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Autore: Axelle73    06/05/2014    1 recensioni
Lorenzo e Selene due gemelli diciottenni cresciuti in una famiglia disastrata,genitori separati, madre depressa e incapace di badare a loro, un padre disinteressato e assente, senza due reali guide a cui affidarsi,con solo l’aiuto e il conforto che l’uno dava all’altro.
Lorenzo è l’uomo di casa, ed è lui il collante di quel piccolo pezzo di famiglia rappresentato dalla madre e la sorella con cui vive. Altruista, paziente, riflessivo.
Selene è una ragazzina incompresa, egoista il più delle volte, arrabbiata con il mondo,indipendente e grintosa. Impulsiva,testarda, insicura.
" Vuoi che ti fermi. "
" No, voglio che tu venga con me. "
" No tu sapevi che non sarei venuto. "
...
" Perchè non posso... E non voglio. " si ricollega alla domanda precedente. " Io voglio mettere radici Selly, tu sei come il vento impetuoso tra le fronte, m’investi e poi vai via verso altri lidi, ma io non sono più disposto a seguirti, a riprenderti, io voglio mettere radici. Qui. A partire dalle macerie di questa casa. Perchè è una casa di merda,ma è la MIA fottuta casa. "
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Molliche in balia del vento

è una bella serata per lasciarsi, non fosse altro per quello spicchio di luna timido che cerca di farsi strada tra i bassi nuvoloni grigi che sorvolano la zona, come un’amante pallida del firmamento notturno. Sono giorni che il cielo livido promette pioggia, eppure tarda ancora ad arrivare come se aspettasse il momento giusto.
Lorenzo sta accendendo il forno, per prepararsi qualcosa da mangiare, sperando di essere così fortunato da trovare qualche avanzo nel frigo. La ventola parte e crea un ronzio di sottofondo accompagnando i passi del giovane ragazzo che con dimestichezza torna verso la sua camera per staccare il cellulare dal caricabatterie. C’è un messaggio di Laura, una ragazza con cui si frequenta, una relazione disperata basata su un nulla di fatto poiché Laura è fidanzata da quattro anni con un altro uomo. Ma Lorenzo è fatto così, è una persona buona,altruista, che tira avanti la baracca, con una madre depressa e alcolizzata e una gemella che è il suo esatto opposto sul groppone,  che si cerca, inconsapevolmente, sempre storie impossibili. Lorenzo non si lamenta mai, a volte ha degli attacchi di panico, ma ha sempre cercato di nasconderli, di essere un punto fermo per quella famiglia disastrata. D’altronde con un padre assente, una madre fondamentalmente incapace di fare il genitore, e una sorella instabile e libertina, qualcuno deve pur esserlo, ci deve essere un collante per evitare che cada tutto a pezzi. Ecco, lui è quel collante.
Guarda le bollette scadute appiccicate al frigo con un magnete, hanno staccato l’acqua calda e il gas, per ritardi prolungati e ripetuti nei pagamenti. Tende la mascella, scuotendo il capo. Ma ormai pare averci fatto l’abitudine.Ultimamente si lava nella palestra dove fa da assistente a un insegnante di karatè, perché l’acqua è gelida qui ovviamente,è pure pieno inverno. E per cucinare… usa il forno. Quella casa sarebbe bella se solo fosse tenuta bene, ma è sporca, sgangherata, caotica, questo per la mancanza di organizzazione della madre Eleonora, che praticamente non c’è mai. Di giorno lavora in un piccolo negozio di vestiti, dice di venire sottopagata, fatto sta che nonostante stia sempre a sfacchinare, a casa di soldi ne arrivano sempre troppo pochi. Lorenzo è all’ultimo anno di Tecnico per il Turismo, non è una cima a scuola, ma si sforza di riuscire a prendere quantomeno il diploma, quel pezzo di carta che fa la differenza su un posto di lavoro. Come se per fare il cassiere al Mc Donald’s servisse davvero questo tipo di competenza. Il timer del forno scatta avvertendolo di essere arrivato a temperatura, lo fa sobbalzare, apre lo sportello del freezer per afferrare il polpettone congelato e lo richiude con un tonfo. Quando si volta incontra due occhi azzurri, tempestosi, burrascosi, perennemente arrabbiati con il mondo. Occhi azzurri così simili ai suoi. Non l’ha sentita entrare.

<< Non pensavo saresti tornata così presto. >> Dice per spezzare il silenzio, rompendo la stasi in cui era rimasto intrappolato e togliendo la stagnola, senza più guardarla, per infilare il polpettone nel forno.

