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Autore: Legolas16    05/05/2014    0 recensioni
Larie ha diciotto anni. Ha una migliore amica fantastica ed una famiglia che la ama. Tutto è perfetto.
Ma un segreto del passato la sta aspettando, ed una notte cambierà tutto.
Improvvisamente Larie sparisce nel buio della notte nella soffitta di casa sua. Nessuno sa dove sia finita. I suoi genitori e la sua migliore amica Cristin sono disperati e non sanno cosa fare.
Intanto Larie si risveglia in un posto sconosciuto. Persa. Nel nulla. Ma quel nulla diventerà il suo destino, e non potrà evitarlo.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. The last dinner



La campanella della scuola suonò alle 13.10 precise.

Larie e la sua migliore amica Cristin, una ragazza alta, formosa con capelli castani e occhi marroni scuri, uscirono dalla classe,per andare a mettere il materiale scolastico negli armadietti.

-Allora?-chiese Cristin.

-Cosa?- domandò Larie perplessa. Larie invece era una ragazza abbastanza diversa dalla sua inseparabile amica, alta non tanto formosa per l'età di 18 anni. Capelli lunghi neri, e occhi che ogni giorno cambiavano di sfumatura fra il celeste ed il grigio.

-Che fai stasera?- chiese chiudendo l'armadietto a chiave.

Larie era appoggiata al muro con la schiena.

-Non lo so. Penso niente sono stanca,dopo la festa di ieri,mi fa ancora male la testa- spiegò facendo spallucce.

-Ok.-

-Te invece?-chiese a sua volta Larie staccandosi dal muro e dirigendosi verso l'uscita con Cristin.

-Vado con mia zia a prendere un regalo per una sua amica,che noia. -

disse alzando gli occhi al cielo. Larie aprì la porta dell'uscita e scese le scale della scuola. Lì ad aspettarla c'era sua madre con la macchina che la salutava per farsi vedere da lei. Una donna alta,robusta,con capelli rame, e occhi marroni. Si chiamava Maries.

-C'è tua madre lì- disse indicandola.

-Ah si,vuoi un passaggio?-chiese Larie.

-No,non importa voglio fare un passeggiata -rifiutò Cristin.

Larie fece un cenno come per dire ''ok''. La salutò con un abbraccio e andò verso sua madre. -Ciao amore. -la salutò lei.

-Ciao - rispose entrando in macchina. Sua madre entrò e mise in moto la macchina. Uscì dal parcheggiò e si avviò verso casa. -

Come è andata a scuola?-chiese guardando la strada.

-Bene,ho preso 7 alla verifica di inglese -disse calma.

-Mh,bene. Vedrai quanto sarà felice tuo padre- Esclamò Marias.

Sua madre sapeva che Larie non andava bene ad inglese per questo ora era contenta per sua figlia.

-Comunque stasera c'è una mia amica che mangia insieme a noi -annunciò Marias.

Larie non disse nulla, fece solo un sorriso.

Arrivarono a casa. Sua madre spense l'auto. Larie scese davanti a casa sua.

Una casa grande, una delle tante villette uguali a tutte le altre del quartiere.

Era bianca con il contorno delle finestre marrone. Delle piccole scale che portavano alla porta nera a vetri. Con davanti due colonne che sostenevano un piccolo tetto,dove erano attaccati dei fiori in dei piccoli cesti marroni. Larie entrò. Invece sua madre prese la spesa. Lei salì velocemente le scale ed entrò nella sua stanza. Una stanza come le altre, grande, con una scrivania all'angolo della stanza,con una lampadina verde. Due portapenne dove c'erano matite ,penne ,lapis e cose varie. Accanto alla finestra c'era il suo letto. Le lenzuola erano azzurre e nere ,con un cuscino quadrato con sopra un fiore bianco. A sinistra del letto c'era un armadio grande,marrone con sopra delle scatole con cose che a Larie non servivano più. Giocattoli, vestiti troppo da ''bambina''. Le tende alle finestre erano bianche con delle righe verticali nere. Larie si buttò sul letto che per qualche secondo dondolo insieme a lei.

Le stava girando la testa.

Dopo qualche minuto si sentì il motore della macchina di suo padre tornato da lavoro. Lei si alzò e vide suo padre dalla finestra.

Un uomo alto, snello, capelli scuri e occhi celesti.

Lei ha ereditato gli occhi da suo padre.

Dalla finestra si vedeva il suo quartiere,con case tutte uguali fuori. E le macchine dei vicini. C'erano bambini che giocavano e lei pensò al suo amico Michael,che purtroppo si era suicidato a 16 anni, perché i suoi compagni lo prendevano in giro, dicendo era secchione e passava il tempo a starsene a leggere invece che andare a cazeggiare con gli altri. Una lacrima dalle sembianze di un frammento di cristallo bagnò il viso di Larie i suoi occhi erano ancora più lucenti quando erano in lacrime. Dean il padre di Larie bussò alla porta e Larie di scatto si asciugò la lacrima girandosi.

