Sono passati anni da quando ho incontrato i ragazzi della gundai. Cavoli a pensarci sembra passata una vita, o anche qualcosa di più. Il primo che ho incontrato fu Yo, all’asilo, e da lì quanti guai, quanti scherzi.
La tempera blu al posto del dentifricio di quell’antipatico della classe affianco alla nostra, gli ombrelli dei prof riempiti con due bicchieroni d’acqua quando pioveva, così che non si accorgessero del peso eccessivo e si bagnassero appena si aprivano l’ombrello sulla testa, la colla nel toupet del custode che ci requisiva sempre i nostri giochi. Ah che ridere...
Poi si sono aggiunti anche gli altri tre, roba da matti, non credevo che avrei trovato dei dementi peggio di me, Yo doveva essere un santo per sopportarci, anche se di risate se n’è fatte, a volte, spesso in realtà, soprattutto a nostre spese.
Le medie passate tra una bigiata e l’altra, rintanarsi in sala giochi, o far vincere Takamiya e abbuffarsi prima? Risposta difficilissima da dare.
 
Quattro sfigati dentro un’auto a passo di cavalleria
prendere a calci il pomeriggio e a sputi la monotonia
urlare un complimento incauto tirando dritto a un crocevia
ficcarsi in mezzo ad un litigio poi capottarsi di euforia


Come scordare quando abbiamo rubato la macchina del padre di Noma, poco prima di entrare al liceo, con lui che diceva tutto orgoglioso che se ci fermavano non c’era alcun problema, con i suoi meravigliosi baffi nessuno avrebbe avuto nessun dubbio che avesse almeno vent’anni. Grazie al cielo nessuno ci ha fermato o addio liceo...
E quante risse senza motivo, scoppiavamo all’improvviso e con la stessa velocità ci ritrovavamo a ridere per terra come dei dementi.
 
C’andava bene anche se ci andava male
non ci acchiappava mai la malinconia
cosa ci fosse poi di tanto speciale
nessuno ci ha capito mai una beneamata mazza
la sera giù in piazza la chitarra per corazza
cavalli di razza sempre insieme e chi ci ammazza a noi


Se dovessi contare le volte che le nostre idee sono andate per il verso giusto, probabilmente non riuscirei ad elencarle neanche sulle dita di una mano, ma non ci importava, i casini in cui ci mettevamo alla fine si risolvevano sempre, perché eravamo insieme sempre pronti per l’altro.
Senza contare tutti i rifiuti che ho ricevuto, se non fosse stato per il loro modo contorto di tirarmi su il morale chissà come mi sarei depresso. Nessuno mi ha mai capito come loro, a parte Kaede, nessuno. Insieme noi che gruppo di pazzi.
 
Quattro cialtroni al ristorante con i ricordi in avaria
a fare sempre troppo tardi bolliti già a bagnomaria
sotto una faccia un po’ sognante pisciare con filosofia
e ribeccarsi negli sguardi senza cambiare sintonia


Anche dopo la mia entrata nel club di basket, quando il mio tempo da dedicare a loro era molto meno, il nostro rapporto non è mai cambiato, ci si incontrava al ristorante dei genitori di Takamiya, o nel bar di quelli di Okusu e giù a ridere, e a far gli scemi, cosa che ci è sempre venuta naturale. In giro di notte a camminare e a far casino, continuando a essere sempre noi stessi.
 
Era la stessa e che non era mai uguale
e ci schiantava una dannata allegria
chissà che c’era di così eccezionale
per stare là in silenzio sciroccati nella guazza
e un’alba svolazza sopra i panni su in terrazza
cavalli di razza sempre insieme e chi ci ammazza


Persino Kaede ammetteva che le uscite con loro mi facevano bene, cavoli non esiste al mondo un gruppo di matti come eravamo noi, sempre a ridere sempre a far gli scemi, sempre insieme.
 
Il tempo non ha tempo per nessuno
tenerlo fermo è un’utopia
e a me è toccato dirvi addio ed uno ad uno
mi siete andati tutti via
e son rimasto a correre da solo
ma a volte ho l’illusione che
uno per uno vi mettete affianco al volo
e poi vi fate insieme a me


Ora che sono qui, a centinaia di chilometri da Kanagawa, un giocatore affermato al fianco della mia kitsune, penso ancora spesso alle nostre giornate a fare gli scemi.
Quando ho dovuto salutarvi poche settimane dopo aver preso il diploma, è stato uno dei momenti più difficili della mia vita. Come avrei fatto senza di voi in un paese sconosciuto, lontano e così diverso dal mio? Poi però mi capitava spesso, mentre correvo da una lezione a un allenamento, ad esempio, di immaginarvi accanto a me. Sentivo le vostre urla durante gli allenamenti, specialmente quando combinavo qualche guaio dei miei, a volte li faccio ancora lasciando basiti squadra, coach, tifosi e avversari, ma come dice Ru ero, sono e rimarrò un do’aho a vita.
 
La corsa più pazza dietro al vento o a una ragazza
cavalli di razza sempre insieme e chi ci ammazza
e un pezzo strombazza nell’aria e nella mente che scorrazza
cavalli di razza sempre insieme e chi ci ammazza


Eravamo unici, senza dubbio. Ci coprivamo le spalle a vicenda, non eravamo mai soli.
 
Tanto come fai questa vita spiazza
non ci capiremo mai una beneamata mazza
tanto cosa vuoi questo tempo impazza
ma ci penseremo poi tanto a noi ma chi ci ammazza

Tanto come fai questa vita spiazza
non ci capiremo mai una beneamata mazza
tanto cosa vuoi questo tempo impazza
ma ci penseremo poi tanto a noi ma chi ci ammazza…

 
Anche ora che vi vedo, con le facce addormentate e completamente rincoglioniti dal viaggio, oramai uomini fuori, siamo arrivati ai trent’anni anche noi, ma ancora con la stessa luce negli occhi, la stessa voglia si divertirci insieme e di far casino. La stessa amicizia che ci lega. Anche ora ho la certezza di non avervi perso, siete corsi appena vi ho chiamati, come potevo fare il passo che sto per fare senza di voi?
 
“Do’aho, ora non hai scuse, domani indosserai quel vestito che ci siamo fatti fare su misura e mi sposerai chiaro?”
 
“Certo Kit, non vedo l’ora!”
 

Fine
 
 
Note: Il progetto delle song mi sta mandando al manicomio, trovo infinite possibilità, come questa, che però non centrava con la raccolta, o per meglio dire forse centrava un po’ ma oramai avevo detto a slanif  che la pubblicavo e se gli dicevo che avrebbe dovuto aspettare non so ancora quanto per vederla mi veniva a prendere e io non ci tengo proprio a farla arrabbiare.
Quindi spero che la apprezziate. Grazie a tutte!
P.S. Ah già mi stavo scordando la canzone è di Baglioni, i personaggi sempre di Inoue e le idee malsane sempre mie!
  
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