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Autore: ZuzzyKB    09/05/2014    4 recensioni
Ispirata ad un episodio di Scandal, ma è degenerata sempre di più fino a finire nella Kurtbastian più pura, scusate.
Kurtbastian future AU
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note autrice: questa OS è per farmi perdonare della mia assenza da questo fandom. L’ultimo anno delle superiori è impegnativo e purtroppo non posso dedicarmi ai miei amati cupcakes quanto vorrei. Tornando alla storia: tutto questo è partito da un episodio di Scandal e beh è degenerato progressivamente nella kurtbastian, ma è normale. Buona lettura

You know we can’t

Pensandoci,  avrebbe dovuto immaginarlo. Dopo aver preso il posto di suo padre al Congresso, avrebbe dovuto immaginare di incontrarlo, d’altronde era diventato uno dei più famosi procuratori di stato. Anche lui lavorando nel settore della moda ne aveva sentito parlare. Fatto sta che comunque quando lo vide entrare, ne rimase scioccato. D’altronde non si vedevano da dieci anni ormai, pur vivendo entrambi a New York non si erano mai incrociati, ambienti troppo diversi evidentemente. Kurt non poteva più dire di odiare Sebastian Smythe, ma avrebbe preferito di gran lunga non parlargli. Per questo decise di cercare di evitarlo durante questo pranzo per i nuovi eletti spostandosi verso un angolo della stanza. Da lì poteva osservare il suo vecchio rivale senza farsi vedere: doveva ammettere che Sebastian era davvero un tipo affascinante, non che da adolescente non lo fosse, ma la barba, gli occhiali e soprattutto un nuovo taglio di capelli lo rendevano molto più affascinante. La cosa che sconvolse di più Kurt fu che fosse arrivato in compagnia di suo marito, perché sì era sposato e, se il gossip non sbagliava, da almeno due anni. E Kurt? Kurt era rimasto solo, dopo che il fidanzamento con Blaine non aveva funzionato, provò a trovare qualcun altro, ma evidentemente l’unico suo vero amore era la moda, perché pur essendosi diplomato con i massimi voti alla NYADA aveva scelto di continuare la sua carriera da Vogue e con l’aiuto di Isabelle di aprire una propria casa di moda. Era un nome conosciuto e spesso quella serata si ritrovò a sorride nel riconoscere un proprio completo. Tornando a Sebastian, Kurt notò che aveva smesso di parlare con tutta la gente che lo aveva assalito appena entrato e che si era staccato da suo marito per prendere da bere al bancone. Kurt decise di andare anche lui a socializzare, non poteva passare tutta la serata appoggiato al muro a fissare Sebastian Smythe, cosa avrebbe pensato la gente? Fece per andare a parlar con uno dei pochi membri del congresso che conosceva, quando davanti agli occhi si trovò un bicchiere di champagne e un sorridente Sebastian.
-Ero stufo di aspettare che mi venissi a salutare, Hummel- fu la prima cosa che Smythe disse e sebbene non avesse usato il suo nome, comunque il tono non era quello sprezzante di un tempo.
Kurt accettò il bicchiere prima di rispondere –Non pensavo che volessi farti vedere con qualcuno che si veste da donna, Smythe-
Sebastian rise leggermente –Oh, avanti non crederai che sia rimasto lo stesso di dieci anni fa, vero?-
-Cosa ne posso sapere io?-
L’altro fece ruotare gli occhi –Non noti niente del mio completo?-
Kurt allora osservò attentamente il completo e oh… Arrossì.
-Non te ne eri accorto? E dire che mi fissavi da quando sono entrato-
Kurt non sapeva onestamente cosa rispondere, non poteva certo dirgli che era troppo intento ad osservare il suo viso per notare che aveva indossato un suo completo. A Kurt sembrò di tornare al Lima Bean quando Sebastian sfoderò il suo ghigno, ma non gli diede fastidio questa volta, d’altra parte non c’era più alcun Blaine per cui lottare.
-Avanti, Hummel, ricordavo una lingua più tagliente-
-Oh ma smettila, Mangusta!- Sebastian sorrise.
-Allora, vedo che NY ti tratta bene- lo sguardo del più alto lo studiò dalla punta dei capelli a quella delle scarpe, ma senza alcuna cattiveria né superiorità, anzi sembrava… interessato?
-Anche tu mi sembra, sono contento che tu abbia lasciato da parte i tuoi capelli da CW- gli fece notare Kurt.
Sebastian d’istinto passò una mano fra i capelli –Già, sembrava veramente che venissi fuori da un telefilm di seconda scelta anni 90-
-E porti gli occhiali-
-In realtà li portavo anche al liceo, ma preferivo le lenti a contatto soprattutto quando mi dovevo far vedere in giro da…-
-Blaine- concluse per lui Kurt.
-Qualche problema in Paradiso?- chiese Sebastian vedendo l’espressione di Kurt.
-Non l’hai saputo? Abbiamo rotto un anno dopo il fidanzamento-
-Oh, io non lo sapevo. Sai ho perso i contatti con tutti quelli di Lima e Westerville. Sento solo Hunter qualche volta-
-Io sono rimasto in contatto solo con Mercedes, Santana e Brittany. Blaine e Sam si sono fatti una nuova vita insieme e gli altri sono lontani-
-La Berry?-
-Troppo occupata con Broadway- fra i due cadde un attimo di silenzio prima che Kurt ritrovasse la parola  –Ho sentito che sei piuttosto famoso, eh Smythe?-
-Non sei da meno, Hummel. Sei un nome nel mondo della moda e fai parte del congresso, i miei complimenti. Avrei dovuto immaginare che saresti diventato uno stilista, anche alle superiori il tuo gusto per la moda era unico-
-Sebastian Smythe che fa complimenti ai miei capi, non pensavo che sarei mai arrivato a vedere questo giorno-
-Ma smettila!- rispose leggermente imbarazzato l’altro.
In quel momento da dietro comparve un uomo che intrecciò lo sguardo con Kurt annoiato, prima di appendersi al braccio di Sebastian, che non ne sembrava particolarmente felice.
-Non ci presenti, Seb?-
-Certo, Kurt Hummel, Jonatan Gross, mio marito-
Jonatan studiò dall’alto in basso Kurt prima di stendere la mano e scuotergliela.
-Seb, tuo padre vuole parlarti-
-Digli che arrivo-
-Scusami, ma devo andare. Posso chiederti il numero? Mi piacerebbe tenermi in contatto- chiese sorridendo Sebastian.
Kurt semplicemente gli passò uno dei suoi biglietti da visita, prima che Sebastian si abbassasse e gli desse una bacio sulla guancia.
-Grazie per aver reso più sopportabile questa serata, Kurt-