-Avanti!-lo invitò.

-Ciao Larie. - la salutò.

-Ciao -disse lei.

-Tua madre mi ha detto del bel voto di inglese. -le disse avvicinandosi a lei ad abbracciarla. -Devi sapere che sono fiero di te – fece lui.

Lei si limitò a sorridere .

-Sai che stasera viene una sua amica a mangiare da noi?-chiese suo padre sciogliendo l'abbraccio.

-Si -rispose lei subito.

-Bene ,ora vado giù, a mangiare qualcosa e poi ritorno a lavoro, perché devo sbrigare delle cose, torno in tempo per cena -

Con quelle parole uscì dalla stanza e si chiuse la porta dietro lasciano Larie a guardarlo mentre se ne andava. Larie sapeva che non sarebbe tornato in tempo per cena. Era sempre a lavoro, non passava tanto tempo con lei, anzi direbbe quasi che non ci sta mai.

Larie andò alla scrivania mettendosi a sedere sulla sedia. Prese un foglio e un lapis e cominciò a disegnare un angelo che baciava una ragazza umana. La ragazza era sull'orlo di una montagna,con un vestito lungo che fluttuava insieme ai capelli lunghi e neri a causa del vento. L'angelo invece era chino su di lei. La mano di Larie scivolava esperta su tutto il foglio. Lei era sulla punta dei piedi per arrivare al suo viso e baciarlo.

-Larie!-la stava chiamando la madre dalla cucina.

Lei guardò l'orologio e vide che errano già le 20.30. Ci aveva messo più di quanto pensasse a fare quel disegno.

-Si mamma arrivo -rispose lei prendendo il foglio ed esaminandolo soddisfatta dell'elaborato.

Sentì il campanello e la madre che diceva ''arrivo''. Dalla stanza si sentivano parlare.

-Hei cara! Come stai?-le disse la signora

-Bene te? Entra. -la invitò sua madre.

-Che casa incantevole. -disse la signora.

-Tua figlia ?-chiese guardando per le scale.

-Larie!- la chiamò sua madre

-Si arrivo. -rispose lei mettendo il disegno all'interno di alcuni libri.

Uscì dalla stanza chiudendo la porta.

Scese le scale velocemente e li sotto con sua madre c'era una donna sui 35 anni con capelli corti biondi e occhi grandi e neri. Larie avrebbe voluto essere alta come lei.

  • Ma guardati,quanto sei cresciuta.-disse la signora abbracciano la ragazza.

-Si stacco da lei sempre con le mani sulle spalle di Larie a fissarla.

Larie si sentiva in imbarazzo.

-Ma guarda, assomigli tantissimo a tua madre. - esclamò.

Ma secondo Larie a parte gli occhi non assomigliava per niente a sua madre.

-Dai vieni abbiamo un monte di cose di cui parlare visto che non ci si vede da non so.. cinque anni?-

Lei fece un sorriso seguendo la madre di Larie in cucina.

Larie rimase lì dove era a guardarle mentre se ne andavano. Il telefono squillò e Larie si lanciò su per le scale.

Arrivò in camera sua e si precipitò sul letto. prendendo al volo il cellulare.

-Pronto?- Disse Larie.

-Pronto- era Cristin.

-Come va ?- chiese.

-Ciao ,bene te ?-rispose alzandosi a guardare dalla finestra. Non c'era nessuno, solo una una ford nera che usciva dal cancello dei vicini.

-Bene, senti ho una bella notizia. -disse quasi scoppiano di gioia.

-Cosa?- disse larie incuriosita.

Sam mi ha chiesto di uscire!!- urlò Cristin. Larie allontanò di scatto il telefono dall'orecchio per non diventare sorda.

-Bene ,sono felice per te! -disse facendo finta di essere felice.

A Larie non importava tanto. Secondo lei, Sam la stava solo prendendo in giro ma come miglior amica non lo disse. Non voleva ferirla o cose del genere.

-Amore!-era sua madre. La stava chiamando per la cena.

-Si arrivo mamma .disse appoggiando il telefono sul petto.

-Scusa ma ora devo andare a mangiare, parliamo domani a scuola,ciao. -detto questo riattaccò e buttò il telefono sul comodino.

Si alzò ed andò in cucina attraversando il lungo corridoio. La sua casa era abbastanza grande per tre persone .In cucina c'era la signora e sua madre che parlavano gesticolando con le mani e ridendo.

-Ah, eccoti, dai che si mangia.- disse alzandosi e prendendo la padella.

Larie si sedette e fece un sorriso. Sua madre aveva cucinato la bistecca e patate arosto.

