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Autore: scrivoinsilenziodite    09/05/2014    1 recensioni
"E chiamò ancora il mio nome. Mai l’avevo sentito pronunciare così, un sussurro ma allo stesso tempo un urlo, una voce stridula, una voce familiare. Sentii ancora quel brivido e sudore freddo scorrere sulla mia fronte. Non riuscii a muovermi."
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero sola. Camminavo. Mi guardavo attorno, case, strade. Fin troppo presto per trovare qualcuno in giro. E camminavo. Non sapevo dove stavo andando, o forse sì. Ricordo che faceva freddo, ma un brivido mi percosse la schiena solo quando sentii una voce. Mi stava chiamando. Non sapevo cosa fare, era una voce fredda, acuta, avevo paura. Camminavo. Quasi correvo, ma camminavo. Continuava a chiamarmi e quella voce era sempre più vicina. Brividi. Non osai girarmi e iniziai a correre. Le mani rosse dal freddo stavano divenendo viola livido, sentivo i piedi accelerare sempre di più e credevo di poter scappare da quella voce. Mi chiamò ancora e mi fermai appena sentii un respiro sul mio collo. E chiamò ancora il mio nome. Mai l’avevo sentito pronunciare così, un sussurro ma allo stesso tempo un urlo, una voce stridula, una voce familiare. Sentii ancora quel brivido e sudore freddo scorrere sulla mia fronte. Non riuscii a muovermi. Le sue mani mi sfiorarono il collo e sentii ancora quella voce; presto la sua presa divenne più forte, ma non sentii dolore, infondo era piacevole sentir stringermi il collo. Un respiro. Silenzio. Chiusi gli occhi e aprii le labbra, volevo dire a quella voce qualcosa, non so cosa, ma l’unica cosa che sentii uscire era caldo e soffocante, un odore inconfondibile. Aprii gli occhi e vidi il sangue scorrere sul mio corpo, sulle mie mani, sulle sue mani. Vidi la pelle diventare pallida e mi sentii stranamente libera, come se quel sangue racchiudesse tutto il mio dolore, tutti i miei pensieri, tutto ciò che avevo dentro. Mi sentivo bene e in quel momento, mi accorsi, era l’unica cosa che volevo, sentirmi libera, quasi vuota, guardare il sangue andare via e cadere sull’asfalto nero di quella strada illuminata dal sole dell’alba. Stavo morendo. Stavo morendo e ne ero felice. Non mi chiesi il perché, non fu necessario. Mi accolse tra le sue braccia e quella voce andò via in un lieve sussurro, camminava, come stavo facendo io non molto prima, quieta, silenziosa. Aprii gli occhi, per l’ultima volta, e guardai in volto quella sinistra figura. Occhi verdi, Capelli scuri e lunghi. Sorrisi e così mi addormentai in un eterno riposo. Eravamo una cosa sola.
  
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