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Autore: drunkofcamren    06/05/2014    1 recensioni
Solo quattro mesi fa pensavo fossi finita e poi sei arrivata tu e mi hai salvato.
Tu che mi hai dato dei nuovi mattoni, nuovo cemento e una mano per aiutarmi a ricostruire il mio grattacielo e sono arrivata più in alto di quanto non sia mai stata, posso toccare il cielo con le dita, ma soltanto se tu sei insieme a me.
Ora non m'interessa più dei sogni che avevo prima dell'incidente, quelli sono sotto quella macchina e ci rimarranno per sempre, ora ci sei tu, il mio unico sogno, e mi basti.
Ora capisco perchè Dio ha voluto togliermi le gambe e sono grata che lo abbia fatto.
Grazie, perchè insieme a te non ho più paura di nulla.
Ora, grazie a te, la amo, lei : la stupida sedia a rotelle che ero abituata a odiare, la amo, ma solo se sono con te, solo se sei al mio fianco riesco a dare un senso a tutto ciò che è successo.
Perchè per ora questo mi basta, solo una sedia a rotelle e te.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Ally Brooke, Camila Cabello, Dinah Jane Hansen, Lauren Jauregui, Normani Kordei
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Under the car






Da un po’ non  riesco a vivere.

Da un po’ non riesco a smettere di pensare a quel giorno, è passato un po’ di tempo, ma ricordo tutto come se fosse ieri.

Ricordo la macchina blu, ricordo le luci, le urla, la sirena dell’ambulanza, ricordo il dolore e le lacrime.

E’ successo a giugno, proprio l’ultimo giorno quando stavo rientrando da scuola, da quel momento la mia vita non è stata più la stessa.

Mi ha distrutto la vita, mi ha tolto tutto ciò che davo per scontato prima, lui.

Lui, l’uomo che mi ha investito, mi ha tolto l’utilizzo delle gambe, mi ha tolto l’abilità di correre, di camminare e di saltare.

E mi manca, ora mi sento solo una disabile che non riesce a fare nulla senza l’aiuto degli altri.

Mi manca saltare per mettere la palla nel canestro, mi manca sentire l’aria fresca mentre corro, mi manca stare in piedi e vedere il mondo dall’alto.

Ora il bastardo è finito in prigione, ma non basta, non mi basta, vorrei tanto togliergli ciò che lui ha tolto a me.

Lui, il bastardo che è passato con il rosso a 178 all’ora, deve soffrire, deve pagare per tutto ciò che ha fatto, devo morire.

Non passa un giorno senza che io mi risvegli nel mezzo della notte in preda agli incubi, sognando tutto daccapo, soffrendo sempre di più, non permettendomi di superare tutto, perché a ogni notte che passa, a ogni incubo da cui mi risveglio aumenta la mia sete di vendetta, la mia voglia di strangolare quell’uomo con le mie stesse mani.

Mi ha tolto le gambe e pure la dignità, odio essere dipendente dagli altri, odio non essere in grado di aprire una fottuta porta da sola, odio il fatto di non poter salire le scale, odio tutto di questa nuova vita.

Ho sentito molta gente che mi ha detto "Se Dio ti ha tolto le gambe, vuol dire che ti aspetta qualcosa di più grande dalla vita", ma la verità è che se Dio esiste è uno stronzo, perché non me lo meritavo, non meritavo di finire sotto una macchina, di stare 10 giorni in coma, di finire in una sedia a rotelle, no, non lo meritavo.

Se Dio davvero esiste perché non toglie l’utilizzo della gambe, la vista e l’udito ai ladri, agli stupratori e agli assassini? Perché devo pagare io non avendo fatto nulla di male?

Se Dio davvero esiste perchè mi ha dato tutto e poi me lo ha tolto?

Se Dio esiste perchè mi ha illuso? Perchè mi ha fatto arrivare così vicina ad afferrare il mio sogno e poi mi ha fatto cadere?

E’ con questi pensieri che vado avanti, con la vendetta che covo ogni giorno dentro il mio cuore, con l’odio per quell’uomo, di chi mi prende in giro per la mia condizione e per chi mi guarda come se fossi un caso perso.

