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Autore: Yoko Hogawa    25/07/2008    7 recensioni
Ti ho sempre considerato un ostacolo, una sfida, un nemico da eliminare per la riuscita del mio piano.
Avrebbe dimostrato che io ero il più forte.
Avrebbe dimostrato che ero il più intelligente.
No…lo ha fatto.
Quel giorno di pioggia vinsi io.
Genere: Malinconico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: L, Light/Raito, Near, Ryuuk
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Note: Ok, ho appena finito di vedere la puntata 37 dell’anime di Death Note e non potevo non scrivere questa songfic

Note: Questa è un abbozzo di one-shot che scrissi tempo fa, una volta finito di godermi l’anime per intero.

Probabilmente farà schifo… anzi no, senza probabilmente ^^’’’ io non sono assolutamente brava a scrivere one shot, però mi ispirava e, in una notte dove probabilmente ho bevuto troppo Nesquik (ebbene sì…) ho deciso di pubblicarla anche su questo sito.

Avvertenze spassionate prima di iniziare la lettura: YAOI! (BoyxBoy) RyuzakixLight / LightxRyuzaki. Introspettiva di Light p.o.v. e si riferisce principalmente all’ultima puntata dell’anime dunque, chi non l’ha vista/non ha letto il fumetto fino alla fine e non vuole spoiler sulla serie non vada oltre. Le citazioni in grassetto sono prese dagli episodi 25 e 37.

A chi leggerà e commenterà un grazie di cuore! ^____^

 

Il testo utilizzato è Dark Chest of Wonders dei Nightwish.

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Yagami Light, tu sei Kira.

Hai perso.

E’ finita.

 

 

Le sue parole risuonano ancora nella mia testa, come una lenta litania che continua e continua senza mai fermarsi.

No, non ci credo. Non è ancora finita.

E’ inutile, inutile ragionare con loro! Sono un branco di stupidi!

Non capiscono! Non capiscono che solamente io potevo mondare il mondo dall’ingiustizia che vi serpeggiava, solo io potevo liberarlo dal male, dalle oppressioni, dalla feccia!

Solo io! Io, Yagami Light, ero il solo e unico Dio del nuovo mondo!

… “ero”?

Avanti Light, smetti di prenderti in giro in questo modo e muori con dignità. Anche se non vuoi crederci, lo hai già ammesso e le tue stesse parole ti tradiscono.

E’ finita.

E potrò camminare anche per giorni e giorni, ferito e sanguinante. Potrò implorare ogni Shinigami, ogni nome con cui il mondo intero chiama Dio ma non ci sarà nient’altro che la verità: ho perso.

E’ finita.

 

Once I had a dream

And this is it:

 

 

Correndo lungo uno dei ponti recintati non posso far altro che ricordare.

Near sa che morirò presto, se continuo a fuggire…sto perdendo troppo sangue. Per questo non mi insegue.

Lui ha già capito. Lui è sempre un passo più avanti.

ed è per questo che mi ha battuto. Anzi, che mi hanno battuto.

Una volta avevo un sogno.

Ed è questo: diventare un poliziotto.

Perché i poliziotti difendono la Giustizia e agiscono in suo nome per salvare il mondo.

Ma era solo un sogno, un sogno di bambino.

 

Once there was a child’s dream

 

 

Tuttavia era logico supporlo.

Giorno dopo giorno, vedevo il mondo cadere ed infrangersi in pezzi sempre più piccoli.

Insudiciarsi di malvagità e di malignità, infangarsi di false leggi e interminabili menzogne.

E la Legge non contava niente.

Così ho deciso di creare la mia legge. Farne parte non valeva nulla, bisognava crearla.

E Ryuk con la sua iniziativa per passarsi il tempo…è stato il Destino incarnato nei panni di uno Shinigami.

Il Death Note era la chiave per la Giustizia. La mia Giustizia. Presto sarebbe nato un nuovo mondo, e di quel mondo io ne sarei stato l’incontrollato ed onnipotente Dio.

Tutto ciò non era sbagliato.

No. Non l’ho mai pensato.

Non era sbagliato.

Poi, è arrivato lui.

In un primo momento ho pensato che sarebbe stato divertente. Dopotutto, ogni supereroe ha il suo antagonista all’interno di un copione.

