Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: AlessiA_hanachan    25/07/2008    1 recensioni
Kiba la fissava da lontano, non riusciva a toglierle lo sguardo di dosso,
si sentiva strano, si sentiva… Innamorato.
Ma forse era solo colpa di quel dannato whisky.
Breve song fic sulle note di Colpa del Whisky di Vasco Rossi!
Spero sia gradita ai lettori!^^ pairing: KibaxIno
Kikka, questa è per te!
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Kiba Inuzuka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sarà colpa del whisky

Sarà colpa del whisky
O sarà colpa del caffè,
ma non mi ricordo più di te
Sarà che questa sera
Fa un freddo micidiale
Sarà che non ho neanche voglia di parlare

 

 

Era già buio inoltrato quando la porta del locale si aprì per l’ennesima volta quella sera, facendo entrare una ventata di aria gelida. La figura slanciata che aveva fatto il suo ingresso nel bar aveva catturato gli sguardi di molti, ma lei parve non farci caso, e si diresse a testa alta verso il bancone. Si sedette aggraziatamente su uno degli sgabelli liberi, accavallando in modo involontariamente sensuale le gambe. Sembrava totalmente immersa nei suoi pensieri tanto da perdere il contatto con la realtà, sembrava estranea a tutto ciò che le stava intorno, sembrava persino essere capitata lì per caso, quella sera. Qualcuno però, sapeva che non era così, quel qualcuno che da un pò aveva perso le speranze di rincontrarla lì, sebbene ci avesse sperato ogni maledetta sera che aveva messo piede in quel locale, quel qualcuno che già la stava osservando senza essere visto.

 

- Prendi qualcosa? – le chiese il barista.

- Si, portaci due whisky grazie -

 

Una voce maschile alle sue spalle la fece sobbalzare. Si girò di scatto e si trovò di fronte quel viso familiare che non vedeva da molto tempo, forse da troppo. Si guardarono per qualche secondo, poi lei abbassò lo sguardo, colpevole. Notò che non era cambiata neanche un po’ in quei mesi. Aveva gli stessi grandi occhi blu perennemente tormentati, quei capelli biondo platino che le ricadevano ordinatamente sul viso latteo, quel fisico dannatamente perfetto.
Si sedette sullo sgabello accanto al suo, e restarono in silenzio senza guardarsi, fino a quando lei non decise di parlare.

 

- Come stai? – chiese dubbiosa Ino.

- Alla grande. E tu? – le rispose Kiba con leggero sarcasmo.

- Idem –

- Non è vero –

 

Ino alzò la testa verso quel ragazzo che era quasi un estraneo, ma che a quanto pare la conosceva molto bene. Gia, non era vero.

 

- Non molto tempo fa venivi qui ogni volta che eri triste, ogni volta che stavi male per quello stronzo del tuo fidanzato. Ed io ogni volta ti consolavo, ti offrivo da bere, parlavamo, speravo che un giorno avresti capito che ero io quello adatto a te – le labbra di Kiba si incresparono in un sorriso amaro. – E invece cosa hai fatto? Sei sparita, senza una parola, senza farmi capire nulla, così, da un giorno all’altro. E ringrazia che non ho voglia di parlare, sennò avrei continuato meglio il discorso -

 

Kiba smise di parlare e buttò giù un altro sorso di whisky. Le dispiaceva trattarla cosi, avrebbe solo voluta stringerla tra le sue braccia per proteggerla da tutto ciò che le potrebbe farle del male, ma lei lo aveva abbandonato, questo non riusciva proprio a dimenticarlo.

Ino lo osservò attentamente, poi abbassò lo sguardo, incapace di continuare a guardarlo. Sentiva i suoi occhi inumidirsi lentamente, avrebbe voluto lasciarsi andare alle lacrime, ma non poteva farlo, non in quel momento. Doveva risolvere quella questione solo con le sue forze, non voleva usare le lacrime per impietosirlo. Fece un profondo sospiro prima di parlare.

 

- Io e Sai ci siamo lasciati – disse lei tutto d’un fiato.

 

Kiba spalancò gli occhi sorpreso.

 

- Ah – fu l’unica cosa che riuscì a dire.

 

Di nuovo silenzio.

 

- Perché sei tornata? Per farti consolare? Ti ho pensata ogni dannata notte, non sapevo se stavi bene, dove eri, se ti avrei più rivista. Ho provato a dimenticarti e proprio ora che ci stavo riuscendo tu ti fai viva? Cazzo, avrei dimenticato persino il tuo nome, prima o poi. –

 

Kiba scosse la testa in segno di disappunto, continuando a tenere lo sguardo fisso sul bancone.

