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Autore: goccia_chan    07/05/2014    2 recensioni
Se il pianeta Vegeta non fosse esploso? Se Vegeta avesse avuto una sorella combinaguai? e se l'Hueco mundo fosse in contatto con i Sayan?
TRATTO DAL 4° CAPITOLO
Adesso era il momento di andare a verificare di persona cosa era in grado di fare la ragazza. Si diresse in direzione delle retrovie e cercò la sua aura, o la sua reiatsu, come erano più soliti chiamarla gli arrancar. La trovò e si mise ad osservarla.
Non era come gli altri Sayan a cui aveva visto impugnare una spada, non menava fendenti a destra e manca colpendo disordinatamente tutto quello che stava lì attorno, come se più che una spada impugnasse una clava. Sembrava danzasse, una danza pericolosa e mortale. Passava da un nemico all’altro e li abbatteva con un solo colpo preciso, una precisione quasi chirurgica e subito passava a quello successivo. La lama della Katana passava di avversario in avversario implacabile, fulminea senza lasciare scampo, lei scivolava aggraziatamente come se ballasse e cambiasse partner ogni volta velocemente, lasciando dietro di sé una scia di corpi esanimi e senza vita.
Rise di gusto. Finalmente l’aveva trovata…aveva trovato la sua preda.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Re Vegeta, Rosecheena, Vegeta
Note: Cross-over, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Segreti
 
 
«Dodorian non mi interessa se non è il piano che avevamo stabilito, voglio che quella maledetta ragazzina sia fatta fuori domani! CHIARO?!?!»
«Zarbon, Freezer non sarà contento »
« mi ha già detto che non gli interessa , basta che ne facciamo furi il più possibile! Stavolta non la passerà liscia costi quel che costi!»
 
 
*
 
 
«ti rendi conto di quello che hai combinato???»
«non farla tanto lunga, era uno scherzo»
«guarda che Zarbon un giorno o l’altro ci prova davvero ad ammazzarti! E se questa storia non va giù a Freezer? Ci hai pensato?»
«figurati se quello si preoccupa di una tinta malriuscita del suo lecchino! E tanto prima o poi Freezer cercherà comunque di farci fuori, ce l’ha scritto in faccia!»
Fratello e sorella erano entrambi nella tenda da campo di Vegeta, che si squadravano torvi. Poi Minami sorrise e si avvicinò al fratello tirandogli una live gomitata al braccio «eddai, tanto lo so che sotto sotto anche tu l’hai trovato divertente!»
«per niente»
«non venirmi a dire che non ti è venuto da ridere nemmeno un pochino» dicendo l’ultima parola con fare da bambina.
Vegeta si lasciò sfuggire un mezza sorriso «ok hai vinto, non so da dove ti saltino fuori certe idee, ma questa devo ammettere che ti è riuscita bene… MA RIMANI COMUNQUE UNA ZUCCONA!» e le diede uno scappellotto dietro la testa. Lei gli fece una linguaccia e se ne andò, contenta di aver fatto pace col fratello.
 
Ora doveva sistemare solo l’altra questione…
Benché si fosse ripromessa di non stare più sola con Grimmjow, in questo caso non poteva proprio, non poteva rendere la questione di dominio pubblico...doveva trovarlo da solo. Sbuffò, stavolta gliel’aveva fatta, quel maniaco l’aveva fregata.
Ci  avrebbe pensato con calma. Decise di andare a mangiare qualcosa, dopotutto quando Zarbon era comparso aveva mollato lì il suo pasto per ridere a crepapelle, poi aveva seguito Vegeta; doveva mettere qualcosa sotto i denti.
Tornò al luogo di distribuzione delle cibarie e mentre prendeva  un altro pasto notò un po’ di gruppetti di sayan, per lo più di prima classe che mangiavano in compagnia, infine solo, in un angolo, Grimmjow. Il ragazzo era seduto isolato da tutti gli altri, intento a consumare il suo pasto con la sua solita faccia accigliata. Nonostante ritenesse l’arrancar un maniaco insopportabile in quel momento gli dispiacque per lui. Maledisse lei e la sua sindrome da infermiera…
 
