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Autore: Firnen bjartskular    06/05/2014    4 recensioni
Alcune riflessioni di Arya prima e durante la schiusa dell'uovo di Fìrnen.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arya, Fìrnen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Cavalco tranquilla sul dorso di uno stallone bianco, preceduta da altri due elfi, su qello stesso sentiero che avevo percorso per anni, con un altro uovo poggiato sulle ginocchia.
Chiudo gli occhi, e rivedo Faölin e Glenwing, i miei inseparabili compagni di avventure, che avevano combattuto
e lottato per la libertà di Alagaësia, che erano morti per salvare l'ultima luce nella spessa coltre di nebbia che Galbatorix aveva gettato sulla nostra terra, l'ultima speranza rimasta: un drago.
Ripenso alla guerra appena finita; per un pazzo visionario, un megalomane, un'assassino, per un solo essere, migliaia di persone avevano perso la vita, ed erano proprio quelle persone le protagoniste della battaglia vinta, perchè erano loro che avevano creduto fino alla fine in un futuro radioso senza oppressioni e scontri.
E a volte mi chiedo " ma se fossi morta anche io con loro? ", avrebbe avuto più senso; insomma il mio presente, il mio essere, é incerto: mia madre é morta, e sono convinta di vivere per sempre nel rimpianto, per non averla perdonata prima, perchè non abbiamo avuto che pochi mesi per riavvicinarci, in più, ho tutte le ragioni per crederere che Dathedr sia propenso ad offrirmi la carica di regina degli elfi, io sinceramente non la voglio, la corona mi starà stretta, lo so benissimo, e poi quel ruolo comporta troppe responsabilità....
Sospiro
Ecco un esempio della mia profonda codardia.
Guardo la liscia superficie smeraldina, quella dura corazza al cui interno é sopito un esserino così antico e maestoso. 
Chissà quanto dovremo aspettare per un altro cavaliere.
Sospiro ancora e seguo con lo sguardo le intricate venature bianche che giocano a rincorrersi sullo sfondo verde dell'uovo: sembrano pulsare di vita.
E il tumulto di emozioni dentro di me va pian piano placandosi.
- Atra nosu waìse fra eld hornya
Mormoro, affinchè gli altri non mi possano udire; mi sento spinta a sfogarmi, sento che quel cucciolo é pronto a sobbarcarsi il peso della mia inquietudine e della mia tristezza, e inizio a raccontare: racconto della mia insicurezza, degli innumerevoli timori che mi attanagliano le membra, che cerco di nascondere in ogni modo.
E la mia anima chiusa a riccio si apre totalmente, per la prima volta; mentre racconto. I miei pensieri, le mie emozioni, si fanno più leggeri mentre parlo di Eragon
Eragon.
Quel ragazzo così spensierato e quasi infantile, capace di strapparmi uno dei rari sorrisi; così sensibile e dolce, lo ammiro moltissimo, perchè lui, poco più di un ragazzo, ha affrontato le difficoltà che il suo wyrda aveva scelto, con tenacia, senza mai piangersi addosso inutilmente, lui che nonostante le responsabilità enormi ha trovato il tempo per amare, per amare me. Nessuno mi aveva mai donato tanto amore, nessuno, nemmeno Faölin, ed io gli ho saputo dire solamente di no, e questo mi turba non poco. Fino a quanto posso essere fredda, a volte ho il timore di non avercelo proprio un cuore.
Ma io non lo amo, nè lo amerò mai, almeno credo, e di questo non posso farmene una colpa.
Taccio e riprendo ad osservare l'uovo, ogni volta che credo di averlo sondato tutto, da cima a fondo, un altro dettaglio compare dal nulla, é sempre diverso, le screziature bianche sembrano cambiare forma e posizione ogni qual volta distolgo lo sguardo.
Percepisco la mente del draghetto, che pur abitando in un corpo al momento esile, é così antica ed ancestrale.
Chissà da quanto tempo é rinchiuso là dentro.
Penso, mentre mi pervade il desiderio irrefrenabile di accarezzare l'uovo: é piacevolmente caldo.
Rimango in quella posizione, ferma immobile, sono letteralmente pietrificata, non riesco, o meglio, non voglio muovermi, quella sensazione é così bella, per un momento i miei dissidi interiori svaniscono, ed é proprio in quel momento, che un rumore mi fa ritrarre le mani di scatto, i sensi all'erta.
Un altro rumore: viene da... Dall'uovo?!
- No, ci dev'essere uno sbaglio, non posso essere io.
Sussurro, ma quell'affermazione si fa sempre meno plausibile; vedo formarsi una crepa, poi due, tre.
Un frammento sussulta e cade sul sentiero, mentre il cavallo continua ad avanzare, ignaro di tutto ciò che sta accadendo, della magia che si sta compiendo.
Dal buco spunta una testina squamosa, e il resto del guscio si infrange in un'esplosione di schegge.
La creaturina inizia a leccarsi via la membrana che la ricopre , rivelando a poco a poco il corpo di un drago dalle scaglie verdi, lucenti come tanti smeraldi.
Allungo il braccio sinistro, fino ad arrivare ad un pollice dal muso del mio ormai inseparabile compagno, esito, é lui a coprire la distanza.
Appena sfioro le sue squame coriacee, sento un brivido percorrermi tutto il corpo, poi un'improvvisa scarica di energia, come un fulmine preso in pieno petto.
Scemato il dolore iniziale, una piccola parte della mia barriera mentale crolla, lasciando entrare l'incerta coscenza del drago
" Arya...."
Dice lui
" Fìrnen, sì, sarà questo il tuo nome"
Rispondo io, esibendomi in un rassicurante sorriso, un sorriso quasi materno, che Fìrnen pare ricambiare, accoccolandosi tra le mie braccia.


Angolo dell'autrice
Questa one shot é un tributo al drago verde, il mio preferito tra tutti ( ma dai!! Non si era capito dal nick!!).
Spero vi piaccia, perchè secondo me Paolini avrebbe dovuto descriverlo questo momento.
Se onr sveddar stija hvass.
  
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