Sono stufa, stufa di tutto questo, potrei farla finita, ma deve pagare, non posso abbandonare ora perché tutti si aspettano che io molli tutto, che mi arrenda, ma io non mi arrendo mai e non lo farò nemmeno ora.

E’ in questi momenti, quando sto da sola con la mia mente, che mi accorgo che quel bastardo non mi ha portato via solo le gambe, ma anche il cuore.

E’ in questi momenti che mi accorgo che quell’uomo non mi ha soltanto distrutto e cambiato la vita, ma ha distrutto e cambiato pure me, come se avesse abbattuto un grattacielo e ora io da sola stessi costruendo un castello, di quelli che si vedono nei film horror, di quei castelli cupi, di cui tutti hanno paura.

Ora tutti hanno paura di me, mi piace, mi sento potente, anche se non posso camminare la gente ha paura di me, il senso di potere che mi pervade ogni volta che qualcuno incontra il mio sguardo e poi lo gira spaventato è come droga per me.

Ho perso tutti gli amici, chi mi considera un’invalida inutile, le amiche del basket, tutti andati, tranne i miei genitori, i miei due fratelli e le mie due amiche, Normani e Ally.

Senza di loro probabilmente mi avrebbero già messo in un manicomio.

Ciò che mi rovina è il chiedermi "perché io?", mi perfora ogni giorno di più, conosco tante persone che meriterebbero peggio di ciò che è successo a me, ma sono ancora vive, con il sorriso stampato in volto e prendendomi in giro.

Non c’è giorno in cui non voglia prendere a pugni qualcuno, chiunque, anche una vecchietta in strada, la rabbia dentro me sta aumentando, giorno dopo giorno e non sono in grado di fermarla, voglio liberarla, ma l’unico modo con cui liberavo la rabbia non mi è più accessibile.

Con il basket facevo tutto, il basket era la mia vita.

Con il basket mi sentivo libera, con il basket mi sentivo potente, quasi invincibile.

Ma quel bastardo ha voluto togliermi la cosa che più amavo al mondo.

Se non posso strozzarti con le mie mani stai sicuro che prenderò la cosa a cui tieni di più al mondo.

A volte ripenso a quando facevo una passeggiata per smaltire la rabbia, per rilassarmi o per alleggerirmi la mente dai troppi pensieri.

Ripenso al mio sorriso e alla mia risata e vedo nel cimitero la loro lapide “R.I.P. : 10 giugno 2014”

Ripenso al mio senso dell’umorismo, a quanto mi piaceva ridere e strappare una risata agli altri, ora tutto ciò che fare è ringhiare, come un cane rabbioso.

Come una tigre, ho sempre saputo che c’era un’altra parte di me, quella più nascosta, e ora sta venendo fuori, sempre di più ogni giorno che passa, la tigre sta uscendo dalla gabbia ed è piuttosto arrabbiata.

La tigre ha fame, ho fame, di giustizia, perché il bastardo merita una punizione peggiore, di vendetta.

Ho fame di sorrisi e risate, mi manca ridere e far ridere gli altri, ormai se ci sono io vicino la gente smette di ridere, quando io sono vicina è come se calasse la nebbia, come se arrivasse il cattivo padrone che dice a tutti di stare zitti, ma io non lo voglio, non voglio che gli altri facciano silenzio, perché se la gente non parla, con me, io rimango da sola con i miei pensieri e li odio, odio ciò che penso.

Ho fame di sguardi normali, perché ormai tutti mi guardano come quello che sono, un’invalida, ma è come se non fossi più una persona, mi guardano come se fossi un cane bastonato, senza capire che la tigre sta ruggendo dentro me.

Ho diciotto anni, come hai potuto rovinarmi così la vita?

Come hai potuto spazzare via tutto ciò in cui credevo?

Come hai potuto portare via con te tutte le mie sicurezze?