<< Sono tornata per dirti che me ne vado. >> Risponde Selene, la sua gemella, senza staccargli gli occhi di dosso. Stringe con fin troppa irruenza la cinghia del borsone che porta a tracolla, è un piccolo particolare che Lorenzo registra, a qualcun altro sarebbe passato inosservato, ma non a lui, che la conosce meglio di tutti.

Il silenzio si protrae nella stanza. Selene pare in attesa che l’altro le dica qualcosa con quella finta aria imperturbabile, mentre Lorenzo si appoggia con i fianchi al ripiano del lavandino grattandosi l’accenno di barba che gli spolvera il mento.<< è un controsenso>>

<< Volevo salutarti. >> specifica severa Selene, con quella determinazione nello sguardo che Lorenzo ha sempre ammirato in sua sorella. << Ma… non sembri sorpreso. >>
Selene è un contraddizione vivente, mostra una facciata amichevole, in compagnia, e poi quando passano le serate sul tetto con la birra a guardare il cielo palesa sempre il suo disprezzo per il mondo, si nasconde dietro l’aggressività quando è angosciata o addolorata, si finge disinteressata quando è terrorizzata dall’idea che qualcuno si renda conto del suo bisogno di affetto.

<< Non lo sono. >> Conferma Lorenzo, con un mezzo sorriso agrodolce. << Tu Selly, sei una che freme, sei sempre stata irrequieta,hai sempre bisogno di andare da qualche parte, da qualsiasi altra parte che non sia il luogo in cui ti trovi. Quante volte te ne sei andata di casa? >> Domanda retorico. << Sei sempre in movimento, come se avessi paura che rimanendo ferma qualche istante, la vita ti investisse. Tu…>> la guarda, occhi negli occhi, un metro buono a separarli. Lei lì impalata,come uno stoccafisso, con quel borsone ancora in spalla come se fosse pronta da andarsene in qualsiasi momento eppure… eppure ancora non lo fa. E lui, lui adagiato contro il lavabo, con quella postura sciolta, disinvolta che lo fa apparire più grande e consapevole, nonostante abbia la stessa età di Selene, appena diciottenni. << …tu non sei capace a stare ferma, a scegliere un luogo a cui appartenere e rimanerci. Sei come il vento e io lo sapevo che prima o poi saresti scappata via. >>

<< Non sto scappando.>>
<< Sì.>>
<< E da chi ? Da tutto questo? Dal fatto che il padre che ho cacciato e odiato per anni è morto di tumore? >> ringhia tra i denti, così impetuosa, impulsiva, sporgendosi in avanti. << Non sto scappando, sto scegliendo di andarmene e ho tutte le buone ragioni per farlo. >>

<< Forse. >> Fa spallucce Lorenzo. Hanno avuto un infanzia difficile e un’adolescenza ancora più turbolenta, allo sbaraglio, senza nessuno che li guidasse, hanno imparato a cavarsela da soli, facendo affidamento solo uno sull’altro. Lorenzo c’era sempre stato per Selene, Selene era più egoista, ma alla fine quando vedeva dei cedimenti in suo fratello non tardava a sostenerlo. << Ma tu stai scappando. E sbagli. >>

<< Devo cominciare una nuova vita. >> Quanta speranza c’è in quelle parole ingenue, come se fosse così facile, come se si potesse davvero ricominciare da zero. Non si ricomincia mai, ci si rialza, ci si adatta, ma nessuno cambia, e quello che hai fatto e che eri te lo porti sempre dentro, non c’è illusione che regga.

<< Non puoi cancellare quella precedente. Non puoi riportare indietro… papà. >> Lorenzo esita prima di pronunciare l’ultima parola, questione di un secondo. << Non puoi scappare dai tuoi rimorsi. O pensi che spariranno quando sarai lontano da qui? >> Incrocia le braccia al petto.

<< Posso voltare pagina. >> Insiste la ragazza, contraendo le labbra.

Lorenzo ride, quasi in modo isterico. << Hai sempre odiato nostro padre, non lo hai mai nemmeno reputato tale, l’hai sempre cacciato anche quando provava a riavvicinarsi. >>

Selene non aveva mai perdonato suo padre per averli lasciati, per averlo visto alzare le mani e la voce contro sua madre. Non gli perdonava il fatto che non le avesse creduto quando gli aveva confessato che suo zio le aveva toccato le parti intime quando era bimba ed era rimasta a dormire da lui. Selene non è pazza, si ricorda, ma suo padre è sempre stato convinto che facesse la vittima e volesse attenzioni. Selene non gli aveva mai dato una seconda possibilità, dal momento che è uscito da quella casa l’ha cancellato dalla sua vita e non gli ha più dato modo di riparare ai danni fatti.

