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Autore: _Met_    08/05/2014    3 recensioni
{Nico centric } { Finale a sorpresa } {Percy Jackson, Hazel Levesque } { Ambientata dopo Il Figlio di Nettuno. Le vicende del Marchio di Atena, della Casa di Ade e del Sangue dell'Olimpo non sono avvenute }
Dal testo:
Mi chiamo Nico di Angelo. Sono un ventunenne pazzo che ha ucciso la sorella e il padre dopo la scoperta della morte della madre durante un bombardamento. Il Campo Mezzosangue non esiste. Non sono mai stato al casino Lotus né al Campo Mezzosangue Perseus Jackson non è ancora nato e io non me ne sono mai innamorato. Sono negli anni 40 e non nel ventunesimo secolo. Tutto ciò in cui credevo era frutto della mia pazzia.
Percy non esiste.
Il Campo non esiste.
Annabeth non esiste.
Luke non esiste.
Tyson non esiste.
Chirone non esiste.
Grover non esiste.
Hazel non esiste.
Jason non esiste.
Percy non esiste.
Percy non esiste.
Percy non esiste.
Percy non esiste
E io sono pazzo e devo essere curato.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nico di Angelo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Desclaimar: Tutti i personaggi appartengono a Rick Riordan e questa storia non ha alcuno scopo di lucro
 
I'm Mad ?


Un suono acuto e stridulo mi perfora le orecchie facendomi svegliare all’improvviso. Guardo storto la piccola sveglia a forma di teschio che continua a suonare. Ringhio e schiaccio il cranio di quel piccolo e malefico aggeggio che si spegne di botto. Ghigno soddisfatto e mi rigiro tra le coperte cercando in vano il sonno perduto. Alla decima volta che mi giro sbuffo scocciato e penso a ciò che devo fare oggi. Niente in particolare in realtà. Se non vagare per gli Inferi cercando Bianca e riportarla in vita sperando di non trovare altre sorprese come una sorella di cui non sapevo nemmeno l’esistenza. Le altre cabine dicono che io sto diventando pazzo, che dovrei aver superato la cosa ormai. Si, è facile per loro parlare ma loro non sanno cosa vuol dire vedere la propria sorella di sangue morire. Loro parlano ma l’unica cosa che li lega tra loro è il sangue divino. Se non ci fosse, sarebbero tutti dei perfetti estranei.  Sbuffo scocciato e mi alzo dal letto.  Mi vesto e mi dirigo verso la Casa Grande. Cammino con tranquillità tanto nessuno fa mai caso a me e la maggior parte della gente preferisce evitarmi. Mi definiscono un eroe per quello che ho fatto durante la battaglia contro Gea eppure tutti mi stanno alla larga. Probabilmente mi temono e credo che il loro terrore e il loro distacco sia plausibile. Quale adolescente sano di mente vorrebbe come un amico un dark e depresso figlio di Ade?
Ma tanto sto progettando di andarmene dal Campo Mezzosangue. Il Campo Giove non era male, ma nemmeno quello è il mio posto.
Ma è inutile che io mi trattenga più del dovuto. Resterò ancora un giorno, forse due. Poi me ne andrò. Per quanto ci provi non riesco a sentire nessuno dei due Campi come una casa. Mi sembra tutto così distante e irraggiungibile. E forse la mia vera casa sono gli Inferi. Sto per entrare nella Casa Grande quando sento una mano afferrarmi la spalla e trascinarmi via. Cerco di gridare ma la voce mi muore in gola. Mi dimeno e scalcio ma è tutto inutile. Sento gli arti alleggerirsi, sembra quasi che io stia fluttuando e tutte le mie preoccupazioni svaniscono lasciandomi galleggiare nell’oblio.

Nico
Sento ma la voce è ovattata e distante.

Nico
È un suono basso e delicato. Sembra quasi la voce di Bianca.

Signorino Di Angelo
La voce cambia, diventa stridula e acida.

Signorino Di Angelo
Gracchia ancora più insistente e stridula.

