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Autore: malincomica    08/05/2014    3 recensioni
Ti limiti ad abbassare lo sguardo quando passo, e pensare che le uniche volte che abbassavi lo sguardo quando passavo era ai tempi di x-factor e arrossivi. E adesso non arrossisci più, è uno sguardo colpevole, il tuo.
[...]
Mi infilo sotto la doccia, e penso che forse abbiamo sbagliato tutto, tu sbagliavi ad arrossire quando passavo e io sbagliavo a passare.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti penso sempre, anche adesso che non dovrei, sono le due del mattino, e il tuo pensiero non mi lascia mai. Come se tu fossi destinato a stare sempre dentro di me, e non so se questo sia un bene o un male. E forse dovresti essere qui, che tutto questo pensare non fa bene, le tue gambe intrecciate alle mie in questo letto singolo che è troppo grande per una persona fanno bene, il tuo ridere fa bene, tu fai bene.
Forse dovrei chiamarti, che faccio? Non ci penso, poso il telefono sul comodino e mi giro dall'altra parte del letto, non ce la faccio, ti devo chiamare, e infatti ti chiamo.
Sei nelle ultime chiamate, scorro l'elenco ed è tutto un: Louis, Louis, Louis, Louis.
Squilla, e rispondimi che ti devo parlare, prima mi scuserò per l'orario, inventandomi una scusa per la mia insonnia che poi la scusa saresti tu.
Rispondi, sospiro.
"Harry, sono le due, tutto bene?" chiedi preoccupato e farti preoccupare non era mia intenzione.
Non va bene niente, tu dove sei? 
"Scusami per l'orario, ma ho appena finito di vedere un film e volevo solo dirti che questo letto è vuoto." dico, e ora tu sospiri. 
Vieni qui, e chissene frega di tutti, di loro, dei manager, di lei, vieni e basta e riempi questo letto.
"Harry.." 
e non puoi, lo so, non posso neanche io. E sei nella stanza accanto, lei è con te, lo so, non me l'hai detto, ma l'ho vista arrivare. Non me lo dici mai, forse per non farmi male, ma poi mi faccio male lo stesso. 
Domani abbiamo un'altra intervista, e ti chiederanno del vostro amore per nascondere il nostro. E se ci permetteranno di sederci vicini, tu metterai la tua gamba vicino alla mia mentre rispondi, per calmarmi, per rassicurarmi che alla fine sono sempre io per te. Ma poi tornerò in camera, e penserò che noi non racconteremo mai niente di nostro, perché siamo pieni di segreti, noi siamo il più grande. E forse per loro siamo sbagliati, questo non lo so, ma se c'è una cosa che so è che se cosí fosse, voglio essere sbagliato con te.
"Scusami" dico. Un po' per tutto, per averti chiamato alle due del mattino, per averti complicato la vita, per essere sbagliato per te.
"Ne parliamo domani" dici, e tanto alla fine non ne parliamo mai, non parleremo mai più di questa telefonata, mi sveglierò, farò colazione e poi ti incontrerò in corridoio. E penso che se fossi qui ci sveglieremo e faremo colazione insieme senza aver bisogno di incontrarci in corridoio. 
Chiudo il telefono, e scusami ancora, Lou.

