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Autore: Seiko e Yumiko    24/07/2008    2 recensioni
“Niente auguri , niente pomodori e...” calciò con forza un sasso che si trovava nel viale degli Uchiha “..niente Itachi! Che razza di compleanno è?! Possibile che tutti si siano dimenticati?”
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa fanfiction doveva essere in realtà una one-shot dedicata al compleanno di Sasuke avvenuto  ieri. La sottoscritta,però, si è messa ad aggiungere cose insulse ad una storia che già non stava in piedi e perciò ha deciso di dividere la storia in due capitoli per evitare un ritardo ancor più clamoroso. Spero che sia di gradimento nonostante  il mio modo di scrivere ....ehm....come dire.....decisamente orrendo. Auguri  Sasuke! (in ritardo.....come al solito nd Sasuke) -.-"

Era una tipica giornata estiva a Konoha. Una di quelle giornate tediose per le tante persone costrette a lavorare nonostante l'afa, mentre, per i bambini, una delle tante giornate da sfruttare per tirarsi qualunque cosa fosse fresco e avesse consistenza liquida.

Non per tutti,però, era lo stesso.

Steso sul letto, con il lenzuolo appallottolato sulla destra, Sasuke fissava impaziente il movimento monotono delle pale della ventola appesa al soffitto.

Pose nuovamente lo sguardo sull'orologio, più per abitudine che per vero interesse, e strabuzzò gli occhi non appena ebbe realizzato che la lancetta segnava finalmente le nove. Scese dal letto con un balzo e saltellò fino alla porta. In quel momento sentì una voce provenire dal piano di sotto.

-Io vado al lavoro, ci vediamo stasera.- Era suo padre. Trasse un lungo sospiro di sollievo. L'unico motivo per cui aveva aspettato ben due ore steso nel letto era proprio perchè voleva evitare il suo terribile discorso. Infatti,a casa Uchiha, questo era diventato una specie di tradizione. Ogni anno lui “convocava” i figli, il giorno del loro compleanno, in cucina,li faceva sedere davanti a lui e cominciava a parlare delle nuove responsabilità derivate dal loro cambiamento di età. A Sasuke era sempre parsa una cosa insensata e , soprattutto, si era poi chiesto che cosa mai gli avesse potuto dire quando aveva compiuto il suo primo anno. Che responsabilità aveva un bambino così piccolo? Una volta aveva provato a chiederlo a sua madre, lei era scoppiata a ridere e, tra un sorriso e l'altro, si era limitata ad accennare qualcosa sui pannolini.

Appena sentì suo padre uscire definitivamente di casa sbattendo la porta sgusciò nel corridoio e,trotterellando beato, si fermò deciso davanti a una porta alla sua destra. Sorrise. La prima persona che avrebbe voluto vedere in un giorno così speciale era proprio lì dentro.

Senza nemmeno bussare la aprì di colpo e si gettò alla cieca nell'oscurità della stanza, ricadendo sul letto con un tonfo. Tastò impaziente le coperte alla ricerca del corpo del fratello, ma l’euforia del momento lasciò ben presto spazio alla delusione quando,affondando una manina, scoprì che quello che aveva trovato non era altro che il cuscino.

-Itachi?- sussurrò, speranzoso. Nessuno rispose.

Magari è di sotto” ipotizzò cercando di non perdere le speranze. Scese velocemente dal letto e uscì dalla porta correndo.

-Sasuke?-

Mikoto stava salendo le scale, e il bambino frenò di colpo la sua corsa cercano di non andarle addosso .

-Ah, eccoti.- sospirò lei raggiungendolo - Ho sentito un botto ed ero preoccupata.-

Il suo sguardo si spostò sulla porta aperta della camera del fratello.

-Stavi cercando Itachi?- chiese guardandolo nuovamente in viso.

Sasuke rimase zitto. Si vergognava ad ammettere il suo comportamento da fratellino morbosamente attaccato al suo nii-san, anche se questo non era più un mistero in famiglia.

-Mi dispiace, è già uscito. - affermò la madre accarezzandogli il viso come per consolarlo.