<< Si, lo so. >> colpevole, c’è colpevolezza nelle sfumature di quelle parole.

<< E allora perché vuoi andartene ora? Che differenza fa che sia morto? >> Lorenzo già sa, già ha capito,già l’ha capita. Sono sempre stati in simbiosi e il loro legame fraterno nonostante tutte le disgrazie non ha mai vacillato.
<< Che è troppo tardi. >>
<< Per cosa?>>
<< Per rimediare. >>  è una parola, eppure cade nell’aria con il peso di una condanna. È solo una parola, eppure è molto più di questo. È l’irrevocabilità che promette la morte.

<< è così sbagliato? >> Continua a chiedere Selene, tra i denti e con gli occhi lucidi.

<< Credere che andare altrove ti farà stare meglio ? >> Lorenzo inarca un sopracciglio, perdendosi in quegli occhi azzurri così familiari, occhi che sono stati il rifugio l’uno dell’altra.

<< Credere che andare altrove non mi costringerà a rivivere sempre gli stessi fottuti ricordi legati a questo posto. >> Rettifica in un moto di ira e risentimento Selene. << é tutto marcio. >> Fa un gesto con la mano per indicare il disastro anche solo di quella cucina, Sporca, senza gas, con poco cibo, con panni sporchi buttati in un montarozzo davanti all’oblò della lavatrice, come se Eleanore si aspettasse che partisse da sola. << Non c’è nulla da salvare. >>

<< Non puoi scappare da te stessa. Non è questo posto pieno di ricordi il problema, i ricordi sono nella tua testa, dentro di te, e non li puoi estirpare come un’erbaccia, non li puoi ignorare, sei tu il problema,Selly. >> Sentenzia Lorenzo alzando un indice e puntandoglielo contro, mentre con uno scatto di reni si discosta dal ripiano del lavabo.
Selene distoglie lo sguardo, come se fosse stata colta in fallo, come se solo ora si rendesse conto della realtà di quelle parole. Sbatte la borsa a terra, con un tonfo sordo che rompe il silenzio, e fissando una foto sgualcita su un mobile sgangherato a ridosso della parete che li ritrae piccoli e felici si distrae. Prende una sigaretta e l’accede, tenendola tra le labbra. Fuma dentro casa, lo ha sempre fatto, Lorenzo non lo sopportava, ma  lei di nascosto lo faceva comunque, e alla fine, quando il fratello si era ormai rassegnato, lo faceva anche davanti a lui.
Selene non fuma per il piacere di fumare, più per il bisogno di trovare uno sfogo. Si attacca a quel filtro e inspira profondamente come se fosse l’unica fonte di aria disponibile, una boccata.Si siede sulla panca.
Lorenzo la guarda a lungo, il tavolo a dividerli, posa una mano su di esso e si china un poco in avanti, la osserva, taciturno, poi un guizzo attraversa il suo sguardo.<< Vuoi che ti fermi. >> realizza, sgranando un poco le palpebre.

Selena butta fuori una nuvola di fumo, e solo adesso si volta a ricambiare lo sguardo. << No. >> Scuote il capo, facendo dondalare i suoi boccoli scuri. << No, voglio che tu venga con me. >>

<< No tu sapevi che non sarei venuto. >> Assottiglia le palpebre il ragazzo, mentre le dita stringolo impercettibilmente la superficie di quel piano ligneo, in un moto di irritazione. << Cosa vuoi? >> è duro stavolta, non riesce ad essere di conforto come al solito, perchè anche lui è ferito, perchè... lui è forte, ma è più facile essere forti per qualcuno che per se stessi, e l’idea di rimanere solo, seppur l’avesse accettata da tempo conoscendo il temperamento di Selene, lo stravolge.

<< Perchè no? >>  Chiede Selene quasi con il tono lamentoso di una ragazzina a cui è stato negato il suo gioco preferito.

<< Perchè non posso. >> Stavolta è  Lorenzo a eludere il contatto visivo, le dona le spalle, e va verso il lavandino dove ci sono ancora i piatti del pranzo da lavare. Accende l’acqua.

<< Non puoi o non vuoi? >> sibila Selene, senza dargli tregua.

<< Non posso. Mamma non può rimanere sola e non verrebbe mai con noi. >> Comincia a insaponare un bicchiere.

Selene tace per qualche istante prima di sbottare : << Dovrebbe occuparsi lei di noi, non il contrario. >>
<< Fa del suo meglio. >> La difende il fratello.

Selena sbatte una mano sul tavolo, crendo uno schiocco fastidioso. << Allora il suo meglio non è abbastanza. >> urla contro di lui, come se la colpa fosse anche sua.