"Allora, Louis, con Eleanor?" chiedono. E tanto si sapeva che questa domanda sarebbe arrivata, alla fine arriva sempre. E dico qualcosa a Niall che è seduto alla mia destra, mentre tu prendi tempo per rispondere. Non sai che dire, anche se di cose da dire ce ne sarebbero fin troppe.
"Alla grande, è venuta a trovarmi e tra due giorni riparte, sai, gli studi" è che tu sei più bravo di me a mentire, a me avrebbero sgamato dopo neanche una settimana, perché a me lo si legge in faccia, inizio a toccarmi i capelli perché sono nervoso, e poi mi guardo le mani come se potessero darmi la risposta, e penso che questo dovrebbero sapere, mentre lo racconti con le rughette agli occhi, sorridi e poi farai qualche battutina delle tue.
E il manager annuisce soddisfatto da dietro le telecamere. L'intervista va avanti e spesso ci mettono in mezzo qualche domanda per te -voi-.
"Possiamo scattare qualche foto?" vi chiedono, e tu le metti un braccio intorno alla vita, e intanto la mia va in pezzi.
Me ne vado, esco dalla stanza perché è troppo piccola per noi tre, non so dove vado, e se devi chiamarmi solo per sapere dove sono e non per venirmi a prendere, non farlo, risparmiatelo che io poi sto anche peggio. 
E forse dovremmo farla finita, questa situazione ci sta scivolando dalle mani e non facciamo niente per riprenderla, e tutto questo dove vuoi che ci porti? 
Che io senza di te sono perso, non so neanche dove sono, ma so dove vorrei essere.
Il telefono squilla. Tanto non sei tu. E infatti, non sei tu.
"Harry, abbiamo una conferenza, vieni" dice Zayn e chiude la telefonata.
Sospiro, altre domande, di nuovo la stessa storia, e che storia.
Torno all'hotel, ho bisogno di una doccia, e tu sei in corridoio a parlare con Liam e lei è vicino a te, e vieni da me, dimmi che siamo ancora tutto e niente, che alla fine l'unico di cui hai bisogno sono io e chissene frega di tutti. 
Non lo fai, ti limiti ad abbassare lo sguardo quando passo, e pensare che le uniche volte che abbassavi lo sguardo quando passavo era ai tempi di x-factor e arrossivi. E adesso non arrossisci più, è uno sguardo colpevole, il tuo.
Neanche mi fermo, poco mi importa dell'orario della conferenza, resterò in camera finché non verranno a chiamarmi.
Mi infilo sotto la doccia, e penso che forse abbiamo sbagliato tutto, tu sbagliavi ad arrossire quando passavo e io sbagliavo a passare. 
Esco, mi asciugo e mi infilo un paio di pantaloncini, i capelli li lascio bagnati, poco importa. Esco dal bagno e ora tu sei lì, seduto sul letto che aspetti.
Non dico niente, mi stendo sul letto e accendo la tv facendo finta di essere interessato a questo programma squallido su mtv. 
Sospiri. "Possiamo parlare?" dici e ora come ora non c'è niente da dire.
"Parla, ti ascolto" e intanto continuo a guardare la tv, e so che ti da fastidio quando lo faccio, così prendi il telecomando e la spegni.
"Scusami" e adesso sei tu a scusarti, chissà per cosa, un po' per tutto, forse, come il mio scusa di ieri sera.
"Finiremo sempre così, la situazione ci scappa di mano e uno dei due torna a chiedere scusa per riprenderla. E che io di tutti questi scusa sono stanco, e scusami se sono stanco" dico, e tu guardi per terra, perché sai che ho ragione. È che sei così bello, così te che io non so mai che fare. Di seconde possibilità ne abbiano avute tante, ogni volta fingiamo sempre che sia la seconda, solo per illuderci che andrà bene, che poi non andrà bene manco per il cazzo e questo lo sai pure tu.
"E quindi la finiamo qui?" chiedi, e non possiamo finirla qui, in una stanza anonima di uno squallido hotel, non è all'altezza.
E non lo so che dobbiamo fare, dimmelo tu che io non lo so.
"Non lo so, Louis" dico. "non lo so" e questa volta non so neanche se l'hai sentito.
Ti stendi vicino a me, non capisco. Che fai? Non dovevamo finirla? 
La tua schiena contro il mio petto, la tua testa sul mio braccio destro.
"La conferenza" ti ricordo. Tu non rispondi, ti fai più vicino a me, respiri contro il mio braccio e tutto questo sa dell'ennesima seconda possibilità.



Dite quello che dovete dire, senza se e senza ma, siate crudeli, e lo so che le mie os sono sempre corte, ma io con le storie lunghe non ci so fare, dopo un po' mi perdo e finisco per abbandonare. Probabilmente farò un missing moment anche di questa, non lo so, si vedrà. 
-R

  
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