Erano solo le 5.00 del mattino ma io ero troppo agitato perché oggi sarebbero usciti i quadri su chi sarebbe passato nelle classi successive e chi, per sua sfortuna, dovrà ripetere l'anno o affrontare i debiti per superarlo. Avevo studiato per un interno anno e questo mi avrebbe sicuramente dato degli ottimi risultati, sia sul profitto e sia sul mio futuro. Non sono uno di quei ragazzi che una volta finita la scuola pensano a trovarsi un lavoro; io avevo progettato tutto su Harvard, l'accademia più prestigiosa del mio paese. Fin da piccolo, quando andavo a giocare con i miei amici nel parco, vedevo questi ragazzi camminare per strada ed erano vestiti con una tunica azzurra che arriva al di sotto della vita e dei jeans stretti che coprivano tutte le gambe; c'era qualcosa in loro che mi attirava, ma non erano i loro vestiti o il loro aspetto estetico, mi attirava il senso di sapere che avevano quelle piccole menti che elaboravano dati dalla mattina alla sera.
Erano finalmente le 6.30 quando decisi di alzarmi dal letto per prepararmi e come sempre mia madre, con i suoi modi delicati, arriva davanti la porta aperta di camera mia e inizia a dargli dei colpi pesanti di mano; era il modo che usava sua madre da piccola per svegliarla e ora è il suo per svegliare me. Salto giù dal letto e la saluto dandogli un bacio sulla guancia e correndo subito in cucina a fare colazione. Presi il toast che aveva preparato mia madre e gli spalmai sopra un po di marmellata così da dare un gusto a quella fetta di Pane bruciacchiata da entrambe le facce. Finito di mangiare, mi alzai dalla tavola e corsi in bagno per lavarmi la faccia, fare quello che volevo fare e prepararmi per uscire e avviarmi verso il mio futuro che avrebbe segnato un futuro ancora più grande per me e le mie aspettative.
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Sono arrivato da poco davanti le porte della mia scuola ma è ancora tutto chiuso. Sfortunatamente il mio ottimo tempismo questa volta non è servito a granché ma va bene lo stesso, sono qui e, appena apriranno le porte, entrerò per primo e scoprirò i risultati.
Dopo circa trenta minuti inizio a vedere tutti gli alunni dell'istituto dirigersi verso di me, cioè, verso le porte che erano dietro di me e anche loro con me erano ansiosi di scoprire i loro risultati ma non tutti avevano il viso contento. Il mio compagno Niall avevo un'espressione del tutto neutrale, sembrava quasi che sapesse gia cosa gli aspettava una volta varca quella soglia ma non posso dire lo stesso del viso di Harry. Harry aveva il capo abbassato e un viso lungo e afflitto, per lui non è stato uno degli anni migliori e forse non lo sarà nemmeno quando vedrà il suo nome sul foglio.
Dietro di me sento un rumore di serratura e girandomi noto che le porte si stanno aprendo grazie ad Arold, il bidello della scuola. Appena finisce di aprire si scansa verso destre per permetterci di entrare e come un folla imbestialita, ci avviciniamo ai fogli appesi al muro per vedere i risalutatati.
Devo scrollare alcune volte il tipo per poi trovare trovare il mio nome.
"Liam James Payne; esito positivo. Ammesso/a alla classe successiva"
Quasi non ci potevo credere, sembrava un sogno ma, effettivamente, non lo era. Rileggo più e più volte la scritta per assicurarmi che sia davvero reale quello che sto vivendo e, quando finalmente realizzo che è successo realmente, lancio un urlo con tutti gli altri ragazzi che erano stati ammessi alle proprie classi successive.