Grimmjow alzò lo sguardo, stupito, Minami si era seduta di fronte a lui e si era messa a mangiare.
«cos’è non sai più stare lontana da me?» disse il ragazzo dai capelli azzurri con un sorriso malizioso.
Minami con tutta calma deglutì il boccone che aveva in bocca, appoggiò le posate e iniziò a parlare a raffica «ho la sindrome da infermiera depressa. Infermiera perché quando vedo un povero disadattato che mangia tutto solo senza un amico al mondo che se ne sta seduto con la faccia imbronciata non posso fare ameno di andare da lui e depressa perché ti assicuro che non provo alcun piacere nel farlo. Sono solo suscettibile ai casi umani»
«senti donna ma certe stronzate da dove ti escono? E poi guarda che io da solo ci sto benissimo!»
Minami alzò gli occhi al cielo e continuò, era la sua occasione per parlargli da solo senza correre troppi rischi «comunque volendo riprendere il discorso di oggi, io non ti devo niente. Io ho taciuto sul tuo comportamento...discutibile e tu sul mio scherzo a Zarbon, siamo pari»
Grimmjow le rivolse un sorriso sadico «veramente mi devi anche un altro favore»
«Da quando ho tutti questi debiti con te?»
«Non ti sei dimenticata qualcosa al lago?»
Lei fece mente locale, cosa aveva dimentic…..! ma certo «lo scouter!» «e va bene accidenti a te! Che cavolo vuoi?»
«cosa voglio? Non farmi ripetere le cose donna…combattere contro di te»
«e tu non farmi ripetere che mi chiamo Minami, non donna! perché proprio io? Ci tieni così tanto ad essere preso a calci?» era furiosa, quell’individuo era insopportabile! Lei aveva appena avuto un atto di gentilezza nei suoi confronti, si era seduta con lui a mangiare e quello le aveva appena detto che per lui era carne da macello. Lo avrebbe preso a calci sul serio adesso visto che ci teneva così tanto.
 
Finalmente aveva ottenuto quello che voleva, sfoderò la sua spada per colpirla, lei balzò indietro e si mise in posizione d’attacco. Finalmente.
Cercò di colpirla un paio di volte con un pungo ma lei li schivò entrambi e gli rifilò un calcio in pieno volto
«sei lento micione…» Minami aveva un ghigno soddisfatto, lo stava facendo incazzare di brutto. Più era incazzato più le sue mosse erano prevedibili e anche più facili da schivare. Certo lei era veloce, ma se lui la prendeva, bhe non sarebbe tornata a casa tutta intera di sicuro.
Grimmjow le si avventò addosso sferrando un colpo energetico che loro chiamavano cero ,la ragazza schivò anche quello. Ma quanto diavolo è veloce? Minami mandò a segno un secondo calcio dritto allo stomaco. Lui si mosse di poco. Si era veloce ma a livello di forza fisica lui era nettamente superiore, i calci che lei mandava a segno non erano particolarmente forti.  Grimmjow fece una finta: simulò  un pugno ma tentò di mandare a segno un calcio.
Troppo prevedibile.
Minami si abbassò e ruotando su sé stessa rifilò l’ennesimo calcio all’unica gamba con cui si stava sorreggendo l’arrancar facendolo finire a terra. Grimmjow era a terra incazzato, ma anche eccitato da quella battaglia, non solo riusciva a tenergli testa ma era anche riuscita ad atterrarlo; la sua preda gli stava proprio dando soddisfazione. Era ora di fare sul serio.
Ulquiorra arrivò, silenzioso. Si frappose tra i due avversari, guardò il ragazzo dai capelli azzurri e con voce calma e pacata riprese il fratello «Grimmjow tu riesci a combinare casini anche quando non fai nulla»
«levati dai piedi, stronzo!»
Minami ghignò soddisfatta.
«fossi in te non riderei tanto, ho ancora quello che vuoi»
Ulquiorra guardò prima Grimmjow che aveva appena parlato e poi la principessa. Gli occhi verdi dell’arrancar non lasciavano trasparire nulla come al solito, uno sguardo pacato, freddo, distaccato. Chissà che cosa gli passava per la testa.
«non preoccuparti, tanto verrò a riprendermelo»
 