Evidentemente aveva inteso il suo silenzio come un implorante “dov'è il MIO nii-san??”, e a dirla tutta non c’era andata troppo lontano.

Ma Sasuke si guardò bene dal lasciarglielo intendere, e ,trattenendo un sospiro rassegnato, imbastì velocemente il tono di voce più distaccato possibile.

-Bene.- mormorò. Una nota tremula nella sua voce tradiva la delusione. Avrebbe tanto voluto ricevere gli auguri da Itachi, con una frase tipo “Sette anni, sei proprio grande otouto”, e un buffetto affettuoso sulla fronte.

Alzò lo sguardo verso sua madre, attendendo che fosse lei ad augurargli buon compleanno. Deglutì, pensando agli anni precedenti quando era riuscita quasi a staccargli i lobi delle orecchie mentre felice contava fino a sei. Ora che ne aveva sette sarebbe stato anche peggio.

Lei si chino verso di lui e gli scompigliò i capelli scuri con un sorriso. Lui inclino leggermente la testa, preparandosi al consueto “Tanti auguri, Sacchan!”.

-Puoi andare nel negozio qua davanti a fare un po' di spesa?- chiese Mikoto, gentile.

Sasuke la guardò sbalordito. Non si ricordava il suo compleanno! Com'era possibile?

-Sasuke, tesoro, sei un po’ strano oggi. Va tutto bene? Non vuoi andare a fare la spesa?- gli chiese, notando la sua espressione sconvolta.

-No, vado.- bofonchiò nervosamente. L'idea che avesse sbagliato lui stesso la data del suo compleanno era impensabile.

Sua madre gli schioccò un bacio sulla fronte.

-Grazie tesoro, non puoi neanche immaginare quante cose abbia da fare qui in casa.-

Lui rispose con un brusco cenno del capo . “Certo” pensò arrabbiato “troppe cose per pensare al compleanno del tuo secondogenito che viene non dico due ma solo UNA volta all'anno!”

Tornò velocemente in camera e si vestì più in fretta possibile. Non vedeva l'ora di uscire di casa, per sbollire la rabbia. Di sotto la madre lo aspettava con un foglietto in mano. Lo prese senza guardarla negli occhi e lo osservò per un attimo. La lista era davvero lunga. Lo ispezionò a lungo cercando con lo sguardo la voce “pomodori”. Sua madre li faceva apposta per lui in gratè nelle giornate speciali come quella. Se li avesse trovati avrebbe subito capito che in realtà lei stava solo fingendo. Non individuò però nulla di lontanamente associabile ai pomodori, e così , rassegnato, uscì di casa.

Niente auguri , niente pomodori e...” calciò con forza un sasso che si trovava nel viale degli Uchiha “..niente Itachi! Che razza di compleanno è?! Possibile che tutti si siano dimenticati?”

si fermò un attimo, pensieroso. Dopotutto, le uniche persone che l'unica persona che lo avevano visto – e si era dimenticata! - era sua madre.“Solo” sua madre non si ricordava, “solo” la donna che l'aveva dato a luce proprio quel giorno sette anni prima . Sorrise sarcastico.

Almeno poteva ancora pensare che fosse l'unica colpita dall’amnesia. Accelerò il passo e in lontananza cominciò ad intravedere al sagoma di sua zia intenta a spazzare il viale.

-Zia...!- urlò agitando la mano mentre correva verso di lei. Questa si girò con un gran sorriso.

-Buongiorno, Sasuke! Allora...- cominciò lei.

E' la volta buona” pensò Sasuke esultante, avvicinandosi alla donna.

-...dove stai andando?-

Il bambino quasi cadde per terra dalla delusione.

-A fare la spesa.- sibilò cercando di mantenere un tono di voce normale. “E due...” considerò, amareggiato.

La zia fece un sorriso ancora più ampio.

-Che bravo bambino! Stai proprio diventando grande. Hai già...-

Gli occhi di Sasuke si illuminarono. “Bene,brava zia, ora scandisci bene. S-E-T-T-E!”

-Sei anni!-

Lui la guardò disperato, scuotendo appena la testa.

