Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: 3ottobre    08/05/2014    0 recensioni
Charlotte si trasferisce a Londra con un solo sogno, diventare giornalista, e quando il suo sogno sembrerà realizzarsi le cose si complicheranno.
Per avere una promozione le sarà richiesto di scrivere un articolo su uno dei giovani più influenti della società.
Tra relazioni passate, nuove cotte ed un nuovo ragazzo che inaspettatamente piomberà nella sua vita, la lotta tra lavoro e amore sembrerà tormentarla senza sosta.
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Flaws


 
-Hello?-
-Il tuo nuovo accento inglese è davvero magnifico.-
Sorrisi. -E tu sei un gran bugiardo!- Replicai.
-Nah!- Ridacchiò Dan dall’altra parte del telefono. –Pronta per oggi?-
-Se ti dico di si mi credi?- Mi mordicchiai il labbro poggiando i gomiti sul tavolo e rizzando la schiena.
-Mh, non proprio..- Non parlò per qualche secondo. –Vorrei poterti aiutare.-
-Oh ma dai! Un colloquio non mi ucciderà mica.-
-In bocca al lupo, ok? Devi spaccare tutto.-
-Grazie Dan, ci sentiamo stasera. Un bacio a tutti.-
-Un abbraccio.- Attaccò.
Finii di bere il cappuccino controllando per l’ennesima volta da quella mattina l’orologio, era ora di andare.

Presentarsi in anticipo non aveva mai fatto male a nessuno e tanto meno lo era essere nervosi, in fondo era pur sempre il colloquio che stavo aspettando da una vita, un fantastico inizio di carriera.
Mi ci volle un secondo per decidere tra metro e taxi, sicuramente con la metro sarei arrivata prima ma dovevo contenere il tremolio delle gambe quindi scelsi di chiamare un taxi che grazie al cielo proprio in quel momento stava passando ed era disponibile per effettuare la corsa.

-Al 10 di Warwick Street, grazie.- Dissi al conducente. Ora non dovevo fare altro che stare calma, distrarmi prima d’impazzire, potevo ripetere qualcosa magari. E persa nelle tremila domande che immaginavo mi avrebbero potuto porre, provando a trovare risposte poco patetiche ed interessanti, non mi resi conto di quanto il clima fosse cambiato velocemente e di quanto poco tempo avessimo impiegato ad arrivare agli uffici della “Great! Magazine.”

Uscita dall’auto fui travolta da un’inaspettata folata di vento gelido e corsi, provando a non inciampare, attraversando le porte di vetro che sfoggiavano il nome “Great!” in una scritta leggermente bianca ed opaca.
Quel posto era immenso, il pavimento di marmo era di un delizioso color crema e si estendeva lucido come un diamante lungo tutto l’enorme edificio dalle pareti color tortora abbinate ai divanetti di pelle sparsi qua e là nella stanza d’attesa. Quadri costosi dalle cornici d’oro lucente adornavano le pareti e l’intero luogo era illuminato da enormi finestre con le tende bianche che cadevano candide fino al pavimento accarezzandolo leggermente ad ogni soffio di vento che le sfiorava.

La signorina dietro il bancone di legno ovale della Reception mi guardava con aria interrogativa mentre io ancora gettavo occhiate a destra e a manca per ammirare i piccoli dettagli del posto.
-Posso aiutarla?- Mi chiese sporgendosi appena sul bancone per non alzare troppo la voce.
Mi avvicinai. –Buongiorno, ho un appuntamento con il signor Mcevy-
-Terzo piano- Rispose fulminea prima che io potessi finire la frase, -Scusa, sarai la ventesima da questa mattina- Fece spallucce.
Annuii provando a non mostrare il mio nervosismo, -Grazie mille.- dissi prima di dirigermi verso gli ascensori.
Per fortuna ne trovai uno al piano, entrai seguita da altre persone ed attesi il suono dell’apertura delle porte.


