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Autore: Echelon90    10/05/2014    1 recensioni
Durante un Turno di Guardia Rick si ritrova a pensare alla sua nuova vita e alla sua nuova famiglia...
Dal testo: "Vivere in una prigione non era certo quello che Rick aveva sempre sognato, per sè e la sua famiglia. Ma gli eventi avevano voluto così e non poteva essere più contento di averlo scoperto, quel giorno insieme a Daryl...."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Daryl Dixon, Glenn, Maggie Greeneunn, Rick Grimes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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We'll be counting stars

 

 

Lately, I've been, I've been losing sleep
Dreaming about the things that we could be
But baby, I've been, I've been praying hard,
Said, no more counting dollars
We'll be counting stars

(OneRepublic - Counting Stars)

 

 

Vivere in una prigione non era certo quello che Rick aveva sempre sognato, per sè e la sua famiglia. Ma gli eventi avevano voluto così e non poteva essere più contento di averlo scoperto, quel giorno insieme a Daryl. C’erano stati dei momenti in cui  aveva quasi accarezzato l’idea di lasciare quel posto… ma superate le prime difficoltà, le grandi perdite subite e tutta la storia con il Governatore, doveva ammettere che cominciava ad abituarsi a quella nuova parentesi della sua vita.

Finalmente incominciava a sentirsi di nuovo felice, cosa che non credeva ormai più possibile, dopo la morte di Lori. C’era voluto parecchio ma alla fine aveva realizzato che per lei, ormai, non provava nulla da tempo.  Non provava più niente da prima dei vaganti, prima che gli sparassero ed entrasse in coma… ma dopo tutto quello che era successo l’aveva semplicemente dimenticato. O meglio… lo aveva archiviato in una parte del suo cervello dove stavano le cose superflue, cose, insomma, che non servivano per sopravvivere in quel nuovo mondo. Quando l’aveva rincontrata al campo fuori ad Atlanta si  era convinto a tentare di rimettere su una relazione ormai morta.

In fondo lo sapeva di Shane. Le occhiate che l’amico rivolgeva a lui e a Lori erano totalmente diverse da prima. Da una parte non biasimava Lori. Non si aspettava certo che se ne stesse sola a vita, sapendo che lui era ormai morto. La cosa che gli lasciava l’amaro in bocca era che non avesse aspettato poi molto per andare a letto con il suo migliore amico. Quindi aveva tentato di chiudere gli occhi e far finta di niente. Fingere di essere cieco e sordo, però, era servito solo fin quando Lori aveva deciso di confessare… allora non aveva più potuto negare a se stesso ciò che sapeva già.

Per un breve tempo aveva deciso che avrebbe inghiottito il rospo e avrebbe continuato ad essere il solito buon padre di famiglia. Lo dovevano a Carl e al bambino che stava per nascere, dopotutto… Ma Carl non era più un bambino. Aveva capito ed accettato con una facilità disarmante che tra i suoi genitori era ormai finita. Era inutile fingere, ma avevano continuato a negare l’evidenza davanti agli altri, forse legati ancora alla morale moderna. Quella che c’era prima che i morti decidessero di tornare a camminare e mangiare la gente.

“Pensi ancora a lei.”

Daryl interruppe il flusso dei suoi pensieri ed allora si rese conto di essersi assorto per un tempo decisamente troppo lungo. Non era una cosa saggia vagare troppo con la mente e perdere la percezione di spazio e tempo. Si passò una mano sul volto, sospirando pesantemente,  prima di rivolgere a Daryl uno sguardo colpevole. Il cacciatore se ne stava seduto con la spalla posata alla cornice di ferro del finestrone della torretta di guardia.

“Sì e no…”, rispose dopo un po’, anche se aveva intuito che quella di Daryl non era una domanda. “Riflettevo… Ci stiamo abituando a stare qui. E’ da tanto che non ci abituavamo ad un posto.”

“Già… Non avrei mai immaginato di poter essere contento di starmene in gattabuia!” ridacchiò Daryl.

Rick osservò attentamente l’uomo seduto al suo fianco e si ritrovò a sorridere come un adolescente alla sua prima cotta. Il loro primo incontro non era stato il massimo. Ricordava che era teso come una corda di violino al pensiero di un confronto con Daryl. Aveva intrappolato suo fratello su un tetto in balia dei vaganti. Sapeva bene che non sarebbe stato facile da spiegare, soprattutto se Daryl fosse stato della stessa pasta del fratello maggiore. Ricordava, però, che quando lo aveva visto uscire dalla boscaglia, con la balestra tra le mani e gli scoiattoli che penzolavano dalla cintura, aveva provato uno strano brivido percorrergli la spina dorsale. Anche se in quel momento lo aveva interpretato come timore per la reazione che avrebbe avuto appena scoperto di Merle.

Ora era diverso. Si era talmente avvicinato a quell’uomo da conoscerlo meglio di chiunque e per Daryl era lo stesso. Era impossibile nascondergli qualcosa. Bastava uno sguardo e l’uno capiva l’altro, si potevano fidare ciecamente l’uno dell’altro e Rick avrebbe tranquillamente affidato la sua vita nelle mani di Daryl. Cosa che aveva giù fatto molto volte da che lo aveva conosciuto.