Kurt era fiero della serata di beneficienza che aveva organizzato. Ci aveva dedicato settimane e finalmente era tutto pronto. Gli invitati si stavano divertendo e spendevano un sacco di soldi a favore dei ricerca contro l’AIDS. Tutto procedeva alla perfezione, quando si accorse che sulla terrazza c’era una persona familiare per cui sorrise e lo raggiunse.
-Non pensavo che alle manguste interessasse la beneficienza-
Sebastian sobbalzò alla voce di Kurt e si voltò. Era affascinante come sempre e sorrise apertamente a Kurt che non potè che contraccambiare.
-Neanche io, ma sembra che mettano all’asta i capi del mio stilista preferito Hummel, lo conosci?-
-Forse, di fama- Kurt si avvicinò e si appoggiò al parapetto, osservando la città dall’alto.
-Non c’è Jonatan?- chiese Kurt. Sebastian scosse la testa. –Bene… cioè non volevo dire, io non-
Sebastian sorrise –hai ragione- Cosa voleva dire? Non voleva che ci fosse suo marito? –Sai, mio marito sarebbe venuto solo per… no, lascia stare. Non parliamo di lui. Piuttosto, c’è qualcuno nella tua vita?-
-Tranne Vogue? No, direi di no-
-Non sei uno degli scapoli più ambiti?-
-Due anni fa, forse- rispose Kurt mantenendo un lieve sorriso.
-Già, due anni fa- sospirò Sebastian.
-Perché sei venuto qui?- chiese ancora Kurt.
-Volevo vederti- rispose sinceramente l’altro –Mi sono divertito l’altra volta e speravo di poterti parlare di nuovo-
-Chi sei tu e cosa ne hai fatto di Sebastian Smythe?- ci scherzò sopra Kurt, anche se quelle parole gli avevano lasciato una strana sensazione.
Sebastian si voltò serio verso di lui –Non ho molto tempo per divertirmi e il mio unico amico è in marina-
-Hai tuo marito- puntualizzò Kurt.
-Sì certo-
-C’è qualcosa che non va, Sebastian?- chiese preoccupato Kurt.
-No, è così da due anni, dovrei esserci abituato ormai-
-Due anni? Ma… oh-
-Già, non è come lo dipingono nei giornali di gossip, Kurt. Il modello, che viene da una delle famiglie più ricche d’America e il procuratore di stato, più famoso del momento. Non è un matrimonio o, almeno, io non lo considero tale. Non lo è mai stato- Sebastian guardò verso la città.
-Perché?-
-Perché mio padre mi ha costretto, mio padre che poteva tagliarmi fuori da tutto, quello da cui voglio farmi perdonare per tutti i miei errori giovanili- si passò una mano fra i capelli –Non credo lo farà mai, ma cosa posso farci? Ormai posso solo adeguarmi a questo- Il padre si Sebastian era molto stimato, Kurt sapeva che se avesse voluto avrebbe potuto semplicemente far escludere Sebastian da qualsiasi caso.
Kurt appoggiò la sua mano su quella di Sebastian, che la voltò per stringerla.
-Io sono qui se ne hai bisogno, Bas-
-Era da tanto che non mi chiamavano così-
-Scusa, io…-
-No, no va bene. Lo faceva mia madre- un sorriso dolce ricomparve sul volto di Sebastian che si voltò nuovamente verso Kurt. Rimasero a fissarsi per qualche secondo, ad un certo punto Sebastian sembrò avvicinarsi, ma subito Kurt si allontanò.
-Kurt, Isabelle è arrivata- Kurt si sbrigò a staccare la propria mano da quella di Sebastian.
-Scusami, devo andare-
-Tranquillo, me ne stavo andando comunque- un altro bacio sulla guancia –Grazie, Kurt-



