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Autore: Elisa_Pintusiana_Snape    10/05/2014    1 recensioni
Greg Pratt è morto lasciando un vuoto incolmabile nella vita di tutti.
Questa storia è raccontata dal punto di vista di Neela.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era strano che da quel momento avrei dovuto immaginare il Pronto Soccorso senza Greg. Grego Pratt ci aveva lasciati, le spine erano state staccate. Era tremenda quella mancanza, quell’ assenza che non credevo sarei riuscita ad accettare e sopportare. Lavoravo con lui da molto, ma soprattutto gli dovevo molto. Era stato lui a spingermi ad andare avanti e diventare la chirurga che sono ora. Ed ora lo vedo qui davanti a me immobile, freddo, inespressivo. Morto. Mi avvicino e gli tocco la fronte fredda e mi fa male il cuore, mi si spezza a vederlo così. Morto. Greg Pratt morto. Mi pareva così strano, così impensabile una cosa simile. Circa quattro ore fa stava bene, era intubato ma scrivendo mandava frecciatine a suo fratello e sorrideva. Già, sorrideva come al solito perché Greg non era il tipo da piangersi addosso nemmeno nelle situazioni disperate. Sperava di farcela e c’ erano tutti i presupposti perché lui potesse tornare a fare la sua vita dimenticandosi di quell’ incidente eppure… Mi sta cadendo il mondo addosso, mi sembra surreale tutto questo. Prendiamo il letto e lo portiamo verso l’ ascensore per andare di sopra in chirurgia. Greg era un uomo fantastico e voleva donare i suoi organi in caso di morte. Quando ce lo diceva lo prendevamo in giro dicendo che mancava tanto alla sua morte, ma nella vita non si può mai dire. Può accadere di tutto anche alle persone che nemmeno ti aspetti. Era felice Greg, era felice della sua vita e di come le cose andavano. La carriera, l’ amore.. Era tutto fantastico e lui era felice e adesso non restano che foto, foto e ricordi impressi nella mente come dolorosi tatuaggi che marchiano il cuore. Lo guardo ancora mentre tutto l’ ospedale mi pare immerso nel silenzio. Siamo tutti qui, la sua seconda famiglia, a spingere il letto verso l’ ascensore e chi non spinge è poco più lontano con gli occhi lucidi e lo sguardo triste. Sarò io a esportare i suoi organi e la cosa mi fa uno strano, stranissimo effetto. Vedo Gates che tiene per mano Sam forse per farle coraggio o per cercarne lui stesso un po’ nella calda stretta della sua fidanzata. Vedo Morris che si asciuga una lacrima con il bordo del camice cerando di fermare i singhiozzi. Vedo Abbie a testa china che fissa il volto privo di vita di Greg. Kovac oggi non c’è, credo sia in Croazia ma ora non ho né la testa né la voglia di pensarci. Saliamo in ascensore, solo io e lui. Tante, tantissime volte ci siamo incontrati in ascensore ma non così.
“Mi manchi già Greg” bisbigliai con le lacrime agli occhi. Addio.
  
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