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Autore: PattyOnTheRollercoaster    05/05/2014    1 recensioni
«Insomma, un uomo ti bacia e subito inizia a toccarti il sedere. Che cosa dovevo pensare?»
«Ma, voglio dire, era lì. Tu eri lì, lui era poco più in basso, ho pensato che toccarlo non fosse un problema.»
Yasmine annuiva. «Certo, ma certo. A me non è dispiaciuto, a lui neanche. Ho solo… male interpretato il gesto.»
Benedict fece per dire qualcosa, ma poi rise. «Se avessi saputo che una semplice palpata avrebbe portato a tutte queste incomprensioni, mi sarei tenuto le mani in tasca.»
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Benedict Cumberbatch, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il regno animale





Capitolo uno
La tartaruga e lo squalo bianco





Capace di rifuggire i pericoli rintanandosi all’interno del suo guscio, la tartaruga simboleggia anche la calma ed il procedere per gradi.

   Benedict si era sempre considerato un tipo più razionale che romantico. Forse era proprio per questo che, passati i trenta e verso i temibili “anta”, ancora non aveva realizzato uno dei suoi più grandi desideri: diventare papà. Tutto a causa del suo pensare troppo, si era detto un giorno. Si riteneva un tipo indeciso, pensava alle cose dieci volte prima di farle, soprattutto – e forse particolarmente – nella vita privata. A volte pensava di essere stato una tartaruga nella sua vita passata. Riflessivo e un po’ lento, si rinchiudeva nel suo guscio eliminando il mondo circostante per pensare meglio. In molti gli avevano detto che infondeva tranquillità e che sembrava un tipo stabile. Decisamente una tartaruga. Come contraddirli? Forse era un po’ troppo stabile. Forse per fare qualcosa di spaventoso e meraviglioso come avere dei figli ci si deve solo buttare, aveva pensato Benedict una volta. Ma ecco che iniziava a pensare “Buttarsi, sì, ma con chi? Verso dove? Dovremmo fare in modo di cadere in piedi, poi. In questo momento non credo che sarei in grado di cadere in piedi, forse è meglio aspettare.” Era un circolo vizioso, quello in cui cadeva quando pensava a queste cose. Immaginava il futuro ma non si rendeva conto del presente. Perché era facile avere buone intenzioni, fare fioretti e buoni propositi, quando gli mancava la cosa fondamentale per metter su famiglia: una ragazza.