Cominciarono a frequentarsi spesso agli eventi di questo tipo. D’altronde Sebastian non era una cattiva compagnia e potevano parlare praticamente di tutto, tranne quando Jonatan compariva e la conversazione si spostava sui suoi impegni da modello. Kurt capiva perché Sebastian non sopportasse suo marito, avrà avuto anche un bel faccino e un fisico da sogno, ma il cervello era quello di una gallina. Kurt non giudicava mai alla prima impressione (beh tranne nel caso di Sebastian, ma alla fine si era ricreduto, no?) ed infatti prima di decidere che fosse un emerito idiota, aspettò qualche incontro, ma alla fine non poteva più negare l’evidenza.
I problemi cominciarono una volta in cui Kurt andò a prendere Sebastian, dopo che lo aveva chiamato ubriaco da un locale.
-Perché due anni fa non ho seguito il mio istinto?-
-Di cosa stai parlando?- riuscì a rispondere Kurt mentre trascinava il più alto fino al proprio appartamento, perché non aveva voglia di interagire con quel modello da strapazzo.
-Di te- a quelle due semplici parole Kurt si bloccò di colpo rischiando di far cadere Sebastian e di conseguenza sé stesso.
-Bas che cosa?- Sebastian sorrise e si avvicinò al volto di Kurt –Non riesco mai a capire di che colore hai gli occhi, ogni volta cambiano colore-
Kurt non riusciva a distogliere lo sguardo dagli occhi annebbiati, ma comunque bellissimi dell’altro e sì c’era un problema e bello grosso.
-Non hai risposto alla mia domanda, Bas-
-Due anni fa eri fra i 100 scapoli più ambiti di NY, sai su quella rivista era bellissimo. So che avrei dovuto farmi avanti, avrei dovuto rimediare a quello che ti avevo fatto e…-
-Ok, Bas, sei sicuro di non aver battuto la testa?- nel frattempo Kurt aveva ricominciato a camminare ed era riuscito ad arrivare all’appartamento.
Aperta la porta trascinò fino al divano Sebastian, che si era praticamente addormentato o così sembrava, altrimenti come avrebbe fatto a far cadere Kurt sopra di lui?
Ora Kurt era veramente a pochi millimetri dal viso di Sebastian, un piccolo movimento e si sarebbero baciati. Il cuore sembrava volergli uscire dal petto, il problema era che non voleva alzarsi da lì, non finchè Sebastian continuava ad accarezzargli la guancia con il retro della mano.
-Perché non ti sono venuto a cercare quando avrei potuto?- Kurt degluttì, se Sebastian si fosse avvicinato questa volta non si sarebbe allontanato. Stavano giocando con il fuoco: un membro del congresso e un procuratore di stato in una relazione segreta, non era esattamente la cosa più intelligente che potessero fare. Kurt però non poteva negare l’attrazione che provava per Sebastian, non solo fisica, ma anche intellettuale. Una sensazione che non provava da tempo. Poi la mano di Sebastian sulla sua guancia e l’altra sul suo fianco era come se fossero state fatte per essere lì.
-Bas, forse non…- ma le parole gli morirono in gola quando si ritrovò le labbra dell’altro sulle sue. Non fu un bacio passionale, per niente, forse fu quello che scioccò Kurt e che gli impedì di rispondere per i primi secondi. Fu solo un lieve toccarsi di labbra niente di più, ma Kurt sentiva le proprie guance arrossarsi e non voleva che quel momento finisse. Quando si staccarono nessuno disse una parola e Kurt semplicemente si alzò lasciando un confuso Sebastian sul divano.
Non sarebbe dovuto succedere mai. Sperava solo che Sebastian se lo dimenticasse la mattina successiva.



