Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Erikawiththek    07/05/2014    0 recensioni
Questa storia è la prima che pubblico, vi prego, niente pomodori...
Si tratta di un momento
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sono seduti sulla panchina d'aspetto della stazione. 
Lei, una donna orientale sulla cinquantina, attira la mia attenzione. 
Una coda di cavallo bassa e molto morbida le raccoglie i capelli, il colore dei quali, un grigio di molte tonalità, 
emana un'autorità che istiga un certo timore reverenziale. Ma non è solo il colore dei capelli... 
Porta degli occhialini raffinati, piccoli e di metallo dorato, e le labbra fini e corrucciate sono scurite da un rossetto bordeaux.
D'un tratto la donna tira fuori un libro dal titolo inglese, verde su panna, che la mia miopia non mi permette di leggere. 
Altre persone giacciono appollaiate sulle panchine di legno aspettando un treno che non arriverà prima di mezz'ora, 
tuttavia nella stazione c'è solo lei.
Un uomo a gambe accavallate le siede accanto, gli occhi a mandorla chiusi nell'intimo del sonno, mentre la donna, con espressione attenta, 
continua a sfogliare il suo libro.  Provo l'impulso di rivolgerle la parola. 
Sarà perché ogni lasciata è persa, ma provo il desiderio di sentirne la voce e capire che tipo sia.
Rigida? Pronta allo scherzo? È una donna sicura come l'autorità che emana? È una di quelle che non sanno da che parte venga il treno? 
E se lo è, con che tono lo chiederebbe?  Solleverebbe gli angoli delle labbra per chiedere informazioni con voce gentile? 
Rimette il libro nella borsa e si toglie gli occhiali riponendoli in uno di quei porta occhiali piccolini. 
Questo è metallizzato e rosa. Un punto per lei.  Un cane entra dalla stanza accanto. Mi alzo e gli apro la porta. 
Una screpolatura sulle labbra della donna mi accoglie quando mi metto a sedere. 
Mi ha sorriso!!! 
Sorrido di rimando per la soddisfazione, ma non mi sta guardando. Il giovane accanto a lei, sorridendo, 
le dice qualcosa in una lingua che non conosco. 
Sorniona per la mia piccola vittoria, continuo ad osservare il duo. 
Adesso stanno discutendo a voce bassa su alcuni fogli di carta. 
La donna si china in avanti e mi permette di vedere la sua acconciatura per qualche istante. 
Sempre miopia permettendo, noto la treccia grigio canuta che precede l'elastico nero della coda. 
È un istante. 
Nell'altra stanza della biglietteria si chiude la porta di scatto. 
Entra una donna... Esile. Esile mi pare l'unico modo per descriverla. Esile e fragile come le sue gambe. 
Non saprei dire se abbia qualche genere di problema mentale, so solo che è strana. 
In mano ha una borsa di vimini decorata a strisce verdi, gialle e viola. 
I capelli a caschetto leggermente unti, incorniciano il suo viso e stanno naturalmente bene con i suoi occhiali rotondi, 
contornati da metallo argenteo. 
Indossa una gonna dalla fantasia scozzese blu, bianca e rossa lunga fino alle caviglie, da cui fanno capolino degli stivaletti nero lucido. 
Anche lei si siede e tira fuori un libro. Noto distrattamente un anello d'oro ad entrambi gli anulari. 
Porta un maglione rosso, non saprei dire di che tessuto, ma la fantasia a intreccio richiama quella di un telaio a mano a intreccio largo; 
come cappotto porta un giacchino pesante grigio chiaro. 
Qualche parte del mio cervello nota il sovraffollamento di oggi nella stazione. 
Cos'è? Mercoledì?  La mia attenzione torna sulla donna orientale, che adesso consulta una cartina. Non è di qua? 
Le mie riflessioni vengono interrotte dall'altoparlante che annuncia l'arrivo del treno. Mi chiudo il giubbotto ed esco, 
sperando che la canuta signora prenda il treno nella mia direzione. 

 
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Erikawiththek