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Autore: revontulet    09/05/2014    4 recensioni
‹No, resta› disse afferrandole una mano con così tanta delicatezza da sembrare surreale. Ciò che però rese quel momento ancora più particolare fu la luce dei suoi occhi. Era scomparso il velo glaciale che li ricopriva, quel velo che lo rendeva talmente impassibile da farlo sembrare privo di alcun tipo di emozione. Erano gli occhi di qualcuno pieno di richieste da fare, di parole mai dette che in quel momento trovavano invece finalmente espressione. Le stava solo chiedendo di restare lì, seduta accanto a lui.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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il suo desiderio, la sua realtà


Era festa e la musica risuonava per le strade, per i viottoli, per le stradine più sperdute che portavano a percorsi nascosti nei parchi e nei boschi. Le persone per strada ballavano, facendo risuonare le risate cristalline sempre più in alto verso il cielo, verso quelle stelle che illuminavano flebilmente il cielo color carta da zucchero tipico delle prime luci delle serate del mese di luglio. Le soffuse luci delle lanterne colorate illuminavano i sentieri, i profumi delle bancarelle dei dolci si disperdevano nell’aria e le lucciole piano prendevano il volo attorno ai laghetti e ai cespugli mentre le persone a turno scrivevano il proprio desiderio sul Tanzaku sperando che esso si avverasse, prima o poi.
 
Sakura non stava più nella pelle: aveva da sempre adorato il Tanabata. Non era mai riuscita a darsi una spiegazione precisa riguardo all’origine dell’amore per questa festa. Forse derivava dal fatto che si festeggiasse in luglio, uno dei suoi mesi preferiti; forse era entrata nel suo cuore grazie all’alone magico che aleggiava attorno a questo giorno (da inguaribile romantica non poteva non rimanere abbagliata e affascinata dal racconto di Orihime e Hikoboshi, separati , ma infine riuniti, dall’imperatore del cielo nonché padre della ragazza a causa del loro stesso amore, che aveva fatto loro perdere di vista ogni cosa tra cui anche i loro stessi doveri); forse perché da quando aveva memoria ricordava di aver espresso sempre lo stesso desiderio, il quale fin’ora mai si era avverato: ricevere l’attenzione di Sasuke.
 
Quel Sasuke.
Il cupo, freddo e distaccato Sasuke Uchiha che tutti non potevano non conoscere.
 
Le cose avevano però iniziato pian piano a cambiare. Ma Sakura non riusciva a focalizzare cosa effettivamente fosse cambiato. Tutto il loro gruppo di amici era andato in campeggio qualche giorno prima e lei aveva sempre cercato di coinvolgere Sasuke il più possibile, dato che non le piaceva che stesse sempre solo immerso fra i suoi pensieri, estraniandosi dalla realtà e smarrendo lo sguardo nel punto esatto in cui la cascata si riuniva e cozzava contro la superficie placida e a specchio del fiume.
La maggior parte delle volte non c’era riuscita e spesso si era limitata a sedersi accanto a lui sui ciottoli resi tiepidi dalla sgargiante luce del tramonto. Non si era mai accorta dello stupìto sguardo di lui, che la osservava allo stesso tempo scocciato e curioso attraverso il suo riflesso nell’acqua.
 
Con questi pensieri, a cui non riusciva però a trovare una risposta, e il cuore che batteva all’impazzata, uscì di casa.
‹Ciao Sakura! Sei pronta? Hai pensato alla richiesta da fare alle stelle? E non dirmi che è sempre la stessa, per favore, perché non ci credo›.
‹Ino. Chi ti ha detto che è sempre la stessa da sempre, scusa?›, disse la rosa.
‹Ti conosco, lo leggo nei tuoi occhi quando lo scrivi sul Tanzaku, cosa credi?
Dimmi un po’… Hai pensato a che mossa fare? Non puoi aspettarlo mica per sempre›.
‹Beh, ma… Ma sta sera le stelle sono davvero splendide!›.
‹Ma Sakura, cosa stai.. oh›.
Si accorsero giusto in tempo del loro gruppo di amici che si stava avvicinando e ridendo e scherzando con loro cominciarono a seguire le strade illuminate, dirigendosi verso il centro della festa.
 
La serata procedeva nel migliore dei modi. Luci, colori e suoni sembravano fondersi in modo talmente armonioso da far credere che non potesse esistere momento migliore di quello, che tutto esistesse in funzione della loro felicità e delle loro risate. Era tutto talmente perfetto che a Sakura era parso che anche il glaciale Sasuke Uchiha avesse accennato un sorriso.
 