Lorenzo sospira, chiude gli occhi, poi riprende a lavare il bicchiere. << E non voglio. >> si ricollega alla domanda precedene. << Io voglio mettere radici Selly, tu sei come il vento impetuoso tra le fronte, m’investi e poi vai via verso altri lidi,, ma io non sono più disposto a seguirti, a riprenderti, io voglio mettere radici. Qui. A partire dalle macerie di questa casa. Perchè è una casa di merda,ma è la MIA fottuta casa. >>  stringe il bicchiere tra le dita con tanta forza da rischiare di spaccarlo.

<< Dimmi di andarmene. >> mormora con voce roca Selene.
<< Non lo farò. >>
<< Dimmi che sto facendo la cosa giusta, >> riprova la ragazza, aspirando l’ultimo tiro di sigaretta e lanciandola fuori dalla finestra con una schicchera. È insicura, insicura come raramente si mostra a Lorenzo.

Il ragazzo blocca  quei movimenti meccanici, sciacqua il bicchiere e lo mette nella credenza, sgocciola le mani nel lavo e si volta afferrando i bordi del tavolo. << Selene. >> La chiama con il suo nome intero, non lo fa quasi mai. << tu hai bisogno di sbattere contro le cose per capirle. Tu devi partire perchè io non posso aiutarti, >> Si raddrizza, infilando le mani nelle tasche dei jeans, fermandosi davanti a sua sorella. << Io ti ho già perdonata, sei tu che non sei disposta a perdonare te stessa. Devi riuscirci da sola, e per farlo devi seguire le tue scelte, i tuoi bisogni, solo a nudo con te stessa, senza di me,senza la mia presenza, riuscirai un giorno a convivere con i tuoi... demoni. E riuscirai a riappacificarti con te stessa.Questa è una cosa che non posso fare io al posto tuo. Ma quel giorno... sarai pronta a tornare da me,e mi troverai ancora qui. >> Sposta con le dita della mancina una ciocca davanti al viso della ragazza, appuntandola dietro un orecchio.

Selene lo fissa, dal basso verso l’alto, mordendosi il labbro inferiore nel tentativo di fermare il tremore che anticipa il pianto. << Non vuoi nemmeno sapere dove andrò? >>

Lorenzo fa un sorriso sghembo. << Immagino molto lontano. >>

Selene si alza con uno scatto brusco e lo abbraccia, affondando il viso nel suo petto.Lorenzo ricambia la stretta. Quante volte Selene ha trova rifugio in quelle braccia fraterne sempre pronta ad accudirla, quante volte Lorenzo ha trovato la forza di andare avanti sentendo il profumo della pelle e dei capelli di Selene, profumo di casa. << Mi mancherai, Lo. >> mormora la ragazza, soffocando le parole contro la maglia del fratello.

Lorenzo le schiocca un veloce bacio sulla testolina. << Anche tu, Sally.>> La stringe più forte, come se non volesse lasciarla andare, ma lo farà. << Anche tu. >> ripete a voce più bassa. << Non fare stronzate va bene? >> sussurra retorico a un suo orecchio. << Siamo Rivieri, e i Rivieri si rialzano sempre. Non fare stronzate, selly, sei forte, non trovare modi strani di punirti, già la vita lo ha fatto abbastanza, trova la pace che cerchi e di cui hai bisogno. E torna, promettimi che un giorno tornerai. >>

Selly sorride contro quel petto, un sorriso impercettibile che l’altro non potrà vedere. << Non ti deluderò. >> struscia il nasino contro il torace, bagnando la maglietta delle lacrime scivolate dai suoi occhi. << Prometto. >> annuisce. << Prometto che tornerò. >>

Rimangono così a lungo, stretti l’uno all’altra, una cosa sola, gemelli, cresciuti insieme, hanno affrontato tutto insieme, ora la separazione è traumatica come quella che non ricordano avvenuta nell’utero.

Lorenzo la afferra per le spalle e la distanzia quel tanto che basta per guardarla negli occhi. Corruga la fronte. << Sally che piange? >> ironico, la sbeffeggia.

Selene gli da un pugno sul petto, all’altezza del cuore. << Fottiti Lo. >> Scoppia a ridere. Debolmente. << Ti scriverò, quando arriverò, ti farò avere mie notizie. Non è la fine del mondo. >> dice chinandosi sulle gambe per riprendere il borsone.

