II MONOLOGO #1 II

*L’estate era ormai giunta al termine, un’ estate che aveva regalato ad Elijah un po’ di pace e serenità dopo tutte le lunghe battaglie in famiglia e con i fratelli. Aveva viaggiato molto, cambiato città continuamente e incontrato persone nuove, aveva dimenticato anche Katherine in quei mesi e finalmente si sentiva libero di fare ciò che voleva e ciò di cui lui aveva bisogno. Ma nonostante tutto quel bellissimo viaggio, era tempo di ritornare a Mystic Falls, non era forse la città più bella del mondo ma quando era lontano da lì ne sentiva la mancanza. Elijah aveva visto nascere quella città e con tutti i suoi anni di vampiro avevo assistito anche a tutti i cambiamenti avvenuti in essa, al cambiare delle situazioni climatiche e di vita, ma nel suo cuore c’era sempre un pezzo della vecchia Mystic Falls, quella piena di terreni dove lui era nato e cresciuto e dove si batteva con i suoi fratelli, soprattutto con Niklaus, il suo fratello più fidato.
[…]
Il viaggio di ritorno era andato bene, nonostante la distanza, Elijah tornò in città grazie alla sua velocità, facendo di tanto in tanto qualche sosta per uno ‘’spuntino’’. Gli mancava respirare quell’aria, l’aria di quella città che non sapeva spiegarsi diverse morti, di quella città che alquanto ingenua nascondeva i demoni della notte, lupi, streghe e cacciatori, per non parlare degli originali. Elijah si fermava spesso a pensare a come sarebbe il mondo se tutti venissero a conoscenza del loro secreto, sì, avrebbero potuto soggiogare un’intera città per far filare tutto liscio, eppure quel pensiero gli marginava la testa e più volte si addormentava con questa idea che pur essendo realizzabile resterà sempre e soltanto un’idea. Elijah era così, amava crearsi idee in testa per ammazzare il tempo, e uno come lui di tempo ne aveva da vendere, ne aveva già vissuto troppo e si chiedeva anche questo, se un giorno, essere ancora in vita non gli sarebbe stancato e perché no si sarebbe ucciso da solo. Un suicidio vampiro, alquanto strano pensava, chiunque vorrebbe vivere in eterno, e anche lui lo voleva. Le estati di Mystic Falls non erano mai state calde ma quell’anno ci fu un caldo lancinante che quasi gli dava fastidio. La prima cosa che andò a visitare fu il maniero di famiglia. Quanti ricordi gli venivano in mente ogni volta che oltrepassava quella porta. Ricordi, emozioni e sentimenti, provati prima della ‘’traformazione’’ o come la chiamava lui. I suoi progetti erano già chiari, non si sarebbe fermato lì per molto tempo, voleva solo sbrigare alcune faccende per poi tornare a viaggiare, lui adorava viaggiare, era un cittadino del mondo, nessuna città, nessun paese che Elijah non abbia mai visto almeno una volta. Avrebbe rivisto i suoi fratelli, ne era sicuro ma voleva anche vedere la doppelganger, i fratelli Salvatore e tutti gli altri esseri che per la società erano più che altro mitologici. Rebekah era quella che gli era mancata più di tutti ma durante quei mesi, nonostante cercasse di non pensarlo, Klaus era sempre lì, nella sua testa. Elijah era un uomo d’onore, e adorava la sua famiglia, era colui che cercava di risolvere i drammi familiari anche dopo che il fratello rinchiuse la famiglia nelle bare per un secolo. Si fidava ciecamente di loro ed era forse questo uno dei suoi grandi difetti, ma con il tempo aveva cominciato a capire che non poteva perdonare sempre tutto e se il gioco si faceva sporco lui era pronto a sporcarsi le mani. Quell’estate aveva cambiato totalmente Elijah, niente più sentimenti per lui, tranne quel forte legame fraterno che nessun vampiro sarebbe in grado di spegnere. Visitò tutti i posti che si era fissato in mente e adesso l’unico posto da visitare era casa Gilbert per rivedere Elena e i Salvatore. Si diresse verso la loro casa e bussando alla porta entrò con eleganza, come solo Elijah sapeva fare. Amava le entrate di scena ed era quello che le faceva ogni volta.*

- Elena da quanto tempo, come sta la doppelganger…-