Kurt si svegliò al suono di un lieve bussare alla porta.
-Kurt, posso entrare? Sei sveglio?-
Doveva essere Sebastian, subito Kurt pensò a quello che era successo la notte prima e istintivamente si toccò le labbra.
-Entra pure- Kurt si mise a sedere e aspettò che Sebastian si sedesse accanto a lui.
-Scusami per quello che è successo ieri notte-
-Oh-
-Sì, Kurt, non l’ho dimenticato. Non avrei potuto, ma comunque ho sbagliato-
-Eri ubriaco, so che non pensavi quelle cose, non…- cercò di tranquillizzarlo Kurt.
-Non ho mai detto questo. Solo non avrei dovuto baciarti- Kurt si sentì rincuorato nel sentirsi dire che pensava veramente quello che gli aveva detto, ma non doveva essere così.
-So che non possiamo e lo sai anche tu. Quindi è meglio finirla qui. Addio Kurt- Sebastian gli diede un ultimo bacio sulla guancia e un leggero –grazie- rimase a galleggiare nell’aria anche quando la porta del suo appartamento venne aperta e poi chiusa alle spalle di Sebastian.



Due anni e non passò un giorno senza che Kurt pensasse a quella strana serata e ancora più strana mattina. Non vide Sebastian, ma sentì che si era trasferito a Los Angeles per lavoro con tanto di marito. Kurt avrebbe dovuto farci l’abitudine, ma quelle cene per i membri del Congresso erano diventate la cosa più noiosa che esistesse sulla faccia della terra e tutto perché non poteva fare a meno di pensare a come si era divertito con Sebastian quella volta. Si diresse verso la terrazza e anche lì l’unica cosa che riusciva a pensare era la sera della festa di beneficienza che aveva organizzato e la chiacchierata al chiaro di luna con Sebastian. Sospirò e si appoggiò alla ringhiera.
-Mi hanno detto che a questa festa avrei trovato il mio stilista preferito, per caso l’hai visto?-
Kurt si voltò di colpo, sì quello era decisamente Sebastian.
-Cosa ci fai qui, Smythe?- Kurt era arrabbiato, molto arrabbiato.
-Sono qui a rimediare allo sbaglio che ho fatto-
-Quello di non avermi salutato prima di partire? O di avermi baciato per poi scappare a gambe levate per Los Angeles con il tuo amato maritino?-
Sebastian abbassò gli occhi –Avrei dovuto immaginare che non sarebbe stato facile-
-Cosa credevi? Di poter tornare qui come se niente fosse e farti perdonare?- Kurt stava scaricando tutta la rabbia che aveva covato per due anni e le lacrime cominciavano a velargli gli occhi. Sebastian non parlava più e fissava semplicemente le sue scarpe. –Beh se non hai altro da dirmi, puoi anche andartene. Ah e salutami Jonatan- Kurt si staccò dalla ringhiera e passò vicino a Sebastian per poter tornare all’interno, ma Sebastian fu più veloce e lo fermò per un braccio, poi lo riportò fuori e lo fece sedere su una delle sedie che erano state messe in terrazza.
-ho divorziato- decise infine di dire Sebastian, prima di guardarlo nuovamente negli occhi.
-cosa? E tuo padre? Il tuo lavoro?-
-Mio padre non ha più potere su di me. Sono abbastanza famoso da non dipendere più dal suo nome e dai suoi soldi-
-Perché sei tornato?- una speranza si stava facendo posto nel cuore di Kurt, ma non voleva dare nulla per scontato.
Sebastian si avvicinò e appoggiò la fronte su quella di Kurt –Per te- fu l’unico preavviso prima che Kurt sentisse le calde e morbide labbra dell’altro sulle sue. Qualunque cosa Kurt stesse pensando svanì per concentrarsi su quella piacevole sensazione che provava e sul calore che l’altro emanava, mentre lo stringeva a sé come se fosse l’ultima bacio della sua vita.
-Ti amo, Kurt- ed era troppo presto, ma tutto sommato neanche tanto –Anche io- d’altronde erano passati due anni.

Note autrice: scusate la schifezza e beh questa la dedico a quella fantastica persona che mi ha contattato su ask, chidendomi se avessi intenzione di tornare a scrivere. Sei stata dolcissima, spero che ti rifarai viva e senza l’anonimato ;D

ZuzzyKB

   
 
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