Poco dopo ero seduta su una sedia di plexiglass trasparente, con la pelle delle gambe attaccata al materiale e tutta intenta a torturare la pellicina del pollice destro, in una stanza molto simile a quella del piano terra. Il mio desiderio più grande in quel momento era sentire il mio nome pronunciato dalla segretaria del signor Mcevy che non faceva altro che entrare nel suo ufficio, uscire dal suo ufficio, scribacchiare qualcosa su un qualche foglio preso a caso dalla sua scrivania, cliccare il tasto del mouse mentre fissava con aria impalata lo schermo del pc, e sorridere a noi povere persone, perlopiù ragazzi, seduti in attesa di una chiamata che avrebbe potuto cambiare per sempre le nostre vite, se tutto fosse andato per il verso giusto, s’intende.
Dovetti aspettare una decina di minuti prima di sentire il mio cognome risuonare tra le quattro mura della stanza, ero pur sempre arrivata in anticipo. –Woolwich!-
-Eccomi- Mi alzai di scatto sentendo finalmente l’adrenalina pomparmi nelle vene, era arrivato il mio momento, dovevo mostrare a tutti che potevo farcela, che potevo prendermi il lavoro che tanto sognavo.
Mi diressi verso l’imponente porta di legno massiccio e l’oltrepassai, sentendo un pizzico di ansia salirmi nello stomaco.

-Buongiorno!- Mi rivolsi con voce squillante e sorrisino stampato sulle labbra all’affascinante uomo seduto dietro la scrivania, alzò lo sguardo e lo incrociò al mio.
-Buongiorno, signorina?-
-Woolwich- Risposi.
-Prego si accomodi- Mi indicò con lo sguardo le poltroncine di tessuto nero di fronte la scrivania.
Posai la borsa ai miei piedi una volta essermi accomodata incrociando le gambe, guardai poi verso gli occhi verdi dell’uomo sedutomi di fronte.
Sfoggiò un fantastico sorriso bianco e perfetto che rendeva quel volto estremamente amichevole, fino all’incredibile. Se non fosse stato per lo smoking, la camicia bianca ed i capelli appena spettinati, non avrei mai detto che quell’uomo era il capo di uno dei magazine più conosciuto tra i giovani inglesi.
Gli porsi, prima di dire qualunque cosa, una copia del mio curriculum che mio cugino si era tanto curato di aggiustarmi prima della mia partenza per Londra. Mcevy lo lesse velocemente prima di posarlo da parte e rivolgermi uno di quegli sguardi ipnotizzanti accompagnati da un lieve accenno di un sorriso.
-Quanti anni hai? Presumo che io possa darti del tu.-
-Certo che si, ho 20 anni.-
-Perfetto, una giovane scrittrice!- Esordì.
Arrossii, -Faccio quel che posso.- Risposi provando a non sembrare intimorita.
-Hai qualche scritto con te?-
-Certo- Mi abbassai verso la borsa tirando fuori un paio di scartoffie e porgendogli due dei testi che più erano piaciuti alla grande schiera di amici e parenti a cui li avevo mostrati; uno parlava delle speranze dei giovani d’oggi, un altro della considerazione che giovani hanno del passato, due temi suggeritimi da mia madre.