 

Ino continuava ad ascoltare ferita le parole di quel ragazzo seduto accanto a lei. Si sentiva dannatamente in colpa per averlo fatto soffrire. Lui era l’unica persona che non avrebbe mai voluto vedere in quelle condizioni, lui era l’unica persona che l’aveva fatta sentire bene in quell’anno buio, lui era l’unica persona che non voleva perdere. Ma se non riusciva a perdonarla, se ne sarebbe fatta una ragione e sarebbe sparita davvero per sempre, quella volta.

 

 

Ma no, non andartene adesso
Non andartene rimani
Dimmi almeno
Dimmi almeno come ti chiami.

Ma dai scherzavo dai
Ma cosa ti salta in mente
Ricordo il tuo nome perfettamente
Ce l'ho stampato in testa
Fin da quando t'ho veduto
L'amavo già da prima
Prima ancora d'averti conosciuto

 

 

Fece per andarsene, ma Kiba la richiamò dopo qualche metro.

 

- Aspetta, Ino. Non andare, ti prego -

Ino tirò un sospiro di sollievo e tornò lentamente a sedersi. Era così strano, ritrovarsi lì insieme dopo tanto tempo, con un rapporto da ricostruire, la voglia di non perdersi, e forse un nuovo sentimento nel suo cuore. Le venne un sorriso spontaneo ripensando ad un episodio del passato.

 

- Kiba, ti ricordi la sera in cui ci siamo conosciuti? – chiese lei.

 

Kiba non potè fare a meno di sorridere altrettanto. Certo che se la ricordava, non avrebbe mai potuto dimenticarla.

 

 

Una ragazza bionda sconosciuta fece il suo ingresso nel locale, diretta verso il bancone. Nonostante la sua aria abbattuta, era bellissima. Con la sua andatura decisa ma leggera allo stesso tempo, i suoi movimenti aggraziati, aveva catturato l’attenzione di molti, di un ragazzo in particolare.

Kiba la fissava da lontano, non riusciva a toglierle lo sguardo di dosso,

si sentiva strano, si sentiva… Innamorato.

Ma forse era solo colpa di quel dannato whisky.

 

- Non è pericoloso andare in giro da sola a quest’ora? – le disse sedendosi sullo sgabello libero accanto al suo, senza timidezza, senza pensare, come se già si conoscessero.

 

Ino si girò a guardare quel ragazzo che le aveva rivolto la parola con sfacciataggine. Era già pronta al peggio, ma rimase piacevolmente sorpresa trovandosi di fronte un ragazzo che doveva avere più o meno la sua età, con lo sguardo furbo e i capelli castani arruffati.

 

- Con tutto quello che ho passato stasera non può succedermi nulla di peggio – gli rispose lei con una punta di amarezza.

- Perché? Cosa ti è successo? –

- Il mio ragazzo mi ha tradito, e io non sono neanche riuscita a lasciarlo. L’ho perdonato come una stupida, ti rendi conto? – rispose lei, senza chiedersi perché stesse raccontando i suoi problemi a un perfetto sconosciuto.

- Come cazzo si fa a tradire una come te? – disse spontaneamente Kiba con un’espressione di stupore dipinta sul volto.

 

Ino si mise involontariamente a ridere e Kiba arrossì lievemente.

 

- No scusa, cioè, volevo dire che tu sei davvero bellissima, e quindi vabbè, scusa – farfugliò lui imbarazzato.

 

- Tranquillo – disse lei sorridendo

- Volete ordinare qualcosa? – chiese loro il cameriere avvicinandosi.

- Due whisky vanno bene? – chiese Kiba rivolto ad Ino.

 

Lei annuì, ed il cameriere si allontanò.

 

- Comunque, io sono Kiba – disse lui porgendole la mano.

- Ino, piacere – rispose stringendogliela.

- E’ un nome bellissimo. E non lo dico solo per fare colpo su di te – le disse sfoggiando il suo sorriso perfetto.

- Grazie – rispose lei sorridendo altrettanto.

 

Continuarono a parlare di loro sorseggiando il loro whisky, conoscendosi, apprezzandosi, forse chiedendosi se fosse stato il destino a farli incontrare, forse chiedendosi cosa esso avrebbe riservato loro.

 

- Si è fatto tardi, devo andare – disse Ino all’improvviso.

 

L’espressione di Kiba si spense d’un tratto.

 

- Va bene. E comunque, se hai bisogno di parlare, mi trovi qui – le disse mentre la vedeva andare via, e voltarsi per rivolgergli un ultimo sorriso.

