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Autore: Daeva    23/12/2004    3 recensioni
Ah *_* Questa è un'AU abbastanza carina... Mi è venuta in mente dopo aver visto il film "Il Regno del Fuoco". In un mondo di draghi ...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Angelarchy

-Ikari?-
Il ragazzo si voltò verso la voce, una delle tante voci che chiedevano, senza mai preoccuparsi di quello che lui volesse.
-..Mh?-
-Ne è stato avvistato uno. Come ci comportiamo?-
Shinji si passò una mano tra i capelli, trattenendo la rabbia.
Dio, ancora gli facevano quelle domande? Ancora non avevano imparato cosa dovevano fare?
Ancora non avevano capito niente?!
-Chiudetevi nello shelter.-
-Sissignore.-

Sissignore.

Da quando suo padre se ne era andato lui era stato nominato direttamente "capo" della roccaforte.
Senza che nessuno glielo avesse chiesto.
D'altraparte era pur sempre figlio di suo padre.
Il figlio di un ammazzadraghi.
E lui non poteva assolutamente deluderli.

2025 A.D. -Roccaforte di Hakone

-Rei?-
-Sì?-
-Chiama gli uomini sui bastioni. Andiamo.-
-Sì.-
Sua sorella Rei, era davvero simile a lui.
Entrambi avevano gli stessi comportamenti, lo stesso disinteresse verso tutto.
L'unica cosa che li faceva muovere, che li costringeva ancora ad agitare quelle membra ormai stanche di tutto?
Loro padre.
Che li aveva abbandonati lì, con decisamente troppe responsabilità.
Aveva uno strano metodo d'educazione, loro padre.
Mai uno schiaffo, mai una carezza.
Solo frasi, quelle poche utili e necessarie.
L'unica cosa che aveva imparato a Shinji era stata come uccidere i draghi.
L'unica cosa che aveva imparato a Rei era stata come fare da scudiero per suo fratello.
Nient'altro.
Suo padre non mostrava mai emozioni, quando era tra la gente.
L'unico momento in cui lo faceva? Mentre uccideva i draghi.
Con la furia dei condannati a morte, con la rabbia dei repressi.
Gendo Ikari riusciva a raggiungere livelli di crudeltà inaudita, se lo voleva.
Una crudeltà che purtroppo a Shinji e Rei mancava.
Ecco cosa avrebbe voluto insegnargli: essere crudeli.

L'unica cosa che loro avevano imparato invece, era essere impassibili.

Shinji si appostò sul fronte del ponte, con la balestra tesa all'inverosimile, il dardo esplosivo pronto ad essere lanciato contro la pelle dura di un drago.

I draghi.

Creature con ali immense, che si nutrivano di cenere e respiravano fuoco.
Non ricorda quando iniziarono a giungere dal cielo, non ricordava da quanto il pianeta era ormai ridotto a un cumulo di cenere.
Ricordava solo quello che suo padre gli aveva insegnato, fin dalla più piccola età:

"Colpiscili al ventre. Lo mostrano solo quando si preparano a sputare fiamme."

Colpiscili al ventre. Colpiscili appena iniziano ad attaccare. Solo in quel momento puoi mirare al cuore e spappolarglielo.
Sii crudele, ne và della tua vita.

-Sono in posizione Shinji.-
La voce atona di Rei soffiò dalla ricetrasmittente.
Era pronta a spiccare il volo col suo deltaplano, facendo da esca come al suo solito.
Diciassette secondi, ecco la prospettiva di vita di sua sorella, ogni volta che un drago scendeva dal cielo.
Ma per lei erano più che sufficienti.
-Kensuke, vai col richiamo!-
-Sì, capo!-
Il ragazzo dalla torre mandò la registrazione del verso di un drago, il verso che faceva ghiacciare il sangue nelle vene di chi quel suono ben conosceva.
Il verso che invitava i fratelli al banchetto.
Il verso della vittoria e della supremazia.
Spuntò da dietro le colline, si erse nel cielo azzurro con le sue terribili ali.
Non era un animale stupido.
Sapeva perfettamente che quel grido non era di un suo simile, sapeva che quella era una trappola.
Rei scattò dalla Torre, dirigendosi verso i bastioni della fortezza, portando il drago alla portata di tiro del fratello.
Che altro avrebbe mai potuto fare?
Un primo getto di fuoco.
Faceva una strana impressione, tutta quella energia fremente morire sulla tuta d'amianto.
Si sentiva quasi in colpa a volte, a non prendere fuoco così come il drago voleva.
Il corpo di Rei si fuse con l'aria, trapassandola più velocemente.
Il drago le era esattamente dietro.
Aveva preso velocità sufficiente.
Appena ebbe alla distanza giusta il fratello, Rei virò rapidamente lasciando il campo libero al dardo, che si infilò implacabile nel corpo della creatura.
Tuttavia nessuno gli impedì la vendetta prima di morire, lanciò una sua fiamma tremenda distruggendo una parte delle strutture in legno che reggevano i soldati sui bastioni e come gran finale andò ad accasciarsi con violenza proprio sul muro frontale della fortezza, mandandolo in frantumi.
-Shinji!- urlò Rei planando violentemente sulla carcassa del drago, crollata proprio dove si trovava suo fratello.
-Sono qui...- rispose lui trattenendosi una gamba squarciata tra le mani.
Rei abbandonò il sottile deltaplano ignifugo, gettandosi sul ragazzo.
-Non preoccuparti, non è nulla..-
-Vado a chiamare gli altri dai rifugi.-
-Sì, certo.-
Come era arrivata così Rei sparì, lasciando Shinji tra i massi e il sangue, a cavarsela da solo.
Alcuni della comunità erano rimasti schiacciati dalle pietre, altri cercavano di mettersi in salvo.
Il ragazzo guardò la carcassa del drago.
Facevano paura anche da morti.
E pensò che non si sarebbe mai abituato alla vista dei loro occhi vitrei e delle loro viscere fumanti.
Detestò suo padre per la scomoda eredità che gli aveva lasciato.