E, a dire il vero, è esattamente ciò che rende interessante la storia descrittavi.

L.

Non conoscevo il tuo nome, non conoscevo il tuo volto.

Anzi…a dire il vero il tuo nome non lo conosco nemmeno ora.

Nemmeno ora che, camminando senza fiato ed energie verso una fine quasi certa, non connetto nemmeno i miei ultimi pensieri.

Non l’ho mai saputo, nonostante volessi conoscerlo.

Un segreto che ti sei portato nella tomba, L.

No…Ryuzaki. Io ti conoscevo così. Scusa…se così continuo a chiamarti.

Da quella notte, credo di meritarmelo.

 

One night the clock struck twelve

The window open wide

Once there was a child’s heart

 

 

Ti ho sempre considerato un ostacolo, una sfida, un nemico da eliminare per la riuscita del mio piano.

Avrebbe dimostrato che io ero il più forte. Avrebbe dimostrato che ero il più intelligente.

No…lo ha fatto.

Quel giorno di pioggia vinsi io.

 

Ryuzaki, cosa stai facendo?

Niente…non sto facendo nulla in particolare. Ascolto le campane.

Le campane?

Sì. Oggi suonano in modo davvero assordante.

 

 

Forse lo sapevi. O forse no.

Forse, con la frase “oggi tutto finirà” sapevi che saresti morto quel giorno. Oppure, sapevi che quel giorno mi avresti smascherato e avresti chiuso il caso.

…forse ti dispiaceva. O forse no.

A me no.

Nonostante tutto ciò che ci legava, per me eri prima di tutto l’ostacolo da superare per dar vita al nuovo mondo.

Eravamo diversi…ma uguali anche nel più piccolo ragionamento fatto.

Eravamo legati indissolubilmente.

Avevamo legami visibili, come la catena in acciaio che non mi permetteva di allontanarmi da te.

Legami invisibili. I più significativi.

Legami di carta, come la carta del Death Note che aveva dato inizio a tutto.

Legami d’amicizia. Perché sì, mi consideravi tuo amico. Ed io, forse anche solo per sfruttare un qualche futuro asso nella manica, ti consideravo lo stesso.

Legami d’ideale. Perché nel momento in cui ho dimenticato di essere Kira, ho dato la caccia con te all’usurpatore del trono della Giustizia senza nemmeno sapere che, quell’usurpatore, ero io.

Legami di sospetto. Da parte tua.

Legami di morte. Da parte mia.

Legami segreti. Fatti di segreti. Il tuo nome, la mia identità…e la mezzanotte che abbiamo aspettato insieme.

Per una sola notte. E per altre notti dopo di essa.

Avevo diciotto anni. E tu…la tua età non l’ho saputa mai.

 

The age I learned to fly

And took a step outside

 

 

No, non mi è dispiaciuto.

Vederti morire, vederti cadere a terra e alzare gli occhi verso di me.

Con la tua vita hai voluto verificare la tua teoria, con la tua vita hai voluto scoprire la verità.

Una verità che forse ti è piaciuta. O forse…no.

Non mi è dispiaciuto. Avevo vinto.

Eppure…eppure sì, forse mi dispiace.

Una volta conoscevo tutte le favole.

Mi dispiace che…il “vissero tutti felici e contenti”…fosse in realtà…

…la più grande bugia.

 

Once I knew all the tales

It`s time to turn back time

Follow the pale moonlight

 

 

Ed ero Dio.

Avevo il controllo, avevo il Quaderno della Morte, avevo Misa ai miei ordini.

Avevo una squadra investigativa, avevo un ruolo ed una laurea, avevo il potere di Dio.

Avevo il mondo.

Ma continuavo a vederti.

Incessante e senza tregua, la tua figura e la tua voce, i tuoi occhi, le tue deduzioni.

Pensavo come te. Ed era questa la parte di te di cui non sono mai riuscito a liberarmi, perché non potevo liberarmene se non morendo e, si sa, Dio non può morire.

E nella notte consideravo il fatto che quel giorno non sarebbe mai arrivato.

Osservavo l’orologio e, per un secondo, alla mezzanotte smettevo di pensare.

E ricordavo solamente.