 

 

E lei ne ebbe bisogno molte volte, e molte volte tornò in quel piccolo bar, e tutte le volte lei lo trovò lì, e neanche una volta gli negò la sua comprensione, e anche qualcosa in più.

 

- Sei stata tu a lasciarlo? – le chiese Kiba riportandola alla realtà.

 

Ino sospirò, con un leggero sorriso sulle labbra, poi iniziò a parlare.

 

- Ti ricordi l’ultima volta che sono stata qui? Avevamo litigato, eravamo di nuovo sul punto di lasciarci. Quando sono tornata a casa l’ho trovato lì, mi aspettava, mi ha supplicato di dargli un’altra occasione, mi giurò che quello era stato l’ultimo tradimento. Poi mi ha proposto un viaggio, mi ha messo in mano i biglietti e mi ha pregato di accettare. Ed io come una stupida ho voluto credergli di nuovo – raccontò lei con una punta di amarezza – Poi ho trovato il coraggio di lasciarlo, e questa volta, è per sempre -

 

Kiba ascoltò tutto con attenzione, senza interromperla, senza dire una parola.

 

- Sai, Kiba. Ho pensato a lungo in questo periodo, a me, alla mia vita, e anche a te. Sono tornata solo per parlarti, credo di essere innamorata di te –

 

Kiba rimase spiazzato. Quanto tempo era che avrebbe voluto sentirsi dire quelle parole? Quanto tempo era che era stato lui a pronunciarle?

 

 

Due di notte, due ragazzi in un bar, due bicchieri di whisky semivuoti sul bancone.

 

- Sai Ino, credo di essermi innamorato di te – disse Kiba tutto d’un fiato.

 

I due occhi cerulei della ragazza spalancati dallo stupore, ma nessuna parola le uscì dalla bocca. Solo un battito di cuore mancato, ed un silenzio atroce, più doloroso di mille parole.

 

 

- Ino, io… - disse Kiba iniziando ad accennare un sorriso.

- Ricordo la sera in cui mi dissi di esserti innamorato di me. Io non risposi, vidi la delusione nei tuoi occhi. Non so se per te è ancora lo stesso, se c’è un’altra donna nel tuo cuore, non ti ho ancora chiesto nulla di te, sono sempre così… egocentrica. Mi dispiace Kiba, mi dispiace di tutto, mi dispiace di non aver capito prima quello che provavo per te -

 

Silenzio.

 

 

Mi piaci tu, Mi piaci tu, Mi piaci tu
Ma
come te lo devo dire
Mi piaci tu, Mi piaci tu, mi piaci solo tu
Ma come te lo devo dire…

 

 

- Ino, mi piaci tu. Solo tu.

Mi piace come sei,

e anche quella che vuoi sembrare.

Sei l’unica che voglio, come telo devo dire.

Mi piace perché non ce la fai
E allora ti lasci andare.

E se tu non fossi tornata, credo che ti avrei aspettata per sempre –

 

 

Ino rimase a bocca aperta. Forse il loro destino era già scritto la sera in cui si erano incontrati, forse questo finale non era poi una gran sorpresa.

 

- Dai, andiamo – fece lei prendendolo per mano e trascinandolo fuori dal locale, lasciando una banconota sul bancone, insieme a quei due bicchieri di whisky mezzi vuoti.

 

- Ehi, aspetta – le gridò lui ridendo mentre lo trascinava per la strada, incuranti del freddo.

 

- Mi piaci anche tu, Kiba – gli sussurrò lei all’orecchio.

 

Poi un bacio passionale, desiderato da troppo tempo. E una notte che non avrebbero dimenticato.

 


Mi piaci quando fai l'amore
E al buio ti sento respirare
Mi piaci quando riapri gli occhi
E dici di vedere il mare…

 

Mi piaci tu Mi piaci tu Mi piaci tu
Ma
come te lo devo dire
Mi piaci tu Mi piaci tu mi piaci solo tu
Ma come te lo devo dire

Te lo devo dire…

 

 

 

 

 

Scusate se come al solito aggiungo ora questo pezzo, sono troppo sbadata! *.* Dunque, una breve song fic sulla coppia KibaxIno… Non è una delle mie coppie preferite, ma questa canzone mi ha ispirato a scrivere una storia su di loro, in fondo sono carini!! ^//^

Come ho detto nell’introduzione, la canzone è Colpa del Whisky di Vasco!

Spero sia gradita ai lettori, soprattutto alla mia amica

 

Galli_Nara

 

This is for you!^.^ Te l’avevo promessa un'altra dedica!

 

Ciao a tutti, alla prossima!

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: AlessiA_hanachan