<< No. Non lo è. >> Ribadisce il ragazzo, infilandosi le mani nelle tasche dei jeans in un gesto carico di cose non dette e non volute.Non è la fine del mondo, ma sicuro come l’inferno, quella è la fine del SUO mondo.
Selene è sulla porta, sulla soglia, pronta ad andare. Si volta un’ultima volta; non avrebbe dovuto, quando si prende una decisione non bisogna guardarsi indietro poi. Potresti tentennare, cedere.
E lo trova lì. Suo fratello, in mezzo al caos di una casa malandata che a malapena si regge in piedi, come la loro famiglia. Quante notti passate a cantare a squarciagola fino alle tre del mattino aspettando il rientro della mamma. Quante mattine si ritrovavano a dormire insieme, abbracciati, per difendersi persino dai brutti sogni. Quante volte Lorenzo le aveva impedito di buttarsi via, quante volte Selene gli aveva dato la grinta per prendere in mano la sua vita e farne qualcosa. Ricordi, tanti, forse non sono poi tutti da buttare. Forse non è tutta merda lo sporco di quella casa, forse ci sono anche le ceneri rimaste di bei momenti vissuti. Forse. Ma non importa. È così che deve andare.
Lo guarda, in silenzio, si guardano, come se non si fossero mai visti o come se non si vedranno mai più. Un sorriso accennato prende piega sulle labbra di Selene, carico di affetto e rimorso,poi esce. Se ne va.

Lorenzo rimane paralizzato per qualche istante. Il corpo non risponde più ai suoi comandi e il cervello stesso si è inceppato. Ci aveva quasi sperato che infine ci ripensasse. Ma conosce Selene, non sarebbe tornata indietro sui suoi passi, non lo fa mai.
Dopo diversi minuti in cui non ricorda nemmeno di aver respirato mentre un dolore lacerante gli divorava il petto nella consapevolezza di aver perso una parte di sè fondamentale, finalmente ritorna in sè, rompendo quella trance agonizzante. Fa un profondo respiro, e il cellulare squilla. Si riscuote del tutto. Lo afferra al volo,magari è Selena, magari... no, un messaggio di Laura :

“Alessio è a lavoro, se vuoi possiamo vederci per un paio d’ore. Ricordati di non scrivermi, nè chiamarmi domattina che lui è a casa.”

Un macigno si abbatte con violenza su Lorenzo. Fino a un giorno fa avrebbe risposto al volo, avrebbe acconsentito, si sarebbe accontentato delle briciole che Laura gli dava, perchè lui se ne sentiva davvero innamorato, e perchè voleva credere che prima o poi lei lo avrebbe capito e ricambiandolo avrebbe scelto lui. Ma quanto era passato? Quanto? Quanto si era illuso?
Con uno scatto rabbioso lancia il cellulare fuori dalla finestra, spenendolo chissà dove. Impulsivo da parte sua, questa sarebbe stata una reazione tipica di Selene e non di Lorenzo, ma si sente già meglio. Sollevato.
In silenzio prende una Ceres dal frigo, la apre con i denti, sputa il tappo e si arrampica sulla finestra per issarsi sul tetto.
Rimane lì sopra, isolato dal resto del mondo a fissare le rovine del suo quartiere e un cielo scuro come un pozzo nero infinito, a bere la sua birra, la sua fedele birra. Si perde nei mulinelli di polvere, dei resti del cibo che lascia ai gatti randagi. Molliche che volano via, molliche in balia del vento. Proprio come lui, proprio come la sua famiglia. È questo che sono,nient’altro,solo molliche in balia del vento, inconsapevoli di dove questo li porterà. Ride, un suono stridulo,e alza la Ceres al cielo, come se stesse facendo una scommessa con Dio, dopo di che ne butta giù il contenuto tutto d’un fiato.

<< Mi ci gioco la vita, Vecchio. >>


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Note d’autore:

Questa piccolo racconto breve è completamente diverso dalle storie che scrivo di solito, innanzitutto è realistico, racconta delle crisi adolescenziale di due ragazzi cresciuti in una famiglia disastrata. C’è molta ricerca di introspezione, l’intenzione è quella di scavare nella testa dei due personaggi, sviscerarne i meccanismi e i traumi che li portano ad essere quelli che sono. Potrei dire che è un racconto drammatico, ma forse mentirei, un abbandono non è sempre qualcosa di negativo, anzi... alle volte dà quello scossone nella vita di qualcuno necessario a farlo prendere decisioni importanti. Come fa il nostro Lorenzo che finalmente chiude la storia impossibile con una ragazza fidanzata. È pieno di temi importanti e significanti questa storia, è molto intensa, spero di essere riuscita a trasmettervi tutto. Sarei felice di sapere cosa ne pensate di questo mio tentativo maldestro.

Buona lettura!

P.

 

   
 
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