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Autore: _Teartheheart    07/05/2014    2 recensioni
Crossover tra The 100 e The tomorrow people.
Ispirata più a the 100 che TTP.
Spero l'idea vi attiri, alla prossima.
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Cento anni passati su un Arca che ci tiene in vita, cento anni che l'umanità è stata distrutta da un'associazione che voleva distruggere la mia specie, la specie dei Tomorrow People, e adesso? Credevo di essere la sola rimasta sull'Arca con questi poteri e invece? Siamo in 100, 100 tomorrow people giustiziati dall'Arca, 100 persone speciali mandate sulla terra a morire.
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Octavia Blake, Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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THE HUNDRED FALLEN. 
 
Introduzione. 


Cento anni fa, la terra è caduta in rovina a causa di un esperimento contro i The tomorrow people, persone con poteri speciali, come la telepatia, la telecinesi e il teletrasporto, miliardi di persone sono morte, gli umani e la mia gente. 
Adesso nel 2110 siamo costretti a vivere su un Arca, la terra per noi è solo un pianeta irraggiungibile. Gli umani credono che che con l'ultima battaglia i The tomorrow people siano morti, che la nostra specie si sia estinta, ma invece eccomi qui, l'unica della mia specie sopravvissuta dopo cento anni. 
Il mio nome è Clarke Griffin, sono figlia della consigliera del cancelliere Jaha, sino ad oggi ho vissuto nascosta, protetta da mia madre, se qualcuno dovesse scoprire ciò che sono veramente, sarei immediatamente lanciata dall'Arca, è così che puniscono i criminali, li giustiziano uccidendoli, gettandoli dall'arca lasciati morire nello spazio. 
Sono dentro la mia capsula e come al solito sono seduta sul pavimento a guardare attraverso l'oblò, quel mondo che tanto bramo, quei colori, l'aria che potrei respirare, l'odore degli alberi, della pioggia che bagna il mio viso, tutto questo lo voglio, lo desidero, un mondo dove potrei vivere senza nascondermi, senza nessuno che mi dica quanta aria possa respirare. 
Mi chiedo come la gente viveva sulla terra, qual'erano le loro abitudini? Hanno mai desiderare di scappare come lo voglio io? E la mia gente, la gente dei Tomorrow People, come hanno vissuto? Si sono sentiti in trappola come me? 
Le mie dita sfiorano il pavimento e il disegno che avevo appena finito, quel disegno che ritraeva me, libera sulla terra mentre aprendo le braccia assaporo la pioggia che mi bagna, le mie mani che toccano le foglie degli alberi mentre gli animali della foresta mi fissano increduli su cosa io sia. 
La passione per il disegno è l'unica cosa che ancora non mi fa uscire fuori di testa, l'unica cosa che mi fa sognare. 
Mi alzo dal pavimento per poi sedermi sul letto, guardo il tavolo davanti a me, mi concentro su di esso, alzo le mani e in un attimo lo alzo, lo faccio ondeggiare in aria sorridendo, felice di quello che facevo, poi però tutta la felicità viene smontata quando sento la porta spalancarsi, vedo entrare mia madre con il volto spento e tre guardie che urlando vengono verso di me. 
«Eccola, avevamo ragione, prendetela» dice uno di loro, sono vestiti di nero, tengono delle armi, sento il cuore battere mi faccio indietro quando uno di loro mi mette al polso un bracciale di un colore blu fluo, guardo mia madre ma lei rimane in silenzio «Mamma» dico, con la voce spezzata. 
Lei ancora non risponde così cerco di teletrasportarmi, ci provo ma non accade niente, la guardia sorridendo mi fissa «Mi dispiace, ma il bracciale blocca i tuoi poteri ragazzina» lo guardo con aria interrogativa, guardo il bracciale e abbasso il capo sconfitta. 
Le guardie mi trascinano via ed io non posso far altro che acconsentire. 
Penso, penso ad un modo per scappare, ma non ne trovo nemmeno uno, perché? Perché mia madre non li ha fermati perché? 
Mi uccideranno, mi lanceranno e lei non fa niente, vuole che io muoia? 
Abbasso il capo ancora, e stavolta non lo rialzo più, sto per morire e l'unica cosa a cui io pensi è che sarò finalmente libera, nessuno potrà più comandarmi, sarò libera da quest'Arca che tanto odio. 
