La
felicità…chissà cos’è, chissà dov’è. Sarebbe comodo sapere che forma abbia: potresti scriverci sopra un indirizzo e un recapito
telefonico, magari anche la destinazione come si fa con le valige all’aeroporto.
Metti il caso che in treno quando tiri fuori il
biglietto immancabilmente obliterato da far vedere al controllore ti cada dalla
borsetta già strapiena di libri, fogli e foglietti, fazzolettini di carta e
bottiglietta d’acqua e metti il caso che qualche anima gentile la trovi…ma
forse no, abbiamo sbagliato esempio. Comunque dicevamo…metti il caso che ti
accorgi di averla persa e decidi di andare agli oggetti smarriti, immagina la
scena: “Scusa avete mica trovato una felicità oggi, che credo proprio di averla
persa: deve essermi scivolata di tasca quando ho
tirato fuori l’euro per il caffé questa mattina”, “Eh Signore, mi piacerebbe
poterla aiutare (ma sarà vero?) ma deve dirmi com’è fatta Signore, di che
colore è, quanto è grande? Ma no, ma se ha detto che l’aveva in tasca allora è
piccola? È un modello vecchio o nuovo?”. E immagina l’imbarazzo di dover
ammettere che tu in realtà non sai che forma abbia, sicuramente deve essere un
modello vecchio, sai che fregatura perdere proprio una cosa nuova di zecca…
La
felicità…una cosa così scontata…poi un giorno ti accorgi di averla perduta.
Magari entri in
un bagno a lavarti le mani e l’appoggi per sbaglio da qualche parte, forse è
ancora là, nella toeletta di un autogrill e nessuno l’ha notata, forse la donna
delle pulizie le ha gettato ogni tanto qualche occhiata di sdegno ma si è
guardata bene dal raccoglierla. O magari un giorno hai pensato aspetta che la metto qui così
quando serve mi ricordo dov’è e, come sempre succede, non l’hai più
ritrovata. Forse un giorno sgombrando i cassetti la ritroverai insieme a qualche
documento importantissimo e a qualche bolletta da pagare, insieme a qualche
lastra o radiografia o a qualche calzino spaiato. Forse ti chiederai chissà cos’è questa cosa e la butterai
via insieme alle vecchie foto di persone che non riconosci più.
Ma
se è così facile perderla forse sarebbe il caso che te la incollassero addosso
alla nascita…rapido e indolore: si stacca il cordone ombelicale e si attacca la
felicità. Magari con un po’ di attack che va bene per tutte le superfici e sei
sicuro che non si stacca anche se tiri con tutte le
tue forze.
Però
adesso che ci penso mi viene un dubbio. Forse non si è persa, forse si sono
solo scaricate le batterie. Così però siamo nuovamente da capo. Come si fa a
cambiare le pile a qualcosa se non sai che forma ha? Va bene, possiamo sempre
provare ad andare al supermercato. Allora d’accordo, ma
quale pila bisogna comprare, devi ammettere che questo è un problema. Ci sono
le AA o le AAA che sono le più comuni. Ma forse a noi non serve una pila
comune, forse servono quelle grosse grosse che per
comprarle serve un mutuo, oppure quelle piccole piccole da micro
orologio. E soprattutto, meglio le energizer o le duracell?
Oppure
– altro lampo di genio (non è che iniziano a diventare troppi?) – non servono
le pile ma un caricabatteria. Ecco! La risposta a
tutti i nostri problemi! Serve un caricabatteria! In
fondo al giorno d’oggi serve un caricabatteria per
tutto: cellulare, portatile, macchina fotografica digitale e cinepresa annessa,
altro cellulare, altro portatile e palmare… Evidentemente anche la nostra
felicità deve essersi adeguata ai tempi. E questo spiega perché le prese non
bastano mai. A questo proposito mi viene in mente un sogno dell’altra notte.
Dunque…mi trovo in un bosco verdissimo con delle cascate bellissime e penso aspetta che faccio una foto, allora tiro
fuori la mia macchinina digitale e, con mio sommo orrore mi accorgo che è
scarica. E tu mi potresti dire non avevi il caricabatteria dietro e io potrei risponderti a cosa serve un caricabatteria in un bosco
verdissimo e, cosa ancora peggiore, incontaminato? Comunque fatto sta che
mi risveglio da questo incubo, mi alzo, inciampo sulla ciabatta (quella per le
prese non la pantofola!) che sta per terra, apro la finestra e vedo gli operai
che lavorano nella casa di fronte. Prendo la macchina fotografica e mi accorgo
che è scarica ma niente paura! Ci sono le prese e il
caricabatteria! È tutto a posto.
Detto
questo…rimane l’unico vero problema…come diavolo faccio a mettere sotto carica
la felicità se non so com’è fatta e dove si trova? E allora al diavolo la
felicità, meglio comprarsi un cellulare nuovo…