Spalanco gli occhi e mi tiro a sedere. Mi guardo attorno, tutto attorno a me è bianco e immacolato. Provo a muovermi ma i miei polsi sono bloccati al letto.
« Che succede!» grido in balia del panico.
« Dove sono ?» urlo dimenandomi inutilmente.
Faccio dei respiri profondi cercando di calmarmi, mi guardo ancora attorno e davanti a me c’è un infermiera che mi squadra con un mezzo sorriso. Come se gli facessi piena. Ha grandi occhi dorati, carnagione scura e dei ricci castani le sfuggono dalla retina. Il panico è scemato e guardo la ragazza che non avrà più di vent’anni.
« Hazel ? » domando confuso.
« Dove mi trovo ? » domando più calmo.
La ragazza non cambia espressione e si limita a rispondermi in tono piatto  come se ripetesse quella stessa frase mille volte al giorno.
« Lei è in un manicomio Signor Di Angelo »
Ci metto un attimo ad assimilare la risposta e quando lo faccio la confusione mi annebbia la mente.
« Io cosa ? Perché sono qui  Hazel ? Io non sono pazzo »
« Oh si che lo siete. Avete ucciso vostra sorella e vostro padre dopo che vostra madre è morta durante un bombardamento. State male è dovete essere curato » spiega.
« No!» replico furioso.
« Non è vero! Mio padre è Ade e mia sorella è morta valorosamente. Era un eroina. Menti Hazel, stai mentendo Hazel. Tu sei mia sorella» urlo prendendomi il viso tra le mani.
« In che anno siamo ? » domando senza pensarci con le lacrime che lottano per uscire.
« 1940 » risponde scrollando le spalle.
« Dove siamo ?» chiedo ancora mentre inizio a ragionare.
« San Servolo. Un isola della laguna di Venezia » risponde.
E la consapevolezza e la disperazione mi colpiscono come un ceffone in pieno viso.
Il Campo non è mai esistito. Io non sono un semidio e non mi sono mai innamorato di Percy perché deve ancora nascere. Quindi ricapitolando.
« Ha carta e penna ? » chiedo in un sussurro.
« Si » annuisce e la ragazza esce dalla stanza tornando con un foglio e una biro.
Lei mi guarda aspettandosi chissà cosa.
« Puoi uscire per favore ? » chiedo.
Lei annuisce ed esce dalla stanza.
Prendo il foglio e la penna. E inizio a scrivere.

Mi chiamo Nico di Angelo. Sono un ventunenne pazzo che ha ucciso la sorella e il padre dopo la scoperta della morte della madre durante un bombardamento. Il Campo Mezzosangue non esiste. Non sono mai stato al casino Lotus né al Campo Mezzosangue Perseus Jackson non è ancora nato e io non me ne sono mai innamorato. Sono negli anni 40 e non nel ventunesimo secolo. Tutto ciò in cui credevo era frutto della mia pazzia.
Percy non esiste.
Il Campo non esiste.
Annabeth non esiste.
Luke non esiste.
Tyson non esiste.
Chirone non esiste.
Grover non esiste.
Hazel non esiste.
Jason non esiste.
Percy non esiste.
Percy non esiste.
Percy non esiste.
Percy non esiste
E io sono pazzo e devo essere curato.

Guardo il foglio. La mia grafia  è storta e disordinata. E mentre rileggo le parole scoppio a piangere. Poso il foglio e mi sdraio sul letto chiudendo gli occhi aspettando qualcosa che io non vedrò mai.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
« Nico » chiama una voce.
« Nico »  sussurra ancora in tono dolce.
« Nico » ripete e sento una mano che mi scompiglia i capelli affettuosamente.
« Nico dai svegliati » mi sussurra una voce all’orecchio.
Spalanco gli occhi disorientato.
Mi guardo attorno e tutto intorno a me è blu.
Sono in un letto e qualcuno mi cinge i fianchi con fare protettivo.  
Sorrido e mi volto verso la figura che è al mio fianco.
Percy è lì.
È reale, e io non sono pazzo.
D’istinto l’abbraccio e affondo il viso nel suo petto. Lui sussulta ma mi stringe a se.
« Per l’Olimpo era solo un sogno » sussurro non riuscendo a trattenere un sorriso.
 
 
 
Angolo di una pazza che dovrebbe essere lei quella in manicomio.
Buongiorno. Questa è la mia seconda storia all’interno di questo fandom. E detto questo passo subito agli eventuali chiarimenti. La storia è ambientata anni dopo Il Figlio di Nettuno e in questo caso le vicende del Marchio di Atena, nella Casa di Ade e nel Sangue dell’Olimpo non sono mai avvenute. Spero di non aver reso Nico Oc.
Spero che la storia vi sia piacciuta.
A presto
Met
   
 
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