Arrivati a destinazione alcuni decisero di correre verso le bancarelle per tentare la sorte alla ruota della fortuna o per cercare di vincere un anello o un pupazzo a forma di rana col tiro a segno, seguiti con rassegnazione dagli altri che di correre non ne avevano davvero proprio voglia.
‹Allora? Non ti diverti?› domandò Ino avvicinandosi cautamente al moro.
Di risposta ricevette uno sguardo scocciato e freddo che sembrava lanciarle saette direttamente da quelle miniere di carbone dei suoi occhi.
‹Oookay, vedo che non sei cambiato molto nel corso degli anni. Non è una cosa buona sai? E comunque io ci farei un pensierino.. nel senso che a lei piaci, lo sai. Vuoi limitarti a osservarla da lontano e a chiuderti in te stesso ogni volta che qualcuno, e specialmente lei, ti si avvicina? Vabbè, è una scelta tua. Fa come ti pare. C iao›, disse la bionda, lasciando un Sasuke letteralmente interdetto a fissarla male, dietro la sua maschera di ghiaccio. In ogni caso aveva ragione. Non poteva continuare a ignorarla, si diceva. O meglio, non poteva continuare a ignorare quello che lui provava.
 
L’aveva sempre ritenuta una ragazzina inutile e noiosa. Sapeva che fin dai tempi dell’Accademia lei era sempre stata innamorata di lui e ciò non la rendeva diversa da tutte le altre. Per casualità [destino] erano finiti nello stesso Team e per un periodo di tempo aveva pensato di poter vivere felice lì con loro [con lei], dimenticando tutto ciò che era accaduto nel suo passato.
Non era mai stato di troppe parole purtroppo e lo sapevano tutti e soprattutto non era capace di esprimere i suoi sentimenti e le sue emozioni. Erano quelle ‘cose’ che aveva sempre definito inutili. A lui non servivano, era un Vendicatore. Ma mano a mano qualcosa cominciava a farsi sempre più spazio nel suo cuore, nella sua anima, fino a divenire qualcosa di spiazzante e lacerante, che non più poteva essere ignorato.
Poteva il fantastico,bellissimo, tenebroso Sasuke Uchiha farsi sopraffare dall’affetto? Da un sentimento come.. l’amore? Si portò una mano all’altezza del cuore, che ebbe un sobbalzo nel momento in cui si accorse di essere osservato e scrutato da Lei.
Forse sì.
 


‹A cosa stai pensando?›
‹A nulla di particolare›
‹Ah.. capisco. È un tramonto bellissimo, non credi?›
‹Sì, forse›
‹Uno di quelli che ti scaldano il cuore›
‹Sakura›
‹Sì, scusa. Non volevo disturbarti, me ne vado›, disse la ragazza facendo per alzarsi, ma venne fermata da un gesto del ragazzo, che, era sicura, mai, mai, sarebbe avvenuto una seconda volta in nessuna delle realtà di tutti i mondi possibili in questo universo.
‹No, resta› disse afferrandole una mano con così tanta delicatezza da sembrare surreale. Ciò che però rese quel momento ancora più particolare fu la luce dei suoi occhi. Era scomparso il velo glaciale che li ricopriva, quel velo che lo rendeva talmente impassibile da farlo sembrare privo di alcun tipo di emozione. Erano gli occhi di qualcuno pieno di richieste da fare, di parole mai dette che in quel momento trovavano invece finalmente espressione. Le stava solo chiedendo di restare lì, seduta accanto a lui. Non servivano parole, i loro sorrisi bastavano a riempire l’aria.
 


Sakura si fece coraggio. Pensando al momento in cui si sarebbe trovata dinnanzi al suo Tanzaku, prese finalmente la decisione di cambiare desiderio. A cosa sarebbe servito scrivere nuovamente le stesse identiche parole un’altra volta, senza che servisse realmente a qualcosa?
Tanto valeva provare a concentrarsi su qualche cosa d’altro. Eppure le sembrava che da quel giorno al fiume qualcosa fosse diverso, ma probabilmente allora era stata una sua semplice illusione.
Era immersa a tal punto nei suoi pensieri che non si accorse della presenza di Sasuke al suo fianco.
‹Ciao›
‹Oh! Ciao Sasuke-Kun! Scusa, non ti avevo proprio sentito arrivare!› disse Sakura sobbalzando.
‹Fa nulla›
Cadde un silenzio imbarazzante. Attorno a loro si sentivano solamente le risate e la musica.
[Due cuori battere così forte da sopraffare ogni suono]
‹È.. è proprio una bella serata, no?›, disse il moro, con uno degli sforzi forse più faticosi della sua intera vita.
‹Eh sì!›
‹Una di quelle che ti scaldano il cuore›.
Sakura lo fissò dritto negli occhi. Era proprio lui? Proprio lui stava dicendo quelle parole o era lei che se le stava immaginando? Proprio come durante quel tramonto al campeggio, si ritrovava a vivere un momento anomalo, come se all’improvviso un buco nero si fosse aperto sotto ai suoi piedi e l’avesse trascinata in una dimensione parallela.
Prima che Sakura potesse ribattere qualsiasi cosa, lui le sfiorò la mano, decidendosi infine timidamente a intrecciarla alla sua e a rivolgerle qualche ultimo sguardo imbarazzato.

In effetti un nuovo desiderio avrebbe potuto aspettare un altro po'.
 



FINE
  
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