 
*
 
 
Era quasi l’alba. Il momento giusto per andare a riprendersi il suo scouter. Era più che decisa a far fare la figura del fesso a Grimmjow. Si preparò con calma, fece attenzione a tutto ciò che poteva far rumore, anche il più piccolo. Trovò la tenda di Grimmjow ed entrò. Grimmjow era a torso nudo, ancora profondamente addormentato su un materassino. Lo guardò per un attimo. I capelli scompigliati, il viso finalmente rilassato, il fisico scolpito. Dovette ammettere come la prima volta che lo aveva visto che non era niente male, anzi. Peccato per il suo caratteraccio da distruttore maniaco. Si guardò intorno e trovò l’oggetto che stava cercando. Lo prese e lo mise al suo posto attaccato all’orecchio, con il vetro verde davanti al suo occhio e si voltò per uscire.
Un fruscio quasi impercettibile.
Era arrivata. Spalancò gli occhi e lei non c’era, era già uscita. Scattò ma anche fuori dalla tenda non c’era nessuno, solo un foglio di carta, lo raccolse e sentì la rabbia invaderlo da capo a piedi.
 
Ti ci vorranno almeno 2000 anni per riuscire a fregarmi. Comunque grazie per esserti disturbato a recuperarmi lo scouter. Con tanto di faccina con linguaccia disegnata.
 
«MALEDETTA DONNA!!!!!»
 
 
*
 
 
Altro sangue, altra battaglia, altro dolore. Un colpo di spada e poi un altro e un altro ancora. I muscoli tesi e scattanti, i sensi in allerta, tesi fino alla spasmo per captare il più piccolo segnale di pericolo. Mai abbassare la guardia, uccidere o essere uccisi. In battaglia è solo questo che conta. Minami conosceva bene la lezione l’aveva vista, imparata e provata sulla propria pelle.  L’esperienza in battaglia era tutto e l’istinto unito all’esperienza le dissero di voltarsi perché il pericolo vero stava arrivando.
Un ruggito si levò dalle retrovie. Lei si voltò e lo vide.
Una specie di gigante dall’aspetto umanoide era appena entrato in campo. La sua aura non era elevata, era per quello che si era avvicinato senza che se ne accorgesse. Corse nella direzione dell’essere. Era alto almeno quattro volte la ragazza e sulla schiena portava una sorta di barile. Lo osservò meglio da debita distanza, c’era qualcosa che non quadrava, dei tubi partivano da quel barile e si avvolgevano e si inserivano nel corpo della creatura. Ma che cavolo era quella cosa?
Il suo istinto continuava a dirle di ucciderlo alla svelta.
La bestia si voltò e la vide. Iniziò ad attaccarla cercando di colpirla. Non era particolarmente veloce. Lo avrebbe abbattuto alla svelta. Altri sayan cercarono di colpirlo con dei colpi energetici ma sembravano inutili. Minami con la spada sguainata colpì a un polso l’essere all’imboccatura di uno dei tubi. Se gli attacchi energetici non funzionavano doveva provare con la spada.
La lama attraversò le carni della creatura riuscendo quasi a mozzargli l’arto, facendola ruggire dal dolore. Una nube tossica si dipanò dal taglio investendo in pieno la ragazza. La principessa dei sayan sentì il gas invaderle i polmoni e bloccarle il respiro. Iniziò a sentire quasi immediatamente gli effetti del gas. La gola le bruciava da impazzire, la testa girava, la nausea la assaliva. 
Merda. Come aveva fatto a essere così imprudente? E adesso? Aveva respirato quel miasma praticamente a pieni polmoni.
Si guardò intorno per un secondo. L’essere in preda al dolore si dibatteva, e più si dibatteva più gas velenoso veniva sparso nell’aria. Sentì qualcuno tossire, stava avvelenando tutti. Volevano eliminarli in massa.
Doveva fare qualcosa o sarebbero morti tutti. Pensò suo fratello e poi agli latri sayan che combattevano con lei. Gli venne in mente anche quella testa calda di Grimmjow.  Non avrebbe fatto fare a loro la fine del topo come stava facendo lei. Prese lo scouter e aprì la comunicazione con tutti urlando una sola parola «RITIRATA» per poi lanciarlo via.
Lei aveva sbagliato, lei aveva iniziato a far diffondere il miasma, lei doveva rimediare. Sentiva il respiro farsi sempre più corto e le forze iniziare a scemare. Volò fino a pararsi di fronte agli occhi del mostro, doveva attirare la sua attenzione. Doveva farsi venire un’idea. Doveva trovare un modo per uscire da quella situazione. Ma come, come? Forse poteva….? Ormai stava respirando talmente tanto veleno che era ormai sicura che sarebbe morta, tanto valeva tentare. Dove?
Il lago!
 