-Veramente ne ho sette...- sussurrò pianissimo.

-Hai detto qualcosa, Sasuke?-

-Niente.- rispose brusco, masticando imprecazioni tra i denti. “Sì, HO DETTO CHE HAI SBAGLIATO!! IO HO SETTE ANNI! SETTE, MALEDIZIONE!” urlava una vocina dentro di lui.

Senza aggiungere altro, si voltò e corse verso il portone d'ingresso.

Ok, Sasuke, mantieni la calma. Non sei pazzo, oggi è veramente il giorno del tuo compleanno.” Mentre stava cercando di auto convincersi, sentì delle grida provenire dall'altra parte del portone.

-Ma sentila! Piagnona come sei, non saresti mai in grado di scavalcarlo!!- La voce era acuta e sgradevole. “E' una bambina.” convenne Sasuke.

-Pensi di riuscirci tu, Ino-pig?!?- urlò un 'altra con voce, se possibile più acuta.

-Parla quella che ha i fianchi larghi come la sede dell'hokage!- gridò l'altra di rimando.

Il bambino rimase allibito. Dalla voce sembrava avessero su per giù la sua età, e parlavano già di fianchi larghi? Decise di farle smettere subito e aprì il portone i legno.

Si trovò allora davanti due bambine:una era bionda vestita in modo piuttosto maschile l'altra con i capelli rosa e un vestitino molto elegante e pieno di pizzi. Inizialmente non si accorsero della sua presenza e la bambina con i pantaloncini finì una frase,di cui lui non aveva sentito l'inizio, con un bel -...sterco di porco.- Paragone riferito evidentemente al vestito di colore marrone indossato dalla bambina con quello strano colore di capelli. Quest'ultima stava appunto per ribattere quando si accorse di Sasuke.

-Sa....s....u....ke....-balbettò tremante. Lo conoscevano? Lui non aveva la più pallida idea di chi fossero.

La bionda lo abbracciò di colpo. Lui si divincolò, seccato-

-Chi sei?!Chi ti conosce?!-

La bimba non gli badò, e lo strinse ancora più forte.

-Oh, Sasuke! Buon compleanno! – esclamò, sciogliendo l'abbraccio.

Compleanno...” questa parola fluttuò nella sua memoria . “Compleanno!! Allora non sono impazzito!”

Posò lo sguardo sulle due bambine, rendendosi conto che quele due sconosciuto si ricordavano del suo compleanno, quando i suoi genitori e la zia se n’erano bellamente scordati. Per una volta si trovò a concordare mentalmente con Neji: destino infame!

D'un tratto si ritrovò in mano due pacchetti.

-Sasuke, tesoro, apri prima il mio.-disse la biondina con un sorriso dolce.

-No, Sasuke, non la ascoltare, apri prima il mio!- lo esortò l'altra.

Si guardarono in cagnesco.

-NO, IL MIO!-

-IL MIOOOOO!-

-TACI RACCHIA!-

-PARLA LA FRONTE SPAZIOSA!-

Di nuovo quelle grida acute.

-Scusate ma non ho tempo da perdere.- affermò gelido e si avviò.

Le bambine si zittirono di colpo.

-Sasuke!Sasuke!- urlò quella con il vestitino raggiungendolo e scartò velocemente il regalo.

-é...è una torta...-

Il bambino posò lo sguardo sul piccolo dolce a forma di cuore ricoperto da un dito di glassa rosa, ed ebbe i conati di vomito al solo pensiero di mettere in bocca anche una sola briciola di quella che sembrava un'enorme cicca masticata.

-Odio i dolci.- affermò lasciando di stucco le due bambine.

E così finisce il primo capitolo ! Vorrei ringraziare principalmente la mia compare Yumiko, la mia sensei, per le correzioni. Ha anche osato dire che era scritto molto bene e che non l'ha praticamente toccato......non mi fare sognare troppo che dopo mi gaso!!!Un grazie enorme anche a tutti quelli che hanno letto il capitolo e l'hanno commentato......su questo sono molto scettica però.....CIAO e .....ci sentiamo al secondo capitolo....

  
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