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Autore: excelsius    10/05/2014    0 recensioni
Viaggio attraverso lo stato d'animo di un comune diciottenne, il quale attraversa una fase molto delicata e travagliata del suo sviluppo interiore...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era la classica mattina di una classica vita.
La madre era entrato a svegliarlo alle 7.05. Lui aveva iniziato a rivoltarsi e stiracchiarsi nel letto osservando le pareti giallastre della sua cameretta e i timidi raggi dell’alba che penetravano dalla finestra, incutendogli ansia, prima di alzarsi, con i soliti, ripetitivi e ossessivi patemi che ormai da due mesi a questa parte, rendevano il suo stato d’animo molto più simile a quel del protagonista del romanzo “La Nausea” di Sartre, il buon Antoine Roquentin, che non a quello di un diciottenne ormai ad un mese dalla maturità, e con il destino tra le mani.
Tutto era iniziato due mesi prima, pensava avviandosi verso il bagno. Poteva essere la svolta della sua vita; una goccia di felicità in un mare di atarassia nel quale fino ad allora era naufragato. Ma non fu così, fu piuttosto un proiettile, che andò a forare quel piccolo salvagente che lo aveva mantenuto per molto tempo a galla; trasformando così il naufragio in un annegamento, e l’atarassia in qualcosa che neanche lui riusciva ben a definire, ma sicuramente di peggiore. Forse non era triste, probabilmente era spento. Come se la sua vita non avesse un senso, come se fosse di troppo e che mai avrebbe trovato un posto nel quale sistemarsi ed essere realizzato. D’altronde quel posto che egli aveva desiderato con ardore, e che ormai aveva quasi sentito suo, era stato ben occupato. Si guardò allo specchio dopo essersi sciacquato faccia e capelli. Sarebbe stata un’altra giornataccia. Non ce la faceva proprio più ad andare avanti e trovarsela dinanzi ovunque, soprattutto a scuola, ma non solo. Era la causa del suo malessere, e lui lo sapeva, ma nonostante ciò non riusciva a togliersela dalla testa. Così bella, così dolce, così semplice, proprio come piaceva a lui, ma al tempo stesso così irraggiungibile. E più il tempo passava e più la vedeva allontanarsi, visto che lui al termine di quell’anno scolastico avrebbe cambiato città per motivi universitari, e lei sarebbe rimasta lì, lontana.  Era entrato in cucina, dopo essersi vestito con un jeans e una t-shirt, e aveva preso con una mano la classica tazzina da cui bere il suo caffè un po’ bruciacchiato e con l’altra il suo smartphone col quale controllare le notifiche di Facebook e i messaggi di What’s up. Eccola lì! Felice insieme al suo nuovo, vecchio ragazzo. Pensò che per un momento aveva creduto davvero di poter occupare quel posto. Sarebbe stato troppo bello. Sorrise amaramente mentre sorseggiava l’ultima goccia del suo caffè. Il suo animo era un subbuglio di emozioni: noia, ansia, angoscia, tristezza e inappagamento. Non se lo meritava. Era un ragazzo all’apparenza perfetto: ben formato, educato, intelligente, con voti alti e sempre pronto a dare una mano a tutti. Insomma era il classico bravo ragazzo di buona famiglia. Avrebbero dovuto fare la fila per lui. Ma di ragazze e amici con il quale condividere i momenti più belli della sua vita se ne vedevano con molta difficoltà. Era solo e aveva disperato bisogno di qualcuno. Forse non era neanche lei in quanto tale a creargli quel melting pot di emozioni esistenzialiste, ma lei in quanto donna; di cui aveva necessario bisogno.
Ne sarebbe mai uscito? Quando? Come? Avrebbe pagato qualunque somma pur di riuscire ad intuirlo. Per ora però non poteva fare nient’altro che prendere lo zaino che era lì sulla sedia, salutare sua mamma che gli raccomandava di stare attento per la strada, e mettersi in viaggio verso un’altra giornata che si apprestava a fargli vivere altri spiacevoli situazioni. Poteva soltanto sperare che il tempo passasse in fretta e cancellasse tutto. Nient’altro…
  
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