-E adesso che Ikari si è ferito come ce la caveremo?-
-Cosa faremo senza Ikari?..-
Sembrava lo facessero apposta, piagnucolare vicino la porta della sua camera, cercando di impietosirlo.
Ma era decisamente stufo di salvare tutto e tutti.
Si rigirò nel letto, anche se la gamba gli faceva un male terribile, in quella posizione.
Ma meglio senire il dolore piuttosto che i piagnistei della sua gente.

In fondo era ancora un bambino...

-Ci penserò io.-
La voce di Rei, seppur leggera, suonò terribilmente convinta.
La volontà di Shinji vacillò.
Non poteva permetterle di prendere il suo posto.
-..Ma sei capace di farlo?-
-Naturalmente. Anche io sono sua figlia. Anche io ne sono in grado.-
Di solito Rei non avrebbe mai preso spontaneamente una sua iniziativa.
E sinceramente non sapeva neanche se fosse in grado di ucciderli, le bestie che scendevano dal cielo.
Ma era stufa di tutte quelle lamntele.
Nonostante ci fosse molto lavoro da fare, come ad esempio rimettere in piedi una buona parte del muro di cinta e dei bastioni della fortezza, la gente trovava sempre moo di andare a disturbare suo fratello, anche per questioni ridicole.
C'era una differenza tra Rei e Shinji: mentre il fratello amava sentirsi utile, lei detestava la maggior parte delle cose che aveva intorno.
Si sentiva in colpa per le sue tendenze autodistruttive.
Ma non poteva andare contro la sua natura.
Lei era quella che aveva preso di più dal carattere di suo padre.
E non l fu difficile capire perchè suo padre avesse deciso di abbandonare quel luogo.

Perchè come lei, non poteva non desiderare di mandare tutto in rovina.

Gli uomini della truppa si guardarono tra loro titubanti.
Gli risultava difficile pensare che Rei potesse avere abbastanza forza per manovrare una di quelle balestre.
In aria e contro il fuoco lei era la migliore, ma sulla terra e contro i draghi...
..Beh, il migliore era Shinji Ikari.
-..Avete un'idea migliore?-

Tutto in rovina, sì.
Cosa avrebbe pagato per vedere tutte le stupide premure di quelle persone andare in fumo.
Tutta la loro penosa ricerca di salvezza sfavillare in cenere.
Quando si trovava immersa nella luce arancione del fuoco dei draghi, sfidandoli suo malgrado, Rei non poteva fare a meno di desiderare di bruciare.
Si sentiva bene in quel momento.
Non era per l'adrenalina.
Era solo voglia di morire.



Arrivò proprio in un bel momento, la banda di predoni.
Oltre ai draghi, il nemico numero uno degli uomini rimanvano sempre gli uomini.
Rei non stancava mai di stupirsi per la perfidia e crudeltà degli esseri umani.
Si alzò dal letto, con le ossa doloranti, i nervi tremanti.
-Non sei male, Rei.-
Lui la scrutò con gli occhi soddisfatti dalla violenza, quegli occhi color del sangue che durante la furiosa lussuria sembrarono alla ragazza due tizzoni ardenti.
Eppure sembrava una persona così per bene.
-Grazie. Lo sò.- Rei cercò di riaccomodarsi l'abito sul corpo straziato.
-Dove pensi di andare?- la bloccò l'Arcangelo.
Kaworu Nagisa, detto l'Arcangelo.
Forse per il suo aspetto delicato e poetico.
Ma se all'esterno Kaworu sembrava una docile creatura del paradiso, dio solo poteva sapere il catrame degli Inferi che si portava dentro.
Tant'è che il soprannome "Arcangelo" non era affatto descrittivo, semplicemente ironico.
La porta si aprì senza rispetto -Capo, i bambini ci danno noia.-
Se Kaworu era l'Arcangelo, lei era il Diavolo.
E qul nome sì, era descrittivo, perchè chi l'aveva vista durante la battaglia, la sua furia, chi aveva visto la sua pelle candida zuppa di sangue nemico, i suoi capelli tinti di rosso agitarsi come fiamme intorno a quella figura perfetta, chi aveva visto lampare i suoi occhi di ghiacco di furia omicida non trovava altra parola con cui descriverla.
Una bella fortuna che proprio con la Fortezza semidistrutta e Shinji ferito i predoni di Blake fossero venuti a fargli visita.

