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Autore: dreamcharter    10/05/2014    0 recensioni
Ritrovarsi in un contesto in cui la vita ti prende continuamente a calci e non riesci a fare niente per reagire, come sarebbe se fosse così?
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Cap. 1: Normal People.

Tranquilla, quella giornata si poteva considerare un modello perfetto e schematizzato della sua giornata tranquilla.
Gli piaceva definirla così, lo tranquillizzava in qualche modo, anche se, non corrispondeva del tutto
ad una vita pacifica, la sua; ne aveva già avuto la conferma dalle prime luci del mattino, quando l'arancione combatte contro il blu della notte, provocando uno spettacolo magnifico da immortalare, se solo fosse stato un pittore.

Aveva aperto gli occhi, si era alzato dal letto di malavoglia e aveva selezionato un paio di pantaloni con noncuranza dalla sedia vicino alla scrivania mezza distrutta, assieme ad un maglione extralarge.
Per l'ennesima volta aveva sbattuto la porta di casa,prima di uscire, contrariato dal comportamento subito autoritario e contrariato della madre, a causa sua.
Tutta quel casino era causa sua. Il continuo lamentarsi del nonno, lo sfilacciamento del filo che teneva unita la famiglia, l'acidità e lo stress nell'aria di quella casa.
Sentiva dentro di sé, una forza che gli diceva che era colpa sua, non doveva nascere; era una cosa incosciente, ma il sentimento che gli attanagliava lo stomaco no, quello lo sentiva più che bene.
Accese una sigaretta, mentre solcava a grandi falcate l'asfalto del marciapiede, grigio e duro, e per quanto si sforzasse di non trascinarsi di nuovo in un tunnel di dispersione e di isolamento, vedeva quel marciapiede come uno specchio, il più sincero di tutti.
Un tiro che gli riscaldò i polmoni dal freddo mattutino dell'equinozio di primavera.
Respinse fuori il fumo, formando una nuvola bianca che si disperse nell'aria.
Come poteva pensare che le cose si sarebbero risolte? Che tutti avrebbero accettato il fatto che si faceva le canne e forse aveva provato anche qualche pastiglia di hashish?
Non ne era felice, anzi, quella sostanza accresceva la sua rabbia, ma era stufo di come stava andando la sua vita; ancora pochi giorni e avrebbe avuto finalmente l'età per ritirarsi da scuola.
Una forma di ribellione? No, essere ignoranti non è ribellione.
Era stufo di ciò che c'era a scuola, dell'ambiente, delle materie, dei professori, dei compagni...
A settembre avrebbe forse ripreso da capo, cambiando scuola, ricominciando, forse.
Matt respirò l'aria fresca della primavera e pensò che era uno schifo continuare così.
Non era un gioco, quella era la vita e non gliene frega proprio un cazzo se sei debole, lei colpisce tutti, se sei forte bene, se sei debole...
Scosse la testa e tentò di reprimere la rabbia che gli attanagliava il cuore, rinchiudendolo in una morsa, faceva male, ma era diventato bravo a nascondere e reprimere la rabbia, per evitale le continue e insistenti domande degli amici, per non distinguersi dalla massa, per non risultare quello diverso, per far finta che anche a lui importava solo delle partite di calcio alla domenica e di quanto poteva essere bella una ragazza.

“In questo mondo non c'è spazio per la tristezza.” Vallo a dire a chi ha perso tutto.


 

Special Corner.
Buonasera a tutti! Ho pubblicato un'altra storia sì! A questa ci tengo particolarmente, mi sento molto vicina ad essa, perciò se non vi piace magari siate schietti e ditemelo in modo indolore :)
Okay vi lascio andare buone creature, un bacio xx.

  
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