Servì il piatto e si mise a sedere anche lei.

Loro cominciarono a parlare di cose che Larie non poteva capire ancora. Larie stava giocherellando con il cibo nel piatto. Lei faceva cosi solo quando era stanca o non aveva fame.

-Mamma-fece lei. Ma sua madre non si girò continuando a parlare e a ridere.

Larie si sentiva esclusa. -Mamma!-alzò la voce un po'.

-Non ora cara -rispose sua madre neanche girandosi ma facendo un cenno con la mano. Larie si sentì scoppiare. Si alzò di colpo spingendo la sedia e battendo le mani al tavolo.Sua madre e la signora si girarono di scatto a guardarla sorprese.

-Non ho fame vado in camera mia. -detto questo uscì dalla cucina a passo veloce.

-Larie!-sua madre fece per andare da lei ma la sua amica la fermò.

-Lasciala andare, gli adolescenti sono complicati. -disse calma. Sua madre si mise a sedere piano. Larie arrivò in camera sua aprendo la porta quasi rompendola e la chiuse sbattendola.Si lanciò sul letto a guardare il soffitto. Non le piaceva quando sua madre non la considerava. Dopo cena l'amica di sua madre se ne andò. Sentì bussare alla porta

-Avanti.-disse annoiata. Sua madre entrò lentamente.

-Amore. -disse. Larie alzò gli occhi. -

Scusa per prima, è che e da tanto che non vedo Cindy- si scusò.

-Si va bene, ora è tardi vado a dormire -disse scendendo dal letto a prendere il pigiama. Sua madre non disse niente.

-Bene ,allora buona notte -le augurò, ma Larie non rispose.

-Ah- si fermò di colpo

-tuo padre torna tardi -annunciò. Ma Larie non le rivolse la parola. Sua madre uscì dalla stanza senza dire più nulla. Larie si sentiva come se qualcuno le avesse appena strappato le braccia. Non aveva mai ignorato sua madre così. Si mise il pigiama e prese un libro chiamato ''Shadowhunters ''. Era al 16 esimo capitolo.

Quando ad un certo punto sentì un rumore in soffitta.

Larie lasciò il libro e uscì dalla stanza. Guardò la porta della camera di sua madre che era chiusa. Poi rivolse lo sguardo alla soffitto .''Stupidi topi ''.Pensò lei. Fece per rientrare ma i rumori si sentirono di nuovo. Larie rientrò dentro camera sua e prese la ''mini-torcia '' attaccata alle sue chiavi della macchina.

Uscì furtivamente e tirò il filo che fa scendere la scala per andare in soffitta.

Salì un gradino dopo l'altro con cautela guardando a destra e a sinistra. Sull'ultimo gradino Larie inciampò e lascio cadere la torcia che rotolò fino ad un angolo della soffitta.''Ma quanto poso essere imbranata?!'' si rimproverò lei mentalmente. Si rialzò e cominciò a camminare piano nella soffitta per prendere la torcia. Arrivo all'angolo, fece per prendere la torcia quando vide che stava illuminando una scatola. Si inginocchiò e tolse le scatole che la coprivano. La prese. Era una scatola abbastanza grande,ma non era una scatola normale era fatta di un materiale nero e grigio con due serpenti disegnati d'oro a destra e a sinistra. In mezzo c'era un lucchetto aperto. Larie incuriosita lo aprì. Dentro c'era un libro. Un libro grande e verde bottiglia. Larie ci passò la mano per pulirlo dalla polvere. C'era una scritta ''Alimaj'' lo disse lei nella mente. Lo aprì e cominciò a leggere sotto voce.

-Soan sodh eohd sagri fostr ey..... sa..sar..sartin!- dopo quella parola Larie fù risucchiata dentro la scatola. Il libro cadde dentro la scatola che si chiuse. Sparito nel nulla.

 

 

LA MATTINA DOPO.

 

 

-Larie!- nessuna risposta

-Larie! Dai svegliati farai tardi a scuola!-disse di nuovo sua madre. Quando Maries vide che Larie non rispondeva andò su in camera sua. Quando fece l'angolo verso camera sua. Vide la porta della camera di Larie aperta.

-Dai amore.. -disse aprendo lentamente.

-Farai tardi a sc...-non finì la frase. Rimase impietrita. Larie non c'era. Provò a cercarla ovunque, in bagno, nel ripostiglio, da ogni parte. Alla fine apprese che Larie era realmente scomparsa e chiamo a gran voce il marito.

-Dean!-urlò lei portandosi le mani allo bocca.

Dean stava assaporando il suo caffè, quando sentì Marias urlare gli andò di traverso.

-Vieni subito qui!-urlò nuovamente. Lui salì le scale quasi volando. Arrivò dietro Maries che era lì paralizzata.

