We'll be counting stars
Lately,
I've
been, I've been losing sleep
Dreaming about the things that we could be
But baby, I've been, I've been praying hard,
Said, no more counting dollars
We'll be counting stars
(OneRepublic
- Counting Stars)
Vivere in una
prigione non era certo quello che Rick aveva sempre sognato, per
sè e la sua
famiglia. Ma gli eventi avevano voluto così e non poteva
essere più contento di
averlo scoperto, quel giorno insieme a Daryl. C’erano stati
dei momenti in cui aveva
quasi accarezzato l’idea di lasciare
quel posto… ma superate le prime difficoltà, le
grandi perdite subite e tutta
la storia con il Governatore, doveva ammettere che cominciava ad
abituarsi a
quella nuova parentesi della sua vita.
Finalmente
incominciava
a sentirsi di nuovo felice, cosa che non credeva ormai più
possibile, dopo la
morte di Lori. C’era voluto parecchio ma alla fine aveva
realizzato che per lei,
ormai, non provava nulla da tempo.
Non
provava più niente da prima dei vaganti, prima che gli
sparassero ed entrasse
in coma… ma dopo tutto quello che era successo
l’aveva semplicemente
dimenticato. O meglio… lo aveva archiviato in una parte del
suo cervello dove
stavano le cose superflue, cose, insomma, che non servivano per
sopravvivere in
quel nuovo mondo. Quando l’aveva rincontrata al campo fuori
ad Atlanta si era
convinto a tentare di rimettere su una
relazione ormai morta.
In fondo lo
sapeva di Shane. Le occhiate che l’amico rivolgeva a lui e a
Lori erano
totalmente diverse da prima. Da una parte non biasimava Lori. Non si
aspettava
certo che se ne stesse sola a vita, sapendo che lui era ormai morto. La
cosa
che gli lasciava l’amaro in bocca era che non avesse
aspettato poi molto per
andare a letto con il suo migliore amico. Quindi aveva tentato di
chiudere gli
occhi e far finta di niente. Fingere di essere cieco e sordo,
però, era servito
solo fin quando Lori aveva deciso di confessare… allora non
aveva più potuto
negare a se stesso ciò che sapeva già.
Per un breve
tempo aveva deciso che avrebbe inghiottito il rospo e avrebbe
continuato ad
essere il solito buon padre di famiglia. Lo dovevano a Carl e al
bambino che
stava per nascere, dopotutto… Ma Carl non era più
un bambino. Aveva capito ed
accettato con una facilità disarmante che tra i suoi
genitori era ormai finita.
Era inutile fingere, ma avevano continuato a negare
l’evidenza davanti agli
altri, forse legati ancora alla morale moderna. Quella che
c’era prima che i
morti decidessero di tornare a camminare e mangiare la gente.
“Pensi
ancora a
lei.”
Daryl interruppe
il flusso dei suoi pensieri ed allora si rese conto di essersi assorto
per un
tempo decisamente troppo lungo. Non era una cosa saggia vagare troppo
con la
mente e perdere la percezione di spazio e tempo. Si passò
una mano sul volto,
sospirando pesantemente, prima
di
rivolgere a Daryl uno sguardo colpevole. Il cacciatore se ne stava
seduto con
la spalla posata alla cornice di ferro del finestrone della torretta di
guardia.
“Sì
e no…”, rispose
dopo un po’, anche se aveva intuito che quella di Daryl non
era una domanda. “Riflettevo…
Ci stiamo abituando a stare qui. E’ da tanto che non ci
abituavamo ad un
posto.”
“Già…
Non avrei
mai immaginato di poter essere contento di starmene in
gattabuia!” ridacchiò
Daryl.
Rick
osservò
attentamente l’uomo seduto al suo fianco e si
ritrovò a sorridere come un
adolescente alla sua prima cotta. Il loro primo incontro non era stato
il
massimo. Ricordava che era teso come una corda di violino al pensiero
di un
confronto con Daryl. Aveva intrappolato suo fratello su un tetto in
balia dei
vaganti. Sapeva bene che non sarebbe stato facile da spiegare,
soprattutto se
Daryl fosse stato della stessa pasta del fratello maggiore. Ricordava,
però,
che quando lo aveva visto uscire dalla boscaglia, con la balestra tra
le mani e
gli scoiattoli che penzolavano dalla cintura, aveva provato uno strano
brivido
percorrergli la spina dorsale. Anche se in quel momento lo aveva
interpretato
come timore per la reazione che avrebbe avuto appena scoperto di Merle.
Ora era diverso.
Si era talmente avvicinato a quell’uomo da conoscerlo meglio
di chiunque e per
Daryl era lo stesso. Era impossibile nascondergli qualcosa. Bastava uno
sguardo
e l’uno capiva l’altro, si potevano fidare
ciecamente l’uno dell’altro e Rick
avrebbe tranquillamente affidato la sua vita nelle mani di Daryl. Cosa
che
aveva giù fatto molto volte da che lo aveva conosciuto.
“Decisamente
è
surreale!”, considerò Rick posando le spalle al
muro in una posizione rilassata.