Le guardie si fermano, non posso far altro che guardare, voglio guardare lo spazio, morirò a testa alta, perché la mia specie non ha mai fatto niente di male, mio padre me lo diceva sempre, lui che è stato lanciato per aver rivelato un segreto che non doveva rivelare è stato lanciato ed io non ho nemmeno potuto dirgli addio perché non me lo hanno permesso. 
Mia madre non me lo ha permesso, disse che era traumatizzante, e che probabilmente i miei sentimenti avrebbero mostrato la mia vera natura, ma cosa ne sa lei dei miei sentimenti? E magari forse sarebbe stato meglio, sarei morta con mio padre, sarei stata felice tra le sue braccia. 
Quando alzo il capo a mia sorpresa non sono davanti alla porta dell'INGIUSTIZIA ma bensì mi portano dentro una navicella dove ci sono tanti ragazzi, non capisco perché sono qui? 
Mi guardo in torno, siamo in tanti ma non riesco a dare un numero preciso, sono spaventati e tutti seduti su dei sedili, poi capisco non è un ala, o una stanza è una navicella. 
Mi volto verso una guardia «Cosa fanno qui tutte queste persone? Cosa ci state facendo?» chiedo io, in quello stesso secondo entra il cancelliere Jaha, che con aria ferma mi guarda «È la tua gente Clarke, i tomorrow People, pensavo che un tempo gli umani mi avessero sterminato invece ... siete in 100 sull'Arca, quindi non potendovi uccidere tutti faremo una cosa differente, vi lanceremo sulla terra ...» 
Lo guardo «C-cosa? Non sapete nemmeno se sopravvivremo perché ... moriremo nello stesso momento in cui metteremo piede sulla terra» 
«Non sarà una grande perdita per noi» risponde infine, quando sto per rispondere lui si volta e sospirando esce dalla navicella insieme alle guardie, la porta si chiude, batte i pugni sulla porta e grido «Ehi, non può farci questo, Ehi ... » urlo ancora. 
«Si, che può ...» sento una voce dietro le mie spalle, una voce che conosco molto bene, mi volto per accettarmi che sia davvero chi pensi ed è così ... è Wells il figlio del cancelliere, sta lanciando suo figlio, lo sta mandando a morte certa, la pelle scura di Wells, gli occhi scuri sono uguali al padre, un padre che è diverso da lui o forse no. 
Wells è stato colui che ha fatto lanciare mio padre, così mi raccontò mia madre in lacrime, da quel giorno non parlai più con lui, non seppi più parlare con lui, ogni volta che gli rivolgevo uno sguardo mi metteva ribrezzo. 
«Cosa ci fai qui?» chiedo io «Quello che fai tu, sono un Tomorrow people e vengo lanciato sulla terra» spalancando gli occhi mi guardo intorno vedendo tutti i ragazzi seduti e mi sento per la prima volta in famiglia, ma mi sento anche in colpa perché per tutto questo tempo non ho mai saputo di loro. 
«Pensavo fossi la sola»
«Pensavi di essere l'unica ad essere speciale?» chiede una ragazza seduta a pochi passi da me, mi volto e vedo una ragazza dagli occhi verdi e i capelli lunghi castano scuro, la guardo e rimango immobile «No, pensavo di essere sola, e la cosa non mi piaceva» rispondo, lei mi guarda sorpresa da quello che avevo risposto. 
«Mi chiamo Octavia, Octavia Blake» dice, sorriso e mentre sto per rispondere una voce fuori capo dice: ''Tutti i passeggeri si siedano, prepararsi al lancio'' respirando a fondo vado a sedermi accanto ad Octavia, chiudo la cinghia chiudendo gli occhi per poi riaprirli immediatamente «Io sono Clarke, Clarke Griffin»  
«Oh la figlia del dottore nonché consigliera del cancelliere» dice ironicamente «Si rispondo, e tu Octavia Blake, fammi pensare si ... sei la ragazza che il fratello ha nascosto per tanto tempo sotto il pavimento ... adesso capisco il perché» dico io sorridendo, lei mi guarda «Non era solo per quello, come sai il cancelliere non permetteva a nessuno di avere più di un figlio, L'arca sarebbe stata sovraccarica, e uno di noi sarebbe dovuto morire ... mio fratello è stato sacrificato ... proprio come tuo padre» 
la guardo smettendo di sorridere «Mi dispiace, so' cosa si prova» lei rimane in silenzio guardando davanti a se, subito in momento sentiamo le luci spegnersi, la navicella si muove, i nostri corpi sbattono da un lato all'altro rimanendo fermi, qualcuno però si è sciolto dalla cintura, sbattono da un lato all'altro mentre la navicella oramai lanciata continua la sua rotta «State fermi, rimanete seduti» urlo io «Moriranno» dice Octavia stringendosi alla cintura. 