“Decisamente è surreale!”, considerò Rick posando le spalle al muro in una posizione rilassata.

Daryl tese l’angolo sinistro della bocca in quel suo mezzo sorriso così… suo… e che gli faceva sempre venire i brividi al pensiero di ciò che veniva dopo. Lo vide, infatti, avvicinarsi lentamente con quel suo passo leggero da cacciatore.

La mano sinistra si andò a posare sul muro al lato della sua testa e Rick d’istinto l’inclinò tanto da poterne avvertire il calore senza averne un contatto diretto. Questo gesto diede il via libero a Daryl, che si avventò sul collo  lasciato scoperto dell’ex sceriffo. Rick sospirò chiudendo gli occhi e abbandonandosi completamente a quelle sensazioni e portò le mani tra i capelli biondicci di Daryl.

“Sei così arrendevole a volte…” soffiò il cacciatore sul collo di Rick facendogli provare forti brividi lungo tutta la spina dorsale che lo portarono d’istinto ad avvicinare il suo corpo magro a quello più muscoloso di Daryl. “… non ci è permesso abbandonare la guardia. Lo sai!”

“E colpa tua!” sussurrò Rick raddrizzando appena la testa e accarezzando l’orecchio di Daryl con le labbra. “Ma basta che anche solo uno dei due non perda il controllo, vero?”

Daryl si scostò per poterlo guardare negli occhi. Se c’era una cosa che amava di più di Rick, era l’espressività dei suoi occhi. A volte sembrava che solo lui fosse in grado di leggervi dentro, ma gli altri non guardavano mai veramente gli occhi di Rick. Nessuno lo capiva. Per gli altri era stato, ed era ancora, la persona a cui scaricare ogni preoccupazione e responsabilità. Se c’era una decisione da prendere la doveva prendere Rick, giusta o sbagliata che fosse, e poi erano subito pronti a giudicare e puntare il dito contro di lui. Ma se non fosse stato per quell’uomo così coraggioso e così triste, ora sarebbero stati molto probabilmente Vaganti. Gli doveva la vita, tutti gliela dovevano. Ma nessuno sembrava mai ricordarselo.

“Mi prenderò cura io di te, Rick...” fece, portando la sua mano sulla guancia di Rick.

Lentamente Rick si sporse per raggiungere le labbra di Daryl, ma proprio allora la porta della torretta si aprì facendoli trasalire e puntare balestra e pistola verso gli intrusi. Glenn guardò i due ancora addossati al muro uno sopra l’altro, decisamente stralunato e con ancora la mano sulla maniglia, mentre Maggie alle sue spalle li osservava con un sorrisetto da presa per il culo sulle labbra.

“E così che si fanno i turni di guardia?” fece la ragazza mentre i due abbassavano le armi con un sospiro di sollievo.

“E voi siete venuti a darci il cambio!” fece Daryl pungente staccandosi di malavoglia dal corpo di Rick.

“Io… noi… come… no, no… scusate, ragazzi… dovevamo bussare…” balbettò imbarazzatissimo Glenn.

“Ma no figurati, Corea…” fece sarcastico Daryl oltrepassandoli e sparendo giù per le scale.

Rick sospirò passandosi una mano tra i capelli e sorrise allo sguardo dispiaciuto di Glenn: “Non fa niente, Glenn! Ci vediamo per cena e vedrai che con un po’ di cibo nello stomaco avrà dimenticato tutto” lo tranquillizzò, affrettandosi a raggiungere Daryl.

Non fece nemmeno in tempo a scendere l’ultimo scalino che fu afferrato per le braccia e sbattuto contro la porta di ferro che portava all’esterno. La bocca di Daryl si impossessò della sua mentre lui,sollevato dalle forti braccia del cacciatore, trovò l’equilibrio allacciando le gambe alla sua vita.

“Non credo sia… carino… farlo qui!” gli sussurrò ad un orecchio mordendogli poi il lobo.

Daryl grugnì in segno di protesta stringendolo di più a sé e prendendogli tra i denti il labbro inferiore: “Questa sera non siamo di turno... Non posso aspettare ancora per averti”

Rick ridacchiò infilando la mano tra i capelli del cacciatore: “Vorrà dire che avrai gli interessi!”

Daryl sospirò posando la testa nell’incavo tra il collo e la spalla di Rick. Non aveva scelta a quanto sembrava. Ma di certo Glenn e Maggie l’avrebbero pagata cara. Anzi carissima.

Sorrise pregustando la sua vendetta e sollevò il viso su quello di Rick coinvolgendolo in un altro bacio, ma più lento del precedente: “Lo sai che di questi tempi gli interessi sono arrivati alle stelle!”

Rick rise e gli sussurrò con voce roca: “Avrai le tue stelle!”

Daryl spalancò gli occhi. Non sarebbe arrivato vivo all’indomani, ne era certo, ma di certo non ci sarebbero arrivati nemmeno Glenn  e Maggie e questo gli dava un buona attività per distrarlo nel frattempo. Allentò la presa su Rick posandogli un ultimo bacio a fior di labbra, prima di spalancare la porta e uscire a passo di marcia verso il blocco C.

  
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