No, forse non mi mancavi. O forse…sì.

 

Once I wished for this night

Faith brought me here

It`s time to cut the rope and fly

 

 

Quel momento è giunto.

E’ finita.

Accasciato su scale di ferro arrugginito e sotto la luce di una finestra zozza e intaccata di muffa.

Bella fine per Kira, bella fine per Dio…

Questa luce mi ferisce gli occhi e forse so, sì, so cosa sta facendo Ryuk in questo momento.

E’ il patto a cui mi sono legato. E sai, Ryuzaki…la Morte è precisa e non ammette indulgenza.

 

Hai perso, Light.

Ricordi cosa ti avevo detto?

Quando sarebbe venuta la tua ora…io avrei scritto il tuo nome sul mio quaderno.

E’ questa la condizione posta dallo Shinigami all’umano che raccoglie per primo il quaderno dal suolo.

In prigione mi sarebbe difficile venire a sapere la data della tua morte.

E mi annoierei troppo ad aspettare.

Tanto, la tua vita è già terminata.

E’ meglio morire qui.

 

 

Fly to a dream

Far across the sea

All the burdens gone

Open the chest once more

 

 

Cos’è?

Cos’è quella figura che, nel suo portamento anche troppo famigliare, mi sta guardando?

Lo so, sto morendo. Ho sentito l’ultimo battito del mio cuore.

Ma allora…questa deve per forza essere una visione.

Ryuzaki…sei venuto per me?

Ti vedo. Adesso, davanti a me.

Sei venuto per me? Sei arrabbiato con me?

Sei…qui.

Mi dispiace, Ryuzaki.

Vorrei tanto dirti che ti raggiungerò, che ci rivedremo…ma non sarà così.

Lo sai anche tu che non sarà così. E forse…è per questo che sei qui.

Chi utilizza un Death Note non va né in Paradiso né all’Inferno. Ciò che lo aspetta è il Nulla.

Grazie, Ryuzaki.

Un giorno forse ci rivedremo. O forse…no.

 

Dark chest of wonders

Seen through the eyes

Of the one with pure heart

Once so long ago

 

 

Non te lo chiedi mai, Ryuzaki? Io sì.

Se io non avessi trovato quel quaderno…noi due…

Addio.

 

The one in the Big Blue is what the world stole from me

This night will bring him back to me

 

 

 

 

~ In un altro Futuro… ~

 

 

Avanzò, tranquillo, un passo dietro l’altro lungo i giardini del suo liceo, il volto serio come sempre, concentrato su un unico obiettivo.

Quel quaderno. Era letteralmente caduto dal cielo.

Arrivò fino al piccolo rettangolo d’erba nascosto dagli edifici delle classi, notando l’oggetto dalla copertina nera a terra, quasi al centro di quel piccolo giardinetto.

Si fermò davanti ad esso, lo prese, lo guardò.

<< “Death Note” ovvero Quaderno della Morte >> disse, ridacchiando divertito. Lo aprì, leggendo la prima pagina che vi scorse: << “How to Use” come usarlo. L’umano il cui nome sarà scritto in questo quaderno morirà >> tradusse dall’inglese, perfettamente.

Alzò un sopracciglio, ridacchiò ancora. << Sì, certo…come no. E’ ancora peggio di quelli che mandano le lettere di malaugurio. Certo che se ne inventa di cose la gente…>> e così, borbottando, girò i tacchi e si incamminò verso l’uscita, il portamento elegante mentre imboccava il sentiero verso il cancello principale.

Poi si fermò, si girò, osservò di nuovo il quaderno.

Forse sarebbe tornato indietro. Era curioso, doveva ammetterlo.

All’improvviso, la suoneria del suo cellulare lo distrasse dall’intento. Estrasse il piccolo aggeggio, ne vide il nome sul display: “Ryuzaki”.

Quel ragazzo è Yagami Light.

E, in questo mondo, Kira non esiste. Esistono solamente due ragazzi che coltivano un’amicizia sbocciata un pomeriggio in biblioteca, mentre fuori pioveva a dirotto, sperando forse in qualcosa di più.

Chissà, forse sarebbe andata così. O forse…no.

 

Fly to a dream...

 

 

 

Owari.

   
 
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