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Autore: ineedamikashug    10/05/2014    1 recensioni
Un'Inghilterra divisa in due.
A Nord, troviamo 'gli Altri', popolo con rigide regole e poco amichevole.
A Sud invece troviamo 'i Gatti', popolo guerriero.
Ma perchè questa distinzione?
Tutta colpa di un siero chiamato Septem che modifica il DNA aggiungendo ad una persona altre sei vite (per questo gatti, dato che hanno sette vite).
Lux cerca di portare a Sud la sua migliore amica che è riuscita a fuggire.
Ma è possibile che in un popolo con regole così rigide l'abbia lasciata vivere normalmente?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La guardavo e non sapevo se sorridere o piangere, mi limitai a chiudere gli occhi e pensare.
Esattamente due anni fa io e lei eravamo due quindicenni su un prato a guardare la nostra casetta sull'albero costruita da bambine con i nostri padri.
Ora vicino a me c'è solo l'aria e dentro di me il pensiero di rivederla un giorno.
Non capirò mai perchè ha lasciato il Sud per andare a Nord.
Selene era la mia migliore amica da quando avevamo entrambe sette anni.
Lei, bionda, occhi azzurri sembrava una fata.
No, forse era meglio non pensare e tornare a casa.
Aprii gli occhi e guardai il cielo.
L'aria che mi scompigliava i capelli e muoveva il vestito mi trasmetteva calma e tranquillità.
Ma io non ero ne calma, ne tranquilla.
Mi alzai e feci due passi verso la casetta.
Toccai il tronco e qualche lacrima scendeva.
Non potevo sopportarlo. Indietreggiai e corsi via e la stessa aria che prima mi scompigliava i capelli sembrava volermi spingere via.
Correvo con le lacrime che mi bagnavano il viso finchè vidi mio fratello sulla porta di casa e lo abbracciai forte come se lui potesse condividere il mio dolore.
-Lux, tutto bene?.- Con la mano mi alzò il mento e mi costrinse a guardarlo. Mi asciugò quelle poche lacrime rimaste che il vento non era riuscito ad asciugare e mi abbracciò di nuovo.
-Sono due anni oggi.- Respiravo affannosamente -Due anni senza di lei.-
Mi accarezzò la testa per calmarmi, senza risultato, e provò a parlarmi. -Farai così ogni anno? Quante volte ti ho detto di non tornare alla casetta?.-
-Tu non capisci, Theo.- Decisi di interrompere così, con quella frase, uno dei rari momenti di tenerezza che mio fratello riservava per me.
-Senti Lux, ora devo andare resisti, stasera torno e ne parliamo.-
-Come se non sapessi dove vai, non è così?.-
-Lux...-
-Smettila Theo. Tu non ci sei mai.- Dissi con gli occhi pieni di lacrime.
-Brava, sai cosa devo andare a fare. E' per il nostro popolo che lo faccio.-
-Certo, è tutto per il Sud, e per me? Niente?.-
-Se combatto, è anche per darti un futuro migliore.-
-Eh no caro.- Lo guardai malissimo.- Dici sempre così ma la realtà è diversa. Lo fai per te stesso, per provare la tua forza e per non pensare alla mamma!.-
Dopo averlo sentito mi prese i polsi e mi sbattè contro il muro di casa.
-Questo non dovevi dirlo, non metterla in mezzo!.-
Cercai di fargli mollare la presa divincolandomi e provocandolo.-Lo ammetti però eh, farai la sua stessa fine.- e ci riuscii.
Scappare dalle tenaglie che si ritrovava al posto delle mani mi costò uno schiaffo in viso.
-Non parlare mai più di lei così.-
-Siete orgogliosi uguali ma tu dovresti smetterla perchè ho perso lei e non voglio perdere anche te!.- Mi accasciai a terra e con la mano cercai di coprirmi il viso.
-Mettiti a letto e distenditi, e quando torno voglio essere accolto con un sorriso.-
-Non ti assicuro niente sul sorriso.- Aprii la porta e mentre la chiudevo la sua mano la bloccò.
-Lo sai che ti voglio bene.-
-Buon allenamento e..-
-Tieni d'occhio le tue vite!.- Continuò lui la mia solita frase che ripetevo ogni volta che lui andava ad allenarsi.
Corsi in camera, mi distesi sul letto e ripresi quello che stavo facendo alla casetta.
Selene mi raccontava spesso del Nord, come se fosse una di loro.
Loro, che noi chiamavamo 'gli Altri' e ci chiamavano 'Gatti'.
Gatti, che nomignolo odioso.
Theo mi raccontava che molto tempo fa un medico, durante un'operazione, iniettò nel sangue del paziente un liquido, chiamato Septem che cambiò il suo DNA . L'uomo un giorno venne investito da un carro e, secondo le sue testimonianze, sentì una scossa che attraversò tutto il corpo e lo fece tornare in vita.
