Il secondo giorno il diario osservò ciò che lo circondava. Tutto era luminoso e splendente, ogni oggetto era nuovo per lui e suscitava la sua curiosità.
Con fare titubante cominciò ad esplorare ciò che lo circondava. In lontananza vedeva una persona, tutta sola, che si guardava intorno spaesata.
-“Non perdetevi il dettaglio importante, quell’uomo, è l’ignorante!”-
Il diario si trovava su una grande piana di legno, di forma rotonda. Osservò con interesse le linee sinuose che formavano tante piccole strade, le venature del legno.
Intorno a lui, vi erano tanti alberi verdeggianti, proprio come doveva essere quello che ora mancava, e sul cui ceppo lui camminava.
-“Il narratore vuole rubarmi le rime, ma del parlato, qui sono io il capo incontrastato!”-
Chiedo scusa.
Il diario non poteva fare a meno di correre ad esplorare quel mondo nuovo! Sulle sue pagine scrisse le emozioni che provava, man mano che avanz...
-“Siii?”-
Ehm...man mano che procedeva, dentro la foresta.
Davanti a lui si manifestava con vigore la bellezza della natura, frutti rossi e viola, dai profumi ammalianti ed i gusti raffinati ed intensi. Ogni oggetto,
ogni pianta aveva un fascino particolare, davano un esperienza nuova. A volte scorgeva degli animali, che spaventati dall’incognito visitatore,
zampettavano al riparo nei loro nidi. A stento si tratteneva dal correre, per vedere di più, per raggiungere gli animali, i piccoli scoiattoli ed i maestosi cervi.
Alla fine, giunse al limitare della foresta. In lontananza vedeva le montagne e le colline, ma per raggiungerle sarebbe dovuto passare per una pianura blanda
e stepposa. Decise quindi, che quella notte, si sarebbe fermato lì, per riposare.
Dalle magiche pagine chiuse, scaturì, il curioso.
-“Il narratore ha oggi imparato, che per le rime, non è dotato. Si lasci a me, dunque, il compito di salutare i lettori, con inchini ed onori. ”-