-Asuka, non sai che bisogna bussare?-
-E' un'emergenza Kaw.-
-...Bambini che piangono?-
-Esattamente.-
-Hai davvero una strana concezione della parola "emergenza"...-
-Infastidiscono la truppa. Kaw, non c'è niente di più frustrante di sentire mocciosi piangere durante una razzia.-
-Mh capisco.-
Kaworu andò con lo sguardo sul suo bottino, il corpo semicoperto di Rei.
-..Chi ti ha detto di coprirti?-
Rei tacque.
Asuka si guardò, pensando fosse rivolto a lei -Ma che dici Kaw?-
-Non stò parlando con te, Diavolo.- disse seccato mentre strappava del tutto il vestito di Rei, che optò per ripagare la crudeltà del tizio con la sua più pacata indifferenza.
Almeno aveva il pregio di essere un buon amatore.
-Kaworu.- lo richiamò la rossa, decisamente stanca di essere ignorata dal principino viziato.
-Sì, ho capito. Ok, se danno fastidio non esitare a ucciderli.-
Rei non apprezzò l'idea.
Kaworu sorrideva beandosi dell'espressione di rabbia trattenuta dalla ragazza, impotente.
Finalmente aveva trovato il modo di farsi odiare da lei.
Adesso la cosa diventava sicuramente più divertente.
-Bene.- Asuka sparì da dietro la porta, chiudendola.
-Ti senti inutile, non è vero?- iniziò Kaworu gettandosi di nuovo su di Rei.
-Nonostante tutto sei obbediente...Evidentemente significa che ti piace.- continuò.
Rei guardava il soffitto mentre l'Arcangelo insaziabile si cibava nuovamente del suo corpo.
Sì. Le piaceva davvero.



-Praaanzo...-
Shinji rabbrividì.
Lo aveva legato al letto per non farlo fuggire.
In qualità di "capo", Asuka non poteva privarsi del piacere di torturarlo un pò.
Arrivò da lui, muovendosi con la grazia di un cobra prima di colpire la sua vittima.
Posò il piatto con cibo sul tavolino, salutandolo con un tenero bacio sulla fronte.
-Ti sono mancata?-
Shinji tacque.
Non pensava di aver mai potuto odiare qualcuno con tale intensità.
Gli occhi blu di lei andarono sulla sua gamba ferita.
-Deve farti molto male, vero?-
-Vuoi provare?-
-Non sei nella condizione di provocarmi, Terribile Ikari.-
Il ragazzo strinse i denti sentendoli scricchiolare dalla rabbia.
Quello era il nome con cui era conosciuto suo padre quando era più giovane ed era nel pieno delle sue capacità di sterminatore.
-...Ma adesso facciamo la pappa, ok?-
La ragazza avvicinò il cucchiaio di minestra alla bocca del prigioniero, iniziano a imboccarlo con premura.
-Sei davvero un bravo bambino.-
-Perchè non li sento più piangere?...-
Asuka battè gli occhi -Mh?-
-I bambini. Non li sento più piangere.-
-..Vuoi sapere il perchè?-
-Sì.-
-Sicuro?- rise Asuka.
Una risatina che assunse i connotati del terrore, nel cuore del ragazzo.
-Li abbiamo uccisi.-
Shinji degluttì la minestra.
-Piangevano troppo, ci davano fastidio. Quindi abbiamo avuto il permesso dell'Arcangelo di ucciderli tutti. Poi a piangere hanno iniziato i genitori. E allora abbiamo fatto fuori anche loro. E adesso possiamo goderci un pò di silenzio.-
Shinji si sentì d'un tratto completamente svuotato.
Rimpianse di non essersi alzato dal letto, quel giorno che quelle persone erano venute a piagnucolare davanti la sua porta.
Le lacrime di rimorso rigarono il suo viso.
-E sai qual'era la cosa più divertente? Che tutti chiedevano il tuo aiuto, ti invocavano come fossi stato una specie di dio.-
Un'altra cucchiaiata nella bocca di Shinji, che non riusciva quasi più a degluttire.
-Ma tu sei un uomo Ikari. Sei solo un misero omuncolo, non è vero?..-
Quando il piatto fu vuoto Asuka si alzò dalla sedia, lanciò un'occhiata altezzosa al corpo del ragazzo bloccato sul letto dalle corde.
Allungò la sua mano bianca e delicata sul viso di Shinji, asciugandogli con tenerezza le lacrime di rabbia.
-Sei solo un essere umano, Ikari.- mormorò con dolcezza, quasi tentando di consolarlo.



nota: Ho scritto di getto questo raccontino, dopo la visione di "Il Regno del Fuoco".
Tuttavia l'entusiasmo si è spento quasi subito (ironia della sorte!), infatti mi sono resa conto di non trovare un finale strutturato per questo raccontino, nato come one shot ma con tutte le prerogative di un racconto lungo.
Vedremo, forse in futuro avrà una sorte più dignitosa di un "racconto incompleto"...
   
 
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