                                                                                                                                                                                                                       *** 

La navicella si ferma, i nostri corpi si scontrano ancora provocando forti dolori, le tre persone che durante il tragitto fluttuavano sono oramai morte, guardo i corpi e mi sento vuota, le altre 97 persone tra brusii e respiri di sollievo si alzando dal sedile, guardò Olivia e un ragazzo che si avvicina a me con i capelli neri sino alle spalle, gli occhi marroni e il volto perso «State bene?» chiede, annuendo lo guardo «Sono Finn» continua 
Octavia si volta «Ti sembra questo il momento di presentarsi?» chiede, lei si volta e mi guarda «Ho sognato questo momento da un sacco di tempo, lo sognavo con mio fratello» dice avvicinandosi alla porta, sorridendo si volta guardandomi «Lo facciamo insieme?» chiede, sospiro guardandomi intorno «Bé se usciamo potremmo morire, se restiamo qui potremmo morire ... la prima opzione mi piace di più» dico, sorride premendo il bottone di apertura. 
Lentamente il cancello si apre abbassandosi lentamente, i primi raggi di luce entrano baciandomi la pelle, il calore è bello non da fastidio ma la luce sugli occhi mi acceca, la prima cosa che vedo è il cielo è azzurro chiaro con qualche sfumatura di arancione, nuvole bianche tutte lontane, è così che me l'ero immaginata leggendo i libri sull'Arca che ne parlavano, così infinito e pieno di nuvole, poi vedo le foglie, foglie verdi di un verde scuro, è una albero la sua corteccia è marrone, tracciato da linee 
più lo guardo e più me ne innamoro. Guardo Octavia «Sei pronta?» chiedo, lei annuisce quasi preoccupata quanto me, deglutendo ci avviciniamo mettendo il primo piede fuori, lei è più veloce io sono cauta e impaurita allo stesso tempo, la gente dietro di noi ci fissa senza fare alcun movimento, il mio corpo si unisce ai miei primi passi e quando io e Octavia ci troviamo completamente fuori ci guardiamo quando siamo ancora vive sorridendo. 
Octavia urla «Siamo ancora vivi Stronzi» sorrido e la gente dietro di noi si unisce gioendo, rido respirando l'aria che entra nei miei polmoni, ne respiro quanto mi pare prima di potermi  svegliare da questo sogno. 

Finn il ragazzo che poco prima si era presentato si avvicina  all'albero che prima avevo adocchiato, si volta prima sorridendo poi rimanendo fermo «Ehi fate silenzio» dice, tutti ci azzittiamo, rimango in silenzio «Che succede?» domanda Wells 
«Ho visto qualcuno, andare da quella parte» dice indicando dietro i cespugli «Non può essere» dico. 
Come può essere? Nessuno vive sulla terra da secoli, non può essere «Bé scopriamo chi sia allora» dice Octavia correndo «No, Octavia» urlo io per poi seguirla, Finn e Wells mi seguono insieme ad altri due ragazzi, corriamo cercando di toglierci i bracciali di sicurezza, ma niente, così continuiamo a correre  sempre più vicini a Octavia ... corriamo e sento gli animali della foresta, sento ogni minimo umore, sento di essere libera e la cosa mi fa sorridere. 
Mi guardo intorno, guardo i miei piedi che toccano la terra che profuma, gli alberi ... i fiori e vedo il cielo che con il sole ci accompagna nella nostra corsa. 
Guardo avanti e vedo che Finn si è fermato proprio dietro Octavia, mi fermo e mi avvicino guardandola «Octavia» la chiamo io «Non è possibile» sussurra, mi volto vedendo un ragazzo, i suoi capelli sono neri uguali al colore dei capelli di Octavia solo un po' più scuri, la sua pelle e scura, le sue labbra sottili e gli occhi castani, sono i singhiozzi di Octavia che mi fanno distogliere lo sguardo «Bellamy» dice, subito la guardo di nuovo, Bellamy? Suo fratello? 
Come, come può essere? Era stato lanciato? Come può essere? 
Vedo Octavia che lo abbraccia e lui che la stringe in un abbraccio caloroso, lo guardo e non posso fare a meno di pensare a mio padre, mi scaravento su di lui urlando «Mio padre, se tu sei vivo, anche lui potrebbe ... » Octavia si sposta io prendo per le spalle Bellamy e lo guardo «Mio padre, il consigliere Griffin, ti prego dimmi che sai qualcosa ti prego» lo imploro, lui mi guardo spalancando gli occhi «Sei la figlia di Griffin» dice, annuisco guardandolo «Sono io, allora?» 
Deglutendo mi fissa «Era con me sino a ieri, ci hanno lanciati sulla terra insieme, dicevano che la morte per noi non era sufficiente dovevamo soffrire, morendo per causa della terra, siamo stati insieme ma ieri ...» 


 
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Salve a tutti è Rose che vi parla. 
Bene, ho voluto unire due mondi completamente diversi tra TTP E THE 100, due serie che io amo. 
Ovviamente la Fan fiction è ispirata più a The 100 che TTP, da The tomorrow people ho voluto introdurre i poteri e qualcosa così. 
Spero tanto che quest'idea vi piaccia e che possa appassionarvi a continuare. 
Alla prossima. 
Rose. 



 



   
 
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