   «Una ragazza?»
   «Sì, una ragazza.»
   «Ma per ragazza intendi… adolescente?»
   Josh piegò la testa di lato e aggottò le sopracciglia. «Come mei ti interessa tanto?»
   Benedict si strinse nelle spalle. «Solo curiosità. Voglio dire, è già raro che una donna scriva libri di questo genere, se poi aggiungi anche che è giovane direi che è qualcosa degno di nota, no? Volevo sapere.»
   «In effetti a quindici anni è molto più facile scrivere storie fantasy», concesse Josh.
   «Ha quindici anni?!»
   «No, era per dire. Ne ha ventitré.»
  «Oh…» Benedict era piacevolmente stupito. Quando, due settimane prima, aveva ricevuto la sceneggiatura da Josh l’aveva letta tutta in un paio d’ore scarse e aveva trovato la storia interessante. Aveva chiamato Josh e si erano messi d’accordo per incontrarsi nell’ufficio di lui, per sapere quali altri attori fossero stati scelti per i provini, chi sarebbe stato il regista, e in generale che tipo di produzione volevano iniziare. Quando aveva saputo che la storia era stata tratta da un libro aveva subito esclamato che doveva aspettarselo: una sceneggiatura del genere implicava per forza un libro dietro. Quando poi Josh gli aveva detto che era stato scritto da una ragazza, Benedict era andato in visibilio. Amava trovare l’arte nei luoghi e nelle persone più inaspettati, soprattutto se proveniva da qualcuno cui non avresti dato un penny, a vederlo. In effetti non avrebbe mai detto che un libro così fosse stato scritto da una giovane autrice al suo libro d’esordio, avrebbe immaginato qualcuno come Irwin Welsh o Chuck Palahniuk1, un uomo sulla trentina che incuteva un leggero timore.
   «Come si chiama?»
   «Yasmine Casterlane.»
   «Credo che lo leggerò.»
   «Anche se non otterrai la parte?»
   Benedict alzò le spalle. «Perché no?»
   «Perché no non dovresti leggerlo o perché no non dovresti ottenere la parte?»
   «Perché non dovrei leggerlo? Ma anche la seconda, insomma… hai detto che ci sono buone probabilità che scelgano me.»
   «Il regista, a quanto ho capito, sta spingendo perché la scelta sia fra te e attori del taglio di Sam Clafin.»
   «Ricordami chi è esattamente», Benedict aggrottò le sopracciglia.
   Josh fece una ricerca per immagini su Google e poi girò il pc di modo che anche Benedict potesse guardare i risultati. «Diciamo che è un attore che piace molto, al momento… come te, fra l’altro. Ma credo che tu abbia maggiori possibilità, più che altro per come la produzione verrà impostata. La storia ha tematiche molto oscure, è contorta. La immagino come una pellicola a metà tra il sogno e la veglia.»
   «Un sonno piuttosto travagliato», commentò Benedict.
   «Infatti. Un attore giovane come Clafin difficilmente interpreta pellicole del genere proprio quando comincia ad essere notato dal grande pubblico. Se fossi io il suo agente, glielo sconsiglierei, per quanto la produzione possa essere interessante. Sarebbe rischioso e prima sarebbe meglio consolidare l’attenzione che i media e i produttori hanno per lui.» Josh rigirò il computer e chiuse la pagina di Google. «Leggi il libro, potrebbe aiutarti.»
   «Credo che lo farò. A quando i provini?»
   «Credo fra due o tre settimane. Ti mando una mail, d’accordo?»
  Benedict si alzò e salutò il suo agente. Fuori dagli uffici guardò il cielo e si strinse nel cappotto con più decisione, intenzionato a lasciare il freddo fuori dalle ossa. Era passato il periodo più freddo dell’anno ma era fine Febbraio e il clima londinese, personaggio volubile, aveva deciso di ghiacciare ancora un po’ le strade. Vero era che Benedict era particolarmente freddoloso, quindi camminava a passo svelto con le mani affondate nelle tasche e strette a pugno. Si rifugiò presto in una libreria, dove sapeva avrebbe trovato ciò che stava cercando. Si diresse subito verso il commesso più vicino.
   «Salve, sto cercando un libro pubblicato da pochi mesi. Il titolo è “La conversione di Philip”, di Yasmine Casterlane.»
   «Ma certo, seguimi.» Il commesso condusse Benedict entro un dedalo di scaffali e poltroncine più o meno tutte occupate. La musica soffusa della radio si faceva sentire ma non era ingombrante. Il commesso si fermò nella sezione delle ultime uscite e scelse un libro da una delle colonne più fornite. «A te.»
   «Grazie.»
   L’uomo si esibì in un sorriso di cortesia e se ne andò, mentre Benedict esaminava il libro. Aveva la copertina rigida, una sovra copertina spessa e abbastanza pagine da poterlo intrattenere per un po’. Era un lettore accanito. Quando trovava un libro che lo interessava poteva leggerlo in due giorni, a costo di non fare altro per tutta la giornata. Il titolo era scritto in ampie lettere gialle e il disegno che vi campeggiava era “La conversione di San Paolo”, di Caravaggio. Per la precisione si trattava della prima versione del dipinto, detto anche “Caravaggio Odescalchi”, dal nome della famiglia alle quale apparteneva. Benedict non sapeva tutte queste cose, non si poteva ritenere un esperto di arte a quei livelli, ma aveva già visto il quadro e sapeva riconoscere un dipinto di Carvaggio o per lo meno caravaggista, quando ne vedeva uno. Comprò il libro e, appena arrivato a casa, iniziò a leggerlo sprofondato sul divano.

Il grande squalo bianco è risultato essere l’animale dal morso più potente fra gli attuali abitanti della terra.