Daryl tese
l’angolo sinistro della bocca in quel suo mezzo sorriso
così… suo… e che gli
faceva sempre venire i brividi al pensiero di ciò che veniva
dopo. Lo vide,
infatti, avvicinarsi lentamente con quel suo passo leggero da
cacciatore.
La mano sinistra
si andò a posare sul muro al lato della sua testa e Rick
d’istinto l’inclinò
tanto da poterne avvertire il calore senza averne un contatto diretto.
Questo
gesto diede il via libero a Daryl, che si avventò sul collo lasciato scoperto
dell’ex sceriffo. Rick
sospirò chiudendo gli occhi e abbandonandosi completamente a
quelle sensazioni e
portò le mani tra i capelli biondicci di Daryl.
“Sei
così
arrendevole a volte…” soffiò il
cacciatore sul collo di Rick facendogli provare
forti brividi lungo tutta la spina dorsale che lo portarono
d’istinto ad
avvicinare il suo corpo magro a quello più muscoloso di
Daryl. “… non ci è
permesso abbandonare la guardia. Lo sai!”
“E colpa
tua!”
sussurrò Rick raddrizzando appena la testa e accarezzando
l’orecchio di Daryl
con le labbra. “Ma basta che anche solo uno dei due non perda
il controllo,
vero?”
Daryl si
scostò
per poterlo guardare negli occhi. Se c’era una cosa che amava
di più di Rick,
era l’espressività dei suoi occhi. A volte
sembrava che solo lui fosse in grado
di leggervi dentro, ma gli altri non guardavano mai veramente gli occhi
di
Rick. Nessuno lo capiva. Per gli altri era stato, ed era ancora, la
persona a
cui scaricare ogni preoccupazione e responsabilità. Se
c’era una decisione da
prendere la doveva prendere Rick, giusta o sbagliata che fosse, e poi
erano subito
pronti a giudicare e puntare il dito contro di lui. Ma se non fosse
stato per
quell’uomo così coraggioso e così
triste, ora sarebbero stati molto
probabilmente Vaganti. Gli doveva la vita, tutti gliela dovevano. Ma
nessuno
sembrava mai ricordarselo.
“Mi
prenderò
cura io di te, Rick...” fece, portando la sua mano sulla
guancia di Rick.
Lentamente Rick
si sporse per raggiungere le labbra di Daryl, ma proprio allora la
porta della
torretta si aprì facendoli trasalire e puntare balestra e
pistola verso gli
intrusi. Glenn guardò i due ancora addossati al muro uno
sopra l’altro,
decisamente stralunato e con ancora la mano sulla maniglia, mentre
Maggie alle
sue spalle li osservava con un sorrisetto da presa per il culo sulle
labbra.
“E
così che si
fanno i turni di guardia?” fece la ragazza mentre i due
abbassavano le armi con
un sospiro di sollievo.
“E voi
siete
venuti a darci il cambio!” fece Daryl pungente staccandosi di
malavoglia dal
corpo di Rick.
“Io…
noi… come…
no, no… scusate, ragazzi… dovevamo
bussare…” balbettò imbarazzatissimo
Glenn.
“Ma no
figurati,
Corea…” fece sarcastico Daryl oltrepassandoli e
sparendo giù per le scale.
Rick
sospirò
passandosi una mano tra i capelli e sorrise allo sguardo dispiaciuto di
Glenn:
“Non fa niente, Glenn! Ci vediamo per cena e vedrai che con
un po’ di cibo
nello stomaco avrà dimenticato tutto” lo
tranquillizzò, affrettandosi a
raggiungere Daryl.
Non fece nemmeno
in tempo a scendere l’ultimo scalino che fu afferrato per le
braccia e sbattuto
contro la porta di ferro che portava all’esterno. La bocca di
Daryl si
impossessò della sua mentre lui,sollevato dalle forti
braccia del cacciatore,
trovò l’equilibrio allacciando le gambe alla sua
vita.
“Non credo
sia…
carino… farlo qui!” gli sussurrò ad un
orecchio mordendogli poi il lobo.
Daryl
grugnì in
segno di protesta stringendolo di più a sé e
prendendogli tra i denti il labbro
inferiore: “Questa sera non siamo di turno... Non posso
aspettare ancora per
averti”
Rick
ridacchiò
infilando la mano tra i capelli del cacciatore:
“Vorrà dire che avrai gli
interessi!”
Daryl
sospirò
posando la testa nell’incavo tra il collo e la spalla di
Rick. Non aveva scelta
a quanto sembrava. Ma di certo Glenn e Maggie l’avrebbero
pagata cara. Anzi
carissima.
Sorrise
pregustando la sua vendetta e sollevò il viso su quello di
Rick coinvolgendolo
in un altro bacio, ma più lento del precedente:
“Lo sai che di questi tempi gli
interessi sono arrivati alle stelle!”
Rick rise e gli
sussurrò con voce roca: “Avrai le tue
stelle!”
Daryl
spalancò
gli occhi. Non sarebbe arrivato vivo all’indomani, ne era
certo, ma di certo
non ci sarebbero arrivati nemmeno Glenn
e Maggie e questo gli dava un buona attività
per distrarlo nel frattempo.
Allentò la presa su Rick posandogli un ultimo bacio a fior
di labbra, prima di
spalancare la porta e uscire a passo di marcia verso il blocco C.