Guardò anche quelli con molta velocità, leggendo appena il titolo e le prime due frasi, poi li posò proprio sul curriculum che aveva messo via poco prima. –Interessante, ovviamente poi li leggerò molto attentamente. Vorrei però sapere come mai una ragazza giovane come te e di bell’aspetto, se mi permetti, voglia fare la giornalista in una rivista emergente.-
-Scrivere è l’unica cosa che ho sempre saputo fare bene, il suo giornale inoltre m’interessa molto perché sta crescendo e non tratta solo di problemi giovanili futili, ma si occupa di tutti gli aspetti; dalle passioni dei giovani, ai problemi come la disoccupazione giovanile, a ciò che è il rapporto dei giovani con gli altri. Insomma, mi ci rispecchio molto.-
-E perché credi di avere le capacità di poter lavorare qui?-
-Non lo credo, ma ci spero. Sono determinata, so di poter ottenere ciò che voglio, e poi sono molto precisa, credo che il mio lavoro non sarebbe mai incompleto o fuori tempo.-
Mi volse uno sguardo fiero, -Tutte belle parole, signorina..- Lanciò uno sguardo al curriculum, -Charlotte.- Tornò a fissarmi. –Vorrei solo chiederti, tu quanto sei disposta a dedicarti? Intendo dire, fare le ore piccole, lavorare incessantemente quando ne è necessario, camminare a lungo, fotografare, scrivere. Sei disposta a fare tutto ciò?-
Annuii convinta, -Se fosse stato il contrario non mi sarei presentata qui oggi.-
Mi sorrise ancora congiungendo le mani sulla scrivania. –Molto bene, non ti nascondo che sono impressionato.- Si alzò poi in piedi, -Caffè?-
-No, grazie.- Scossi la testa. –Ne ho preso uno prima di arrivare qui.-
-Peccato.- Fece spallucce servendosi del caffè da una caraffa posta su un mobile accanto alla finestra. Bevve un sorso della bevanda mentre ritornava al suo posto per poi posare il bicchiere sulla scrivania e ritornare a mani giunte.
-Voglio essere chiaro, qui a Great! Stiamo cercando chi sarà disposto a lavorare duro, dobbiamo fare un salto di qualità che ci permetterà di sbaragliare la concorrenza e di diventare uno dei giornali più letti tra i giovani londinesi. Siamo ancora un piccolo magazine, ma presto cresceremo. Abbiamo già molti progetti in mente per il futuro.-
-Da parte mia c’è la massima disponibilità a lavorare a qualsiasi ora, a qualsiasi cosa.-
Mi fissò dritto negli occhi, annuendo lentamente con un sorrisino complice sul volto. –Molto bene.-
Dopo qualche secondo interminabile di sguardi complici e sorrisini, posò la schiena sullo schienale della sua poltrona cominciando nuovamente a sorseggiare caffè. –E’ tutto.-
Mi alzai dalla sedia prendendo la borsa e porgendo la mano verso Mcevy, -Grazie di tutto, buona giornata.- Dissi mentre lui la stringeva e rispondeva –Grazie anche a te.-
Uscii dall’edificio ancora un po’ incerta su come fosse andato il mio primo vero colloquio di lavoro, non dovevo fare altro che aspettare il fine settimana per avere una risposta definitiva, per il momento potevo godermi la mia nuova città.

Posai uno sguardo innamorato ai profili degli edifici di Londra, osservando la leggera pioggia che si posava su di essi, scrosciando quasi silenziosamente sui muri dei palazzi e sulle strade affollate, gremite di facce sempre nuove e di storie interessanti.
Posai lo sguardo allo schermo del cellulare notando di aver mancato una telefonata, era Dan. Sorrisi pensando che quel piccolo rompiscatole già mi mancava e composi velocemente il suo numero, sentendo quella familiare voce rispondere dall’altra parte della cornetta.
Ogni volta mi sentivo rassicurata dal suo tono familiare.
Anche se ero lì solo da due giorni, sapevo che la vita a Londra senza di lui non sarebbe stata più la stessa. 






Ciao a tutti!
Eccomi con la mia nuova fanfiction! 
Spero che il primo mini capitolo vi sia piaciuto! A differenza di You could stay with me for now, sarà una ff più leggera e simpatica :D 
Essendo il primo capitolo non c'è molto da dire, ma mi sembra giusto farvi vedere chi interpreta Il signor Mcevy .. per gli altri personaggi c'è da aspettare!! 
Buona giornata, e ditemi cosa ne pensate del primo capitolo, se vi va :D
Baci xx

 
Il signor Mcevy! (Ryan Raynolds)
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: 3ottobre