   «Non posso credere che faccia ancora così maledettamente freddo. Voglio dire, siamo a Marzo! Io voglio il sole, voglio andare in giro con le maniche corte e la gonna.» Yasmine gettò il giubbotto sul dorso della sedia e si srotolò la sciarpa dal collo, incastrandola nel cappuccio.
   Dominic fece un mezzo sorriso e scorse la lista di nomi che aveva davanti. Era già d’accordo con Jerry, produttore escutivo, per la scelta dei protagonisti, ma nonostante il ruolo di regista non era riuscito a far pesare la sua decisione. Yasmine aveva detto che voleva assolutamente fare dei provini e assistervi, soprattutto per gli attori che avrebbero interpretato ruoli principali. L’agente di Yasmine era decisamente in gamba e, in pratica, se volevano produrre quel film lei doveva approvare tutte le scelte. A Dominic non dispiaceva la cosa, per il momento. Gli era parso di capire che la ragazza volesse solo assicurarsi che il film non distruggesse il libro e lo trasformasse in qualcosa di “ispirato da” piuttosto che “basato su”. Era una cosa che capiva e non aveva la minima intenzione di distruggere l’opera di Yasmine, che lo aveva colpito parecchio.
   La ragazza, per parte sue, non voleva risultare antipatica o dispotica, ma in nessun modo avrebbe permesso che rovinassero il libro che aveva impiegato quasi quattro anni a scrivere, fra un esame di università e l’altro. Non avrebbe mai permesso che cambiassero i suoi personaggi, che adattassero al grande schermo le situazioni solo per renderle più piacevoli, per edulcorarle o perché fossero apprezzabili dalla massa. Era decisa a non demordere, se le decisioni prese sarebbero state contro la logica o lo spirito del suo libro. Avrebbe trattenuto Dom e Jerry in una morsa come lo squalo bianco trattiene le sue prede, senza lasciarli andare fino a che non avrebbero ceduto, piuttosto di vedere la sua opera diventare una pellicola sputa-soldi per i produttori. Aveva un contratto che certificava che lei poteva consigliare ciò che voleva al regista e ai produttori, ma ancora non l’aveva firmato. Era entusiasta del fatto che dal suo libro sarebbe stato tratto un film, ma aveva ancora paura di siglare quell’accordo, che a ben vedere non era molto vantaggioso per lei dato che ad avere l’ultima parola era Jimmy. Quando avevano discusso sugli attori da scegliere Yasmine pensava fosse troppo presto, dato che non aveva ancora firmato, ma sospettava che Jimmy e Dominic volessero incoraggiarla e mostrarle quanto erano bendisposti nei suoi confronti.
   Quello era il motivo per il quale erano lì tutti e tre: la scrittrice, il regista e il produttore. Tutti in fila seduti su delle comode sedie di fronte ad uno spazio vuoto, ad attendere quello che agli attori nella sala affianco sembrava un momento crudele e ingiusto, come un esame orale all’università o per alcuni, addirittura, come la passeggiata di un coccoloso coniglietto davanti ad una famiglia di alligatori.
  Dopo tre ore avevano esaminato quattro degli attori che avevano chiamato per i provini e, anche se Jerry era molto soddisfatto e Dominic attendeva di vedere tutti i candidati prima di decidere, Yasmine aveva il naso sempre più arricciato in una smorfia di disapprovazione.
   «Ne mancano solo due», disse Jerry guardando i nomi. «Il primo è Sam Clafin. Negli ultimi quattro anni ha preso parti a produzioni come Hunger Games, Pirati dei Caraibi, Biancaneve e il Cacciatore e altri film del genere.»
   «Insomma, non ha proprio esperienza in film di questo genere», sottolineò Yasmine alzando le sopracciglia con atteggiamento critico.
   «Ti sei proprio svegliata con la luna storta oggi, eh?», osservò Dominic accigliato.
   La ragazza sbuffò. «Non sono del tutto convinta. Ma in fondo gli esperti siete voi, se avete visto qualcosa che io non ho notato per scarsa esperienza vi prego di dirmelo. Al momento i miei occhi vedono solo balbettanti bambocci.»
   «Mi sembra di essere in una versione cinematografica di Masterchef.»
   I tre risero e il ragazzo entrò. La prima cosa che non andò giù a Yasmine fu che probabilmente poteva essere considerato un bel ragazzo da chiunque. Lei certo non ci avrebbe sputato sopra. Peccato che il suo personaggio non fosse un adone, almeno come lo aveva immaginato lei. Era un ragazzo normale. Il suo disappunto calò un poco quando recitò la parte con evidente entusiasmo, senza essere troppo teatrale e nel modo in cui Yasmine aveva immaginato la parte. Era solo un po’ troppo belloccio e aveva quell’aria dolce che difficilmente gli avrebbero strappato dalla faccia, ma d’altronde Yasmine si disse che se stava a guardare tutto non sarebbe mai stata soddisfatta del risultato.
   «Mi piace», esordì non appena quello fu uscito dalla stanza.
   «Sia lodato il cielo!», esclamò Jerry alzando occhi e braccia al soffitto.
   «Aspetta di vederli tutti quanti, abbiamo ancora un candidato. Benedict Cumberbatch, trentacinque anni, è diventato famoso con la serie televisiva della BBC Sherlock, e ha partecipato come protagonista anche a Star Trek, Il quinto potere e The imitation game.»
  «È troppe vecchio», disse subito Yasmine. «Philip ha ventisette anni. Non voglio che sembri come in uno di quei telefilm per adolescenti dove un diciassettenne viene interpretato da uno che ha trent’anni.»
   «Come età ci siamo quasi, e sai che oggigiorno possiamo fare di tutto per ringiovanirlo un po’.»
   «Certo preferirei non usare tutti i soldi della produzione per togliere delle rughe dalla faccia di un attore», commentò Jerry.
  «Il personaggio di Philip è molto contorto, ha dei demoni oscuri nell’animo», intervenne Dominic. «Io credo che con un attore più anziano il personaggio potrebbe solo migliorare. Sarebbe più autentico, avrebbe più credibilità.»
   La porta che si apriva li interruppe. La signorina che si occupava dell’accoglienza fece entrare Benedict con un sorriso, poi si richiuse la porta alle spalle silenziosamente. Il cameraman accese la videocamera e iniziò la nuova registrazione.
   «Buongiorno», esordì Benedict con un leggero sorriso un po’ tirato. Gli sembrava di essere tornato alla scuola di recitazione, quando per ottenere le parti dovevi lottare con le unghie e con i denti. Da tre o quattro anni i ruoli gli venivano offerti, praticamente regalati. Questo era uno dei motivi in più che lo aveva spinto a desiderare quella parte: non voleva adagiarsi sugli allori, abituarsi al fatto di essere un attore richiesto e sopravvalutare le sue capacità. Un provino gli avrebbe fatto bene, e forse non passarlo gli avrebbe fatto anche meglio.
   «Prego», disse Jerry invitandolo a cominciare.
   Yasmine dovette ammettere che Dominic aveva ragione. La maturità dell’uomo faceva la differenza. Il signor Cumberbatch era molto più credibile come Philip più di quanto lo era stato l’attore che avevano visto prima. Il fatto era che l’immagine di Cumberbatch cozzava troppo con quella di Philip che lei aveva nella sua testa. Perlomeno l’altro ragazzo, Clafin, poteva quasi immaginarlo, con i capelli un po’ in disordine e la barba leggermente incolta, nei panni del suo personaggio. Ma quell’uomo, alto e dinoccolato, dal portamento elegante, fiero, non riusciva proprio a vederlo come Philip. Sembrava un tipo rigido e per niente alla mano, con la puzza sotto il naso. Yasmine non si permetteva certo di giudicare a prima vista, ma dati i novanta minuti in cui sarebbe stato su pellicola, credeva che la prima impressione potesse essere decisiva per gli spettatori.
   Non appena l’uomo lasciò la sala, ringraziandoli, la ragazza si esibì in un deciso no con la testa, facendo muovere a destra e a manca la lunga coda alta di capelli neri e sottili, liscissimi. «Dobbiamo andare per voto?»
   «Be’, per la verità io non avrei ancora deciso», disse Dominic. «Preferirei riguardarmi con calma le registrazioni e decidere.»
   «Questo significa che tu hai già deciso, comunque», osservò Jerry.
   Yasmine sorrise. «Già. Ma ne discuteremo quando avremmo deciso tutti e tre.» La ragazza si mise la borsa in spalla e prese con sé sciarpa e cappotto. «Vorrei comunque riguardare quelle registrazioni. Potete inviarle a Pamela, lei me le farà avere. Grazie della pazienza. Signori, è stato un piacere», disse a mo’ di saluto.