-Ma che cosa ?dov'è Larie ?- chiese confuso portandosi le mani tra i capelli.

-Chiama la polizia -disse lei piangendo. Dean corse a prendere il telefono.

Al terzo squillo rispose una donna.

-Pronto, qui polizia di Stardvell come possiamo aiutarla?- chiese come se dovesse ripetere quella frase ogni singolo giorno.

-Mia figlia è sparita! -disse in preda al panico.

-Dove si trova signora?-la donna era calma.

-St Angels Park 39 fate presto per favore – disse e riattaccò.

In mezzora la polizia era arrivata. Dean e Maries aspettavano d'avanti casa. C'era una macchina da cui uscirono due poliziotti. Erano entrambi in divisa.

Un poliziotto entrò in casa per capire la situazione.

L'altro andò da Dean e Marias che piangeva a dirotto.

-Buon giorno signora -le disse la poliziotta.

-Io sono Rose. -si presentò e strinse la mano con Dean e Maries

-Allora ditemi quello che è successo. -disse prendendo un'agenda e cominciando a scrivere. Dean e Marias raccontarono alla poliziotta tutto.

-Bene faremo tutto il possibile per trovarla, prima però datemi una foto di vostra figlia.- disse.

Dopo che Marias e Dean diedero la foto arrivarono gli altri poliziotti.

-Signora -disse uno che era stato in casa.

-Abbiamo trovato il suo cellulare e i suoi soldi, non può essere una fuga.- spiegò.

A quelle parole il cuore di Marias cominciò a battere forte e dopo qualche secondo svenne e cadde tra le braccia di Dean e uno dei poliziotti che lo aiuto a sostenerla e portarla in casa.

Dean rimase fuori a parlare con la polizia.

 

 

 

-Charlotte Meddin ?-

-Presente. -

-Caden Cristin?-

-Presente -disse Cristin annoiata.

-Miller Larie?- nessuna risposta

-Miller larie?-chiese dinuovo la professoressa alzando gli occhi e guardando l'aula. Scrisse qualcosa sul registro. E continuò l'appello.

Cristin si girò verso il banco di Larie che era vuoto e rimase perplessa. Dopo mezz ' ora di lezione qualcuno bussò alla porta della classe.

-Avanti!-disse la professoressa.

Dalla porta entrò il direttore della scuola. Tutti nell'aula si alzarono in piedi.

-Seduti.- disse il direttore. Tutti fecero come detto. Il direttore disse una cosa all'orecchio dell'insegnante e poi se ne andò. La prof rimase in silenzio e poi disse.

-Ragazzi, il preside mi ha appena annunciato che la nostra allieva Miller ... è sparita stamattina.

''Cosa!?'' pensò Cristin spalancando gli occhi e rimanendo scioccata. Tutti nella stanza cominciarono a parlare sotto voce.

-Silenzio!-ordinò la professoressa. Tutti rimasero in silenzio. La donna fece per continuare la lezione. Cristin mise la roba nello zaino e con la scusa di sentirsi poco bene uscì di corsa dall'aula. L'insegnante rimase a guardarla senza dire niente, sapeva che lei era la miglior amica di Larie. Cristinn corse nel parcheggio a prendere la sua mercedes nera e partì di corsa verso casa di Larie. Arrivò nel quartiere. Si sentiva battere il cuore come non mai. Parccheggiò male la macchina per fare presto. Uscì e corse verso casa. In torno alla casa c'era un nastro giallo con scritto ''non passare ''. Due poliziotti la fermarono

-Lasciatemi! Sono la sua miglior amica!-Urlò. Dean la sentì e si girò

-Lasciatela passare -Ordinò. Loro fecero come detto. Lei le lanciò uno sguardo omicida passando in mezzo ai due. Il poliziotto che parlava con Dean se ne andò.

-Ma che cosa succede?- chiese Cristin respirando appena

-Larie..Larie è sparita- disse senza voce.

-No ,non può essere -negò portandosi le mani alla bocca e scoppiano in un pianto.

Abbraciò il padre di Larie.

-Larie ma dove sei?-si chiese disperata. Si staccò dal padre guardandolo negli occhi. Notò per la prima volta che i suoi occhi erano uguali a quelli di Larie. Questo non fece altro che farla scoppiare a piangere ancora di più. Si chiese se quella fosse l'ultima volta che avrebbe visto quegli occhi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Ciaao a tutti, sono nuova qui e questa è la mia prima storia. Spero di star facendo un buon lavoro perché questa storia significa molto per me. Comunque, spero che questo primo capitolo vi abbia intrigato, per qualunque cosa fatemi sapere con un commento. E se vi è piaciuta e sopratutto se non vi è piaciuta recensite perché ho bisogno di sapere cosa ne pensate. Un bacio a tutti ciaoo!

Legolas16

  
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