Una cosa assurda, a cui io non credo, ma da quel giorno un sacco di gente voleva avere un po' di quel liquido, per avere vita eterna.
Ma quel siero non dava la vita eterna, ma sei vite in più di quella normale.
Ogni dieci anni una vita viene tolta.
Non tutti però potevano permetterselo all'epoca.
Quelli che erano riusciti ad avere anche una sola goccia di quel liquido venivano giustiziati e condannati a morte dal Governo.
La popolazione poi venne divisa, per evitare altre morti inutili dato che il siero era ormai finito.
Ogni anno le due popolazioni combattono per vedere chi è la più forte.
I soldati, sia donne che uomini, vengono ogni anno scelti con delle selezioni. Chiunque può presentarsi, a patto che sia forte e resistente. Infatti solitamente si presentano ragazzi e ragazze dai sedici anni in su. Quelli considerati deboli vengono utilizzati per trasfusioni di sangue.
Theo a soli diciannove anni era uno dei Capitani di queste battaglie e io non potevo sopportarlo.
Sapeva benissimo chi c'era a Nord. Sa benissimo che lei è li e che non nasconde la testa sotto la sabbia come me.
E io non potevo rimanere li a guardare, dovevo agire. Tirare fuori la testa dalla sabbia per una volta.
E chissene frega se perdo tutte le mie vite.
Dovevo farlo.
Andai in camera di mio fratello per cercare i suoi appunti sulle battaglie.
Sapevo dove cercarli: li teneva sotto il cuscino, un pessimo nascondiglio.
Aprii il libricino per cercare quello che mi interessava.
"Prerequisiti:
-Abilità = uso corretto di spada e/o coltello.
-Resistenza = al Nord la temperatura minima può raggiungere i -20°
-Sanità = qualsiasi malattia è proibita, soprattutto malattie cardiovascolari."
Pretendevano tanto. "Uso corretto di spada e/o coltello", ci  siamo. Le spade non so usarle bene ma con i coltelli ce la posso fare. "Al Nord la temperatura minima può raggiungere i -20°", aiuto. Sono molto freddolosa, mi dovrò munire di coperte pesanti. "Qualsiasi malattia è proibita, soprattutto malattie cardiovascolari". Nessun problema, sono sanissima, casomai potrei prendermi un mal di gola con tutto quel freddo.
Non mi dicono niente su eventuale equipaggiamento, me lo daranno loro.
Mi trascrivo tutto su un foglio e preparo un piano per domani.
Domani è il gran giorno: ci sono le selezioni.
Theo non dovrà farle essendo uno dei Capitani e io dovrei presentarmi agli allenamenti oggi stesso ma non ho tempo e potrei essere vista.
Preparo i vestiti: per sembrare un po' più robusta mi servirà una felpa pesante, scelgo quella gialla.
Sotto metterò un paio di pantaloni elastici neri: più che un gatto sembrerò un'ape, si accontenteranno.
Per sembrare un po' meno ingenua mi farò una coda alta e dato che sono un po' pallida, metterò un po' di rossetto spalmato in faccia.
Tanto non è una sfilata di moda, dovrò solo sembrare cattiva, pronta a combattere.
Nascondo i vestiti sotto il letto in caso di eventuali ispezioni da parte di Theo e preparo la cena.
Vuole un sorriso? E che sorriso sia.
Mio fratello torna a casa un'ora e mezza dopo la nostra quasi litigata.
-Sei in ritardo.- Gli dico. -Mezz'ora di ritardo.-
-Un quarto d'ora.- Ribadisce lui.
-Mezz'ora fidati.- Lo guardo e lo invito a sedersi a tavola -Dovrai aspettare un attimo, devo riscaldare la minestra.-
-Minestra?.- Disse con una faccia schifata.
-Si, minestra, ho avuto altro da fare prima.-
-Ovvero?.-
Quanto vorrei dirgli la verità, ma voglio proprio vedere la sua faccia domani, se mi scopre.
-Ho riordinato la mia stanza.-
Aspetto cinque minuti e servo la minestra bollente.
-Attento a non scottarti, io vado di sopra.-
-Non mangi?.-
-Non ho fame.-
-Senti aspetta. Se vuoi possiamo riprendere il discorso di prima.-
-Non serve.-
-Ah, dimenticavo. Domani le selezioni iniziano alle dieci di mattina, quindi sarò li per le nove circa.-
Proprio l'informazione che mi serviva, l'orario delle selezioni.
-Certo, nessun problema. Farò colazione da sola.-
-Vorrei salutarti prima della..partenza.-
Mi bloccai di colpo.
-Alle otto e mezza mi svegli, così ti saluto.-
-Voglio dirti addio come si deve.-
-Non è un addio...-
...è un arrivederci.
  
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