Tali sbuffò nervosa mentre l'ascensore saliva fino alla cabina del Comandante. “Sono una sciocca, cosa sto facendo?”. Si morse un labbro e strinse nervosamente i pugni. “Nessuno ha mai visto sotto questa maschera. Lui non ha visto! Non è un quarian, e diverso! Se non gli piacesse il mio aspetto, se lo trovasse ripugnante?”. Fissò il suo corpo, scovando difetti ovunque.
Si disprezzava ogni secondo di più.
Non temeva eventuali reazioni scatenate dall'interazione con l'esterno, si era imbottita di antibiotici e la sua tuta era programmata per combattere ogni genere di infezioni.
“Keelah, Shepard è una leggenda vivente, è l'uomo che mi ha salvato la vita e l'onore, è l'uomo che mi ha sempre difesa contro tutte le avversità! Andrà tutto bene...”. La porta dell'ascensore si aprì di scatto. Rimase come paralizzata, in silenzio. “Tra qualche ora varcheremo il portale di Omega 4: probabilmente non torneremo indietro. Forse non è il caso di entrare, forse sono di disturbo, mi caccerà via! Non potrei sopportarlo... Se solo avessi più tempo! Dai bosh'tet di una quarian, cosa aspetti a muoverti? Devi solo aprire quella porta, non gettare via questa occasione!”
In un istante ripercorse tutta la sua vita dal momento in cui Shepard l'aveva salvata da morte sicura sulla Cittadella, quando era solo una giovane impaurita impegnata nel Pellegrinaggio. Gli dei soli sapevano quanto amasse il Comandante, e quanto avesse sofferto alla sua morte. Era tornata alla flotta migrante cercando di lasciarsi tutto alle spalle. Cerberus però l'aveva riportato alla vita e lei, incredibile a dirsi, si era unita a quel gruppo di terroristi infami pur di stargli vicino, per accompagnare l'uomo che l'aveva aiutata nel rocambolesco salvataggio dell'Ala'rei e l'aveva sorretta nel processo contro di lei: per stare vicino all'uomo che amava.
Scosse la testa, cercando di allontanare ogni pensiero.
“In fondo” pensò “tra poche ore potremmo essere tutti morti”.
Trattenne il respiro mentre spinse in avanti il braccio: si sentiva come dinanzi a un precipizio, voleva superarlo ma aveva paura del salto nel vuoto, nel buio, stavolta avrebbe potuto farsi del male come mai prima.
“Keelah!”
Spinse il pulsante.