Vegeta senti l’urlo della sorella allo scouter. Si paralizzò. Doveva andare a vedere cosa stava succedendo. Per la prima volta in vita sua il principe dei sayan era veramente terrorizzato. Non aveva mai sentito la sorella urlare a quel modo. Cosa era successo? Cosa le era successo? Mentre volava in direzione della terza classe si accorse che anche Grimmjow lo stava seguendo.
Se Vegeta aveva abbandonato tutto e stava volando a tutta velocità nelle retrovie doveva esserle successo qualcosa. Nessuno avrebbe preso la sua preda al posto suo. Nessuno!
 
 
Minami prima volava, poi saltava infine correva, sempre più consumata dall’interno dalla nube tossica che aveva respirato. Sudava freddo, i conati di vomito riusciva a stento a trattenerli. Doveva fermare la fuoriuscita di gas e in fretta. Voleva respirare di nuovo l’aria pura. Chissà se ci sarebbe riuscita. Finalmente arrivò a lago e si nascose dietro a un tronco d’albero. Aveva una sola occasione. La creatura arrivò  e si portò alla riva del lago guardandosi intorno. Ora o mai più. Aveva promesso al fratello che non avrebbe mai svelato il suo segreto, sapeva che era troppo pericoloso, ma ormai respirava a fatica, stava a malapena in piedi, stava per morire. Almeno sarebbe morta facendo qualcosa di buono.
Con le ultime energie rimaste scagliò un’onda di energia al capo della bestia facendola finire in acqua. Si accasciò al suolo sfinita.
Non ancora, un ultimo sforzo.
Puntò le mani al suolo, in un gesto disperato e rabbioso. Dalle sue mani dipartirono due fasci di luce bianca che arrivarono fino alla riva del lago diffondendosi in esso. Tutto il lago, tutto ciò che era stato avvolto da quella foca luce bianca ghiacciò in un istante. Era riuscita a congelare il lago e la bestia al suo interno, la fuoriuscita del miasma era completamente bloccata.
La ragazza si sdraiò al suolo ormai sfinita. Tutto attorno a lei si fece più sfocato. Udì una voce in lontananza. Vide la figura sfocata del fratello sopra di lei. Urlava il suo nome, o almeno così le sembrava, era tutto così ovattato.
Poi il buio.
 
 
Angolo autrice
Scusate se in questo capitolo non ci sono stati risvolti ehm...hot ma prometto che mi rifarò col prossimo! Spero vi sia piaciuto comunque! Un bacione!
  
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