Michelle, questo è il mio nome, o almeno lo era, ora mi faccio chiamare Lauren Jauregui, ma ormai non lo sento più mio, io, dentro me, sono già morta e seppellita, la Michelle Jauregui del 9 giugno non c’è più, ora c’è Lauren, la tigre pronta a ruggire, la tigre pronta a ferire, la tigre pronta a uccidere, senza farsi problemi di chi, quando e come.

Perciò non fatevi ingannare dalla mia sedia a rotelle, perché potrei tirare fuori gli artigli e le zanne proprio mentre siete girati e porre fine alla vostra vita.





 
 
Ma chi voglio prendere in giro?

La verità è che ora come ora non sarei in grado di far paura a una mosca.

La verità è che nessuno ha paura di me, anzi sono io quella ad aver paura degli altri, ho paura che possano farmi del male, che possano umiliarmi, per questo evito di guardare chiunque negli occhi, sono una codarda.

La verità è che la tigre è Michelle, Lauren è un cane bastonato che vuole continuare a camminare e ad affrontare il mondo, ma non ne ha né il coraggio né la forza.

La verità è che il bastardo che mi ha costretto in sedia a rotelle ha portato via la mia sicurezza e ha piantato insicurezze su insicurezze, ha tolto la mia corazza e ha lasciato una ragazza indifesa e inutile a chiunque.

La verità è che di tutto ciò che ho detto prima non è vero quasi niente.

E’ vero che non voglio l’aiuto degli altri, che voglio uccidere quell’uomo con le mie stesse mani e che voglio togliergli ciò a cui tiene di più al mondo ed è vero che ho paura di essere lasciata da sola con la mia mente.

Ma non perché penso cose cupe o penso di uccidere tutti, ma semplicemente perché l’unica cosa che penso da quando mi sono risvegliata è ‘sono soltanto un’inutile invalida, non servo a nessuno. Nessuno mi amerà più, nessuno mi guarderà mai più come una persona normale’.

La verità è che ho paura, ho paura di scendere le scale e vedere i miei genitori e miei fratelli che si sforzano a sorridere per me, che mi guardano dispiaciuti quando non riesco a fare qualcosa che per loro è naturale, ho paura dei giudizi, ho paura della vita, io che la amavo tanto ora ne provo terrore.

E’ il solo fatto di avere paura mi terrorizza, la vecchia me non avrebbe mai avuto paura.

Sognavo di diventare una delle più grandi cestiste della wnba, di giocare nelle squadre più grandi, e  il manager di una grande squadra mi aveva contattato, ma il mio sogno e le mie speranze si sono sbriciolate e sono finite sotto la macchina blu di quel bastardo.

E’ orribile, intendo il fatto di non poter neanche provare a realizzare il tuo sogno, lo capisco il fatto di provare e provare e non riuscire a raggiungerlo, ma la cosa che mi fa rabbia è che io non posso neanche provarci, avrei dato e fatto di tutto per realizzare il mio sogno, avrei provato tante volte, sarei caduta tante volte, ma mi sarei rialzata e riprovato ancora più ardentemente, ma ora che non posso neanche restare in piedi non posso neanche provare.

Tutta la mia vita è finita sotto quella macchina, i miei sogni, le mie passioni, i miei hobby, tutto.

Mi ha demolita e ora cerco di ricostruirmi da sola, con i mattoni che rimangono dal mio crollo, ma non potrò mai essere quella di prima, sono troppo distrutta, i mattoni sono vecchi e ne ho bisogno di nuovi, nuovo cemento e, per quanto odi ammetterlo, di qualcuno che mi aiuti, ma come faccio a procurarmi tutte queste cose?

Non ho le risposte a tutte le domande che mi faccio ogni singolo giorno, sono piccola, indifesa, qualcuno mi aiuti o affonderò tanto velocemente quanto sono affondata.





 
SPAZIO AUTRICE
Eccomi con un'altra ff, mi è venuta in mente questa idea di pomeriggio e ho deciso di metterla in una ff.
Spero che vi piaccia.
Se riesco pubblicherò il primo capitolo domani.
Lasciatemi delle recensione e fatemi sapere che ne pensate, anche se per ora è poco
Alla prossima
Elena
 
   
 
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