1) A chi interessasse Irwin Welsh e Chuck Palahniuk sono due autori che definirei controversi. Ho letto un libro di entrambi, i più famosi: rispettivamente "Trainspotting" e "Fight Club". Li consiglio entrambi, sono molto belli (sia i libri che i film che ne sono stati tratti), ma diciamo che sono per stomaci forti.

Buonsalve a tutti!
Non pubblico una storia da molto, mooolto, mooolto tempo, ma recentemente, come ho spiegato in questo post del mio blog, ho ricevuto della magica ispirazione che definirei di provenienza ormonale. Non scrivo fanfiction da parecchio, quindi volevo ricominciare con qualcosa di semplice e questa è piuttosto corta per i miei standard. Quattro capitoli e conto di aver finito, ma ad essere sincera potrebbe decidere di preseguire, o nascere un'altra storia con protagonista Benedict, perché mi sono affezionata a lui oltre che come attore, anche come personaggio.
Comunque, il titolo della fanfiction è uguale al titolo di un libro che ho letto tempo fa, scritto da Alessandro Bianconi. Ricordo che ne scrissi una recensione nel mio blog, ma non era quel che si dice positiva.
A proposito del blog! In questa pagina troverete una piccola anticipazione del capitolo seguente, per chi si tortura con gli spoiler!
Insomma, quel che voglio dire, fan di Benedict, è che in questa fanfiction potrete bearvi delle turbe mentali del nostro attore preferito! Debole e indifeso come non è mai apparso, sarà in questa fanfiction! Ma mi perdonarà, spero, perché forse (e dico forse, se si comporta bene) ci sarà un lietofine.
Prego lasciare una recensione in cima alla pagina, a tutti coloro che lo faranno prometto tanti cioccolatini! Al prossimo capitolo,
Patrizia
   
 
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